Heaven’s Vault – Recensione

Sviluppatore: Inkle Publisher: Inkle Piattaforma: PS4 Genere: Avventura Giocatori: 1 PEGI: 12 Prezzo: 21,99 € Italiano:

Grazie all’interattività, il videogioco diviene un mezzo prezioso per la condivisione di un messaggio e per immergersi in storie fantastiche o anche realistiche. Giochi come A Plague Tale: Innocence dimostrano come trame emozionanti e ambientazioni storiche possano unirsi armoniosamente, in un racconto dove siamo spettatori di una scenografia che possiamo leggere sui libri di storia. Soffermandoci ancora in un lontano passato, sfumato però dai suoi contorni concreti, Heaven’s Vault permette di partecipare attivamente alla scrittura di un manuale accademico e così il videogioco si presenta come un tramite e uno strumento dinamico.

Il team inglese di Inkle si era già fatto notare per i suoi progetti sperimentali e particolari, ma questa volta ha spinto maggiormente sulla ricercatezza, sul sentiero di una narrazione intricata i cui pezzi sono sparpagliati su un’intera galassia da esplorare. Fantascienza e “fantapassato” si mescolano in un racconto dalle tinte misteriose da portare alla luce attraverso i sistemi più primitivi e fondamentali, quali il linguaggio, la lingua e la scrittura. Armati di foglio, calamaio digitale e ingegno, ci siamo improvvisati archeologi per scoprire i segreti di Nebula.

Heaven's Vault

Un passato da riscrivere

Siamo in una nebulosa lontana indefinite miglia e anni luce dal nostro sistema solare, eppure alcuni elementi appaiono tanto familiari, dai tratti squisitamente mediorientali della gente alle architetture degli edifici per passare alle biblioteche e alle università. Le ambientazioni generali restituiscono in verità una fusione tra orientale e occidentale che si sposa con il carattere aperto del mondo accademico da cui prende il via il nostro viaggio. Aliya Elasra è un’archeologa dell’università di Iox, il pianeta più fertile e rigoglioso dell’universo. Un’infanzia complicata, segnata dall’essere orfana sulla luna di Elboreth, ha indurito la sua personalità, senza tuttavia scalfire la sua curiosità verso l’ignoto.

Cresciuta in ambiente universitario, la ragazza si specializza nella ricerca e catalogazione di reperti dell’antica civiltà da cui il mondo conosciuto discende. L’idea è quella di portare in scena una personalità indispensabile nella riscoperta del nostro passato, come quella dell’archeologo. Le domande che il personaggio si pone nel corso del suo cammino sono le stesse che si porrà il giocatore, pertanto il senso di immedesimazione viene accentuato dal mistero e dalle relative scoperte.

Il racconto inizia con la convocazione di Elasra da parte della direttrice della scuola, che la incarica di scovare Janniqi Renba, un rinomato studioso di cui si sono perse le tracce. La donna, tra l’altro tutrice della protagonista, la esorta a partire accompagnata da Six, un curioso robot antropomorfo alla ricerca della sua umanità. Prima di proseguire, un antico manufatto ci mostra iscrizioni ingarbugliate che dovremo tentare di decifrare, lasciandoci intendere come la scrittura della storia di questo popolo sia nelle nostre mani.

Heaven's Vault

Là, dove nessuno è mai giunto prima

Heaven’s Vault non è un’avventura lineare classica, affermano gli sviluppatori stessi. E in effetti le loro parole trovano conferma tanto nello stile ricercato quanto nella componente ludica; un’avventura testuale contemporanea travestita da avventura grafica delinea un gioco che fa della lettura, dell’esplorazione e del ragionamento il suo perno. Le lune sono raggiungibili e liberamente visitabili attraverso un bizzarro mezzo al limite fra una navicella spaziale e uno dei prototipi di aerei ideati nei primissimi anni del ventesimo secolo, con i quali condivide anche una manovrabilità legnosa e a tratti frustrante.

L’avanzamento della trama dipende dalle capacità di interpretazione dell’idioma alieno nei vari documenti. Un’intera gamma di segni linguistici antichi attende di essere tradotta. A ogni terzina di simboli vengono date possibili traduzioni e sta al giocatore scegliere quella più veritiera, sulla base delle conoscenze precedenti, del contesto e degli appunti annotati. Ogni tappa e azione viene infatti segnata su una linea temporale orizzontale posta nei menù del gioco, arricchendo la nostra conoscenza sui fatti e aiutando a collocarli negli anni.

Decifrare simboli è la caratteristica chiave e un errore può comportare un’idea completamente sbagliata sulla strada da intraprendere. Heaven’s Vault lascia al giocatore una serie esigua di dettagli sparpagliati tra le parole dei personaggi che incontreremo fra i pianeti, ma la storia va costruita pezzo dopo pezzo, esplorando, correggendo gli sbagli precedenti. Il sistema intriga per la sua originalità, anche se nelle fasi iniziali ci si sente costretti a lavorare d’istinto, privi di alcun aiuto. Una formula interessante e manieristica da provare, ma che potrebbe scontentare chi è alla ricerca di maggiore vivacità in un gioco che invece presta il fianco a un ritmo compassato. Altro elemento che potrebbe allontanare molti è la mancata localizzazione in italiano; il titolo è completamente in inglese e la procedura di interpretazione dei documenti segue le regole grammaticali e sintattiche anglosassoni. In verità, il mancato adattamento potrebbe essere dipeso tanto da questa stessa caratteristica di gioco, impraticabile come modello per più lingue, quanto dalle dimensioni ridotte di uno studio indipendente.

Tanto libro e poco gioco

Heaven’s Vault è un esperimento dai connotati accademici trainato dalla narrazione; questo limita in parte la gamma delle interazioni. Oltre alla decodifica del linguaggio alieno, il gioco vero e proprio si riduce alle fasi di navigazione già citate e a quelle esplorative dei vari pianeti. Questi ultimi sono piuttosto ben caratterizzati e offrono alcuni scorci visivamente incantevoli, anche se le aree percorribili si riducono spesso a stretti sentieri.

Heaven's Vault

Fantascienza passata

Anche dal punto di vista grafico, l’ultima opera di Inkle ricorda alcune avventure grafiche di fine anni Novanta. Non tanto quelle della compianta LucasArts, quanto quelle che utilizzavano una particolare tecnica per catturare sequenze girate precedentemente e adattarle allo scenario di gioco. Il risultato è una sorta di fumetto in movimento, con i personaggi in due dimensioni che si muovono come a scatti su ambientazioni in 3D, con tanto di forma minimale di baloon a indicare i dialoghi.

Uno stile ricercato e quasi unico in un vasto panorama, come quello videoludico, in cui sembrano regnare il fotorealismo e un ritorno ai pixel. Uno sfoggio creativo apprezzabile, nonostante gli scatti tra le varie posizioni dei personaggi e la loro palese incorporeità potrebbe destare fastidio ad alcuni giocatori.

Trofeisticamente parlando: giocatore passione archeologo

Per essere un titolo indipendente, Heaven’s Vault comprende un numero piuttosto ricco di coppe. Saranno necessari infatti trentacinque bronzi, cinque d’argento e quattro d’oro per raggiungere il fantomatico Platino, la cui difficoltà sta più nel tempo da spendere che in qualche particolare abilità. Nelle circa venti ore di gioco sarà necessario sbloccare vocaboli, tradurre simboli e incontrare alcuni personaggi. Come sempre, l’elenco dei trofei è disponibile sul nostro forum.

VERDETTO

Un'avventura testuale vestita da avventura grafica un po' vecchio stampo in una cornice accademica. Heaven's Vault potrebbe riassumersi così: un gioco ricercato, coraggioso, basato su un'idea originale e su una storia fatta di ricerca, scoperta e riflessione sul passato. Un titolo che fa del manierismo la sua ragion d'essere e che per le sue caratteristiche può stupire e intrattenere, al netto dei limiti tecnici e grafici. Nonostante grandi oscillazioni qualitative sul puro fronte ludico, si tratta di un gioco che non deve essere dimenticato e, anzi, può aiutare a capire le difficoltà nella comprensione del nostro passato.

Guida ai Voti

Maria Enrica
Grata dal 1994 ai videogiochi per sopperire a pigrizia e mancanza di fantasia, è stata svezzata da mamma Nintendo, allevata da Sony fin dalla prima PlayStation, cresciuta con un pad in mano e il Game Boy Advance nell'altra. Laureanda in Lettere classiche, avversa ai videogiochi in digitale, sogna per questo una casa dove custodire una collezione degna di tale nome.