HIVE: Altenum Wars – Recensione

Sviluppatore: Catness Game Studios Publisher: Catness Game Studios Piattaforma: PS4 Genere: Sparatutto Giocatori: 1-4 (Online: 2-10) PEGI: 16 Prezzo: 9,99 € Italiano:

Quante volte nel corso della vita vi è capitato di trovarvi in situazioni in cui avete pensato “mi sembra troppo bello per essere vero”? Personalmente, abbastanza da dubitare fin da subito di HIVE: Altenum Wars, titolo che si propone come uno sparatutto futuristico con un frenetico gioco a scorrimento laterale 2.5D che durante i caricamenti fa anche il caffè.

HIVE: Altenum Wars

Macchiato caldo o freddo?

Il mio iniziale scetticismo nei confronti di HIVE: Altenum Wars non ha placato la voglia di scoprire cosa fossero esattamente gli Hexadium, arene da combattimento a forma di esagono situate in tutto il pianeta HIVE, presentate come una vera e propria rivoluzione dai ragazzi di Catness Game Studios. Senza indugio mi sono quindi lanciato nel titolo, la cui trama è in realtà spiegata solamente sullo store dato che il gioco non verrà introdotto da nessuna informazione, se non quelle relative alle novità degli update, né sarà possibile reperirle in qualche meandro dello scarno menù di gioco.

Se siete curiosi di sapere perché una serie di lottatori si prenderanno a pistolettate sul vostro schermo, sappiate che all’interno di HIVE interpreterete il ruolo dei migliori combattenti delle diverse fazioni esistenti nel gioco, quattro in totale, che lotteranno per ottenere Altenum, una fonte di energia vitale per i viaggi interspaziali nel XXVI secolo. Consapevoli del fondamentale (?) ruolo nella sopravvivenza della razza a discapito delle altre nell’universo, ho deciso di lanciarmi in questa avventura e, come prima cosa, accettare l’invito del gioco stesso ad avviare il tutorial per apprendere le meccaniche base di HIVE: Altenum Wars.

HIVE: Altenum Wars

Lato al quadrato per costante d’area

Sorvolando sul fatto che senza motivo apparente il gioco ha deciso di presentarsi a me in lingua spagnola (problema ovviabile dal menù opzioni settando l’inglese) mi sono dedicato al tutorial, che spiega al giocatore cosa esattamente siano gli Hexadium e come lottare e sopravvivere all’interno degli stessi. Trattandosi di uno sparatutto in 2.5D, ossia un bidimensionale con un effetto 3D, sarà possibile spostarsi solo verso i lati dello schermo. Giunti però a uno degli estremi del lato, non arresteremo il nostro movimento ma potremo proseguirlo ruotando la nostra visuale e passando su un altro dell’esagono.

Superata la prima iniziale fase di nausea dovuta a una telecamera con rotazioni tutt’altro che eccezionali, scopriremo che il nostro eroe è dotato di ben tre differenti armi, utili per variare gli attacchi e rendere imprevedibili le varie azioni, oltre che della possibilità di saltare ed eseguire degli scatti in aria per raggiungere piattaforme ed eventuali ripari. La levetta destra, come nei migliori roguelike, sarà destinata alla mira, tutt’altro che precisa a causa anche di una generale “scivolosità” dei comandi, con il personaggio che avrà movenze tutt’altro che realistiche. Il tutorial si conclude spiegando lo scopo del gioco. Di tanto in tanto appariranno aree speciali da conquistare rimanendo nei pressi della zona stessa, come nel più classico dei Cattura la bandiera, modalità già ampiamente trattata nel genere sparatutto.

Vuoto cosmico

Il tutorial, nonostante una discreta completezza, non è riuscito a togliere di dosso quella sensazione negativa che sentivo aleggiare nella stanza fin dal primo avvio di HIVE, che mi ha riportato alla mente le emozioni vissute con ArmaGallant. La voglia di capire se il gioco fosse davvero così pessimo, come si poteva evincere al momento di apprenderne le meccaniche, era però grande e ho deciso quindi di lanciarmi nel multiplayer online, scegliendo un personaggio da una delle quattro fazioni (umani militari, umani modificati da Altenum, robot e alieni evoluti) personalizzabili sia come skin che equipaggiamento.

Fatto questo ho provato – e riprovato – ad accedere a una partita scoprendo però di essere probabilmente l’ultimo (e l’unico?) giocatore attivo di HIVE: Altenum Wars. Questo ha ovviamente comportato l’impossibilità di testare le funzionalità online del gioco e di capire se lo scontro con gli avversari, abbinato alle meccaniche di spostamento esagonale, potesse essere almeno divertente, nonostante gli evidenti problemi tecnici di cui il gioco soffre. Anche la possibilità di giocare in multiplayer sì è trasformata in un nulla di fatto, dato che, a meno di essere in possesso di un abbonamento Plus anche sul secondo profilo giocatore, non sarà possibile sfidare un amico in locale. Sconsolato e depresso, l’ancora di salvezza mi è sembrata la modalità offline del gioco, fruibile quindi senza necessità di trovare un altro temerario interessato a recuperare il prezioso Altenum per il suo popolo.

HIVE: Altenum Wars

Voglia di (non) sopravvivere

Denominata Survival (“sopravvivenza”), la modalità offline di HIVE: Altenum Wars si presenta come un susseguo di ondate di nemici interessate a distruggere noi e il prezioso carico portato da una navetta che dovremo scortare. Raramente credo di essermi imbattuto in una modalità meno ispirata di quella pensata dai ragazzi di Catness Game Studios che, credetemi, ho mentalmente tentato di salvare in tutti i modi senza però riuscirci, dato che anche l’ultima possibilità di redenzione si è rivelata l’ennesima falla responsabile del naufragio di questa barca. Sorvolando sui già citati movimenti saponati, mi sono accorto fin dai primi istanti di un difetto curioso: le hitbox (ossia le aree in cui un colpo va a segno) sembrano essere disposte in maniera casuale, con il risultato tragicomico che i colpi, molto spesso, trapasseranno i nemici senza infligger loro danno.

Nemici che, peraltro, mostrano concept art di una tristezza disarmante (mosche robot e simili, tanto per darvi un’idea) e sono di scarsa realizzazione tecnica come anche l’ambiente circostante. Questi sono elementi che mi hanno spinto a riaccendere la PlayStation 2 per rifarmi gli occhi con una grafica migliore di quella di HIVE. Decenti, almeno quelli, il sonoro e gli effetti audio, ma probabilmente sbagliare anche sotto questo aspetto sarebbe stato davvero troppo per un titolo che non riesce davvero a offrire nulla ai giocatori.

Trofeisticamente parlando: ci vuole fegato

Il vasto elenco trofei di HIVE: Altenum Wars include svariati trofei (tutti inspiegabilmente scritti in caps lock, ma tant’è) e propone ai giocatori anche una scintillante coppa di Platino. Se non fosse un gioco completamente morto gli obiettivi sarebbero anche fattibili, peccato che senza giocatori online non riuscirete a sbloccare nemmeno un trofeo.

VERDETTO

Senza troppi mezzi termini, HIVE: Altenum Wars è un gioco morto. L'assenza di giocatori però non è da imputare, come nel caso di altri prodotti, alla poca popolarità del titolo ma al fatto che quello creato da Catness Game Studios è un gioco poco ispirato, con comandi imprecisi e due sole modalità decisamente troppo poco varie anche per uno sparatutto. Il risultato finale è quindi un gioco che non consiglieremmo nemmeno ai fan più sfegatati del genere, perché all'interno di questi esagoni non c'è davvero niente da salvare.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.