Human: Fall Flat – Recensione

Sviluppatore: No Brakes Games Publisher: Curve Digital Piattaforma: PS4 Genere: Avventura Giocatori: 1-2 PEGI: 3 Prezzo: 14,99 € Italiano:

Vi è mai capitato di essere preda di sogni ricorrenti, pronti a tormentare il vostro riposo? Se non vi è mai successo, oltre a essere fortunati, potreste non comprendere appieno il dramma di Bob, il protagonista di plastilina dell’opera dei ragazzi di No Brakes Games, ossia Human: Fall Flat.

Hello, my name is Bob

Bob è un normalissimo essere umano senza alcun potere speciale. Di giorno, infatti, altri non è se non un costruttore dalla mente molto attiva. Purtroppo per il nostro protagonista proprio il suo intelletto ginnico è causa dei suoi problemi, che lo portano durante il sonno a ritrovarsi intrappolato in dei mondi da lui stesso creati. La trama di Human: Fall Flat è tutta qui. Si tratta infatti di un puzzle game camuffato da platform dove il nostro sfortunato e inabile protagonista sarà suo malgrado costretto a ciondolare per i livelli usando le sue molli braccia per attivare interruttori, spostare blocchi e arrampicarsi su pareti.

L’assoluta mancanza di abilità del nostro Bob si riflette anche sul design scelto dai ragazzi di No Brakes Games per l’eroe: un omino in plastilina tutto bianco, senza volto, insomma… il ritratto dell’anonimato. A disposizione del giocatore ci saranno tutta una serie di gadget e strumenti, puramente estetici, per personalizzare il proprio pupazzo e prepararlo a un’avventura che sarà tutt’altro che convenzionale, in cui la fisica svolgerà un ruolo fondamentale così come anche l’inabilità del nostro eroe.

Buttati che è morbido

Human: Fall Flat non è assolutamente un gioco di primo pelo. Il titolo arriva su PlayStation 4 con ben due anni di ritardo rispetto alla versione PC, piattaforma su cui il gioco ha riscosso un discreto successo. La creatura di No Brakes Games si presenta su console Sony forte quindi dell’esperienza accumulata e propone un gameplay sostanzialmente inalterato rispetto al 2016: un platform in 3D in cui dovremo muovere il claudicante Bob e risolvere una serie di puzzle ambientali per arrivare alla fine dello schema e cadere (letteralmente) fino al livello successivo.

Le possibilità del giocatore saranno ridotte all’osso. Con il tasto X sarà possibile eseguire un piccolo salto mentre ai tasti dorsali saranno affidati i controlli delle braccia che serviranno per interagire con il mondo di gioco e talvolta per scalare strutture. Come ben sapranno gli appassionati di giochi quali I Am Bread e Surgeon Simulator, in questi casi vale il detto “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”, visto che che le citate leggi fisiche renderanno anche le richieste più semplici decisamente complicate. Il nostro Bob, oltre ad avere le movenze incerte di un ubriaco, si ritroverà quindi a dover fare i conti con un problema maggiore della risoluzione degli enigmi in sé, ossia capire come compiere l’azione giusta per proseguire.

La calma è la virtù dei forti

Nonostante la semplicità di fondo del gioco, dunque, Human: Fall Flat cela una difficoltà legata sostanzialmente alla padronanza che riusciremo ad acquisire con la macchinosa fisica di gioco abbinata ai basilari comandi. Consapevole di ciò, il team ha scelto di non creare un’unica soluzione per il completamento dei livelli ma di lasciare ai giocatori la libertà di trovare la propria strada e di sperimentare tutto quello che il mondo di gioco avrà da offrire. Sotto questo aspetto Human: Fall Flat è un puzzle game atipico, dato che giocando l’avventura principale dieci volte potremo trovare altrettante soluzioni ai nostri problemi, alcune più corte, altre decisamente più lunghe di quelle che avremo adottato precedentemente.

La totale assenza di qualsivoglia indicatore o linea guida potrebbe far sentire spaesati, all’inizio, ma basterà qualche minuto ai comandi del nostro Bob per calarci appieno negli onirici livelli che spazieranno da case con giardino fino a stazioni con treni deragliati. Gli schemi da completare, nove in totale, offriranno inoltre una difficoltà crescente che permetterà ai giocatori di migliorare progressivamente e soprattutto di acquisire gradualmente l’esperienza necessaria per completare anche gli enigmi più complessi. Va segnalata la non eccessiva longevità di un titolo, che potrà comunque essere rigiocato più e più volte.

Bianco e nero

Human: Fall Flat si dimostra eccellente sotto il comparto tecnico, al netto di una grafica che punta volutamente a essere quasi retrò, con un personaggio grezzo nella sua realizzazione. A ciò si contrappongono livelli ottimamente realizzati, in cui potremo muoverci con naturalezza e disinvoltura anche grazie all’abilità del team di realizzare strutture tridimensionali mai confusionarie o sovraffollate.

Ad accompagnarci nel nostro viaggio troveremo una colonna sonora appassionata e molto spesso utile a dare un tono a un titolo che, tra pupazzi catapultati e blocchi lanciati, potrebbe rischiare di (s)cadere nel ridicolo. A completare il quadro di un’opera che punta tanto sul divertimento e sulla sana follia troviamo poi un’interessante quanto curiosa modalità in multiplayer, che ci permetterà di giocare in locale con un amico e passare qualche ora spensierata in compagnia di personaggi di plastilina e di enigmi da risolvere. Trattandosi di un titolo in cui la fisica svolge un ruolo fondamentale, comunque, Human: Fall Flat non è esente da problemi, tanto che molto spesso ci ritroveremo a dover lavorare il triplo per muovere un oggetto o creare una struttura molto semplice.

Trofeisticamente parlando: famolo strano

L’elenco trofei di Human: Fall Flat comprende un intrigante Platino che richiederà di completare una serie di richieste decisamente strane e molto spesso enigmatiche, ma che potranno essere completate, seguendo magari qualche tutorial, in poche ore, a patto di avere la pazienza necessaria per padroneggiare i comandi di gioco.

VERDETTO

Se state cercando un puzzle game atipico, allora Human: Fall Flat è esattamente quello che fa per voi. Il titolo sviluppato da No Brakes Games sbarca su PlayStation 4 forte dell'esperienza accumulata su PC e pronto a farsi amare e odiare grazie a una fisica incredibile e a enigmi ambientali da far venire il mal di testa. Se non apprezzate però questo stile di indie, allora non troverete nulla ad attendervi se non la frustrazione per un personaggio senza abilità, senza volto e che richiederà dedizione per uscire dai suoi incubi.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.