Jagged Alliance: Rage! – Recensione

Sviluppatore: Cliffhanger Productions Publisher: THQ Nordic Piattaforma: PS4 Genere: Strategico Giocatori: 1 (Online: 1-2) PEGI: 18 Prezzo: 29,99 € Italiano:

Operazione nostalgia. Così viene definita spesso l’azione di recupero di un’opera videoludica appartenente alle console del passato, la quale permette alle nuove generazioni di scoprire titoli importanti di questo medium e insieme, ai veterani, regala l’illusione di tornare bambini, almeno per qualche sessione di gioco. Essa si esplica attraverso la ricostruzione quasi completa di giochi amati, come Crash Bandicoot N. Sane Trilogy e Spyro Reignited Trilogy, o proponendo un capitolo inedito di una serie sepolta dallo scorrere del tempo.

Questo è il nostro caso, quello di Jagged Alliance: Rage!, la reincarnazione su piattaforme attuali di una serie di giochi strategici a turni nata nel 1994. Jagged Alliance si propose già agli albori come il ribelle del genere tattico, mettendo in scena una storia di mercenari sopra le righe in un connubio di strategia, gioco di ruolo e meccaniche stealth. Complici dei sequel poco originali e senza mordente, la serie era stata congelata dopo un ultimo progetto proposto per Nintendo DS. THQ Nordic ha voluto tentare l’impresa di scavare fra le sabbie del tempo e riesumare Jagged Alliance, prima che andasse dimenticato. Imbracciate il vostro fucile e preparatevi a partire per un’isola sperduta, costellata da soldati, psicopatici spacciatori e mercenari in fuga.

Il mercenario della giungla

La missione accettata da Cliffhanger Productions è quanto mai spinosa; una produzione nata in un contesto differente da quello attuale necessita di cure e attenzioni precise per renderla fruibile ai videogiocatori del presente, senza snaturare la sua anima originale, ma ponendo attenzione ai cambiamenti culturali oltre che puramente ludici concorsi nel tempo, adattando il prodotto attraverso piccole, necessarie modifiche. Il risultato in esame è tuttavia lontano dalla perfezione, con una storia banale che si dipana lungo una narrazione piena di inciampi, l’assenza di una serie di elementi del primo capitolo che avrebbero vivacizzato il gameplay e in generale il sospetto che al titolo sia stato riposto un trattamento superficiale.

Il nuovo Jagged Alliance ci catapulta ancora una volta su un’isola sperduta, a venti anni di distanza dalle vicende del capostipite, in cui, accompagnati da otto mercenari da scegliere fra sessanta soldati diversi, avevamo l’ordine di fermare le azioni di un malvagio scienziato. Cambiano i nomi ma non le ambizioni, così, nella nuova incarnazione, l’ordine è quello di fermare un cartello della droga intenzionato a controllare il mercato nero universale e conquistare il mondo, forte di un battaglione di uomini geneticamente modificati. Gli eventi sembrano emulare una produzione cinematografica d’azione a basso budget e si susseguono inesorabilmente senza emozioni, abbandonandosi a una narrazione spezzata anche da un gameplay a turni.

Tamarraggine sprecata

Gli sviluppatori ci introducono al registro dei sei mercenari protagonisti, ognuno corredato da una descrizione dai tratti comici del suo passato, oltre ai vantaggi e agli svantaggi che otterremo giocando. La nostra selezione ricade su due soldati prescelti che ci accompagneranno per tutta la campagna, svilendo però la grande varietà del primo titolo. Ogni livello si compone di un ambiente a griglia in cui i nostri mercenari e i soldati nemici potranno spostarsi attraverso un numero limitato di passi e darsi battaglia a mani nude o con le armi a disposizione nell’inventario. Abbracciando alcuni elementi da gioco di ruolo, i protagonisti sono caratterizzati da una barra della salute, una della sete, una dell’adrenalina, novità introdotta in questo capitolo che aumenta uccidendo o per ciascun colpo subito, e un equipaggiamento personalizzabile.

Aggiungendo alla mischia una serie di peculiarità positive o negative per ogni personaggio, come la capacità di uccidere furtivamente a mani nude, viene a costruirsi un gameplay ben stratificato. Attraverso la giungla, le fogne o i villaggi abitati i nostri soldati scelti dovranno proseguire nella loro missione, che inizialmente consiste nella fuga dal laboratorio dello scienziato pazzo di turno. L’intelligenza artificiale dei nemici esita troppo spesso danneggiando altre componenti di gioco, ora lasciandoci passare inosservati anche davanti al loro spettro d’azione, eliminando qualsiasi emozione derivante da un appostamento, ora smascherando la nostra presenza da distanze troppo considerevoli.

Ceneri di un passato glorioso

I cardini portanti della serie appaiono qui menomati e arrugginiti a causa di un gameplay legnoso che crea una dissonanza con la frenesia delle musiche e un’ambientazione che cerca disperatamente il consenso dell’utente. I comandi non sono quasi mai reattivi, né durante gli scontri né all’interno dei menù o dell’inventario, dove, complice una scelta di colori poco azzeccata, non è raro selezionare per errore un oggetto al posto di un altro. A proposito dell’aspetto puramente artistico, il character design dai tratti caricaturali si accompagna a uno stile scanzonato che attraversa tutta la produzione, illuminato da una paletta cromatica satura che produce troppa poca diversità.

In generale, Jagged Alliance: Rage! mostra il fianco a un comparto tecnico povero e ricco di difetti ed errori a livello di gameplay, che rischiano di infastidire soprattutto gli utenti meno avvezzi alle tempistiche del gioco a turni, nonostante la semplificazione di missioni e meccaniche di gioco sembri pensata apposta per loro. Jagged Alliance: Rage! si confronta inevitabilmente con i suoi diretti predecessori, lanciando il guanto di sfida con un progetto moderno capace di catturare il pubblico, tuttavia perdendo inesorabilmente, trascinato da una narrazione dimenticabile, personaggi anonimi e un comparto tecnico e artistico non all’altezza. Operazione nostalgia fallita.

Trofeisticamente parlando: corri, aspetta, spara!

Jagged Alliance: Rage! può far felice il bramoso completista desideroso di aggiungere un altro Platino alla propria collezione con semplicità, grazie a una serie di trofei relativi alla storia e al banale utilizzo di tutte le armi. Una campagna principale piuttosto breve, infine, aiuta il raggiungimento della coppa più ambita. Se siete interessati a questa avventura, potete scorrere l’elenco trofei sul nostro forum PlayStationBit.

VERDETTO

L'ultimo capostipite di una serie ventennale di strategici a turni non riesce a tenerne alto l'onore, mostrando il fianco a un gameplay nelle premesse stratificato ma in fin dei conti semplicistico. Un comparto tecnico claudicante lascia infine presagire segnali di frustrazione. Un monito per chiunque voglia far scoprire le glorie del passato ai giocatori attuali.

Guida ai Voti

Maria Enrica
Grata dal 1994 ai videogiochi per sopperire a pigrizia e mancanza di fantasia, è stata svezzata da mamma Nintendo, allevata da Sony fin dalla prima PlayStation, cresciuta con un pad in mano e il Game Boy Advance nell'altra. Laureanda in Lettere classiche, avversa ai videogiochi in digitale, sogna per questo una casa dove custodire una collezione degna di tale nome.