JETT: The Far Shore – Recensione

Sviluppatore: Superbrothers, Pine Scented Software Publisher: Superbrothers Piattaforma: PS5 (disponibile anche per PS4) Genere: Indie Giocatori: 1 PEGI: 7 Prezzo: 29,99 € Italiano:

Durante lo State of Play di luglio è stato mostrato per la prima volta JETT: The Far Shore, un titolo dal forte impatto visivo realizzato da Superbrothers che ha incuriosito non pochi giocatori. Dopo svariate ore di gioco finalmente possiamo parlavi dell’epico viaggio dell’anacoreta Mei e degli altri scout alla ricerca di quella sponda lontana di cui viene narrata l’esistenza nelle scritture del profeta Tsosi.

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La Sponda Lontana

JETT: The Far Shore ci fa capire sin dall’inizio che il pianeta su cui viviamo è al collasso. La nostra protagonista è la silenziosa Mei, un’anacoreta che ha dedicato gran parte della sua vita alla religione e che da li a poco intraprenderà un viaggio della durata di mille anni verso la Sponda Lontana, un luogo che secondo alcune sacre scritture realizzate dal profeta Tsosi, ospita una divinità celeste, l’Onda Maestra che a quanto pare, tramite delle visioni, gli ha mostrato la via verso un nuovo mondo su cui ricominciare.

Con questo incipit, Mei e altri scout partiranno per un lunghissimo viaggio (a cui non prenderemo parte) lasciandosi indietro i propri cari per poi ritrovare, come profetizzato, il nuovo mondo. La storia ci porterà a compiere alcuni compiti affidatici da Joao, colui che è a capo della missione e dovrà preparare il terreno per posizionare la nave madre e “rianimare” i coloni criogenizzati, dando il via a una nuova storia. Il tutto purtroppo si svolge fin troppo lentamente, ai limiti del soporifero, riprendendosi fortunatamente verso la seconda metà.

Durante l’avventura controlleremo Mei e il jett, la sua sofisticata navicella che le consentirà (assieme al co-pilota Isao) di esplorare la sponda lontana, raccogliere evidenze e posizionare delle basi dove potersi riposare durante la pericolosissima notte, dove strane onde colpiranno aggressivamente il jett, danneggiandolo.

Un walking simulator alternativo

Essendo votato prettamente alla narrativa, JETT: The Far Shore non ci propone né battaglie aeree a suon di laser e missili, né azione frenetica a piedi. Il gioco cerca di fare lo stretto necessario ai fini della trama, senza stravolgere in determinate situazioni il gameplay. Le uniche azioni concesse al nostro jett saranno quelle di evasione, planata e salto, che ci consentiranno per la maggiore di schivare gli attacchi della fauna locale. Al di fuori della navetta potremo invece compiere solo azioni basilari come parlare, dormire, camminare e correre. A conti fatti quindi, il titolo si presenta come una sorta di walking simulator “alternativo” con l’aggiunta del jett.

Una navetta che non sapeva prendere quota

Parliamo adesso del gameplay vero e proprio, legato all’utilizzo del nostro jett. La navetta ha a dispozione alcuni accessori che possono essere selezionati con i pulsanti direzionali e attivati con quadrato. Questi servono in determinate situazioni e aiutano a scoprire informazioni sul mondo di gioco (oltre a essere essenziali per l’ottenimento degli amati trofei). La rosa di accessori comprende uno scanner ambientale, un faretto e un gancio per raccogliere oggetti, tutti elementi che ci ritroveremo a utilizzare molto spesso. Per quanto riguarda invece il movimento potremo utilizzare gli scramjet, (i propulsori posteriori) e il salto, utile per superare gli ostacoli.

La combinazione di questi tre elementi purtroppo risulta essere davvero difficile da gestire, in quanto gli scramjet si surriscalderanno sia durante le accelerazioni che durante i salti, fino a spegnersi. Questo costringe a rallentare drasticamente, riattivare i propulsori e poi ripartire. Altra nota dolente riguarda un fastidioso effetto ping-pong contro montagne e alberi. Stranamente il jett non è in grado di prendere quota e non soltanto con i salti e molte volte questi ultimi saranno totalmente inutili per via di una specie di barriera o limitazione che si pone sopra do noi evitandoci di salire agevolmente sulle montagne.

Per quanto riguarda invece l’esplorazione, è presente una mappa su schermo. Per consultarla è necessario premere il tasto centrale del controller e poi muoversi in un menù a scorrimento orizzontale, così da ottenere le informazioni sul luogo in cui ci troviamo. A causa di questa macchinosità, la maggior parte delle volte non riusciremo a orientarci come si deve, complice anche una visualizzazione della cartina fin troppo statica. 

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60 fps? Ma anche no!

Un lato artistico di prima fattura ci accompagnerà nel nostro viaggio verso la Sponda Lontana, con una grafica pulita ed essenziale realizzata con il motore grafico Unity. Il mondo di gioco è bello e ben strutturato, ricco di vegetazione, boschi e fiori luminosi.

Purtroppo non si può non notare una mancata ottimizzazione su PlayStation 5, dove i bruschi cali di frame rate, scatti e freeze di ogni natura sono all’ordine del giorno. Probabilmente queste problematiche potrebbero risolversi con una patch correttiva, ma è bene ricordare che il gioco è uscito da più di un mese. Buona impressione invece per quanto riguarda le caratteristiche del DualSense con il feedback aptico che ci accompagnerà per tutta l’avventura (scaricando il controller ogni tre ore circa). I grilletti adattivi contribuiscono poi a dare un’ottima sensazione di accelerazione del nostro jett.

Togliendo il fastidio dovuto alle voci dei protagonisti, che pur parlando una lingua inventata non esprimono nessun tipo di emozioni e anzi risultano parecchio fastidiose, il comparto sonoro sembra essere davvero molto ispirato e potente. Musiche sensazionali ci accompagneranno durante le traversate oceaniche e non, rendendo il tutto epico.

Trofeisticamende parlando

Ventisette trofei (un platino, cinque ori, quattordici argento e sei bronzi) abbastanza semplici ci accompagneranno verso la scalata al Platino. Alcuni richiedono di completare determinate azioni, mentre altri si sbloccano durante il proseguo della storia. Niente di troppo faticoso per un’impresa che porta via circa dieci ore. La nostra guida ai trofei la trovate sul forum di PlayStationBit.

VERDETTO

JETT: The Far Shore aveva delle potenzialità incredibili che non sono state sfruttate a dovere, a partire dalla narrazione, risultata fin troppo lenta e che ha trovato un punto di svolta verso la seconda metà. L'ottimizzazione su PlayStation 5 presenta fin troppe lacune, freeze, scatti e cali di frame rate ci accompagneranno per tutta la durata del titolo, un vero peccato. Restano di buono un'ottima realizzazione artistica e una colonna sonora molto potente.

Guida ai Voti

Gianfrancesco Maturo
Fin da piccolo ho sempre avuto una curiosità immane per i videogiochi. Nel 1999 ho ricevuto come regalo di compleanno (dopo vari capricci) la mia prima PlayStation. Sono passati gli anni, sono passate le generazioni, ma la passione è sempre qui, e probabilmente mi accompagnerà ancora a lungo.