JYDGE – Recensione

Sviluppatore: 10tons Entertainment Publisher: 10tons Entertainment Piattaforma: PS4 (disponibile anche per Mobile) Genere: Sparatutto Giocatori: 1-2 PEGI: 18 Prezzo: 14,99 € Italiano:

Dopo l’esperienza positiva di Neon Chrome, ibrido tra roguelike e twin-stick shooter uscito nel 2016, i ragazzi di 10tons si sono dati da fare per creare una nuova, interessante opera il cui obiettivo è quello di alzare l’asticella e migliorare alcuni difetti del loro primo videogioco. Ecco quindi arrivare su PlayStation 4 JYDGE, definito dagli autori un prequel.

JYDGE

La legge sono io

Se avete vissuto la vostra gioventù nei favolosi anni Ottanta o siete semplicemente appassionati di fumetti cyberpunk, ricorderete con tutta probabilità il giudice Dredd, il cui primo volume venne pubblicato nel 1977 da una rivista, caso vuole, di proprietà di Rebellion Developments. L’opera, diventata un film culto nel 1995, che vantava anche la presenza del mitico Sylvester Stallone, racconta di un futuro distopico in cui, per far rispettare le leggi umane, vengono eletti dei giudici freddi e spietati pronti a tutto, persino uccidere, per adempiere al loro dovere.

Questa è anche la trama di JYDGE, che pesca a piene mani dal passato per puntare tutto sulle sparatorie, abbandonando la generazione procedurale dei livelli e proponendo una serie di missioni collegate tra loro da una semplice trama. “Semplice” è persino esagerato, perché all’infuori di alcuni stacchi in cui apparirà il logo di un’emittente televisiva della città in cui è ambientato il gioco, Edenbyrg, accompagnata da una voce narrante, ci ritroveremo a passare senza soluzione di continuità da una missione all’altra. Nessun collegamento vero e proprio, se non qualche rimando a livello grafico e qualche piccola citazione, anche a quello che dovrebbe essere il sequel di quest’opera, il già citato Neon Chrome. Un vero peccato considerate le premesse e la possibilità di creare una storia intrigante e coinvolgente.

JYDGE

Bastone e bastone

Uno dei punti di forza di JYDGE è rappresentato dalla sua immediatezza; come in ogni buon twin-stick shooter che si rispetti, la levetta sinistra sarà preposta al movimento, la destra alla mira e i grilletti posteriori all’uso delle armi normali e speciali in dotazione al nostro eroe. Nessun meccanismo complicato da assimilare, tanto che verremo subito lanciati nel vivo del gioco senza un minimo di spiegazione. Ogni breve missione ci richiederà di completare un totale di tre diversi obiettivi, di cui almeno uno obbligatorio, e poi di tornare vivi alla nostra futuristica auto della polizia.

Le richieste sono tutto sommato variegate, ma quelle base si ridurranno al salvataggio di ostaggi, all’eliminazione di determinati bersagli o alla sopravvivenza per un certo periodo di tempo a ondate infinite di nemici. Ad affiancare questi obiettivi ce ne saranno di opzionali: aprire tutte le casse, evitare di farsi colpire e perfino completare missioni in maniera stealth. Tutto questo verrà applicato in livelli dalle dimensioni ridotte in cui difficilmente spenderemo più di cinque minuti; tendenzialmente entreremo in azione, uccideremo qualsiasi cosa ci si parerà davanti e usciremo dalla struttura in un minuto o due. La visuale isometrica dall’alto permetterà di avere una panoramica dell’area, così da pianificare l’azione e decidere come sfruttare l’arsenale a disposizione al meglio, evitando ad esempio di colpire ostaggi innocenti la cui morte causerebbe un immediato game over.

JYDGE

Qui ci aggiungiamo dei razzi

Ogni missione che andremo a completare, oltre a darci medaglie in base agli obiettivi completati utili per sbloccare i livelli successivi, ci fornirà denaro da investire per migliorare le componenti cibernetiche e l’arma in dotazione al nostro Giudice, il Gravel. In questo senso il lavoro di 10tons è stato encomiabile, dato che chi ama questo genere di personalizzazioni potrà perdersi in una combinazione pressoché infinita di potenziamenti, armi primarie e secondarie da utilizzare per avere la meglio sui nostri nemici. Alcune richieste specifiche potrebbero farci rivedere l’assetto del nostro eroe: una missione stealth potrebbe spingerci a puntare sull’invisibilità, mentre un grosso numero di nemici su un volume di fuoco maggiore.

La versatilità sarà la chiave per avere le medaglie necessarie a proseguire nel gioco; la struttura di JYDGE obbligherà a rigiocare più e più volte le missioni per accumulare obiettivi e sbloccare le missioni dei (soli) tre atti dell’avventura. La curva di apprendimento per gli obiettivi richiesti per le sfide avanzate sarà vertiginosa, passando rapidamente a chiedere al giocatore svariate medaglie. Per ottenerle, dato che ne potremo sbloccare solo tre per livello, ci verrà in soccorso una difficoltà maggiore, Hardcore, che alzerà l’asticella ma darà accesso ad altre tre possibili medaglie e dunque a nuovi livelli. Questo meccanismo però risulterà noioso e monotono, soprattutto perché le missioni e i livelli si assomiglieranno davvero tanto, avendo rinunciato a una generazione procedurale. Ripetere una decina di volte mappe di un paio di minuti risulterà niente più che un espediente per rendere un gioco da due ore lungo il doppio o il triplo.

JYDGE

Neon e laser

A livello tecnico JYDGE non si discosta molto da quanto visto nel suo predecessore, Neon Chrome, offrendo un level design in cui il nostro Giudice si sposterà in ambienti urbani costellati di luci al neon, casse colorate e tantissimi effetti delle armi utilizzate da noi e dai nostri nemici. Gli ambienti dalle dimensioni ristrette permettono al titolo di 10tons di essere fluido anche in momenti in cui lo schermo risulta particolarmente affollato di nemici, nonostante di tanto in tanto si avverta qualche fastidioso calo di frame rate che non compromette però eccessivamente la qualità dell’esperienza.

A livello sonoro il gioco offre una serie di tracce trance decisamente adatte. Nonostante la brevità delle missioni non offra modo per ascoltarle a fondo, saranno un buon accompagnamento per le azioni del nostro Jydge. Ultima nota per la possibilità di giocare a una terza difficoltà, Nightmare, che allungherà ulteriormente l’esperienza e permetterà a chiunque voglia completare al 100% il gioco di affrontare sfide davvero impegnative.

Trofeisticamente parlando: Giudice, giuria e boia

Il breve elenco trofei di JYDGE vanta a sorpresa la presenza di un trofeo di Platino. Per raggiungerlo dovrete mettere in conto svariate ore di grind perché sarà necessario completare al 100% tutte le missioni alle diverse difficoltà, sbloccare ogni ricompensa e potenziare le abilità del nostro Giudice. Il rischio è di abbandonare molto presto causa noia e ripetitività.

VERDETTO

Dopo aver sondato il terreno dei roguelike con Neon Chrome, i ragazzi di 10tons hanno scelto di puntare su uno sparatutto più tradizionale. JYDGE però riesce solo parzialmente nel suo obiettivo; se da un lato abbiamo uno shoot 'em up di buona qualità, con tantissime possibilità di personalizzazione e di azione, dall'altro troviamo una generale ripetitività dovuta alla generazione non procedurale di livelli piccoli e tutti molto simili tra loro. Se a questo aggiungiamo la necessità di eseguire un grind obbligatorio degli schemi alle varie difficoltà per proseguire con la trama, si ha il quadro di un gioco consigliato solo agli amanti del genere che hanno già spolpato tutti gli altri titoli in commercio.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.