Katana Kata – Recensione

Sviluppatore: Stas Shostak, Alexander Sitnikov Publisher: Samustai LTD Piattaforma: PS4 Genere: Azione/Avventura Giocatori: 1 PEGI: 18 Prezzo: 14,99 € Italiano:

Se in questo periodo, data la scarsa mole di uscite videoludiche, siete in astinenza da videogiochi souls-like e pensate che Katana Kata possa essere un degno sostituto, prima di acquistarlo vi consigliamo caldamente di leggere la nostra recensione.

katana kata

Un solitario samurai e la sua lotta… dove l’ho già sentito?

La storia di Katana Kata non è delle più originali. Un filmato introduttivo ci presenta il nostro protagonista: un samurai addestrato a puntino dal suo saggio maestro. Saggio non proprio, a dire il vero, perché tutti i suoi precedenti allievi si sono dimostrati farabutti. Toccherà quindi a noi, l’ultimo dei samurai formati dal nostro sensei, fare giustizia e punire coloro che si sono allontanati dalla strada del bene e stanno compiendo indicibili malefatte.

Questo avvincente preludio ci porta a un veloce tutorial in cui ci verrà spiegato il combattimento, fulcro e parte principale di Katana Kata. Il tutorial è ben fatto e ci mostrerà i vari attacchi, dall’alto e dal basso, la possibilità di caricare i colpi e i milleduecento modi per evitare di essere colpiti. Più nello specifico queste possibilità sono: la parata semplice, il parry (alto o basso a seconda della direzione dei colpi dei nemici) e la schivata. Un così alto numero di contromosse all’attacco nemico farebbe ben sperare in uno sviluppo degli scontri elaborato e in cui si debba usare il cervello; purtroppo non è così e il perché ve lo spiegheremo tra poco.

katana kata

Gameplay, tutto o niente!

Essendo un amante dei souls-like, non appena ho visto la possibilità di usare il parry nel tutorial la mente è subito volata a Sekiro: Shadows Die Twice e ai suoi fantastici combattimenti ritmati: spettacolari danze di spade che si intrecciano e scontrano creando una pioggia di scintille e lunghi e attenti studi delle mosse nemiche per trovare le sue sporadiche aperture che aprivano la strada ai suoi punti vitali. In sintesi, l’apoteosi del combattimento con la katana.

Purtroppo Katana Kata non si è rivelato allo stesso livello, anzi, tutt’altro. Non solo la grafica è diversa ma anche il gameplay non è lontanamente paragonabile al titolo più blasonato. Per iniziare vi diciamo che in questo videogioco il parry non serve assolutamente a nulla! Oltre a correre il rischio di sbagliarlo ed essere colpiti, utilizzare questo tipo di difesa non offrirà alcun vantaggio in confronto alla semplicissima parata. Infatti un parry ben eseguito non sbilancerà il nemico né lo rallenterà in alcun modo, quindi non vi è praticamente motivo per arrischiarsi in questa pericolosa pratica.

Ma un samurai da solo cosa può fare?

Nonostante il parry inutile, Katana Kata potrebbe comunque essere interessante come videogioco se però non avesse notevoli problemi con la legnosità dei comandi. Infatti, non solo il sistema di stamina (che viene chiamata “respiro”) è mal gestito, ma proprio la risposta ai comandi è lenta, e la bassa responsività in un gioco simile mina pesantemente tutto il sistema.

Andiamo poi ad aggiungere che i nemici, anche se sono di basso livello, sono in grado di togliere l’ottanta o il novanta per cento della salute con un singolo colpo. Ecco che da videogioco impegnativo diventa frustrante. Un altro punto ostico è che l’unico modo che abbiamo per recuperare salute è bere da una bottiglia di sakè. Questa ha una singola carica e trovarne un’altra non sarà così comune. Può aiutare la sopravvivenza aumentare di livello e incrementare le statistiche del personaggio e molto utili saranno anche i perk che si possono guadagnare, ma, attenzione, la morte ci farà perdere questi bonus. Come in tutti i souls-like avremo però l’opportunità di mantenere ciò che abbiamo faticosamente conquistato sconfiggendo a duello il nostro alter ego, cosa per nulla scontata, tra l’altro.

katana kata

La tecnica di spada o del videogame

Tecnicamente parlando Katana Kata soffre diversi problemi. La grafica low poly dona una sensazione di semplicità ed è tutto sommato gradevole, anche se qualche dettaglio in più non sarebbe stato male. E anche la musica si adatta bene e ci accompagna piacevolmente. I livelli dell’intero videogioco sono piuttosto brevi, solo una manciata di ambienti ognuno e inoltre sono in numero limitato, infatti sono solo cinque.

La cosa più imbarazzante però è l’intelligenza artificiale nemica. Questa è scandalosa. Ad esempio potrà capitare di ritirarsi davanti a un gruppo di quattro o cinque nemici superando una porta aperta e vederne tre o quattro sbattere come pesci fuori dall’acqua sulle pareti accanto alla porta. Resteranno lì impalati fino a che non andremo noi ad attaccarli tornando all’interno dell’edificio. Oppure mentre affrontiamo uno spadaccino diversi nemici vicini non ci vedranno nemmeno e continueranno il loro inutile girovagare.

Trofeisticamente parlando: inutile come il parry

I trofei di Katana Kata sono pochi e non è presente il Platino. Per raccoglierli tutti basterà arrivare alla fine e aver raggiunto il livello massimo nelle varie caratteristiche del personaggio.

VERDETTO

Katana Kata è un videogioco con buone premesse ma cattiva realizzazione. Interpretando un samurai dovremo combattere con la nostra spada gli avversari. Purtroppo il sistema di combattimento è legnoso e piuttosto frustrante. Se vi piacciono le sfide poco equilibrate e molto punitive potrebbe fare al caso vostro; potremmo dire che Katana Kata è adatto ai masochisti!

Guida ai Voti

Daniele Citerio
Lo zio "citte", avete presente quello zio strano che fa cose strane in posti strani? Arrampica pareti di roccia su alte montagne, scala le cascate di ghiaccio, fa yoga in mezzo alla spiaggia e poi, ve lo trovate in salotto attaccato alla play a giocare senza manco considerarvi? Ecco, sono io!