Kitty Powers’ Matchmaker – Recensione

Sviluppatore: Magic Notion Publisher: Stellar Entertainment Software Piattaforma: PS4 (disponibile anche per Mobile) Genere: Manageriale Giocatori: 1 PEGI: 12 Prezzo: 9,99 € Italiano:

La vita è fatta di alti e bassi, e quella di un recensore non fa eccezione. Ne abbiamo viste di cotte e di crude, capolavori, giochi mediocri e spazzatura fumante, ma di tanto in tanto ci capitano sotto mano giochi né belli né brutti, solo inaspettati, di cui addirittura ignoriamo l’esistenza, giochi di cui non avremmo certamente sentito la mancanza. Ne sono un esempio Tarot Reading, Palm Reading e il resto della combriccola, e in questa categoria non può non rientrare anche Kitty Powers’ Matchmaker, un assurdo e bizzarro simulatore di agenzia di incontri elaborato con un pizzico di gestionale, minigiochi a caso, tanta fortuna e tanta immoralità.

Kitty Powers Matchmaker

L’online dating è superato

Che te ne fai nel 2020 di siti di incontri online e app di messaggistica se hai nientemeno che Kitty Powers’ Matchmaker? La drag queen Kitty Powers, avendo appena aperto un’agenzia di incontri, mette i giocatori nei panni di un impiegato della suddetta, facendogli gestire le attività più importanti dell’azienda: gli incontri. Il solo curriculum necessario è l’aver personalizzato l’avatar e la propria scheda dopo un lungo, approfondito quiz, questo utile a condividere online informazioni personali meno che il nome (servizio, però, non più attivo). Dopodiché si verrà catapultati verso i primi clienti. Facendo sbocciare il vero amore un cliente dopo l’altro, l’agenzia e il nostro alter ego saliranno di rango e popolarità, fino a sbloccare tutto ciò che il gioco ha da offrire e divertirsi a sperimentare le alternative offerte.

La peculiarità di Kitty Powers’ Matchmaker è una limitazione divenuta feature: tutti i personaggi, eccezion fatta per il nostro boss, sono generati casualmente e non distinti se non testualmente e visivamente come maschio o femmina, cosa che apre le porte a relazioni sia etero che gay. Una mancanza tecnica semplice, pur sempre voluta, che si trasforma in un forte messaggio politico. Ma per il gameplay sono solo chiacchiere e nulla di fatto, purtroppo.

Lo conosci Ted?

Per quanto la struttura di Kitty Powers’ Matchmaker possa essere gradevole a primo impatto, presto si scopre un’amara verità: l’incredibile e frustrante loop di partite identiche che il gioco tenta di nascondere. All’inizio di ogni partita dovremo trovare un match per il nostro cliente dettato dai suoi gusti personali, tra capelli e occhi di un certo colore, gradimento degli hobby e interessi, posizione sociale e lavorativa. Scelto il candidato perfetto tra quelli evidenziati, organizzeremo l’incontro tra i due scegliendo per loro tutto di tutto, dal locale in cui si daranno appuntamento alle parole da far pronunciare al cliente, rigorosamente e immoralmente spiandolo attraverso delle telecamere nascoste.

Kitty Powers Matchmaker

L’appuntamento segue una sorta di sistema a turni. Dopo ogni fine dialogo tireremo la leva dell’amore, una slot machine che ci presenterà tre voci diverse a cui attingere e che selezioneremo in base all’argomento che riteniamo più opportuno tirare in ballo. Possiamo far parlare i due di gusti personali quali abiti, capelli, trucchi e barba oppure, andando nel ridicolo, di argomenti come l’oroscopo, e se la conversazione sia o meno interessante viene giudicato da parametri casuali di cui i giocatori non saranno mai a conoscenza. Tradotto, sarà un terno al lotto portare a casa una partita perfetta. Tutti i dialoghi sono di un’innaturalità che oltrepassa il limite. I personaggi non faranno che dire cose come “ti piace come sono vestito?”, “ti piacciono i miei capelli?” o ancora “ti amo” al primo appuntamento, alla Ted Mosby di How I Met Your Mother.

La proceduralità dei personaggi non si applica alle circostanze negli appuntamenti e alla varietà delle scelte, sfortunatamente. Nonostante il gioco voglia invogliare il giocatore a salire di livello e reputazione per sbloccare nuovi contenuti, non si salva dal muro impenetrabile che si è costruito da solo. Ben presto ci si renderà conto che tutti gli scenari sono quasi identici, con solo qualche piccola sostituzione di minigiochi. E’ curioso, divertente addirittura, doversi ricordare qual era l’aspetto del cameriere oppure fare un rapido calcolo per lasciar loro una mancia; altri minigiochi sono invece decisi dalla dea bendata, come la ruota della sfortuna, che gireremo se intenzionati a mentire al partner e dargliela a bere, mossa migliore per fare in modo che ci si apprezzi di più reciprocamente (ottimi insegnamenti!). Il più grande problema di Kitty Powers’ Matchmaker è proprio la mancanza di varietà e di mordente nei minigiochi, che proveremo tutti in poco meno di un’ora.

Kitty Powers Matchmaker

Ti vedo solo come un amico

Per sbloccare nuovi scenari e funzioni di gioco bisognerà salire di tanti livelli, un sistema mal calibrato che costringe i giocatori a vincere partite perfette. Una partita con uno o più errori ci ricompenserà con pochissimi punti esperienza. Per un level up dal livello 2 al 3, compiendo imperfezioni, saranno richieste circa una ventina di partite, ma il gioco non vale la candela, in quanto si tratta solo di cambi estetici di scenario. E’ richiesta una precisione chirurgica su cose di cui non possiamo essere a conoscenza, e la difficoltà aumenta se quelli in corso sono il secondo o il terzo appuntamento tra le stesse persone, in quanto non potremo servirci dei limitati argomenti già usati in precedenza e non potremo commettere più di due errori.

Il modo migliore per fare punti è dunque puntare tutto sul primo appuntamento e spendere quante più monete possibili per manovrare il destino imposto dalla leva dell’amore, incrociare le dita alla ruota della menzogna e scegliere personalmente gli argomenti più interessanti da trattare con la futura anima gemella del cliente oppure pagare i camerieri per farci dare spiegazioni sui piatti che servono, cosa che può determinare il corso dell’intera partita. Con fare molto velato, il personaggio da impressionare chiederà cosa vuole che venga ordinato (ad esempio, “qualcosa con carne bianca calda, ma non piccante” e simili) e starà a noi capire il piatto perfetto per la circostanza. Ancora una volta c’è bisogno di precisione chirurgica e non solo per scegliere la voce corretta, bisognerà anche avere una conoscenza enorme della lingua inglese: il gioco non è localizzato in italiano e usa espressioni americane, modi di dire difficili da interpretare e parole chiave fuorvianti.

Kitty Powers Matchmaker

Una lettera d’amore che non arriverà mai

Questa recensione è postuma, in quanto una delle più importanti feature di Kitty Powers’ Matchmaker è ora inutilizzabile. Prima dello spegnimento dei server del gioco era possibile personalizzare la propria tessera e condividerla online in modo da far funzionare il “matchmaking” anche tra due persone reali, ricevere e scambiare messaggi con altri giocatori.

Premiamo tuttavia il comparto grafico di Kitty Powers’ Matchmaker, forte di animazioni in 2D fluide e curate, anche se a tratti ricordano quelle in flash player, e un editor del personaggio estremamente ricco, che riserva ai giocatori tantissime scelte di design e offre al gioco stesso una moltitudine di elementi da applicare ai personaggi per la loro generazione casuale, anche se può capitare che un uomo sembri una donna e viceversa. Le musiche sono azzeccate, ma difficilmente fanno colpo, anzi, il fastidio è assicurato a causa del volume troppo alto rispetto al parlato. A tal proposito, bocciamo la scelta di dare ai clienti delle vocine che esclamano ogni secondo “ah, oh, aah”, fastidiose.

Trofeisticamente parlando: facile, ma impossibile

Il set di trofei di Kitty Powers’ Matchmaker conta sedici coppe di bronzo, nove d’argento e cinque d’oro, tutte relativamente facili da ottenere, tranne una. E’ richiesto di andare in ogni ristorante, chiedere di ogni menù possibile, far accoppiare due categorie di clienti diverse (hipster o sportivi, ad esempio) e sbagliare tutti i minigiochi almeno una volta nella maniera “più esilarante”. Ma il vero problema sta nel trofeo Friends with Benefits, un trofeo che richiede l’accesso ai servizi online ormai defunti. Il Platino di Kitty Powers’ Matchmaker è ormai impossibile da ottenere.

VERDETTO

Kitty Powers' Matchmaker è un titolo singolare e a (pochi) tratti divertente, anche se dal target ben definito. Il gioco non ha tante pretese e lo stesso concept non è in grado di fare colpo sull'utenza di PlayStation 4, e anche in ambito tecnico ha ben poco da offrire. Gli appuntamenti si somigliano l'un l'altro e i minigiochi offrono poca varietà, i dialoghi sono innaturali e i contenuti limitati. Se proprio curiosi, consigliamo di provare la sua versione mobile, uscita nel 2014 e decisamente più economica.

Guida ai Voti

Andrea Letizia
Cresciuto a pane, Kamehameha e Crash Bandicoot, inglesizzato grazie a Kingdom Hearts. Grande amante degli action RPG e dei platform, dei cani e del wrestling.