Labyrinth of Refrain: Coven of Dusk – Recensione

Sviluppatore: Nippon Ichi Software Publisher: NIS America Piattaforma: PS4 Genere: Action RPG Giocatori: 1 PEGI: 16 Prezzo: 49,99 € Italiano:

Il mondo delle fiabe è da sempre popolato tanto da eroi senza macchia e senza paura quanto da malvagie streghe pronte a tutto pur di raggiungere il loro obiettivo e magari portare con sé paura e dolore. Ma cosa succede quando proprio la strega diventa protagonista, forse suo malgrado, della storia? A darci una risposta ci pensa la nuova opera ideata dagli autori di Disgaea, il team di Nippon Ichi Software.

Cuore di carta

Dopo la non felicissima esperienza di The Witch and the Hundred Knight 2, Nippon Ichi tenta di risollevarsi proponendo un nuovo dungeon crawler denominato Labyrinth of Refrain: Coven of Dusk. La trama di gioco è tanto semplice quanto atipica: la strega Baba Yaga, che in pubblico si fa chiamare con il nome di Dronya, è stata contattata dal governatore della piccola e sperduta città di Refrain nella quale è comparso un misterioso pozzo che emana effluvi e miasmi tossici per gli umani. La fattucchiera dai capelli corvini conosce però il segreto che si cela dietro a tutto ciò: il pozzo è un portale per accedere a un intricato labirinto ricco di tesori e di segreti.

L’unico modo per esplorare la zona è utilizzare il Tractatus de Monstrum, un libro senziente in possesso della strega scritto dall’unico uomo che pare essere stato in grado di arrivare in fondo al labirinto e di uscirne vivo, salvo poi morire dopo aver completato il tomo. Proprio il Tractatus, soprannominato “Tractie”, sarà il protagonista della storia e sarà anche il personaggio che interpreteremo e che avrà il compito di esplorare gli angusti corridoi. Per quanto curiosa la trama assumerà ben presto toni decisamente più maturi, generando un buon coinvolgimento grazie anche alla contrapposizione dei caratteri di Dronya, violenta e crudele, e della sua assistente Luca, semplice e solare, ben supportati anche da una serie di NPC molto azzeccati.

Marionette in azione

Se vi state chiedendo come possa un libro mettersi a girare per i dungeon e soprattutto a combattere, sappiate che una parte della risposta risiede nel fatto che Tractie sembra essere l’unico oggetto al mondo in possesso di un’anima, senziente ma al contempo immune ai fumi tossici del labirinto. Per la parte del combattimento, invece, la situazione sarebbe leggermente più complicata, se non fosse per l’aiuto di Dronya che ha conferito al tomo la possibilità di evocare e controllare delle marionette che saranno i nostri soldati da schierare in battaglia.

Labyrinth of Refrain, nonostante la particolarità delle meccaniche, non si discosta esageratamente dallo stile tipico dei dungeon crawler e di quanto visto nella serie Disgaea; al giocatore verrà infatti data la possibilità di creare dei combattenti da una serie di archetipi per dar vita al proprio team ideale, in grado di lottare contro i mostri presenti nel labirinto. I pupazzi sotto il nostro controllo acquisiranno esperienza e nuove abilità man mano che proseguiremo e potranno inoltre essere assegnati a una serie di patti, i quali permetteranno al giocatore di generare combinazioni e di attivare poteri speciali. Proprio i patti sono una delle meccaniche più intriganti del gioco; ognuno di essi potrà accogliere un numero variabile di burattini (tanto che potremo arrivare a schierare una dozzina di combattenti per volta) e fornire abilità speciali modificando le attitudini dei nostri personaggi.

Claustrofobia portami via

Dopo aver creato il nostro gruppo di lottatori, sarà il momento di lanciarci nel pozzo. Labyrinth of Refrain si rivela essere un classico dungeon crawler nel quale ci muoveremo con una visuale in prima persona all’interno di una serie di stretti corridoi cercando una via d’uscita e annientando orde di nemici, rappresentate da enormi sfere nere. La meccanica di combattimento è quanto di più classico ci possa essere. Il sistema WTB darà ai giocatori tutto il tempo per pensare alla mossa da fare scegliendo tra attacchi, Donum (la magia) e mosse speciali, cercando di azzerare i punti vita del nemico prima che lui lo faccia con noi.

Disseminati nel pozzo potremo poi trovare tutta una serie di oggetti utili a modificare l’equipaggiamento del nostro party, mentre il mana verde che recupereremo potrà essere investito per sbloccare dei patti che forniranno poteri speciali al nostro tomo. Proprio le abilità sbloccabili per il nostro Tractie saranno un altro elemento interessante, in special modo quella di investire punti azione per abbattere i muri così da scoprire nuovi percorsi o saltare lunghe sezioni di dungeon. Tutto questo, sia chiaro, non svincola il gioco dall’idea che tutti abbiamo dei dungeon crawler, ma aiuta sicuramente a dare quel pizzico di varietà al titolo.

Ti spacco i fili

La qualità del combattimento a turni, per quanto non innovativa per il genere, non si discute, senza contare che le numerose scelte proposte da Nippon Ichi per personalizzare il proprio team permetteranno a ogni giocatore di trovare la propria strada. Che si tratti di uno dei piccoli mostri che ci infastidiranno durante l’esplorazione o di uno dei possenti boss che ci logoreranno in combattimenti da svariati minuti, la tattica sarà fondamentale per ottenere la vittoria. A differenza di altri giochi di ruolo Labyrinth of Refrain adotterà una meccanica punitiva molto particolare relativa alla perdita di pezzi: in quanto burattini, ai nostri lottatori potrà capitare di incappare, magari a causa di colpi particolarmente violenti, in rotture di parti del loro corpo che comporteranno una perdita permanente di punti vita e di statistiche, andando a influire pesantemente sull’efficienza della nostra truppa.

La riparazione, completabile con una piccola somma in denaro, sarà peraltro attuabile solo dopo che saremo usciti dal labirinto, dunque durante l’esplorazione saremo costretti a decidere se continuare a nostro rischio e pericolo o fare la strada a ritroso per raggiungere l’uscita. Si tratta di un elemento tattico da non sottovalutare che si unisce alle infinite possibilità di creazione del personaggio legate ad abilità speciali, poteri, natura e molto altro ancora, che ci permetteranno, nonostante i soli sei archetipi disponibili, di dare vita a una moltitudine di guerrieri totalmente diversi tra loro.

AAA: istruzioni cercasi

Labyrinth of Refrain offre una mole di contenuti ragguardevoli per un dungeon crawler e tutta una serie di numeri e di dati da tenere sempre d’occhio per essere efficienti e pronti a qualsiasi evenienza. I giocatori più esperti del genere, per non parlare poi dei neofiti, dovrebbero quindi trovare giovamento dagli immancabili tutorial che si dimostreranno però ben presto essere uno dei più grossi problemi del titolo. La spiegazione delle varie meccaniche verrà infatti eseguita da una serie di testi a schermo supportati da immagini statiche che molto spesso daranno solo informazioni vaghe o confusionarie al giocatore.

Il tempo e l’esperienza verranno in aiuto dei più temerari, ma lo scoglio da superare potrebbe essere troppo grande per i giocatori casuali, respinti, oltre che dall’assenza di spiegazioni, anche dalla lingua inglese, alla quale però NIS America ci ha abituati da anni.Superate le prime fasi di gioco, le meccaniche diverranno più chiare e fluide e l’unica sensazione di smarrimento sarà data dai dungeon, enormi e spesso con sezioni tutte uguali tra loro nelle quali sarà semplicissimo perdersi, complice anche l’assenza di un indicatore per seguire la missione principale attiva. Si tratta comunque di una problematica da mettere in conto vista la natura del gioco, dato che, quello di cui fa parte il titolo, è un genere che fa della ripetitività un suo cavallo di battaglia.

Come vuole la tradizione

Sotto il comparto tecnico, Labyrinth of Refrain è esattamente il dungeon crawler che ogni appassionato del genere potrebbe aspettarsi: le scene di dialogo sono quelle classiche con fondali e personaggi statici disegnati a mano, accompagnate da chilometri di testo da leggere e doppiate in un eccellente inglese, mentre i labirinti risulteranno squadrati e un po’ più grezzi. Colori vivaci si contrapporranno a una generale maturità del titolo sia per la già citata trama che per i mostri, non esattamente fiorellini e unicorni. Piccola tirata d’orecchi per gli sprite dei nemici, decisamente ripetitivi e con la tendenza a riciclare i boss dei primi livelli come mostri normali negli schemi avanzati.

Il design dei nostri avversari così come quello dei personaggi, che molto ricordano quelli visti nella serie Disgaea, è comunque in generale più che azzeccato, con i classici disegni stile manga realizzati a mano, davanzali prominenti ma mai esageratamente volgari e tanti effetti speciali fumettosi. La scelta di non puntare esageratamente sulla volgarità si riflette anche sulla qualità della trama, decisamente sopra gli standard del genere grazie anche alla particolarità dei personaggi: la suora pervertita non passerà inosservata. Altrettanto apprezzabile la colonna sonora, anch’essa volta a richiamare il classico stile Nippon Ichi, nonostante anche qui si noti una generale ripetitività sia nei brani che negli effetti di combattimento e nelle frasi dei guerrieri.

Trofeisticamente parlando: sfogliando il trattato

Se vi aspettate il tipico elenco da dungeon crawler con mostri da eliminare e livelli da raggiungere, allora Labyrinth of Refrain saprà sorprendervi anche sotto questo aspetto: ogni piano che esploreremo sarà una pagina del libro che corrisponderà a sua volta a un trofeo con un piccolo paragrafo da leggere. Si tratta di una trovata simpatica e sicuramente azzeccata che rivoluziona il concetto di elenco trofei.

VERDETTO

Nippon Ichi Software aveva bisogno di pescare l'asso dal mazzo: Labyrinth of Refrain: Coven of Dusk non è il titolo che cambierà la partita del team nipponico, ma si rivela sicuramente essere una piacevole sorpresa grazie a una trama matura e coinvolgente e a un sistema di combattimento ben studiato e adattabile sia ai neofiti che ai giocatori più hardcore. La produzione non è esente da difetti, ma se amate questa tipologia di giochi si tratta di un titolo che saprà regalarvi notevoli soddisfazioni. Se non riuscite a resistere al richiamo di combattimenti a turni e labirinti da esplorare, allora vi suggeriamo di non farvi scappare Labyrinth of Refrain: Coven of Dusk, perché Dronya e Luca sapranno regalarvi ore e ore di divertimento.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.