Layers of Fear 2 – Recensione

Sviluppatore: Bloober Team Publisher: Gun Media Piattaforma: PS4 Genere: Horror Giocatori: 1 PEGI: 18 Prezzo: 29,99 € Italiano:

Dopo un ottimo debutto, tre anni fa, i ragazzi di Bloober Team tornano con il secondo capitolo di Layers of Fear. Il primo episodio riuscì a spiccare tra i tantissimi titoli indipendenti horror disponibili sul mercato, soprattutto grazie a una direzione artistica molto ispirata. Layers of Fear 2 riparte da quel successo cercando, almeno nelle intenzioni, di correggere i difetti della produzione precedente e di migliorarne i punti di forza. Operazione riuscita? Scopritelo nella nostra recensione.

Layers of Fear 2 recensione

Una trama ermetica

Se state cercando una trama lineare e semplice, siete nel posto sbagliato. Ancor di più rispetto al suo predecessore, Layers of Fear 2 propone una narrazione difficile da comprendere e decifrare prima della fine dell’avventura. Questa scelta, a nostro modo di vedere, ha pagato solo parzialmente; è infatti inevitabile rimanere affascinati dal mistero che avvolge l’ambientazione durante le prime fasi ma, d’altra parte, dopo qualche ora di gioco, la sensazione di aver capito ben poco di quello che sta succedendo porta a un sensibile calo d’interesse.

Durante questo breve ma intenso viaggio, della durata di quattro ore circa, impersoneremo un attore hollywoodiano chiamato a recitare per un film, a bordo di un misterioso transatlantico. Cominceremo l’avventura senza troppe spiegazioni; partendo dalla nostra cabina ci addentreremo all’interno di luoghi sempre più inquietanti, entrando in un mondo onirico in cui, con il passare del tempo, sarà sempre più difficile distinguere la realtà dall’immaginazione. Il tormento del protagonista è certamente percepibile, sia attraverso le voci che ci accompagnano durante il viaggio, sia a causa delle orribili visioni che dovremo affrontare, ma si ha la sensazione di non riuscire a collegare tutte le tessere del puzzle disseminate lungo il cammino.

In alcuni momenti, inoltre, verremo messi di fronte a delle scelte; decidere non sarà facile, ma solo perché non capiremo esattamente le conseguenze delle nostre scelte (che modificheranno anche il finale). Avrete insomma capito che l’aspetto narrativo di Layers of Fear 2 ci ha lasciato abbastanza perplessi, incapaci di comprendere completamente il messaggio o la storia che Bloober Team voleva raccontarci. La scelta di mantenere questo alone di mistero e parlare attraverso metafore o frasi criptiche non ci ha permesso di apprezzare al meglio un titolo che, invece, avrebbe avuto tutte le carte in regola per far breccia tra gli amanti del genere.

Layers of Fear 2 recensione

Non aprite quella porta

In maniera analoga al suo predecessore, Layers of Fear 2 si presenta più come un walking simulator che come un survival horror, proponendo però una formula tutta sua. Le fasi di esplorazione riescono a mantenere viva l’attenzione del giocatore (a differenza della trama) grazie alle ispiratissime scelte stilistiche e alla loro varietà, tra fughe disperate da entità maligne, ricerca e analisi dei documenti sparsi per l’ambientazione, fino alla risoluzione di semplici enigmi. Nonostante non ci siano sentieri alternativi e sia tutto piuttosto guidato fino all’apertura della porta successiva, la cura riposta nell’ambientazione rendono l’esperienza intrigante e variegata.

In particolare, è molto riuscito l’effetto grazie al quale, girandoci, quello che c’è alle nostre spalle cambierà in un istante, contribuendo a creare un effetto davvero inquietante. Meno riuscite, invece, le fasi in cui dovremo scappare dalla creatura malvagia. Queste sezioni, più che incutere ansia e paura, provocano frustrazione nel giocatore, a causa di un’implementazione poco riuscita. Il gioco è infatti progettato per camminare ed esplorare, e quando si prova a correre e a interagire in tutta fretta con lo scenario, i limiti della produzione vengono immediatamente a galla. Gli enigmi, invece, pur essendo piuttosto semplici, riescono nel loro obiettivo di intrattenere e incuriosire il giocatore. Insomma, al netto di qualche elemento non riuscito alla perfezione, il gameplay di Layers of Fear 2 si dimostra valido e interessante, grazie a scelte stilistiche e di level design davvero molto azzeccate.

Un’atmosfera da paura

Il punto forte di Layers of Fear 2 è senza ombra di dubbio il comparto artistico. La scelta di ambientare l’avventura in un transatlantico, con un’ambientazione in costante mutamento, e le tantissime citazioni al mondo del cinema, tema alla base del titolo, è sicuramente azzeccata e realizzata in maniera impeccabile dai ragazzi di Bloober Team. Il passaggio graduale dalla realtà al mondo onirico riesce a coinvolgere il giocatore, stupendolo (e spaventandolo) con trovate sempre originali. Lo stile ricercato e originale del team polacco ha quindi funzionato alla grande sotto questo punto di vista, diversamente da quanto visto per la narrazione.

Layers of Fear 2 recensione

Suoni spettrali

Pur non essendo all’ultimo grido, tecnicamente Layers of Fear 2 riesce a essere molto gradevole, sia sotto il profilo grafico che sonoro. Le trovate artistiche degli sviluppatori riescono a far passare in secondo piano un comparto tecnico non proprio all’ultimo grido. Molto convincente anche il comparto audio, con la colonna sonora orchestrale composta da Arkadiusz Reikowski, artista già responsabile del comparto sonoro di Kholat>observer_ e del primo Layers of Fear, caratterizzata dalla presenza di suoni binaurali (e quindi da ascoltare rigorosamente in cuffia). Ottimo anche il doppiaggio, con un Tony Todd (noto per aver interpretato William in Final Destination e per il suo ruolo nella trilogia di Candyman) in gran forma. Infine, da segnalare la buona localizzazione in lingua italiana del titolo.

Trofeisticamente parlando: gran finale

Layers of Fear 2 offre una lista trofei non molto ampia, con trentatré trofei, ma comunque prestigiosa, grazie alla presenza del trofeo di Platino. Considerando la presenza di finali multipli, sarà necessario rigiocare più volte l’avventura (o riprendere da determinati punti), allungando di conseguenza il tempo necessario all’ottenimento di tutti i trofei. Il Platino rimane comunque piuttosto facile da ottenere. Per maggiori informazioni, potete consultare l’elenco trofei già presente sul nostro forum.

VERDETTO

Layers of Fear 2 parte con ottime premesse, supportato da un comparto artistico molto ispirato. La narrazione, sulla quale si basa l'avventura, è però troppo ermetica e non si riesce a cogliere il messaggio che gli sviluppatori volevano trasmettere. Il titolo, quindi, pur essendo bello da vedere e abbastanza piacevole da giocare, rimane un'occasione colta solo per metà. Siamo comunque convinti del grande potenziale dello studio polacco, per cui, se siete appassionati del genere, date un'occasione a questo titolo al primo taglio di prezzo.

Guida ai Voti

Gennaro Favatà
Detto anche Giovanni, dagli amici di Ubisoft. Newser, inviato, grafico e se sei fortunato lo trovi anche sul forum di PlayStationBit. Ama alla follia fumetti, cartoni animati, videogiochi e quanto di più colorato e nonsense ci sia, non disdegnando però generi più dark come l'horror e il noir. Inoltre, come ogni eroe che si rispetti, sa trattenere il fiato per dieci minuti.