Primo PianoLEGO Worlds - Recensione

LEGO Worlds – Recensione

Publisher: Warner Bros. Interactive Games Developer: TT Games
Piattaforma: PS4 Genere: Sandobox Giocatori: 1-2 (Online: 1-2) PEGI: 7 Prezzo: 29,99 €

L’ultimo titolo LEGO uscito sul mercato, se la memoria non ci inganna, è stato quel LEGO Dimensions che tanto abbiamo apprezzato ed elogiato, grazie alla sua capacità di sposare l’innovazione salvaguardando la tradizione, il tutto con l’implementazione di alcune meccaniche intriganti dei cosiddetti titoli “Toys to Life”.

I ragazzi di Traveller’s Tales ci riprovano con LEGO Worlds, altro titolo sostanzialmente diverso rispetto ai vari altri sotto la licenza Batman, Harry Potter, Star Wars e via dicendo. Purtroppo, però, le cose non sono andate come dovevano.

Un cantiere in costruzione

Nel caso non lo sapeste, LEGO Worlds viene da una lunga permanenza in Early Access di STEAM, lunga circa due anni; in questo periodo, gli sviluppatori hanno raffinato, migliorato, modificato e potenziato la propria creatura. Il risultato è qualcosa di molto simile a un ipotetico – ora non più tale – Minecraft in salsa LEGO; ci ritroveremo nei panni di un astronauta che, una volta completati tre piccoli mondi-tutorial (a tema pirati, preistoria e dolci), ha la possibilità di procedere alla scoperta di un’infinità di altri nuovi pianeti generati casualmente.

Il problema, non da poco, è che probabilmente il tutorial stesso costituisce la parte più divertente del gioco, a meno che non riusciate ad arrivare alle ultimissime sezioni, durante le quali i mezzi a vostra disposizione risulteranno davvero performanti. Le meccaniche per procedere nella vostra avventura sono molto semplici: trovate un mondo; completate alcune quest, molto essenziali, per guadagnare mattoncini d’oro; usate i mattoncini d’oro per potenziare la vostra astronave, che sarà capace di raggiungere così mondi sempre più grandi. Tutto qui, né più, né meno.

Il fatto è che le quest, nonostante possiedano una certa varietà, risulteranno ripetitive dopo pochissimo a causa dell’eccessiva semplicità, anche se dovessimo porre come riferimento un target molto giovane. Un grosso passo indietro rispetto agli altri giochi LEGO, soprattutto, è la totale incapacità del gioco di guidare il giocatore almeno nelle direttive principali, fattore per cui, al contrario, gli altri giochi firmati TT Games eccellono, rendendo l’esperienza ludica estremamente piacevole. In LEGO Worlds, niente di tutto questo. Un NPC vi chiederà di trovare un dato oggetto? Di fare una fotografia insieme a un edificio predefinito? Di eseguire una determinata azione, la più generica? Spesso sarà un calvario.

Questo perché, davvero, LEGO Worlds prende il giocatore e lo butta nella mischia, dopo pochissimo, nonostante, inizialmente, una voce narrante italiana (davvero ispirata, come ha potuto apprezzare anche lo sviluppatore di TT Games durante l’evento per la stampa a cui abbiamo partecipato in quel di Milano) ci guidi passo passo. A uscirne sconfitto è soprattutto il ventaglio di possibilità infinite propinato al giocatore, visto che questo è, in pratica, una generazione casuale di elementi che tenta di nascondere, non riuscendoci, un game design pessimo. A questo si aggiungono alcuni difetti minori come una mappa scomoda da consultare, un’interfaccia che è palesemente pensata per chi gioca su PC, una telecamera ballerina e menù scomodi da gestire che vi faranno, con tutta probabilità, passare presto la voglia di continuare la scoperta di nuovi mondi.

Il gioco LEGO più LEGO di sempre

Ma LEGO Worlds non è un disastro, come potrebbe trasparire dall’inizio della recensione. Perché LEGO Worlds è anche il gioco più “legoso” mai uscito, probabilmente, viste le infinite possibilità date al giocatore in questo senso, giocatore che potrà “scoprire” un po’ alla No Man’s Sky animali, oggetti, edifici e veicoli da ricreare in un secondo momento, con tanto di set reale di appartenenza in bella mostra; colorare a proprio piacimento il mondo di gioco; interagire sul paesaggio appiattendolo, incavandolo, alzandolo e quant’altro; copiare e incollare elementi già esistenti o ancora, e questo è il metodo di costruzione più “assoluto”, montare pezzo dopo pezzo quel che si desidera, esattamente come è possibile fare nella realtà (realtà nella quale, almeno il sottoscritto, trova più divertente, assuefacente e pure semplice farlo, ma tant’è).

La sensazione è che, nonostante sia finito il periodo di Accesso Anticipato nella forma, non si possa dire lo stesso della pratica; il prezzo è budget – vi potete portare a casa LEGO Worlds a soli trenta euro – ma allo stesso tempo la sensazione di “non finito”, più che di “infinito”, è forte, al punto che non ci stupiremmo se il gioco divenisse presto free-to-play, esattamente come accaduto per Evolve o The Tomorrow Children. Ci aspettiamo qualche major update di quelli giusti capace di rendere l’esperienza più completa e razionalizzata, update con l’arrivo del quale potremmo anche decidere di aggiornare questa recensione.

Sotto il profilo visivo LEGO Worlds non si discosta troppo dalla generale bontà del franchise, anche se i mondi che di punto in bianco finiscono senza portare da nessuna parte urlano, magari non troppo forte, vendetta; diverse perplessità permangono anche per quanto riguarda i menù, come già detto, piuttosto bruttini, e in generale l’interfaccia. Ottimo, invece, il comparto sonoro, omaggiato da un convincente doppiaggio italiano e da brani musicali capaci di accompagnare il videogiocatore in maniera efficace in ogni contesto.

Trofeisticamente parlando: il mattoncino impossibile

LEGO Worlds vanta una mezza infinità di trofei, cosa che potrebbe fare felice i più. Un po’ meno felici li renderà il fatto che una volta sbloccati quasi una decina di trofei nelle fasi iniziali, il tutto diventerà molto più lento, tanto è vero che nessun giocatore al mondo, al momento, è riuscito a ottenere l’ambito Platino, per via del trofeo che richiede di ottenere un miliardo di mattoncini nella valuta di gioco.

Articoli correlati

Dario Caprai
Non capisce niente di videogiochi ma, dal momento che non lo sa, continua a parlarne, imperterrito. Tanto è vero che il tempo preferisce passarlo a scrivere, a leggere, a vedere un film, a seguire e praticare sport, a inveire per il fantacalcio, a tenersi informato su tecnologia e comunicazione piuttosto che con un DualShock in mano. In tutto questo è, però, uno degli admin di PlayStationBit da tempo ormai immemorabile.