Monster Energy Supercross – The Official Videogame 2 – Recensione

Sviluppatore: Milestone Publisher: Milestone Piattaforma: PS4 Genere: Corse Giocatori: 1 (Online: 2-12) PEGI: 12 Prezzo: 69,99 € Italiano:

Stivali nel fango, energy drink in mano e una moto rombante di fianco a noi. Monster Energy Supercross 2 può essere descritto così, in una sola immagine, grazie a un trittico unito da una imperiosa bandiera americana. Eppure, se guardiamo minuziosamente, possiamo scorgere una bandiera diversa, quella italiana, targata Milestone. Un team che, specie per ciò che concerne le simulazioni su due ruote, non teme rivali. Riuscirà questo secondo capitolo a migliorare la prima iterazione, nonostante un solo anno di sviluppo? Preparatevi a sporcarvi di fanghiglia, si parte.

Adrenalina, fango e tecnica

L’impatto con Monster Energy Supercross 2 è sicuramente spiazzante. Il supercross, d’altronde, è una disciplina estremamente tecnica, una sorta di versione ancora più estrema del classico motocross. I tracciati presentano spesso una lunghezza discretamente breve, ma sono colmi di curve a 180°, piccoli dossi in serie (whoops) e rampe che proiettano i centauri ad altezze considerevoli; insomma, lo scopo dello sport non è solo vincere, non è solo sentire l’adrenalina scorrere forte, ma è anche far divertire una folla scalmanata.

Queste caratteristiche tipiche dei tracciati definiscono, ovviamente, lo stile di guida da adottare: scordate una costante pressione dell’acceleratore, ma anzi, preparatevi a dosare frenate, decelerazioni e, solo poi, accelerazioni. Il modello di guida, già di per sé ostico, è stato ulteriormente affinato dal team milanese; la curva di apprendimento è sicuramente dura, in alcuni tratti quasi crudele, ma, con il progredire delle proprie abilità, sarà presto possibile godersi al massimo la simulazione offerta, che nel suo totale risulta migliore rispetto al primo capitolo. E’ possibile variare la difficoltà, ma è giusto sottolineare che, anche a quella normale, gli avversari daranno davvero del filo da torcere, rendendo ogni gara una vera e propria sfida. Nonostante ciò, vi sono meccaniche atte a facilitare la vita ai neofiti, ovviamente se desiderate, come il rewind (la possibilità di tornare indietro nel tempo e gestire meglio situazioni complesse) e il dynamic flow aid, che disegna una traiettoria ideale da seguire.

Infine vi sono diverse possibilità, attivabili o disattivabili, che rendono l’esperienza più simulativa o più vicina all’arcade: selezionare come automatico il cambio delle marce, la gestione dei freni e scegliere quale fisica “subire”. Proprio sulla fisica, punto piuttosto dolente del primo capitolo, vi sono diverse modifiche e miglioramenti. Innanzitutto c’è l’introduzione di una meccanica che, specie gli appassionati dello sport, chiedevano da tempo, ovvero la gestione degli scrub; tali manovre consistono in un repentino spostamento del corpo durante un salto, al fine di abbassare la traiettoria e di risparmiare quindi tempo una volta atterrati. Fino allo scorso capitolo questa tecnica era automatica ma, da questa seconda iterazione, diviene una parte fondante del gameplay, un mezzo utile e necessario per avere qualche chance di vittoria alla difficoltà più alte. Inoltre anche la gestione del peso sulla moto è stata affinata e resa più credibile, tecnica fondamentale, specie sulle whoops, per non perdere secondi importanti.

Infine vi sono migliorie, sicuramente più labili, per ciò che concerne i movimenti in aria e a seconda del terreno (advanced inerial response e real terrain collision). Proprio la differenziazione dei terreni risulta un punto debole: l’aggiunta di parti sabbiose è apprezzabile (seppur limitate a porzioni davvero esigue e non in tutti i circuiti) ma, allo stesso tempo, era auspicabile una migliore gestione delle deformazioni del terreno, ovvero quelle gole nel fango che si formano a causa degli pneumatici che rendono, nella realtà, i giri successivi al primo sicuramente più complicati. Insomma, sembra di gareggiare su un tracciato quasi sempre identico. Un peccato. I miglioramenti riguardanti la fisica, nonostante tutto, funzionano, ma senza arrivare a un apice particolarmente luminoso. Anzi, paradossalmente, la fisica “realistica” (alternativa a quella “classica”) risulta spesso esasperata, con cadute a causa di contatti impercettibili con i cuscinetti che delineano il circuito, ma, allo stesso tempo, nessuna conseguenza a scontri ad alta velocità contro gli altri piloti. Una lacuna che appare quasi incomprensibile e che può rovinare l’esperienza ai giocatori più esigenti.

Contenuti Unreal

La mole di contenuti di Monster Energy Supercross 2 è davvero riguardevole: vi sarà la possibilità di intraprendere una carriera con il proprio alter ego, di partecipare semplicemente a campionati singoli (250cc West e East, oltre che 450cc) e di sfidare sé stessi e amici in frenetici time attack. La carriera presenta interessanti novità: oltre alle gare del campionato, sarà possibile gestire i giorni precedenti, dividendosi tra allenamenti, sfide con altri centauri (con un semplice, ma funzionale sistema di rivalità dato dalle azioni intraprese in gara), incontri promozionali e con la stampa. C’è la possibilità di legarsi a sponsor che, assieme ai risultati ottenuti dalle competizioni, porteranno soldi nelle casse.

Il denaro sarà spendibile in outfit e, soprattutto, in miglioramenti meccanici alla moto. Il sistema gestionale della carriera funziona in maniera discreta, senza particolari bagliori, ma sicuramente migliorando l’offerta data dal primo capitolo della saga. Le gare, sia all’interno della carriera che nei campionati, sono, di nuovo, totalmente personalizzabili; deciderà il giocatore se partire direttamente dal main event, se iniziare dalle classiche qualifiche o se gettarsi nella mischia con l’opzione The Real Thing, quella più affine alla realtà, che prevede qualifiche, due ulteriori selezioni definite Heat e Last Chance Qualifier e, infine, il main event. Inoltre, c’è la possibilità di allenarsi nell’apposito compound, vero e proprio territorio di pratica, che presenta diverse sezioni sbloccabili con il progredire della carriera. Infine fa il suo acclamato ritorno l’editor; esso comprende sia quello, puramente estetico, delle livree che, soprattutto, quello dei tracciati, mirato al multiplayer. Sarà possibile sfogare la propria creatività in folli circuiti, un’opzione resa leggermente più profonda e accurata rispetto al primo capitolo. Nonostante tale editor, però, il titolo scivola inaspettatamente sulla gestione delle modalità online, limitata alla gara singola e niente di più. Sinceramente, non sembrano esserci giustificazioni che possano scusare tale mancanza.

Anche sotto il punto di vista tecnico, il titolo mostra leggeri miglioramenti nei confronti della prima iterazione: c’è il ritorno dell’Unreal Engine 4, motore grafico in grado di attestare il comparto a livelli quasi di eccellenza, con particolari davvero fantastici alla vista (in particolare le deformazioni del terreno risultano sensazionali). Le moto risultano leggermente più dettagliate (e su licenza), mentre i modelli dei piloti sono ancora piuttosto spartani, creando un discrepanza piuttosto fastidiosa durante le cutscene. Sotto il punto di vista artistico, lato che risulta annichilito dal realismo a cui aspira il titolo, appare un po’ troppo evidente la similitudine degli stadi in cui si gareggia. Infine, per ciò che concerne il reparto sonoro, è da segnalare una buona soundtrack, con canzoni rock che sottolineano bene l’adrenalina della competizione (anche se spesso vi sono dei bug che fanno ripetere piccole porzioni della canzone) e un’ottima simulazione del rumore dei motori delle nostre moto.

Trofeisticamente parlando: ci tocca farci in quattro (tempi)

Il Platino di Monster Energy Supercross 2 non è affatto difficile, ma vi costerà un discreto ammontare di tempo. I trofei si suddividono in semplici vittorie in tutti i circuiti, nel successo in tutte e tre le categorie e nel completamento di gran parte delle modalità disponibili. Inoltre ci sono trofei più specifici riguardanti determinate condizioni da raggiungere nella carriera (legate agli sponsor, alle rivalità o agli allenamenti) e, soprattutto, i due trofei legati al livello del proprio avatar (livello 50 e 100), i due reali scogli lungo la strada per il Platino. Una sfida che un vero pilota non avrà timore di affrontare.

VERDETTO

Monster Energy Supercross 2 riesce, seppur in maniera non così stravolgente, a migliorare il primo capitolo di questa saga. Un'offerta ampia e una simulazione piuttosto ben riuscita lo rendono un vero e proprio must per i centauri virtuali. In un'epoca in cui si cerca sempre di offrire di più, diluendo spesso il vero concept dell'opera, questo titolo si dimostra senza fronzoli, diretto a raggiungere il proprio, "semplice" obiettivo: divertire. E ci riesce, senza dubbio.

Guida ai Voti

Vittorio Iannotti
Classe '94, studente di Scienze Biologiche. Cresce a pane e videogiochi da quando ha memoria. Vive nel paradosso dell'amore per la natura e per tutto ciò che è intrattenimento, dal cinema, alla letteratura, fino al gaming (che lo costringe a chiudersi in camera). Insaziabile viaggiatore, specie verso Est. In segreto, di notte, prega dinnanzi ad una statua di Kefka Palazzo.