Naruto to Boruto: Shinobi Striker – Recensione

Sviluppatore: Soleil Publisher: Bandai Namco Piattaforma: PS4 Genere: Azione Giocatori: 1 (Online: 2-8) PEGI: 12 Prezzo: 69,99 € Italiano:

Conosciuta in tutto il mondo, colonna portante del fumetto giapponese e facente parte della ormai leggendaria schiera dei Big Three, ovvero i migliori tre manga in pubblicazione al suo tempo, insieme a Bleach e One Piece, la saga di Naruto non ha bisogno di presentazioni. Seppur solo nella terra del Sol levante e con le vesti di un boardgame, il manga di Masashi Kishimoto ricevette una trasposizione videoludica sulla prima PlayStation, per poi cambiare piattaforma di volta in volta da PlayStation 2 a PlayStation 4 passando anche per la prima portatile di casa Sony, presentandosi al pubblico come picchiaduro e affermandosi costantemente come una delle saghe tratte da un manga più gradite del mondo dei videogiochi. Dopo un’assenza su console durata più di due anni, Bandai Namco decide di far tornare sullo schermo i ninja più amati dal pubblico con Naruto to Boruto: Shinobi Striker, cambiando però faccia al brand.

Io diventerò Hokage!

Naruto to Boruto: Shinobi Striker è un titolo drasticamente diverso dai precedenti giochi del brand. Il più grande cambiamento lo si nota nel sistema di combattimento, trasformando la battaglia uno contro uno in quattro contro quattro e incentrando il tutto maggiormente sul lavoro di squadra e sul comparto online. Se stavate cercando un picchiaduro di stampo classico, ve lo diciamo subito, questa non è la scelta che fa per voi. La guerra degli shinobi si è conclusa e il tempo è passato, gli aspiranti ninja sono sempre di più e le tecnologie si evolvono. Il gioco è ambientato durante l’esame dei chunin organizzato da Naruto, il settimo Hokage (seguendo pertanto la timeline del manga sequel Boruto: Naruto Next Generations) e la storia segue le gesta dell’alter ego del giocatore, un avatar creato con lo scopo di diventare il migliore di tutti i tempi e vincere il Campionato dei ninja.

Creato l’avatar seguendo i propri gusti con l’ausilio di un editor striminzito, ci viene data la possibilità di scegliere il villaggio di appartenenza del nostro protagonista, tra quelli della Foglia, Sabbia, Nebbia, Roccia e Nuvola, che hanno tuttavia lo scopo di cambiare l’outfit di partenza senza fornire un effettivo cambio di ambientazione o di gameplay. Sfortunatamente la trama non fa neanche in tempo a cominciare che già finisce, in quanto non vi sarà alcuna modalità storia offerta dal titolo, ma soltanto delle missioni casuali per giustificare l’offline.

Ready ninja one

Veniamo dunque trasportati a Konoha, il Villaggio segreto della Foglia, che funge da hub per accedere a tutte le aree di gioco disponibili. Qui un ormai cresciuto Konohamaru ci farà da guida turistica e ci introdurrà in breve tempo tutte le aree del gioco, che si riducono a cinque: la magione dell’Hokage (lobby online), l’arena delle arti ninja VR (missioni), il negozio di attrezzi di Tenten, la taverna di Sakura e la biblioteca delle arti ninja, dove è possibile scegliere il proprio maestro virtuale. Ci dirigeremo dapprima verso l’arena delle arti ninja, dove il maestro Kakashi ci introdurrà l’importante – quanto insensata per i canoni del manga originale – stanza della realtà virtuale (state tranquilli, non avrete bisogno di un visore per giocare). Questa stanza sarà il nostro intermediario per andare in missione nonché l’unico posto dove poter giocare offline.

Il gioco metterà a disposizione diverse liste di missioni ordinate per difficoltà, dall’ordine D all’ordine S, a mo’ di missioni parallele di Dragon Ball Xenoverse. Le missioni seguono di tanto in tanto gli avvenimenti più iconici della serie, come il dover recuperare le campanelline da Kakashi insieme a Naruto e Sakura, ma per la maggior parte si tratta di missioni completamente casuali e non contestualizzate. Ci ritroveremo a raccogliere “documenti segreti” per Kakashi, proteggeremo i cancelli del villaggio e affronteremo tonnellate di nemici anonimi come fossimo in un musou alla Dynasty Warriors. In alcune situazioni il gioco ci proporrà di combattere dei boss, nemici che all’apparenza potrebbero fornire una bella sfida, ma che in realtà spammeranno (passateci il termine) a più non posso le stesse, micidiali tecniche a volte senza neppure darvi il tempo di rialzarvi, rendendo lo scontro più frustrante che avvincente.

Le missioni non si sbloccheranno automaticamente una dopo l’altra, ma andranno trovate parlando con i pochissimi NPC presenti nella mappa di gioco, talvolta introvabili se l’avatar non disporrà di un livello abbastanza elevato. La varietà di gioco offline sfiora l’indecenza presentando solo quattro tipi di battaglia poco avvincenti, mancando persino di aggiungere una classica modalità battaglia contro l’intelligenza artificiale e un multiplayer locale.

Aspetta, non sono ancora pronto!

A causa della gestione strampalata delle missioni offline che obbliga i giocatori ad avere un certo livello per poterle sbloccare, Naruto to Boruto: Shinobi Striker mette le mani avanti e ci lancia, dopo un incompleto allenamento, dritti nella fossa del gioco online. Da subito è palese il disastro che è il matchmaking: nessun filtro esistente, già alla primissima partita è possibile fare squadra o affrontare dei ninja di livello 90. Livello puramente estetico, in quanto non alza alcuna statistica del personaggio, ma che segna ovviamente l’esperienza del giocatore.

Arrivati in battaglia, però, scopriamo il vero potenziale di Naruto to Boruto: Shinobi Striker. Come abbiamo già menzionato, la nuova iterazione adotta un sistema di combattimento quattro contro quattro, presentando ben otto personaggi su schermo in tempo reale. Considerata l’esperienza avuta con Dissidia Final Fantasy NT temevamo il peggio, eppure gli sviluppatori hanno svolto un lavoro certosino. Nonostante il movimento del personaggio risulti spesso strambo e lento, il gameplay è sfizioso e raramente risulta confusionario nonostante il numero di giocatori in-game, non presentando nessuna sbavatura a schermo.

In Shinobi Striker è possibile scegliere quattro tipi di approccio in battaglia. Tutti sono personalizzabili sia con tecniche specifiche, un parco mosse di tutto rispetto, sia per livello visivo, adottando restrizioni per le tipologie di tecniche (uno shinobi con lo stile cura non potrà lanciare un rasengan, così come uno di tipo attacco non potrà scagliare i katon, tecnica riservata al ninja a distanza). Peccato per i pochissimi personaggi originali selezionabili; il gioco spinge a più non posso l’utilizzo del proprio avatar. Menzione d’onore va all’ottima stabilità dei server, che presenta lag solo durante le missioni in cooperativa, mai durante i match tutti contro tutti. Peccato per le esigue modalità di gioco e una mancanza di un vero e proprio torneo in favore di un sistema a eventi in stile smartphone. Le pergamene, oggetti che è possibile ottenere svolgendo determinate (ma mai specificate) attività, fungono da loot box e rilasceranno capi di vestiario per il proprio avatar.

Arte segreta della Foglia

Nonostante i molteplici difetti tecnici, Shinobi Striker è una gioia per gli occhi. Il comparto grafico è sensazionale e gli intermezzi fanno invidia all’anime, anche se più dei modelli abbiamo apprezzato l’originale scelta cromatica dell’ambiente. Accesi e vivaci, i colori sono conditi da particolari sfumature in stile manga, aggiungendo quella macchia scura in più che dà la sensazione di contemplare il fumetto di Kishimoto. Il level design è curato nel minimo dettaglio e i (pochi) ambienti sono vasti e completamente esplorabili, offrendo dunque un panorama senza eguali ma al contempo troppo deserto per essere un villaggio.

La telecamera manca di fluidità nonostante il perfetto posizionamento iniziale; ci è infatti capitato durante le boss fight di non venire più seguiti da essa ed essere comunque liberi di muoverci nello scenario. Per non parlare del tragico sistema di mira: a meno che non venga effettuato un lock sull’avversario, difficilmente riuscirete a colpirlo. Il comparto sonoro è ormai noto per essere ben curato in ogni gioco della serie, e Shinobi Striker mantiene alta l’asticella grazie alle calzanti musiche e a un perfetto doppiaggio, presente sia in lingua inglese che giapponese.

Trofeisticamente parlando: platinum no jutsu!

La pazienza sarà l’unica virtù che vi permetterà di aprire la pergamena segreta del Platino. Soddisfare l’elenco trofei di Naruto to Boruto: Shinobi Striker e ottenerne la coppa più prestigiosa vi richiederà di giocare per un periodo di 150-200 ore a causa del trofeo Ninja veterano, che richiederà di prendere parte a mille battaglie. Essenzialmente dovrete dunque partecipare (almeno) a mille scontri, vincendone almeno cento per ogni stile di combattimento e valutando cinquecento pergamene, oltre a pensare al completamento delle missioni VR e a ottenere tutte le arti ninja, finendo quindi tutti gli allenamenti con i maestri. Una faticaccia!

VERDETTO

Naruto to Boruto: Shinobi Striker è un titolo particolare rispetto ai suoi predecessori. Il gameplay è fruibile e divertente, ma pecca in contenuti e modalità di gioco, spingendo prepotentemente sull'utilizzo del proprio avatar e sulla componente online, e quasi eliminando la modalità offline (che non presenta neppure una vera e propria trama). Consigliato quasi solo ai fan più accaniti della serie.

Guida ai Voti

Andrea Letizia
Cresciuto a pane, Kamehameha e Crash Bandicoot, inglesizzato grazie a Kingdom Hearts. Grande amante degli action RPG e dei platform, dei cani e del wrestling.

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