NASCAR Heat 5 – Recensione

Sviluppatore: 704Games Publisher: Motorsport Games Piattaforma: PS4 Genere: Corse Giocatori: 1-2 (Online: 2-40) PEGI: 3 Prezzo: 49,99 € Italiano:

Puntuale come ogni anno, la serie NASCAR torna sulle console degli appassionati con gli aggiornamenti relativi a squadre, piloti e circuiti del campionato in corso. Nonostante la grave pandemia globale dovuta al terribile SARS-CoV-2 abbia investito in pieno gli Stati Uniti d’America e il campionato di questo sfortunato 2020 sia stato bruscamente interrotto dopo appena quattro gare disputate su un totale di trentasei, contagiando anche alcuni piloti, i ragazzi di 704 Games non si sono persi d’animo e hanno addirittura pubblicato in anticipo NASCAR Heat 5 rispetto al consueto appuntamento per la prima settimana di settembre. Sarà stata una scelta oculata alla luce del fatto che le gare verranno disputate a porte chiuse o l’uscita precoce avrà portato con sé anche magagne tecniche che sarebbero state risolte con ulteriori settimane di testing? Scopriamolo nella nostra recensione.

NASCAR Heat 5

Ready? Go! Green light!

Per chi non lo sapesse, la NASCAR – National Association for Stock Car Auto Racing – è una serie automobilistica prettamente seguita oltreoceano (sebbene esista anche un campionato europeo) in cui esistono tre categorie: Gander RV & Outdoors Truck, Xfinity Series e Cup Series, le quali vengono corse rispettivamente con pick-up e auto, essendo la Xfinity la “Formula 2” della NASCAR propedeutica alla Cup, la quale è la “Formula 1”. All’avvio avremo subito un grande impatto visivo e sonoro, faremo conoscenza delle musiche davvero ben selezionate e delle videate minimalistiche. Come prima cosa ci verrà chiesto se desidereremo avere un’esperienza più simulativa o più casuale, scelta che va a influenzare decine di parametri tra cui l’aggressività dell’intelligenza artificiale, il numero di giri in gara, il tipo e la quantità di aiuti di guida oltre al numero di sessioni di cui è composto il week-end.

Una volta arrivati nel menù principale avremo a disposizione varie modalità tra cui la carriera, dove passeremo la maggior parte del nostro tempo, l’online in cui è integrato anche il campionato eSport ufficiale della serie (denominato eNASCAR Esports League), la gara veloce per entrare subito nel vivo della competizione, un menù per altre modalità di gara che al suo interno comprende le sfide, il multiplayer locale, la prova a tempo e il campionato personalizzato. Rimangono poi le statistiche e per ultime la personalizzazione del pilota e dell’auto. La scelta di un menù minimalistico ha dato un grande impatto visivo e le restanti funzionalità (le opzioni di gioco, le opzioni carriera e altre funzioni) sono state assegnate ognuna a un singolo tasto.

NASCAR Heat 5

From zero to hero

Come detto, la carriera sarà la modalità in cui passeremo la maggior parte del nostro tempo e gli sviluppatori si sono dedicati a renderla il più completa e verosimile possibile, mostrando fin da subito i muscoli con un potente, completo, flessibile, accurato e sostanzialmente inutile editor pilota, il quale mi ha lasciato davvero senza parole per l’estrema – e fine a sé stessa – cura che gli è stata riservata. In nessun titolo di corse mi è mai capitato di poter decidere la distanza tra gli occhi del mio alter ego digitale oppure la posizione e le fattezze del suo naso, per non parlare del tipo di barba o della foltezza delle sopracciglia. Una volta creato il nostro pilota, partiremo da zero come un classico esordiente alla ricerca del suo primo sedile, solo che ci troveremo nei panni di una riserva che cerca un posto come wild card, aiutato da un agente che ci guiderà passo passo durante la nostra carriera, consultando di gara in gara diverse squadre in attesa di un posto vacante da occupare. Sarà così che faremo il nostro ingresso in pista per dimostrare le nostre qualità di pilota, partendo dal fango dell’Xtreme Dirt Tour. La nostra prima stagione terminerà con una serie più o meno folta di gare disputate (dato che esiste la possibilità di non trovare un sedile libero) e solo allora entreremo nel vivo dell’azione, iscrivendoci a un campionato come pilota titolare a tutti gli effetti.

Qui arriva la prima scelta davvero importante: scegliere di correre per un team esistente, accontentarsi di regolare con attenzione l’assetto dell’auto, pensare solo a vincere (e guadagnare) oppure creare da zero un proprio team e dedicarsi allo sviluppo dell’auto oltre che all’assunzione di personale qualificato per aiutarci sulla strada verso la gloria. Questo lo decideremo noi e a ogni inizio di stagione potremo cambiare la scelta dall’una all’altra in base ai nostri obiettivi. La modalità manageriale è comunque tutto sommato semplice, come è anche giusto che sia, non scende in tecnicismi troppo approfonditi e richiede il giusto grado di consapevolezza delle meccaniche e delle componenti fondamentali di una squadra. Durante la carriera ci verrà data la possibilità di ottenere dei bonus da parte degli sponsor in base ai nostri risultati in gara; più ambiziosi saranno questi obiettivi e più grandi saranno i guadagni. Inoltre sarà possibile gestire una componente social al termine di ogni gara, tramite un feed su un simil-Twitter, e reagendo in maniera positiva o negativa ai commenti ricevuti da parte degli altri piloti presenti in gara potremo riuscire a farci degli amici (o dei nemici), anche in base al nostro comportamento in pista. Avere uno stile di guida pulito e rispettoso sarà migliore rispetto a uno più aggressivo, seppur probabilmente meno performante.

The devil is in the details

La discesa in pista è agrodolce in NASCAR Heat 5. Parlando brevemente dello sterrato, eccezione di fantasia dell’Xtreme Dirt Tour ma ispirato alle corse presenti nel Midwest degli Stati Uniti d’America, questo è solamente ovale, di breve durata e richiede di guidare sostanzialmente di traverso per massimizzare la velocità di percorrenza in curva, altrimenti minata da un approccio più pulito. Passando alle reali piste del campionato, ne possiamo contare ben trentanove divise tra short track, intermediate track e speedway (o superspeedway, come Telladega), tutte riprodotte con grande dovizia di dettagli. E’ bello vedere come i giochi di luce, gli sfondi, gli spalti, le linee a terra e i segni del catrame steso sull’asfalto per coprirne le crepe causate dalle intemperie siano davvero ben realizzate, così come lo sono i modelli delle auto, carichi di dettagli, vibranti e meravigliosi alla vista, con riflessi e rifiniture notevoli, sia negli interni che negli esterni. Purtroppo sembra che il motore grafico Unity non riesca a stare al passo con tutta la mole poligonale a schermo e infatti il risultato visivo, su PlayStation 4 standard, è abbastanza altalenante.

Spesso e volentieri, anche troppo, abbiamo avuto a che fare con fastidiosi micro freeze, oltre a un evidentissimo tearing praticamente costante durante le curve o comunque nei momenti in cui viene modificata la direzione dell’auto. Questo fenomeno è presente sia nei circuiti ovali che, in maniera esponenzialmente maggiore, nei circuiti cosiddetti “road course”, ossia quelli cittadini o su autodromi, come Road America. Inoltre sono fin troppo evidenti i caricamenti delle texture a pochi metri di distanza dall’auto e anche l’eliminazione di queste ultime nel caso, ad esempio, di derapate lasciate sull’erba; è infatti piuttosto ridicolo vedere scomparire davanti a sé i segni lasciati il giro precedente. Ritengo che nel 2020 e dopo ben cinque anni di sviluppo della serie, questi difetti siano assolutamente inaccettabili, soprattutto quando NASCAR Heat 4 ne era esente. Probabilmente il rilascio anticipato ha avuto qualche effetto collaterale.

NASCAR Heat 5

The art of turning left

Il modello di guida di NASCAR Heat 5 è convincente se si viene a patti con il fatto che abbiamo per le mani delle auto goffe, pesanti, che non frenano e non curvano ma sostanzialmente sono progettate, costruite e settate solamente per andare forte, e possibilmente sul dritto. Queste caratteristiche sono abbastanza mascherate nei circuiti ovali in quanto è necessario un piccolo colpetto di freno prima della curva per mettere l’auto in traiettoria e farla rimanere sui binari, ma vengono a galla con tutta la loro prepotenza quando si chiede all’auto di fare le cose più banali come frenare o curvare su una curva non parabolica. Ecco che si manifestano tutte le caratteristiche di cui sopra e sono personalmente scoppiato a ridere quando mi è sembrato di essere un elefante in una cristalleria, con spazi di frenata siderali e velocità di percorrenza al limite del ridicolo, oltre a una stabilità non proprio memorabile.

Il sistema di messa a punto dell’auto presenta due “modalità”: una semplice con solo un cursore da impostare a tight (rigido, per un grande controllo e la tendenza al sottosterzo) o loose (morbido, tendenza al sovrasterzo) o in una qualunque posizione tra loro; oppure si può scendere nel dettaglio estremo della regolazione mediante una schermata in cui è tutto impostabile ruota per ruota (e non solamente anteriore e posteriore come è consueto nei classici videogiochi di guida), dato che l’importanza del lato destro e sinistro dell’auto è peculiare proprio della NASCAR, partendo dalla rigidezza delle molle, passando per la pressione degli pneumatici e finendo con l’angolo camber e i rapporti del cambio. Unico vero difetto di tutte queste regolazioni è il fatto che non c’è una minima spiegazione da nessuna parte di come agire, quindi tutto è lasciato all’utente e alle innumerevoli prove necessarie a trovare il giusto bilanciamento dell’auto.

NASCAR Heat 5

King of the hill

Una modalità che ci ha piacevolmente sorpresi è stata quella legata alle sfide, le quali vanno a riprendere fatti realmente accaduti l’anno precedente (o alcuni addirittura quest’anno) e in cui viene chiesto di mettersi al volante e rivivere l’esperienza vissuta dai piloti ufficiali, oppure di modificarne il reale corso degli eventi e cambiare la storia. Le sfide sono fatte per gente tosta che non ha paura di mettersi alla prova; qui non si può settare l’auto in nessun modo e l’unica soluzione per riuscire a venire a capo del compito è semplicemente provare, sbagliare, imparare, e ricominciare da capo. Solo per veri duri.

E’ in questi momenti di profonda concentrazione e di ripetizione quasi ossessiva che ho potuto conoscere approfonditamente la colonna sonora del titolo, composta da brani di estrazione rock, metal e anche più leggeri, ma comunque davvero molto bella e che mi ha sorpreso in positivo. In generale tutto quello che riguarda l’audio è davvero ben realizzato, sia i suoni ambientali che quelli presenti all’interno dei box nei momenti pre-gara e, ovviamente, anche i motori hanno subito un campionamento eccellente. Si può apprezzare tutto il ruggito arrogante dei V8 alimentati al 15% da etanolo che equipaggiano le auto della serie NASCAR.

Trofeisticamente parlando: refuse to lose

La lista trofei di NASCAR Heat 5 comprende ben sessantasei coppe, divise in maniera assolutamente curiosa in sessantaquattro di bronzo, nessuna d’argento, una d’oro oltre all’ambito Platino. Per l’ottenimento della collezione completa non sarà richiesto giocare alla massima difficoltà, per fortuna, ma sono comunque richieste numerose ore in quanto sarà necessario completare ben dieci stagioni intere in totale e accumulare cinquanta milioni di dollari di capitale oltre che superare tutte le sfide. Per gli appassionati di racing sarà un gioco da ragazzi; le quaranta ore necessarie per il Platino passeranno in fretta.

VERDETTO

NASCAR Heat 5 unisce al completo roster di auto, piloti e circuiti ufficiali caratteristiche tecniche lacunose e imperfette, passando dal tearing continuo e insopportabile fino ai caricamenti delle texture praticamente di fronte agli occhi. Il videogioco offre comunque una esperienza solida, emozionante e fortemente scalabile, adatta a chiunque. Diamo il nostro voto sulla fiducia, sperando che successive patch possano sistemare i problemi tecnici che i concorrenti (come F1 2020, vero metro di paragone per ogni titolo racing), impietosamente, dimostrano essere completamente superabili nel 2020.

Guida ai Voti

Andrea Pasqualin
Classe '90, nato e cresciuto tra benzina e gasolio, è il classico "petrolhead". Si è umilmente autoproclamato "Re dell'Universo Racing presso PlayStationBit". Platinatore incallito, attualmente è il redattore della rubrica "Racconti di Caccia", si dedica inoltre a ricerche su Platini facili e/o ultra rari, per bullarsi con gli amici. Appassionato di tutto quello che corre e vola, sta vivendo il suo sogno scrivendo di videogiochi e pensandoci dalla mattina alla sera. Nei momenti liberi guida la sua moto supersportiva e si diverte a spaventare le vecchiette ai semafori.

1 commento

  1. Dopo aver letto tutto questo articolo , solo ora ho capito di aver perso tempo. Sembra quasi come quando a scuola ti chiedevano di fare il riassunto di un libro e lo facevi leggendo solo la prefazione.

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