Nexomon: Extinction – Recensione

Sviluppatore: VEWO Interactive Publisher: PQube Games Piattaforma: PS4 Genere: Gioco di Ruolo Giocatori: 1 PEGI: 7 Prezzo: 19,99 € Italiano:

Per un paio di mesi, gli annunci di Nexomon: Extinction rilasciati da PQube Games hanno attirato le ironie dei fan della saga Pokémon poiché, apparentemente, una brutta copia del celebre brand videoludico di Game Freak. Faremo quindi una recensione alternativa rispetto ai nostri standard, proponendo un confronto fra i due prodotti. Si tratta davvero del “Pokémon su PlayStation”?

Nexomon Extinction

Gotta catch ‘em… no, aspetta

Nexomon: Extinction è un monster catcher game, un sottogenere dei giochi di ruolo che si caratterizza per la possibilità di catturare le creature ostili e creare un proprio team da allenare e schierare in battaglia. Ci saranno dunque molteplici similitudini con lo stile di Pokémon dovute al fatto che i due videogiochi appartengono allo stesso genere. I mostri sono suddivisi in nove tipi unici (Normale, Acqua, Fuoco, Erba, Vento, Elettro, Psico, Fantasma e Minerale) e la maggior parte di questi potrà evolversi al raggiungimento di un certo livello, cambiando forma e aumentando le statistiche. Gli scontri sono suddivisi in tre tipi: incontri casuali, battaglie contro i Domatori e boss fight. Gli incontri casuali si hanno nell’immancabile erba alta o nei dungeon specifici (grotte o palazzi, ad esempio). Ogni zona ha i suoi mostri suddivisi per rarità, caratteristica che identifica la frequenza con cui potrete incontrarli.

A zonzo per il mondo di gioco ci saranno i Domatori, umani che vi sfideranno in battaglie fra nexomon che vi forniranno molta più esperienza e denaro. Infine, le boss fight sono caratterizzate da nexomon particolarmente forti e non catturabili. Sarà proprio durante gli scontri casuali che potrete allargare il vostro roster, catturando i mostri sfruttando trappole elementali, status alterati, indebolimento della barra della salute o cibi da lanciargli contro. Una volta lanciata la trappola (l’equivalente della pokéball), dovrete completare un breve e semplice minigioco. La differenza sostanziale con Pokémon nel sistema di cattura è che vedrete la probabilità di successo della vostra azione e che questa può essere modificata con le azioni sopra indicate. Vi invitiamo a guardarvi questo trailer per capire meglio come funziona il sistema di cattura.

Nexomon Extinction

Domatori della Gilda, a raccolta!

Altra differenza sostanziale con Pokémon è il valore della trama e l’impatto che questa ha nella vostra avventura. Se nella maggior parte dei capitoli di Game Freak la storia, piena zeppa di buchi di narrazione, funge da mero espediente per portarvi in giro per la mappa a raccogliere medaglie, in Nexomon: Extinction la trama si erge ad assoluta protagonista. Nel mondo di Nexomon si registrò una guerra fra Omnicron, il dio dei mostriciattoli catturabili, e gli umani, tanto tempo fa. Omnicron cercò di sottomettere il genere umano e conquistare il mondo, ma un gruppo di Domatori riuscì a debellarlo. Dalla caduta di Omnicron, i nexomon hanno iniziato a combattere fra di loro alla ricerca di un degno erede del loro dio, divenendo sempre più potenti. Gli esseri umani, spaventati dal comportamento dei nexomon, hanno costituito la Gilda dei Domatori, un’associazione che recluta giovani promesse che dovranno affrontare i nexomon più potenti (denominati Tiranni) e abbatterli, così da evitare che le creature si alleino nuovamente e mettano a repentaglio il genere umano.

In questo scenario sull’orlo della guerra, impersonerete un ragazzino di quindici anni cresciuto in un orfanotrofio che si accingerà a svolgere l’esame per diventare Domatore della Gilda. Ben presto, tuttavia, le cose si faranno complicate e il protagonista si troverà coinvolto. Nexomon: Extinction propone una storia ricca di contenuti e dialoghi brevi ma densi, gettando nella mischia una manciata di personaggi ottimamente caratterizzati e le cui icone mostrano anche una notevole ispirazione artistica. La storia è intrigante e nasconde numerosi plot twist. Se confrontiamo la trama e la narrazione di Nexomon: Extinction con il livello medio del mercato videoludico attuale, possiamo dire che si tratta di un titolo che non ha assolutamente niente da invidiare alle produzioni tripla A di questa generazione. Unica pecca, una localizzazione in italiano che, sporadicamente, inciampa su errori grammaticali piuttosto banali (nulla di troppo grave, comunque).

Grafica da Game Boy?

A vedere Pokémon Spada e Scudo, sorge spontanea una domanda: ma la qualità grafica di Nexomon: Extinction è da PlayStation 4? La nostra risposta è un convinto e sonoro “sì”. La proposta di una grafica che ricorda i giochi per Nintendo DS è stilistica, assolutamente non dettata da limiti tecnici o economici. Difatti si possono notare innumerevoli modelli differenti con dettagli nelle texture e nei giochi di luci e ombre assolutamente improponibili sulle vecchie console portatili di Nintendo. Gli sprite dei nexomon in battaglia sono dinamici e stilisticamente ispirati, sebbene la maggior parte di questi siano semplici come design.

La scelta di inserire emoji per esprimere lo stato d’animo dei personaggi durante i dialoghi è tanto intelligente quanto funzionale, così come le animazioni e gli effetti sonori che sono elementari ma d’impatto. Splendida invece la colonna sonora, con una quantità enorme di tracce in loop che rimangono bene in testa e accompagnano le nostre avventure offrendoci un sottofondo più che godibile. Infine, ci teniamo a sottolineare la straordinaria varietà delle ambientazioni: si passa da un’isola tropicale a un deserto, da un laboratorio sotterraneo a una cittadella infestata, da una tundra ghiacciata a un vulcano. Tutti gli ambienti sono ottimamente disegnati e caratterizzati, rendendo il viaggio molto più vario di quanto non si possa immaginare.

Nexomon Extinction

Piccole, enormi differenze

Veniamo alle sostanziali differenze strutturali fra la saga di Pokémon e Nexomon: Extinction, che consentono a quest’ultimo di ottenere una propria identità riconoscibile e di meritarsi tutti gli elogi che noi possiamo fornire, assegnandogli la valutazione massima. In prima battuta, come già detto, sottolineiamo una trama matura e densa di contenuti che apre inequivocabilmente a un sequel, annunciato dagli stessi sviluppatori durante i titoli di coda. Una cosa che abbiamo adorato è l’autoironia, rappresentata da un personaggio secondario che accompagnerà il protagonista durante l’intera l’avventura. I buchi narrativi verranno derisi, gli sviluppatori incolpati di alcune scelte stilistiche, alcuni limiti tecnici verranno sottolineati e così via.

Inoltre, la difficoltà delle battaglie sarà molto più elevata rispetto agli standard del genere. Non potrete fare tutto con lo starter e altri due mostri. Quando dovrete affrontare il boss del fuoco, sarete quasi sicuramente costretti a catturare dei nexomon d’acqua e farvi un team apposito per la battaglia. Questa scelta è evidenziata dalla possibilità, fin dalle prime fasi, di poter esplorare la quasi totalità del mondo di gioco. Siete liberi di andare dove volete fin da subito, catturando i mostri che più vi piacciono.

Nexomon Extinction

Altra differenza sostanziale è il level cap settato su di voi. Potendo andare ovunque in qualsiasi momento, tutto il mondo di gioco è livellato rispetto al vostro. Progredendo con la storia principale, tutti i Domatori e le creature che affronterete negli scontri casuali si evolveranno e aumenteranno di livello. Così facendo, le battaglie saranno sempre equilibrate e non sarete costretti a fare grind prolungati né a fuggire da battaglie di livello troppo basso che non vi fornirebbero esperienza.

Per quanto riguarda il combat system, del tutto similare a quello di Pokémon (combattimento a turni con quattro mosse a testa, griglia dei tipi, status alterati e oggetti da usare in combattimento) annoveriamo due novità. La prima è che ogni mostro ha una barra della resistenza che gli consente di utilizzare le proprie skill. Più una skill è potente, più resistenza consumerà. La seconda è la possibilità di equipaggiare fino a quattro nuclei per nexomon, aumentandone le statistiche oppure offrendogli bonus passivi.

Nexomon Extinction

In sostanza, Nexomon: Extinction non è la brutta copia di Pokémon, bensì un gioco appartenente allo stesso genere che ha una propria identità, forte e di grandissimo valore, che può tranquillamente essere un’alternativa ai prodotti moderni di Game Freak, a nostro parere superandoli in quanto a qualità complessiva. Se da piccoli avete giocato a Pokémon ma non vi piace la piega che ha preso la saga e siete contestualmente stanchi dell’infantilità della scrittura, Nexomon: Extinction è quello che fa al caso vostro: un capolavoro del genere, per tutte le età, di cui aspetteremo con ansia il sequel.

Trofeisticamente parlando: il Tiranno della Luce

La lista trofei di Nexomon: Extinction è molto ampia ma piuttosto semplice da completare. Le richieste più tediose riguardano il completamento del database (vale a dire catturare almeno un esemplare di ogni nexomon) e la richiesta di sconfiggere due volte ogni Domatore del gioco. Nulla di difficile, ma si tratta di una caccia che vi richiederà dalla cinquanta ore in su; tempo che comunque volerà via leggero come una piuma.

VERDETTO

Nexomon: Extinction è il miglior esponente di monster catcher che possiate trovare sul mercato, non solamente su PlayStation 4. L'etichetta di "brutta copia di Pokémon" è ingenerosa, poiché frutto di un pregiudizio. Nexomon: Extinction è forse meno articolato nel combattimento, che si rivela essere piuttosto basico, ma offre una qualità estetica decisamente più curata, con un plot narrativo più profondo e divertente e, soprattutto, un'esperienza che affonda le radici su idee strutturali diametralmente opposte rispetto a quella che, apparentemente, sembra essere l'opera ispiratrice. Vivissimi complimenti a VEWO Interactive per aver creato un capolavoro del genere venduto a una cifra davvero ridicola. Se il sequel godrà di maggiore budget, ne vedremo delle belle.

Guida ai Voti

Giovanni Paolini
Catalizzatore di flame sul web e drogato seriale di fantacalcio, Giovanni vede il videogioco come un'espressione artistica piuttosto che come un mero intrattenimento privo di contenuti significativi. Per questo motivo, ripudia il 90% dei AAA e si tuffa sfacciatamente nel mercato indipendente, rimanendone il più delle volte scottato seppur senza rimorsi. Amante della musica di qualità, delle narrazioni articolate e di design ispirati, si è tuttavia mostrato fin dall'adolescenza ossessivamente attratto dai personaggi femminili antropomorfi, mistici o animati, universalmente conosciuti come waifu. Rappresenta orgogliosamente la vena toscana del Bit.