Oh… Sir! The Insult Simulator – Recensione

Sviluppatore: Vile Monarch, Crunching Koalas Publisher: Vile Monarch Piattaforma: PS4 (disponibile anche per Mobile) Genere: Party Giocatori: 1-2 (Online: 1-2) PEGI: 12 Prezzo: 2,99 € Italiano:

I videogiochi non sono ancora riusciti a togliersi di dosso il pregiudizio per cui una grossa fetta di società li vede come passatempo leggero e diseducativo, quando non addirittura foriero di aggressività e tendenza alla violenza. L’influenza culturale e la ricercatezza di certi titoli, che sempre più vengono accostati all’idea di arte vera e propria, passano in secondo piano di fronte a certi giornali, che legano arbitrariamente una sparatoria o una rapina alla diffusione di uno sparatutto, piuttosto che del GTA di turno.

Se andaste da vostra nonna e le spiegaste che Oh… Sir! The Insult Simulator è un titolo nel quale si deve combattere a suon di insulti, non fareste che peggiorare la fama del medium videoludico. Ma prendendovi più tempo e analizzando il gioco con occhio clinico scoprireste che in realtà, nel suo piccolo, si tratta di un gioiellino, non certo tale da innalzare il livello artistico e tecnico del settore, ma emblematico delle vie curiose e geniali in cui la creatività può essere veicolata. And I have proof!

Ne ferisce più la lingua che la spada

Riassumendo ai minimi termini, Oh… Sir! The Insult Simulator non si discosta molto dalla descrizione sommaria riportata sopra e suggerita già dal titolo. Parliamo di un vero e proprio picchiaduro nel quale al posto di calci e pugni ce la vediamo con l’avversario a colpi di frasi offensive. Ognuno dei due contendenti ha una barra dell’orgoglio che si consuma dopo ogni insulto ricevuto, fino a esaurirsi determinando la sconfitta. Non mancano combo, attacchi potenti e colpi andati a vuoto, tutti declinati per adattarsi allo spirito del gioco e tutti implementati in maniera divertentissima.

Il menù di gioco si divide semplicemente in un breve tutorial e nelle due macro-modalità di gioco contro la CPU e contro avversari umani. Nel primo caso possiamo scegliere di esibirci in una tenzone singola o in un torneo, nel secondo possiamo decidere se giocare in locale con un amico o in rete con utenti casuali (anche cross-platform). Inizialmente non tutti i personaggi e le location sono giocabili e andranno sbloccati vincendo nei tornei.

Mi consenta di insultarla

Lo spirito del gioco è tutto esposto nel tutorial. La schermata di battaglia propone classicamente i due contendenti faccia a faccia sui due lati, le barre di energia in alto e una serie di parole e brevi frasi in una box al centro. Giocando a turni, ogni giocatore deve scegliere un elemento testuale e cercare di costruire la frase più lunga, sensata e grammaticalmente corretta possibile. Questa si tradurrà, alla fine, in punti orgoglio sottratti all’avversario. Il ciclo si ripete fino alla sconfitta di uno dei due personaggi.

Va da sé che le frasi non sono amichevoli, bensì cariche di insulti. Niente di volgare, però, e qui sta uno dei massimi pregi di Oh… Sir! The Insult Simulator: quello di puntare tutto sull’ironia, sulla parodia, sulla caricatura, e di riuscire così a mostrarsi maturo pur partendo da una base al limite della serietà. Se cercate un mezzo per offendere apertamente e oscenamente altri giocatori online state alla larga dal gioco, perché qui potrete asserire al massimo che la madre dell’avversario “posa nuda per uno studentello spaventato” o che il padre “appoggia i nazisti e Satana e usa ancora Windows Vista”.

Gli undici personaggi giocabili, non a caso, hanno l’atteggiamento di perfetti gentlemen inglesi. Ognuno con la propria biografia, la propria voce e i propri punti deboli, parlano con accento marcatamente british e senza mai alterarsi. Se non si ascoltassero le parole, ma solo il modo in cui vengono pronunciate, si penserebbe di trovarsi nel mezzo di una colta discussione tra professori di Oxford. Il contrasto tra questo aplomb e la natura degli insulti non fa che esaltarne la comicità.

Le diatribe hanno luogo in cinque diversi scenari, preimpostati nei tornei e selezionabili a piacimento nel match singolo. Gli scontri sono preceduti da una breve introduzione che espone il motivo della discussione: dal posto a sedere nella carrozza di un treno alla sostituzione di un pappagallo venduto morto da un negozio di animali, fino alla richiesta del vero significato della vita fatta direttamente a Dio. Al termine del litigio, in base a chi dei contendenti ha la meglio, sono possibili due diverse soluzioni del problema iniziale.

Acrobazie linguistiche

Passando alle tecniche avanzate, Oh… Sir! The Insult Simulator non risparmia sulla varietà. L’attacco base consiste nella semplice costruzione di una frase sensata. Se la frase sarà abbastanza lunga e articolata, l’attacco verrà catalogato come volgare (RUDE!) e toglierà un maggior numero di punti all’avversario. Toccare i punti deboli del nostro interlocutore (la famiglia per Dio, la patria per Grisha il russo, la realtà per H. P. Lovecraft, e così via) garantisce ulteriori bonus attacco. Infine, usare più volte lo stesso soggetto per gli insulti nel corso di un match costituisce una combo e determina un ulteriore moltiplicatore dei danni inflitti.

Le parole da usare vengono generate e proposte casualmente. Questo, unito all’alternanza dei turni con l’avversario, fa sì che non sempre risulti immediato e scontato costruire una frase di senso compiuto, anche perché abbiamo solo quindici secondi prima di perdere la mano. La strategia consiste nel farsi un’idea rapida dei soggetti da usare e delle possibilità a disposizione e nel valutare se sia meglio puntare sulla brevità o sul giocare d’azzardo, mirando a frasi lunghe ma senza la certezza di poterle concludere.

Una frase incompiuta porta a un nostro balbettio e a un danno nullo all’avversario. Anche la scelta di una parola che non si lega grammaticalmente alla precedente viene punita con un invito a studiare e con la perdita immediata di tre punti salute. Se ci troviamo alle strette e non abbiamo vie d’uscita ci sono ancora due salvagente. Il primo consiste nel selezionare, se presenti, i punti di sospensione; così facendo rinunciamo ad attaccare, manteniamo lo spezzone di frase sin lì costruito e passiamo al turno successivo, potendo scegliere nuovi elementi. Il secondo aiuto risiede in un box sotto al personaggio, che contiene due parole visibili e selezionabili solo da noi; premendo Quadrato sorseggeremo un tè e vedremo comparire altre due opzioni, nella speranza che una faccia al caso nostro.

La frase può essere conclusa manualmente premendo Cerchio in qualunque momento, oppure automaticamente selezionando una chiusura preimpostata. Si tratta di frasi che terminano con il punto esclamativo, che possono comparire casualmente solo nel box sotto al personaggio e che fanno da rafforzativi, concludendo con eleganza l’insulto. Anche in questo caso c’è una divertente personalizzazione che differenzia i personaggi e che tocca apici davvero esilaranti con H. P. Lovecraft.

Una semplicità che non offende

La grafica di Oh… Sir! The Insult Simulator è in pixel art, con personaggi caricaturali dai tratti molto accentuati. La scena è ovviamente molto statica, con scenari per lo più fissi e movimenti limitati anche per i due contendenti: la bocca, una mano che punta il dito, qualche effetto particolare (come i tentacoli che spuntano dalla giacca dell’irresistibile Lovecraft). I colori sono gradevoli, cartooneschi, perfettamente in linea con la leggerezza e l’immediatezza del titolo. Solo il font delle parole da selezionare al centro risulta in alcuni casi poco leggibile.

Il comparto audio si distingue per il doppiaggio dei personaggi, con voci uniche che recitano la frase dopo che è stata costruita. Sullo sfondo una colonna sonora con brani di musica classica contribuisce al già citato contrasto tra la guerra di insulti e la pacatezza, la quasi solennità della scena e dei personaggi che le danno vita.

Trofeisticamente parlando: un insulto ai veri cacciatori

Oh… Sir! The Insult Simulator propone dieci trofei d’argento, otto d’oro e il Platino. L’ottenimento della coppa azzurra è decisamente facile, non essendo richiesto molto altro che sbloccare i personaggi vincendo più volte i tornei, concludere cento partite e costruire determinate frasi. Quest’ultima classe di trofei, in realtà, può determinarsi infida, perché la casualità con cui le parole vengono proposte può rendere lunga ed estenuante la ricerca della combinazione voluta. La nostra guida consiglia match ideali per facilitarvi il compito e promette di arricchirsi con eventuali nuove scorciatoie.

VERDETTO

Anche se il titolo e la descrizione del gioco puntano sull'irriverenza, a rendere Oh... Sir! The Insult Simulator un gioco buono e consigliato è la sua capacità di divertire con ironia, parodia e caricatura. Dalle meccaniche semplici ma non banali, il titolo di Vile Monarch può garantire qualche ora di sano divertimento giocando da soli e diventare una perfetta soluzione per una serata spassosa tra amici grazie al multiplayer locale. La costruzione di insulti fantasiosi per abbattere l'avversario riesce a coinvolgere, e la necessità di ripiegare su frasi al limite del senso compiuto si traduce in esplosioni di sana ilarità, decretando il suo successo.

Guida ai Voti

Jury Livorati
Classe ’85, divido il tempo tra la moglie e i tre figli e le più svariate passioni. Amo la lettura, la scrittura e i videogiochi e recito dal 2004 con l'Associazione Culturale VecchioBorgo. Eterno bambino, amo la vita e guardo sempre allo step successivo, soprattutto se è più in alto del precedente. Sono grato a PlayStationBit per avermi fatto scoprire la (sana) caccia ai trofei e i Metroidvania.