Omensight – Recensione

Sviluppatore: Spearhead Games Publisher: Spearhead Games Piattaforma: PS4 Genere: Azione/Avventura Giocatori: 1 PEGI: 12 Prezzo: 23,99 € Italiano:

La fine del mondo è imminente, la guerra infuria. Mentre le fazioni di Roditoria e Pygaria lottano ferocemente, un nemico ben più temibile è in agguato. Le forze del vuoto stanno per emergere per sottomettere il mondo e abbiamo un solo giorno per raccogliere tutte le informazioni possibili riguardanti l’oscuro mistero che le circonda, manipolando il tempo e il corso degli eventi al fine impedirne il risveglio. Dalle menti di Spearhead Games nasce Omensight, un titolo ambizioso che rivisita il concetto di viaggi temporali già testato in Stories: The Path of Destinies (noto anche per essere nella Instant Game Collection di dicembre 2016). Sarà riuscita la nuova avventura a convincerci?

Prevenire è meglio che curare

Siamo a Urralia, un mondo fantasy in cui convivono degli animali antropomorfi. Infuria una guerra tra l’esercito pygariano e ribelli roditoriani, questi ultimi mossi dal desiderio di vendetta nei riguardi dell’imperatore Indrik, colpevole di atroci misfatti. Nonostante la linea che divide il bene dal male sia palese all’inizio, la storia comincerà a prendere una piega diversa dall’avvento dell’oscuro dio serpente Voden, risorto dalla sua prigionia per sottomettere il mondo intero. Riconoscere il bene dal male con il passare del tempo non sarà più tanto evidente.

Controlleremo l’Araldo, una guerriera mitologica evocata solo in tempi di crisi. Aiutati da una misteriosa strega, viaggeremo ripetutamente indietro nel tempo per trascorrere dalla mattina alla sera la giornata della fine del mondo con i quattro protagonisti: la generale felina Draga, il potente orso Ludomir, la topolina a capo dei ribelli Ratika e la fenice Indrik, imperatore di Pygaria, al fine di scoprire le cause del risveglio di Voden e cercare di impedirlo. Nel corso dell’avventura, così come accadeva in Stories, scopriremo sempre più indizi su ciò che hanno commesso i quattro personaggi riavvolgendo il tempo ed effettuando tutte le scelte possibili, combattendo con loro o contro di loro, avendo infine un quadro completo delle informazioni che ci condurranno ai colpevoli della tragedia. Le decisioni, le abilità e i pensieri dell’Araldo potranno cambiare il corso degli eventi e riportare la luce nel futuro.

La nuova avventura narrata da Spearhead Games, diversamente da quella di Stories, che alternava attimi di serietà a un umorismo dilagante, presenta temi più cupi, con una trama più coinvolgente, colpi di scena mozzafiato e momenti tragici ed emozionanti. Si tratta di un cambio di rotta drastico ma funzionale (basti considerare l’ironia tagliente di Reynardo contro il mutismo dell’Araldo), dovuto in particolar modo alla stupenda caratterizzazione di tutti i personaggi, chi mosso dal buon senso, chi dalla fedeltà e chi dalla rabbia. Giocano un ruolo fondamentale anche le informazioni di fondo dell’universo di Omensight (la lore, per intenderci), ben inserite nella trama principale, pur in grado di lasciare alla storia nel suo complesso un affascinante alone di mistero.

Za Warudo!

Il gameplay di Omensight si presenta come una versione del tutto potenziata di Stories, sebbene ancora ancorato su di esso. Si tratta di un action adventure con elementi platform molto pronunciati, accompagnato da una visuale fissa dall’alto. Tra salti sulle piattaforme, leve da spostare e sigilli da aprire c’è anche un combat system molto rapido e intrigante. L’Araldo può usufruire di tanti attacchi, oltre agli immancabili colpi rapidi e rompi-difesa ci sono delle spettacolari tecniche che la protagonista può eseguire caricando durante gli scontri delle limitate sfere di energia, quali un’onda blu (una sorta di kamehameha) e dei letali tagli rapidi, che ricordano la Zantetsuken di Final Fantasy. A queste si aggiungono le tre skill, mosse soggette a un cooldown in grado di ribaltare completamente uno scontro. La più utile è senz’altro la creazione di una grossa sfera al cui interno il tempo sarà fortemente rallentato per i nemici. Tutte le abilità si sbloccheranno accumulando i punti esperienza a fine giornata e portando a casa quanta più ambra possibile, facilmente reperibile distruggendo vasi e barili o eseguendo azioni concatenate in battaglia.

Durante quest’ultima giornata di vita del mondo saremo per la maggior parte del tempo accompagnati a turno da uno dei quattro personaggi principali, che faranno la propria parte permettendoci di usare anche la loro personale abilità, anch’essa soggetta a un cooldown; Ludomir, ad esempio, eseguirà una forte schiacciata, Draga un attacco luminoso ad area e Ratika canterà per noi permettendoci di muoverci più rapidamente e sferrare danni maggiori e, come se non bastasse, per variare il tutto possiamo anche servirci degli attacchi ambientali, tra colonne da far crollare ed esplosivi da detonare.

Che casino

Insomma, il gameplay è spettacolare e ricco di possibilità, pur presentando qualche piccola sbavatura. In particolar modo ci riferiamo alla confusione che nasce in battaglia, con un sistema di controllo rigido e non sempre preciso, e al nostro cambio continuo di schieramento, che di tanto in tanto ci farà dimenticare di non attaccare i roditoriani o i pygariani a seconda della timeline. La quantità di scontri presenti è comunque buona, non sono mai invasivi e talvolta si possono anche evitare. Ogni giorno si divide in quattro fasi, mattino, mezzogiorno, sera e notte, che fungono da capitoli. Alla fine di questi, ci ritroveremo sempre all’albero del tempo, ovvero l’hub di gioco, in cui decideremo la nostra prossima mossa in cerca di nuovi indizi.

Segnaliamo tuttavia una certa ripetitività, poiché le aree di gioco sono sempre le stesse. Scelta giusta a fini narrativi, ma che influenza non poco il gameplay. Le fasi di platforming saranno le stesse a lungo andare, scene uguali ripetute a più non posso e scontri sempre nelle medesime zone, una ridondanza non giustificata. Apprezziamo la possibilità di saltare una storia fino a raggiungere automaticamente un punto critico (da cui si avrà una variazione di trama a seconda delle nostre scelte), ma ciò non basta a spezzare la prolissità del gioco.

Il giorno del giudizio

Sul piano grafico, Omensight si presenta non troppo diverso da Stories: The Path of Destinies. La grafica cartoonesca contrasta con la trama particolarmente seria; visivamente stupendo, veniamo catapultati nel mezzo di una guerra dai toni fiabeschi e quantomeno credibili. Non è da meno il character design, sfizioso e originale, soprattutto quello dell’Araldo: il colore azzurro acceso che ricopre il corpo intero dell’essere viene contrapposto a un abito scuro gotico dalla forma spigolosa che cambia a ogni power-up dell’armatura. Soggetto a cambiamenti dovuti ai potenziamenti è anche l’arma dell’Araldo, che di volta in volta si trasforma da spada classica a una sciabola fino a diventare uno stocco.

Pulite le animazioni, nonostante saltino qualche frame di tanto in tanto, e maniacale è l’attenzione dedicata al level design. Omensight presenta poche aree ma piene di dettagli, come l’affascinante foresta innevata e l’intrigante tempio zeppo di incisioni. Peccato, però, per i numerosi glitch grafici in cui è possibile incappare, tra spazi inconsistenti trapassabili e barili distrutti che impediscono al giocatore di muoversi. Improponibile, d’altro canto, la tremenda traduzione in italiano del titolo, che spesso decontestualizza i dialoghi e ne rende alcuni incomprensibili a causa degli innumerevoli errori di battitura (siamo stati testimoni di un dialogo dove la frase “perché stai perdendo tempo?” viene tradotta con “ciao bello”). Un po’ anonimo il comparto sonoro a causa di musiche non proprio memorabili, e con suoni ambientali e il livello di doppiaggio appena sufficienti.

Trofeisticamente parlando: cambia il destino di tutti

Il set di trofei di Omensight vede un Platino facile e appagante da ottenere. Bisognerà essenzialmente completare tutte le boss fight legate alla storia (con alcune all’apparenza mancabili, ma a quello si può rimediare), potenziare al massimo l’arma e l’armatura ed eseguire le azioni secondarie, alcune forse un po’ ostiche, quali colpire un barile lanciato da un nemico con un altro barile, sferrare più volte una specifica abilità in successione e ottenere tutti i bonus di esperienza a fine giornata. E’ un Platino che potrebbe richiedere circa una decina di ore, con magari qualche tentativo di troppo in alcuni passaggi, ma è nel complesso relativamente facile da portare a casa.

VERDETTO

Omensight è un titolo con grandi potenzialità colpito però da svariati problemi tecnici. La narrativa è indubbiamente il suo punto forte, fiabesca ma matura al tempo stesso. Gli aspetti generali del gameplay e della tecnica del ritorno al passato rispetto a Stories: The Path of Destinies sono stati migliorati, portando, a causa delle poche aree giocabili, una ridondanza non da poco. Originale, ma non innovativo.

Guida ai Voti

Andrea Letizia
Cresciuto a pane, Kamehameha e Crash Bandicoot, inglesizzato grazie a Kingdom Hearts. Grande amante degli action RPG e dei platform, dei cani e del wrestling.