“Il male risorge due volte ed è più cattivo di prima”.
Dopo ben tre anni, Outlast risorge dalle ceneri con un secondo capitolo. Red Barrels, quasi a sorpresa, annuncia Outlast 2 all’E3 2015 spiazzando tutti, fan compresi. Ricollegandoci un attimo al primo capitolo, che portò una boccata d’aria fresca al genere horror, nessuno si aspettava un seguito… ma ci sbagliavamo!
Scappare è l’unica soluzione
Outlast 2 presenta una trama completamente diversa rispetto al predecessore. Vestirete i panni di Blake Langermann, cameraman e compagno di Lynn Langermann, giornalista partita per i canyon dell’Arizona per investigare sulla tragedia di una donna incinta uccisa misteriosamente. La zona dove si trova il luogo del delitto però è inaccessibile, quindi la coppia decide di raggiungere il luogo con l’elicottero. Qualcosa va storto durante il viaggio, un incidente fa precipitare l’elicottero separando così i due, rimasti in vita miracolosamente. Blake si ritrova così da solo, in un villaggio disabitato abbastanza inquietante e con la sola forza di sopravvivere, senza dimenticare la sua amata e mai mancante videocamera, fondamentale per il suo cammino. Un luogo tetro, buio e dall’atmosfera demoniaca, dove il povero cameraman diventa facilmente preda di creature fuori dal normale.
Blake ottiene un aiuto insperato da parte di Ethan, un seguace di Knoth che però ha dei rimorsi verso la brutalità della setta. Knoth infatti violenta le donne della comunità e poi, una volta incinte, le fa assassinare, per prevenire la venuta al mondo dell’anticristo. Questa è stata la sorte di Anna Lee, la figlia di Ethan nonché la Jane Doe sulla quale Blake e Lynn stavano indagando. Per aver disobbedito a Knoth, Ethan viene ucciso da Marta, una folle seguace e carnefice della setta armata di piccozza, dalla quale anche Blake deve più volte scappare. La perversione umana e la pseudo-religione portano il giocatore in una mentalità oscena e surreale, dove una via d’uscita o un dietro front sono parte integrante del titolo, a meno che non si voglia rischiare la vita.
Svegliatemi da questo incubo
La storia si frappone tra due binari. Nel corso dell’avventura, lo scopo sarà quello di ritrovare Lynn e scappare. Blake non solo avrà a che fare con ostacoli, minacce e strane creature, ma anchecon ricordi che non lo lasceranno in pace. Oltre al posto demoniaco, saremo catapultati tramite sequenze flashback in una scuola americana cattolica, dove tantissimi anni fa fu compiuto un omicidio di una ragazzina. Questa ragazzina, chiamata Jessica, era un’amica intima del protagonista, che afflitto da sensi di colpa indaga sull’accaduto. Blake si trova costretto ad attraversare la spettrale scuola di notte, inseguendo il fantasma di Jessica e inseguito a sua volta da un mostro con una abnorme lingua. Quest’ultimo rappresenta un insegnante, padre Loutermilch, che molestava Jessica, padre che provocò la sua morte mentre questa tentava di sfuggirgli, cadendo giù per una scalinata, e infine ne inscenò il suicidio per impiccagione.
Così come il predecessore, anche questo secondo capitolo non permetterà di difendervi. Armati di videocamera e visore notturno, gli unici punti di salvezza saranno gli armadietti, l’erba alta, i barili e i letti. Si potrà sfruttare anche l’acqua, consentendo al giocatore di immergersi per un tot di secondi, scomparendo così dal radar nemico. Porte e finestre saranno fondamentali se sarete nei pressi di un centro abitato. Il gioco si presenta comunque lineare, senza troppe vie secondarie o vicoli cechi, costringendo così il giocatore a percorrere quella specifica via, sperando di trovare il percorso abbastanza illuminato, se privo di batterie, batterie che si consumeranno in men che non si dica, specialmente se userete tutti gli accessori presenti nella videocamera. La novità è il microfono a distanza. Questo particolare strumento, che si attiverà premendo il tasto direzionale sinistro, fornirà un suono più pulito e capterà quanta distanza c’è tra il suono e la posizione del giocatore.
Creature demoniache, mostri e voci inquietanti creano uno scenario horror da brividi. L’intelligenza artificiale è particolarmente perspicace, dunque non basterà un barile per poter scampare al pericolo. Essendo prede senza alcuna possibilità di difendervi, avrete a disposizione una cura. Questa cura è formata da bende. Premendo il touchpad, un’animazione porterà la visuale verso il basso, facendo così vedere un paio di novità: potrete vedere quante bende avete, guardando a sinistra, quante batterie avete, guardando a destra, e davanti troverete filmati che registrerete nel corso della storia.
In fuga dall’inferno
Sotto l’aspetto del gameplay, Outlast 2 fa vedere i muscoli. La fluidità è uno dei pregi del gioco, lasciandosi alle spalle le meccaniche rigide e lente del predecessore. Scavalcare una ringhiera, scivolare per un dirupo o entrare dalla finestra di una casa sarà una goduria, pad alla mano. Texture curate nei minimi particolari, illuminazioni da paura e personaggi ben realizzati creano uno scenario quasi identico alla realtà. Peccato per una certa ripetitività di fondo.
Accompagnato da musiche angoscianti inserite nel giusto contesto, queste causeranno tachicardia e ansia costante prima di girare un angolo, con voci di sottofondo di dannati/bambini, ombre e urli improvvisi. Venendo scoperti o trovandosi in un momento dove la fuga è necessaria, partirà una musica che vi farà capire che dovrete alzare i tacchi da quel punto, altrimenti…
Trofeisticamente parlando: segui quella luce, qui è tutto buio
Outlast 2 presenta venticinque trofei, Platino compreso, tra cui nove trofei bronzo, otto trofei argento e sette trofei oro. Il 60% dei trofei saranno dedicati alla storia. Il resto saranno trofei da poter guadagnare selezionando i capitoli, mentre gli altri saranno legati a “semplici” collezionabili. Ma non illudetevi, la difficoltà è tanta, dunque vi consigliamo caldamente di seguire la nostra guida, se tenete all’integrità del vostro DualShock 4.