OVIVO – Recensione

Sviluppatore: IzHard Publisher: Sometimes You Piattaforma: PS4 (disponibile anche per Mobile) Genere: Puzzle Giocatori: 1 PEGI: 3 Prezzo: 6,99 € Italiano:

Il publisher Sometimes You torna su PlayStation 4 con una nuova opera low cost sviluppata da IzHard, piccolo team russo con sede a San Pietroburgo che porta su console Sony un titolo tanto semplice quanto curioso, denominato OVIVO. La nostra recensione.

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Evoluzione

In origine i videogiochi erano poco più di un passatempo, un modo come un altro di investire del tempo divertendosi o di spendere la classica moneta da 500 lire all’interno di un cabinato, provando a superare più livelli possibile prima di ritrovarsi con le tasche vuote. L’evoluzione della tecnologia e soprattutto la scomparsa delle sale giochi in favore di console casalinghe e portatili ha portato a cambiare il modo di realizzare i videogiochi.

Storie raccontate come film, serie con cadenza annuale e perfino opere che sembrano pezzi artistici sono ormai all’ordine del giorno. In questo panorama tentano di inserirsi gli sviluppatori indipendenti, talvolta con giochi semplici ma adatti a tutti (Ratalaika fa da apripista in questo senso), talvolta con esperimenti curiosi come OVIVO, opera di IzHard a metà tra l’astratto e lo zen. La trama del gioco lascia già intuire cosa aspettarsi: il protagonista OVO si troverà ad attraversare un mondo metaforico, superando una serie di pericoli e raccogliendo dei simboli che sveleranno man mano la storia del mondo. Le informazioni fornite però saranno solo parziali; starà ai giocatori interpretarle e trarne le dovute conclusioni, giuste o sbagliate che siano.

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Viaggio

Se dovessimo riassumere il gameplay di OVIVO, lo potremmo definire un puzzle game bidimensionale basato sulla fisica. Il giocatore sarà catapultato in un mondo interamente bianco e nero in cui controllerà OVO, una sorta di frutto o seme, a seconda delle interpretazioni, che potrà alterare il suo colore per cambiare il lato di appoggio, così da sfruttare pedane e rampe per superare di slancio gli ostacoli che si troverà di fronte.

Sul suo cammino OVO potrà poi raccogliere una serie di punti, ininfluenti se non per i trofei, e soprattutto una serie di simboli che mostreranno al giocatore in maniera astratta come il mondo di OVIVO si sia evoluto. Il lato artistico del gioco è chiaramente la sua componente più importante ed evocativa, tanto che al termine di ogni schema superato verrà offerto al giocatore una visuale d’insieme che mostrerà per intero la struttura del livello, creata per essere simile ad un dipinto. Il gioco di per sé è breve, dato che sarà possibile completare l’intera avventura in poco più di un’ora, ma va considerato come un’esperienza creata per offrire ai giocatori momenti di relax.

Movimento

A livello di controlli OVIVO è un titolo semplice. La levetta analogica è preposta al movimento del nostro OVO all’interno dei livelli, con la sola limitazione che non sarà possibile scalare delle pendenze o superare angoli e rialzi saltando. Per sopperire all’incapacità di muoversi in verticale, il nostro tondo eroe potrà modificare il suo colore, cambiando il lato di movimento da bianco a nero e viceversa. In questo modo le pendenze diventeranno discese e le pedane rialzate dei gradini da scendere per proseguire.

Però OVIVO è soprattutto un puzzle game basato sulla fisica. Spesso il giocatore sarà chiamato a cambiare repentinamente colore per sfruttare le discese come rampe di lancio e superare così ostacoli e baratri letali. Tutti questi elementi si amalgamano alla perfezione con lo stile minimalista e astratto del gioco, regalando un’esperienza in grado di appagare i sensi. Sarà proprio nel suo momento migliore, però, che l’opera di IzHard ci colpirà a tradimento con la sua brevità. Quando le cose inizieranno a farsi davvero interessanti, si arriverà rapidamente alla conclusione della nostra avventura in bianco e nero, lasciandoci con la voglia impossibile da soddisfare di affrontare altri livelli.

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Bicromia

A livello grafico OVIVO non si discute. La qualità dei livelli e le strutture intricate create da questo team russo troveranno la loro ragion d’essere solo quando il giocatore completerà gli schemi e potrà osservare come ogni singolo ostacolo sia parte di un tutto. Questa scoperta sarà accompagnata da una colonna sonora mai invasiva, una sorta di quieto sottofondo che aiuterà anche i giocatori più focosi a non alterarsi quando si troveranno a ripetere più volte sezioni. A dirla tutta le musiche saranno anche troppo pacate, tanto che suggeriamo di affrontare questa avventura alzando il volume del proprio televisore per apprezzare l’esperienza nella sua interezza.

A livello di realizzazione tecnica, OVIVO è buono ma non eccelso. Detto di una fisica ben pensata, di tanto in tanto i controlli faranno le bizze, compromettendo magari un’intera sezione per colpa di un piccolo errore. Inesistente invece la rigiocabilità. Nonostante la presenza di qualche collezionabile (davvero difficili da mancare, peraltro) non si verrà tentati dal giocare nuovamente questa avventura.

Trofeisticamente parlando: attimi

Proprio come altri produttori minori, anche Sometimes You ha abituato bene i cacciatori di trofei. La lista di OVIVO non fa eccezione, dato che offre un Platino semplice ottenibile con una sola run e soprattutto in un paio d’ore. Se siete alla ricerca di un titolo dalle coppe facili, l’opera di IzHard fa decisamente al caso vostro.

VERDETTO

"Nella botte piccola c'è il vino buono". Il famoso detto si adatta sia al team di IzHard sia alla loro opera. OVIVO è un puzzle game compatto ma divertente, in cui gli schemi da risolvere sono soltanto una parte dell'esperienza complessiva che punta a stimolare la mente grazie a immagini artisticamente evocative e melodie suadenti. Sfortunatamente, quando l'avventura di OVO sembra pronta a decollare, tutto finisce troppo rapidamente, togliendo al gioco un po' della sua iniziale magia. Se siete alla ricerca di un titolo astratto in grado di regalarvi un pomeriggio spensierato a prezzo ridotto, vi suggeriamo di non farvi sfuggire OVIVO.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.