Peaky Blinders: Mastermind – Recensione

Sviluppatore: FuturLab Publisher: Curve Digital Piattaforma: PS4 Genere: Puzzle Giocatori: 1 PEGI: 16 Prezzo: 24,99 € Italiano:

Le serie televisive sono ormai parte integrante della vita di tutti i giorni e quelle più seguite cercano di espandersi su più fonti di intrattenimento, arrivando a sfociare in cinema, libri, merchandising ufficiale e, non per ultimo, videogiochi. Una delle serie più amate dal pubblico è indubbiamente Peaky Blinders, saga drammatica di punta dell’emittente televisiva BBC e del servizio di streaming Netflix, che narra le gesta della famiglia Shelby a capo di una gang di malavitosi in una Londra post-bellica.

Si è sentito il bisogno di unire, in qualche modo, la storia raccontata nel corso delle cinque stagioni con una inedita, dal sapore di prequel, coinvolgendo tutti i protagonisti di riferimento e convergendo in un vortice di emozioni enigmatico, avventuroso e dai toni cupi. Curve Digital e FuturLab hanno accettato questa sfida, in collaborazione con la mente della saga originale, Steven Knight, e hanno dato alla luce un titolo entusiasmante, criptico e mentalmente accattivante, in grado di far impazzire anche il più abile degli allibratori di tutta l’Inghilterra.

Peaky Blinders Mastermind

Per ordine dei Peaky Blinders

Birmingham, primo dopoguerra. La famiglia Shelby sta festeggiando il ritorno a casa di Tommy dopo due mesi dall’ennesimo atto di vandalismo da strada. Non ci può essere di meglio che festeggiare con dello champagne, anche se bisogna fare i conti con le scorte di alcol che scarseggiano in casa Shelby. Il bisogno di celebrare questo evento è grande nel piccolo quartiere di Small Heath e dovrà essere qualcosa che nessuno si dimenticherà facilmente in futuro. Gira voce che la famiglia Gilroys, acerrimi nemici degli Shelby, abbia da parte casse di bollicine da far invidia a chiunque. Anche se, quasi sicuramente, sarà un rifiuto diretto, non dispiacerà affatto donare a loro insaputa un paio di bottiglie per una giusta causa.

A seguito di questo primo tentativo di redenzione nell’alto nome dei Peaky Blinders, la famiglia Shelby è chiamata a fare i conti con diverse situazioni sconvenienti, passando dalla resa dei conti da parte dei Gilroys a omicidi premeditati verso i componenti della banda e concludendo con la ricerca e la scoperta del reale assassino, risolvendo finalmente il caso e facendosi giustizia da soli. Tutta la famiglia dovrà rimboccarsi le maniche per uscire da circostanze scomode: il manipolatore Tommy, l’approfittatrice Ada, l’abile e adultera Polly, le teste calde Arthur e John e, per concludere, il piccolo ma furbo Finn.

Io penso, ecco quello che faccio

Peaky Blinders: Mastermind mette in risalto un concetto di gameplay intrigante basato sulla gestione del tempo e la sincronia delle azioni di tutti i personaggi. In ogni missione, il videogiocatore diventerà burattinaio dei protagonisti e dovrà essere in grado di orchestrare tutte le azioni per arrivare a un obiettivo finale comune. La meccanica prevede la possibilità di andare avanti e indietro nel tempo per modificare le azioni intraprese o per effettuare azioni in parallelo con un altro personaggio, in modo da risolvere enigmi basati su attivazioni di meccanismi o, banalmente, sul passaggio di oggetti da un membro della famiglia a un altro. E’ possibile riavviare oppure riavvolgere la linea temporale a proprio piacimento e a seconda delle esigenze e delle necessità.

Peaky Blinders Mastermind

Ogni personaggio ha abilità esclusive. Tommy può manipolare un personaggio comune per intraprendere azioni che nessun altro potrebbe effettuare, Ada distrae le guardie riducendo drasticamente la loro visuale permettendo il passaggio indisturbato agli altri membri della famiglia, Polly corrompe le guardie distratte e scassina le porte chiuse a chiave, John appicca incendi e fa a botte con i malviventi della famiglia Gilroys insieme ad Arthur e, infine, Finn passa attraverso cunicoli e piccole finestre. Il lavoro in sincronia deve essere una sinfonia di movimenti pianificati al millesimo di secondo, altrimenti tutto quello che si è fatto non porterà mai a niente.

La storia è breve, con un totale di 10 livelli definiti in crescente ordine di difficoltà. Le prime missioni ci mettono a contatto diretto con la ingegnosa gestione della linea temporale e introducono le abilità di ogni personaggio quel tanto che basta per avere un minimo di confidenza con i comandi e studiare le svariate possibilità che si troveranno di fronte. Se si cerca una vera sfida, invece, bisognerà attendere gli ultimi due episodi, dove ci sarà la possibilità di impersonificare tutti i membri della famiglia Shelby in maniera impeccabile. Gli obiettivi sono guidati dagli eventi e diversificati per personaggio, che seguiranno strade diverse fino al ricongiungimento in un determinato punto dove tutti i componenti si riuniranno e arrivando all’obiettivo finale comune.

Orchestratore magistrale

Mettendo sotto la lente d’ingrandimento la grafica, l’utilizzo del motore grafico Unity rende le ambientazioni gradevoli, senza infamia e senza lode. Riesce a spiccare bene il senso di ansia, tratto distintivo della serie televisiva. Tuttavia la scelta del contrasto è faticosa da digerire. Tanti colori accesi insieme non danno modo di capire in maniera precisa se le azioni che si stanno eseguendo sono corrette o fuori tempo. Cambiando discorso, si nota l’assenza di video introduttivi alle missioni, che avrebbero potuto dare una spinta in più alla storia principale. Guardando l’altra faccia della medaglia, sono curate le tavole disegnate all’inizio di ogni livello che cercano di dare un tono alla storia di fondo.

Peaky Blinders Mastermind

Il reparto audio è carico di tensione, proprio come una puntata della serie TV. La colonna sonora è originale ed eseguita magistralmente dall’emergente gruppo indie rock londinese Feverist. Rock allo stato puro, ricco di emozioni e con una significativa nota di nervosismo. Completamente assenti, invece, i dialoghi, a favore di inefficaci frasi messe per iscritto che non rispecchiano, in nessun modo, il carattere prettamente freddo, brusco e permaloso dei componenti della famiglia Shelby.

Non pervenuto il reparto online. Parlando invece delle configurazioni di gioco, bisogna ammettere che le meccaniche e i controlli non sono sempre immediati e accurati. Talvolta gli input del controller, soprattutto per quanto riguarda la levetta analogica, non vengono percepiti in maniera corretta e bisogna tornare indietro più volte per effettuare un determinato movimento diverso da quello effettuato in passato. Aggiungiamo alle note negative anche il tema della mancata localizzazione in italiano. Il gioco è, infatti, interamente in inglese, sia nei menù, sia nelle sequenze narrative, sia negli obiettivi dei livelli. Insomma, sotto diversi punti di vista, questo titolo stenta ad arrivare alla sufficienza.

Peaky Blinders Mastermind

Trofeisticamente parlando: il tempo è denaro

Peaky Blinders: Mastermind possiede un set di trofei ristretto ma di alto rango rispetto ad altri titoli. La lista prevede sedici trofei di bronzo, otto d’argento e ben sei d’oro, oltre al Platino dalla difficoltà elementare. Il percorso per il trofeo più importante è infatti decisamente semplice. Una volta presa familiarità con i comandi e capito l’obiettivo di ogni missione, lo scopo principale è concludere nel più breve tempo possibile, ottenendo così un tempo d’oro che rimane, in ogni caso, di larga manica se tutte le azioni verranno architettate nel migliore dei modi.

Una volta realizzati tutti i tempi d’oro, non rimane altro che dare la caccia ai pochi collezionabili presenti in tutte e dieci le missioni. Il resto dei trofei è totalmente guidato dalla storia, risultando quindi immancabili se si punta a finire il videogioco. Peaky Blinders: Mastermind si platina con uno sforzo minimo e il massimo trofeo è ottenibile in una manciata di ore. Insomma, un Platino goloso e di classe da esporre in bacheca.

VERDETTO

Peaky Blinders: Mastermind è un accattivante puzzle game con un gameplay inedito e stuzzicante. La possibilità di gestire parallelamente tutti i personaggi in un'unica linea temporale è un'idea ingegnosa che potrebbe dare vita a un filone del tutto nuovo. Peccato per la durata decisamente breve e per la non curata gestione del reparto tecnico, che comprende sia la scarsa ottimizzazione dei comandi, sia l'assenza di video o dialoghi di ogni genere, sia la totale mancanza della localizzazione in italiano. Ottima scelta per i cacciatori di trofei che puntano a un Platino semplice e veloce da ottenere in una manciata di ore.

Guida ai Voti

Antonino Gennaro
Appassionato di videogiochi di nuova generazione e collezionista di giochi retrò che hanno fatto di PlayStation il prodotto d'eccellenza che conosciamo oggi. Sono un nerd a 360 gradi: oltre ai videogiochi, apprezzo tutto ciò che è arte per gli occhi. Adoro guardare anime preferibilmente in giapponese, leggere manga di ogni genere, amante del cinema cult e fanatico della fotografia.