Perception – Recensione

Sviluppatore: The Deep End Games Publisher: Feardemic Piattaforma: PS4 Genere: Horror Giocatori: 1 PEGI: 16 Prezzo: 21,99 € Italiano:

Perception è l’ennesimo titolo arrivato a noi grazie a una campagna Kickstarter: due anni fa infatti, The Deep End Games, team di sviluppo composto da sviluppatori con alle spalle titoli come BioShock e Dead Space, lanciò il progetto sulla nota piattaforma di crownfunding. L’obiettivo fu raggiunto grazie all’originalità del gioco: in Perception infatti affronteremo un’avventura dalle tinte horror impersonando i panni di Cassie, una ragazza non vedente. Riteniamo che il tema dell’handicap nei videogiochi sia un argomento ancora poco sperimentato, anche se in passato abbiamo già recensito un’esperienza videoludica di questo tipo con Beyond Eyes, che però analizzava il tema da una prospettiva completamente diversa rispetto a Perception. Una sfida interessante per gli sviluppatori, che abbiamo recensito per voi.

Una corda, un biglietto, una mela e un’ascia

Come già detto, in Perception impersoneremo la povera Cassie, tormentata da mesi da misteriosi incubi. Al centro di questi sogni c’è sempre una casa, che la protagonista decide di visitare. All’interno dell’edificio capiremo subito che c’è qualcosa che non va, e che la villa è completamente infestata da presenze: alcune amichevoli, altre meno. Il nostro obiettivo nell’avventura sarà quindi quello di esplorare la casa, provare a interagire con gli spettri e cercare di scoprire il vero motivo degli incubi di Cassie.

Inutile dirvi che approfondire ulteriormente la descrizione della trama porterebbe a inevitabili spoiler, motivo per cui non andiamo oltre. Quello che però possiamo dirvi è che il gioco ci ha convinto sotto l’aspetto narrativo, grazie a una storia raccontata attraverso oggetti (che evocheranno una sorta di ricordo del vecchio possessore), note e registrazioni audio, senza contare i messaggi criptici lasciati dalle presenze che popolano la casa. Ogni piccolo pezzo di puzzle andrà poi a formare un disegno più grande, che ci permetterà di vedere chiaro sull’intera faccenda. Questa narrazione graduale è però gestita in maniera ottimale e non annoia mai, anzi, riesce pienamente a coinvolgere il giocatore.

Il tutto poi si svolge nell’atmosfera cupa della casa, che non potrà non spaventarvi. La componente horror ci ha infatti convinto e, seppur essendo inferiori ai massimi esponenti del genere come Amnesia e compagnia, è riuscito spesso e volentieri a farci venire qualche brivido o, nei casi peggiori, a farci fare qualche salto dalla sedia. I piccoli “jumpscare” sono solo il culmine della tensione creata durante l’esplorazione, continuamente trasmessa al giocatore attraverso l’oscurità, i piccoli rumori di sottofondo (come il vento che si infrange sulle finestre o radio e TV misteriosamente accese) e ovviamente alla sensazione di essere osservati e cercati da una presenza maligna. Insomma, trama interessante e atmosfera cupa al punto giusto, cosa manca a Perception per essere un horror con i fiocchi?

httpvh://youtu.be/KSBN6eHkYuQ

Una presenza… assente

Il vero punto debole del titolo di The End Deep Games è per noi il gameplay, ma partiamo con ordine: Perception fondamentalmente è un’avventura grafica in prima persona, nella quale dovremo orientarci nel buio attraverso l’ecolocalizzazione (utilizzata anche in natura da pipistrelli e delfini) che la protagonista ha imparato a utilizzare per provare a vivere una vita normale, nonostante il suo handicap. Sbattendo a terra il nostro bastone, illumineremo l’area circostante per qualche secondo. Questa feature, seppur concettualmente interessante, poteva essere implementata meglio: innanzitutto alla lunga il rumore del bastone può risultare piuttosto fastidioso (anche se è possibile abbassare il volume del suo effetto sonoro), poi, soprattutto nelle fasi di esplorazioni più lunghe, muoversi e orientarsi può risultare un po’ troppo lento e macchinoso.

A causa di questo difetto ci siamo spesso ritrovati a girare a vuoto per la casa, raggiungendo in poco tempo la noia. Anche il gioco ci mette del suo per spezzare il ritmo, con l’assenza pressoché totale di un livello di sfida o di un’interattività più profonda. L’unica minaccia all’interno del gioco è data da una presenza che ci rincorrerà se faremo troppo rumore con il bastone, dalla quale sarà possibile sfuggire nascondendosi in ceste, armadi, sotto ai letti o dietro a grandi quadri. Esplorando con calma quindi, senza abusare del bastone, potremo raggiungere il finale del gioco praticamente senza minacce tangibili. L’unica eccezione è da riscontrare nell’ultima mezz’ora di gioco: le fasi finali infatti hanno qualcosa di più anche sotto l’aspetto del gameplay, grazie a un ritmo molto più concitato.

C’è poi da parlare anche della longevità: ovviamente è sempre più importante la qualità della quantità, e molti giochi in passato ci hanno insegnato che è possibile emozionarsi anche in un paio d’ore. Perception dura all’incirca 4-5 ore, con quattro capitoli all’attivo: nonostante i suoi difetti, il gioco ci è piaciuto, ma la sua durata in effetti risulta un po’ troppo breve, considerando anche il prezzo a cui viene proposto il titolo.

Ecolocalizzazione

Valutare tecnicamente Perception non è troppo facile: attraverso l’ecolocalizzazione infatti vedremo tutto di colore blu, senza contare il verde che contraddistingue porte principali e nascondigli, e il giallo e il rosso che ci allertano sulla vicinanza della presenza oscura. Il concept funziona e contribuisce all’atmosfera, pur obbligando a scelte di gameplay non sempre felicissime. Ottimo il comparto audio, con un buon doppiaggio ma soprattutto ottimi rumori di sottofondo. Da segnalare infine la presenza dei sottotitoli in italiano, anche se a causa di qualche bug, ci è capitato più di una volta di imbatterci in frasi non tradotte o addirittura nella scomparsa totale dei sottotitoli.

Trofeisticamente parlando: esplora con attenzione

Perception offre 32 trofei, tra cui l’ambitissimo Platino. Per ottenere tutti i trofei è necessario completare il gioco ed esaminare tutto ciò che si trova nei livelli: oggetti, note e registrazioni audio. Un trofeo prevede anche di portare a termine l’avventura senza mai allertare la presenza. Considerata la durata non smisurata del titolo, il Platino dovrebbe essere una faccenda archiviabile in un tempo ragionevole. Per ulteriori informazioni vi invitiamo a consultare il nostro elenco trofei in italiano.

VERDETTO

Perception ci ha convinto sotto il profilo narrativo: la trama è infatti raccontata in maniera interessante e fa appassionare il giocatore alle vicende di Cassie, per venire a capo del mistero che circonda la casa di Echo Bluff. Anche l'atmosfera è stata curata ottimamente e riesce a mantenere sempre alta la tensione del giocatore. Ci ha convinto meno il gameplay, con qualche dinamica che forse poteva essere implementata meglio e qualche fase di esplorazione fin troppo lenta. Perception rimane comunque un'avventura horror molto originale che consigliamo ad amanti e non, magari aspettando un calo di prezzo, forse un po' alto considerando la longevità del gioco.

Guida ai Voti

Gennaro Favatà
Detto anche Giovanni, dagli amici di Ubisoft. Newser, inviato, grafico e se sei fortunato lo trovi anche sul forum di PlayStationBit. Ama alla follia fumetti, cartoni animati, videogiochi e quanto di più colorato e nonsense ci sia, non disdegnando però generi più dark come l'horror e il noir. Inoltre, come ogni eroe che si rispetti, sa trattenere il fiato per dieci minuti.