Realms of Arkania: Blade of Destiny – Recensione

Sviluppatore: Crafty Studios Publisher: UIG Entertainment Piattaforma: PS4 Genere: Gioco di Ruolo Giocatori: 1 PEGI: 12 Prezzo: 39,99 € Italiano:

Realms of Arkania: Blade of Destiny è un gioco dalle diverse interpretazioni; sicuramente si tratta di un titolo per un pubblico di nicchia, un remake dell’omonimo titolo per Amiga e PC sviluppato da Attic Entertainment datato addirittura 1992, nonché primo gioco a essere ambientato nel mondo di gioco di The Dark Eye. Insomma, quello che prendiamo in esame quest’oggi è un prodotto per tutti i gamer nostalgici dei primi RPG. Fatta questa breve e doverosa introduzione, possiamo partire con la recensione.

Iniziamo l’avventura

Realms of Arkania nasce come una trasposizione del gioco cartaceo The Dark Eye meglio conosciuto in Italia come Uno sguardo nel buio, di origini tedesche e ambientato in un mondo fantasy medioevale chiamato Aventuria, successivamente rinominato Arkania. Il titolo di certo non fa dell’originalità la sua peculiarità, infatti ci troviamo ad avere per le mani un Dungeons & Dragons nudo e crudo, ma trasportato su console. Il titolo originale del 1992 divenne famoso e adorato dai giocatori, proprio per il suo essere un RPG legato a una concezione cartacea. Ovviamente il tutto va letto in chiave molto old school; stiamo pur sempre parlando di un titolo degli anni Novanta. Tuttavia è da lodare il lavoro svolto dagli sviluppatori specialmente nel primo capitolo, dove possiamo apprezzare la cura maniacale dello sviluppo del ruleset in stile The Dark Eye.

Cominciata l’avventura, ci ritroveremo in un tempio con il nostro personaggio in una delle tante città disponibili nella vasta mappa messa a disposizione. Davanti a noi ci ritroviamo una figura losca tramite la quale possiamo modificare a nostro piacimento il party di gioco. Una volta selezionata la classe e di conseguenza la razza (ce ne sono ben undici tutte connesse tra loro, ossia: non potremmo fare un elfo ladro oppure un nano mago, ma ci sono combinazioni già preconfezionate), abbiamo la possibilità di assegnare dei punti al nostro personaggio per delinearne le varie abilità. Gli attributi primari sono sette (Courage, Cleverness, Charisma, Agility, Dexterity, Intuition, Strenght), idem le debolezze (Superstition, Fera of Heights, Claustrophobia, Greed, Curiosity, Violent Temper, Fear of the Dead), mentre skill e incantesimi sono veramente tanti e ben variegati. Prima di abbandonare il tempio sacro fate tesoro delle parole del tipo losco a cui abbiamo accennato, secondo cui Arkania è un mondo ideale cui immolare la propria vita in cambio dell’onore e della ricchezza.

All’uscita del tempio, inebriati dalla luce mattutina, ci ritroveremo vuoti, in tutti i sensi; infatti tra le missioni da fare, sia primarie, sia secondarie, non troveremo nulla. Decidiamo così di lanciarci all’avventura e troviamo la città di Thorwal; è qui che si prova un senso di tristezza e malinconia. La città risulta essere statica, i personaggi sembrano dei morti viventi, tutto sembra non avere un’anima, persino i maiali presenti in città sembrano essere stati collocati in questo modo senza un reale motivo.

A contribuire a tutto ciò contribuisce la grafica, che risulta ripetitiva e monotona. Non mancano i glitch; durante una vostra sessione di gioco potrebbe capitarvi di trapassare un albero senza che questo vi blocchi. Le texture, almeno, sono ben fatte, i colori sono ben bilanciati e non si riscontrano cali di frame rate. La colonna sonora gioca una parte fondamentale nell’insieme. Tuttavia, nemmeno quest’ultima è soddisfacente. Sono presenti due tracce audio: una per gli interni e una per gli esterni. Il volume rompe i timpani e risulta, dunque, insoddisfacente, ma apprezzabile è comunque il tipo di musica scelta, in tema medioevale. I dialoghi sono tutti in lingua inglese o tedesca a seconda della scelta; un altro punto a sfavore, poiché, visto il costo elevato del titolo, ci saremmo aspettati l’implementazione almeno dell’italiano, dello spagnolo e del francese.

Combattimenti e nemici

I combattimenti avvengono qualora il nostro personaggio incontri bande di malviventi, ostilità e quant’altro. Il sistema è molto semplice: sulla mappa sarà presente una sorta di scacchiera sulla quale posizionare le vostre unità, a patto che abbiate sufficienti punti di movimento. Una volta posizionate le varie unità comincia il combattimento; se avete unità specializzate nel corpo a corpo, dovete posizionarvi in una casella adiacente al nemico. Qualora invece abbiate un’unità di arcieri o maghi che attaccano dalla distanza, dovete porvi a una distanza utile per poter sferrare gli attacchi.

Attenzione: se non vi trovate alla distanza giusta andrete in contro a dei malus. Ad esempio, se si decide di mettere un arciere a una certa distanza di caselle (cinque, ad esempio) non è detto che il vostro personaggio sia in grado di attaccare il nemico. Bisogna tenere conto di tantissime variabili, tra cui anche gli ostacoli e le statistiche del vostro party. In caso contrario si andrà incontro a sgradevoli sorprese come la morte della propria unità con un singolo colpo del nemico. Insomma, il sistema di combattimento alle volte non risulta essere così bilanciato tra proprio party e nemici, altro ennesimo punto a sfavore per il gioco.

Trofeisticamente parlando: ma quanto ci vuole?

Ci sono quarantuno trofei in totale, ventisei di bronzo, dieci argento, quattro oro e il Platino. Sono tutti trofei raggiungibili giocando tantissime ore e battaglie; per raggiungere il trofeo Lazy Bugger, dovremo giocarne un centinaio. Si tenga conto anche della necessità di solcare i mari per giorni, venti in totale, per il trofeo Sailor.

VERDETTO

Non basta il lavoro svolto in tutti questi anni a far apprezzare a pieno il titolo anche dagli utenti meno esigenti. A testimonianza di quanto affermato sono presenti su PlayStation 4 solamente due community che contano circa sessantacinque persone in totale.

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