Remothered: Tormented Fathers – Recensione

Sviluppatore: Stormind Games Publisher: Darril Arts Piattaforma: PS4 Genere: Horror Giocatori: 1 PEGI: 18 Prezzo: 29,99 € Italiano:

Remothered: Tormented Fathers ha catturato la nostra attenzione fin da subito; un survival horror sviluppato da un team italiano e ambientato nel Bel Paese, di certo non poteva non incuriosirci. Addentrandoci però nell’avventura, oltre alla simpatia per la provenienza del prodotto, abbiamo cominciato ad apprezzare questo titolo per molti altri fattori. Nonostante diversi difetti, anche abbastanza evidenti, quest’avventura è riuscita a coinvolgerci come poche altre nel suo genere. Il perché lo potete scoprire nella nostra recensione.

REM

Dopo una breve introduzione, veniamo subito catapultati nella storia, senza troppe spiegazioni; vestiamo i panni di Rosemary Reed (evidentemente ispirata alla Jodie Foster del Silenzio degli innocenti), una dottoressa dell’istituto Santa Margherita (almeno a suo dire) presentatasi a casa di Richard Felton. La donna dice di voler riesaminare il caso dell’anziano, rilasciato dalla clinica per l’impossibilità di comprendere e curare la sua particolare malattia. Una volta faccia a faccia con l’uomo, però, Rosemary comincia a fare domande personali al dottor Felton, chiedendo di sua figlia Celeste, apparentemente fuggita di casa.

L’uomo, in precedenza affabile e cordiale, perde il controllo e, insieme alla sua infermiera Gloria, che nel frattempo ha scoperto che la nostra protagonista non è in realtà una dottoressa, ci manda via in maniera irritata. Le motivazioni di Rosemary però sono evidentemente molto importanti, per cui, in qualche modo, riusciamo nuovamente a intrufolarci in casa, con l’obiettivo di interrogare la moglie del dottor Felton e scoprire di più sulla sparizione di Celeste. Una scelta che si rivelerà non molto saggia, visti gli orrori che la donna troverà all’interno della magione. Tra culti religiosi, misteriose malattie, parassiti, sedute di ipnosi e persone con problemi di instabilità mentale, la nostra protagonista dovrà affrontare un vero e proprio inferno in terra, uno di quei viaggi che cambiano per sempre.

Questo è ovviamente solo un breve incipit dell’avventura, che si evolve con molti colpi di scena, svelando pian piano tutto (o quasi) sul passato dei personaggi e sugli eventi nei quali sono stati coinvolti. La narrazione è davvero interessante e riesce a catturare l’attenzione fin da subito, coinvolgendo il giocatore dal primo all’ultimo istante dell’avventura. Per temi trattati, suspance e per i diversi colpi di scena presenti, non potrete fare a meno di voler giocare Remothered per capire cosa è davvero accaduto nel passato dei protagonisti. Sotto il punto di vista narrativo, quindi, questo survival horror è pienamente promosso, grazie all’originalità della trama e al modo in cui viene presentata. Questo, tra l’altro, è solo il primo capitolo di una trilogia; arrivati alla fine, comunque, seppur con qualche questione irrisolta, la trama principale viene portata a termine in maniera esaustiva.

Moth

Dopo aver parlato della storia che, come avrete capito, è riuscita a conquistarci, analizziamo il gameplay, sul quale invece abbiamo avuto qualche perplessità. Il gioco, in sostanza, è uno stealth; durante l’avventura potremo solo nasconderci e scappare dai nemici, senza poter attaccare con pistole o armi di vario tipo. Potremo però raccogliere diversi oggetti sparsi per la villa, da tagliacarte a corde fino a bambole o bottiglie, per difenderci o creare diversivi. Il nostro obiettivo sarà quello di investigare sul caso e risolvere i vari enigmi sparsi all’interno della casa, che di solito consistono nel trovare un oggetto in un luogo per poi usarlo nel posto giusto, sbloccando una nuova area o un altro strumento utile. Dovremo quindi esplorare silenziosamente la villa, costantemente minacciati dagli “stalker” che si aggirano per l’abitazione alla ricerca della sfortunata Rosemary.

Mother

L’impossibilità di reagire e il costante pericolo riescono a provocare nel giocatore un certo stato d’ansia e di paura, rientrando perfettamente nelle prerogative del genere horror, almeno inizialmente. L’effetto tensione tende a svanire con il passare del tempo; la presenza troppo invadente degli stalker in alcune fasi, con conseguente ripetitività del gameplay, e la grandezza relativa dell’abitazione, che una volta memorizzata ci permetterà di evitare il pericolo in maniera piuttosto semplice, rompono la magia (o la maledizione, fate voi) che inizialmente immerge completamente il giocatore nell’avventura.

Con la scoperta di nuove aree e la presenza più ponderata e meno opprimente degli stalker, la situazione migliora sensibilmente, soprattutto verso la fine, ma ciò non toglie il leggero senso di frustrazione provato in alcune fasi. La cura riposta nella narrazione permette di chiudere un occhio senza troppa fatica su qualche balbettio del gameplay (e non solo), ma comunque non nasconde i difetti che potrebbero influenzare, seppur in modo marginale, l’esperienza di gioco.

Il comparto tecnico di Remothered, ancor più del gameplay, ha diversi lati negativi. La realizzazione tecnica è a dir poco arretrata, con modelli e animazioni non all’altezza di questa generazione. Le risorse erano evidentemente limitate e per questo non ci sentiamo di condannare la produzione, che rimane comunque molto godibile sopratutto grazie alla sua ambientazione. La magione è infatti molto dettagliata e riesce a incutere terrore grazie ai tanti giochi di luce e ombra, seppur con tutti i limiti tecnici di cui vi abbiamo già parlato. Ottimo invece il comparto audio, con un buon doppiaggio in lingua inglese (con sottotitoli in italiano), ma soprattutto tanti effetti sonori da far accapponare la pelle. Il rumore dei passi degli stalker, le loro parole farfugliate, il suono di una porta che si apre; riuscirete a utilizzare tutto ciò per sfuggire alla minaccia o verrete sopraffatti dalla paura?

Other

Un altro punto da tenere in considerazione parlando di Remothered è sicuramente la longevità. Per portare a termine quest’avventura da brividi vi basteranno tra le quattro e le cinque ore, forse poche anche in relazione al prezzo di lancio. Ovviamente preferiamo contenuti più condensati e originali, piuttosto che ripetere le stesse azioni per allungare la durata del gioco, ma qualcosa in più si poteva sicuramente fare, magari con qualche enigma ambientale in più e un po’ più articolato. Anche la difficoltà non aiuta; presa confidenza con la villa e con le meccaniche di gameplay, come vi avevamo già accennato in precedenza, è piuttosto semplice sfuggire ai propri stalker, velocizzando sensibilmente le fasi esplorative e il proseguimento dell’avventura.

Trofeisticamente parlando: Red

La lista trofei di Remothered: Tormented Fathers è, a dir la verità, piuttosto scarna. Con appena dieci trofei, senza Platino, ottenere tutte le coppe sarà piuttosto semplice (soprattutto guida alla mano). Oltre ai tanti obbiettivi legati alla storia, quello più rognoso vi richiederà di raccogliere tutti i diciannove collezionabili. Attenzione anche agli atri due trofei mancabili, che vi costringeranno a ricominciare l’avventura nel caso doveste lasciarli per strada. Sul nostro forum potete già trovare la guida ai trofei completa, per arricchire la vostra bacheca con un 100% da brivido.

VERDETTO

Remothered: Tormented Fathers, nonostante diversi difetti e limiti tecnici, è riuscito a convincerci e coinvolgerci dall'inizio alla fine. L'atmosfera, grazie a tutti i misteri della trama e alla costante minaccia degli stalker, riesce alla perfezione nel suo obiettivo di trasmettere un costante stato d'ansia nel giocatore. In alcune fasi questo effetto viene meno, a causa di qualche scelta di gameplay da rivedere, ma comunque non potrete fare a meno di voler portare a termine l'avventura per scoprire tutta la verità dietro al caso di Richard Felton e all'identità di Rosemary Reed. Attendiamo con grande entusiasmo il prossimo episodio della trilogia, che potrebbe davvero rendere quest'avventura imprescindibile per gli amanti del genere, a condizione di migliorare i propri punti deboli e confermare i punti di forza.

Guida ai Voti

Gennaro Favatà
Detto anche Giovanni, dagli amici di Ubisoft. Newser, inviato, grafico e se sei fortunato lo trovi anche sul forum di PlayStationBit. Ama alla follia fumetti, cartoni animati, videogiochi e quanto di più colorato e nonsense ci sia, non disdegnando però generi più dark come l'horror e il noir. Inoltre, come ogni eroe che si rispetti, sa trattenere il fiato per dieci minuti.

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