Resident Evil 3 – Recensione

Sviluppatore: Capcom Publisher: Capcom Piattaforma: PS4 Genere: Horror Giocatori: 1 (Online: 2-5) PEGI: 18 Prezzo: 59,99 € Italiano:

Ne avrete già lette e sentite di ogni. “Resident Evil 3 dura poco”, “ci sono parti tagliate”, “non ha nulla a che vedere con un vero Resident Evil”. In questa recensione, proveremo a farvi osservare il titolo da un nuovo punto di vista.

Giocando questo remake non ho potuto fare a meno di notare quanto il mondo sia strano; il tempo passa, ma le cose non cambiano mai. E ciò vale per qualsiasi aspetto della vita, dal rispetto delle tradizioni, alle abitudini quotidiane e alle stranezze del mercato dei videogiochi. Perché vi dico questo? Perché, complice la clausura imposta dal decreto ministeriale, a distanza di vent’anni mi sono ritrovato ancora in cameretta, rigorosamente di notte, a giocare un horror in compagnia di mio fratello. Perché il ritorno di Nemesis coincide esattamente con quanto successe nel 1999, un periodo non esattamente tutto rose e fiori in casa Capcom. Come direbbe un altro cattivone, “follia è fare e rifare le stesse cose”. Ma non sempre, questa volta ha un non so cosa di poetico.

Resident Evil 3

Due decadi per non cambiare

E’ il 1998 quando nasce un vero e proprio cult, un videogioco entrato nell’immaginario collettivo come il “miglior horror” e che ha contribuito al successo globale dell’industria videoludica. Parliamo di Resident Evil 2, successo senza tempo nato dalla mente di Hideki Kamiya. Le straordinarie vendite fatte registrare spinsero Capcom a voler realizzare un sequel, migliore sotto tutti i punti di vista rispetto al precedente. Gli hardware disponibili, però, non erano sufficientemente potenti e per questo il progetto virò su next-gen: l’allora visionaria PlayStation 2.

Settembre 1999. Nelle radio italiane impazza ancora 50 Special dei Lùnapop, PlayStation è ormai sulla via del tramonto e in Giappone viene ufficialmente lanciato Resident Evil 3: Nemesis, o The Last Escape, che dir si voglia. Per varie vicissitudini interne, che non vi racconteremo in quest’occasione, Capcom fu costretta a rilasciare il terzo capitolo della sua saga più fruttuosa in fretta e furia. Il titolo, nuovamente affidato al genio di Kamiya, portò pochissime novità e riciclò asset, moveset ed enigmi  del suo predecessore, ma nonostante questo critica e pubblico lo osannarono. Il motivo? Uno solo: Nemesis.

Vent’anni volano via in un attimo e arriviamo al 2019. Internet è finalmente disponibile ovunque, noi videogiocatori impariamo nuovi termini come 4K, HDR o ray tracing e la saga di Resident Evil è ancora viva e vegeta. Dopo diversi scivoloni, però, il brand è allo sbando, la formula magica non funziona più. Capcom ha bisogno di dare nuovo lustro alla serie, arrivato solo parzialmente con il settimo capitolo, e per far ciò riesuma Leon e la spaventosa stazione di polizia di Raccoon City. Un successo. Il remake di Resident Evil 2 non è solamente un’operazione nostalgia, è un titolo che tutti dovrebbero giocare.

Passa un anno e, come due decadi fa, la storia si ripete. E’ l’alba di una nuova, straordinaria generazione e Capcom approfitta del botteghino ottenuto con Resident Evil 2 per sfornare in fretta e furia un nuovo remake. Oggi come allora, Resident Evil 3 riutilizza quanto possibile dal suo predecessore: dagli iconici luoghi ricreati con il meraviglioso RE Engine alle meccaniche di gioco, ora marcatamente più votate all’azione. Il motivo principale per tornare a visitare una cittadina invasa dagli zombi? Nemesis. Il lupo perde il pelo, ma non il vizio.

Resident Evil 3

Fuga disperata

Raccoon City. Sempre più spesso i notiziari della città raccontano di strani episodi, di gente scomparsa misteriosamente o di isterie di massa. Il dipartimento di polizia locale è in stato di massima allerta e la squadra speciale S.T.A.R.S. viene chiamata a investigare su quegli strani fenomeni. Al termine delle indagini, Jill Valentine e i membri sopravvissuti della task force verranno a scoprire che la causa dei disordini è l’azienda farmaceutica Umbrella, la quale ha sviluppato una micidiale arma biologica, il virus T. Tuttavia, ogni rapporto viene distrutto e la verità messa a tacere… la stessa polizia è nelle mani della Umbrella.

E’ una notte come tutte le altre in quel di Raccon City. Nei vicoli bui del centro abitato si possono udire versi grotteschi e i cittadini sono posti in quarantena, rinchiusi terrorizzati nelle proprie abitazioni. Anche Jill, tornata sana e salva dal suo incarico, cerca di riposare. La ragazza, però, ha visto cose orribili per poter chiudere occhio serenamente. Decisa a svelare al mondo la terribile verità scoperta in quello noto come l’incidente della Villa, all’indomani si metterà in viaggio per fuggire dalla città. Non sa ancora che questo non avverrà mai. Jill sa troppo, deve essere eliminata.

Action? Assolutamente no

E’ notte fonda quando, ancora sveglia e tartassata dagli incubi, riceve una spaventosa chiamata da un suo ex-collega. ”Devi andare via da lì, ora, subito!”. Ma Jill non fa in tempo a rispondere che la parete della stanza viene disintegrata. Alla soglia si vede un’imponente figura nera, una mostruosità capace di azioni al limite del possibile. “S.T.A.R.S…”, sembra pronunciare. E’ Nemesis, una brutale creatura deforme portata in città dalla Umbrella per svolgere una sola missione, cercare e sterminare le sue prede. E ha appena trovato il suo primo obiettivo, Jill Valentine.

Come avrete capito, essenzialmente Resident Evil 3 narra di una fuga da un orrido essere. Una trama apparentemente banale, ma che se colta in ogni suo frammento porterà gli utenti a riflettere. Solo proseguendo con la narrazione potremo comprendere che il vero mostro è l’uomo stesso, bramoso di denaro e potere anche a costo di mietere vittime. A contrapporsi alla figura appena descritta è quella eroica di Jill, accompagnata dal mercenario Carlos. Oltre che il prevedibile e tanto criticato face lift, in questo remake i due protagonisti hanno subito una profonda ricaratterizzazione interiore orientata verso un fervente senso civico e il non scendere a compromessi, che permette ai giocatori di apprezzarne maggiormente le gesta.

Resident Evil 3

Uno degli aspetti che più ha generato scalpore di questo remake è il suo lato più action rispetto al predecessore, in particolare nelle sezioni in cui si assume il controllo di Carlos. In Resident Evil 3 viene messo a disposizione del giocatore un buon numero di munizioni, ma non aspettatevi di poter sparare a raffica o di poter sprecare proiettili. In primis perché il sistema di mira è privo di qualsivoglia tipo di assistenza e spesso e volentieri mancherete il bersaglio. In secondo perché i nemici sono numerosi e ostici – per atterrare il più banale degli avversari sono necessari almeno tre colpi in testa – e lo spazio a disposizione nell’inventario è veramente risicato, pur trovando borselli aggiuntivi che aumentano il numero degli slot. I combattimenti sono stati resi decisamente più vari dall’utilizzo del coltello da combattimento e dalla schivata che, se attivata al momento giusto, ossia poco prima di un attacco, si traduce in una rotolata. Quest’ultima azione, assieme alla presenza di barili esplosivi e generatori elettrici in grado di stordire interi gruppi di nemici, ha sollevato non poche polemiche. Non dovremmo scordarci che la ragazza non è più una novellina e che essendo sopravvissuta agli orrori della villa ha già imparato ad affrontare il virus T. E’ comunque quasi impossibile abusare di quell’abilità, dato che richiede un elevato timing.

Il fattore horror, dunque, non è annullato, anzi, ne giova grazie alla quasi costante presenza di Nemesis. Il mostro derivato dalla serie Tyrant è in grado di potenziare gli zombi, spiccare enormi balzi e scattare, maneggiare armi e persino mutare forma. Di fronte al suo cospetto, è possibile solamente fuggire. Questo, almeno, solo nella prima parte del gioco, visto che dopo aver trovato il giusto armamentario potremo temporaneamente metterlo KO. Ciò, comunque, non attenua il fattore ansiogeno dato dalla sua figura opprimente.

Resident Evil 3

Superata la prima fase, a sterzare in maniera netta non ci sono solamente gli scontri con Nemesis, ma anche l’intero level design. Se inizialmente il giocatore può vagare “in tutta tranquillità” per un intero quartiere di Raccoon City, perdendosi tra le sue vie oscure e i negozi disastrati, in seguito il titolo si sviluppa su binari ben precisi, divenendo più lineare e perdendo buona parte dell’atmosfera dettata dall’esplorazione. Sono state anche eliminate intere sezioni di gioco, quasi tutte dalle meccaniche troppo old style per poter funzionare al giorno d’oggi. In ogni caso, le ambientazioni sono ben realizzate, anche grazie allo straordinario RE Engine, motore grafico proprietario di Capcom che già in Resident Evil 2 ci aveva lasciato a bocca aperta. A stupire maggiormente, oltre ai dettagli fisici di protagonisti e antagonisti, sono gli effetti scenici della città, dalle luci degli edifici alle auto in fiamme, fino agli straordinari dettagli della metro.

A detta di molti, uno dei principali difetti di Resident Evil 3 è la longevità, che nella prova effettuata si assesta sulle sei ore e mezza (cinque di gioco effettivo). Troppo poco? Forse, ma questo remake è privo di sezioni insulse, breve ma intenso. Una delle migliori esperienze che potrete mai provare. E se al termine della partita non ne avrete ancora abbastanza, potrete sempre ricominciare il gioco a un livello di difficoltà maggiore, tentando di migliorare lo score totalizzato approfittando della possibilità di usufruire di alcuni vantaggi acquistabili con i punti ottenuti a fine run. Inoltre, con questo titolo gli utenti avranno accesso anche a Resident Evil Resistance, multiplayer survival horror online che ricalca le orme tracciate da Friday 13th: The Game o Dead by Daylight.

Vive la RÉsistance

Conosciuta anche come Project Resistance, questa modalità sviluppata da NeoBards Entertainment, inedita per il franchise, coinvolge i giocatori in una fuga disperata in partite online 1 contro 4. Da una parte potremo schierarci con i Sopravvissuti, un gruppo di ragazzi catturati dalla Umbrella per essere usati come cavie, dall’altra potremo impersonare il Mastermind, ovvero colui che conduce gli esperimenti. Mettendoli di fronte a una continua lotta contro il tempo, il Mastermind mira a raccogliere preziosi dati sulla psiche dei ragazzi, controllando le loro azioni attraverso telecamere di sicurezza, esattamente come in Saw. L’unico obiettivo dei fuggiaschi è quello appunto di scappare dalla prigionia, aiutandosi l’un l’altro per eliminare tutti gli ostacoli di fronte al loro cammino.

A inizio partita, i giocatori potranno selezionare uno tra sei differenti personaggi, ognuno con proprie abilità peculiari. Samuel, ad esempio, è un ex-pugile in grado di mettere al tappeto gli zombi a suon di pugni, mentre Valerie ha una visione più ampia, che le permette di individuare facilmente gli oggetti sparsi per le aree di gioco. Cooperare e coordinarsi è fondamentale per avere successo, per cui giocare in squadra diviene quasi obbligatorio. Esattamente come nel titolo principale, i ragazzi devono affrontare ogni genere di mostruosità, cercando al contempo munizioni, erbe mediche o zone sicure in cui riflettere sulla prossima mossa. Solo completando obiettivi specifici, come la ricerca di materiali, i Sopravvissuti potranno avanzare all’interno della struttura; superate tre sezioni, conquisteranno la libertà.

Resident Evil Resistance

A impedire la fuga vi è il Mastermind, che come detto controlla la situazione sfruttando delle telecamere. Il giocatore che interpreta questo ruolo è in grado di posizionare trappole di ogni genere attraverso un sistema che ricorda un gioco di carte. A ogni trappola corrisponde una carta il cui uso è soggetto a un costo di utilizzo. Zombi più potenti richiedono  più punti per poter essere schierati –  e un tempo di ricarica maggiore, mentre le trappole base possono essere posizionate quasi a ripetizione. Sfruttare al meglio le ambientazioni e costruire un mazzo che alterna carte costose ad altre meno è la soluzione ideale per fermare i Sopravvissuti.

Resident Evil Resistance presenta quattro problemi fondamentali. Il primo è rappresentato dal design delle mappe, che risulta essere di alto livello ma che genera perplessità. Sorprende dover fuggire da un saloon americano, da un luna park abbandonato o da un casinò, quando la vicenda dovrebbe svolgersi in un laboratorio. Il secondo, come intuibile, è la struttura stessa della modalità. Non giocando in compagnia e non organizzando una buona squadra, il divertimento scema completamente. Infine, quelli indubbiamente più gravi, sono il sistema di shooting altamente impreciso e il gameplay che favorisce il pay-to-win. Nulla che non si possa risolvere attraverso una patch.

Trofeisticamente parlando: se non lo platinate, Nemesis vi verrà a prendere

Il set trofei di Resident Evil 3 include sole trentatré coppe, suddivise in sedici di bronzo, dodici d’argento e quattro d’oro, a cui bisogna aggiungere l’ovvio Platino. A dispetto delle aspettative, questo 100% vi porterà via parecchio tempo, dato che dovrete completare la storia più volte – a vari livelli di difficoltà, entro due ore oppure ottenendo il rango massimo – e cercare tutti i collezionabili. Per facilitarvi la vita, all’interno della guida ai trofei disponibile sul nostro forum potrete trovare qualche utile trucchetto.

Per quanto riguarda Resident Evil Resistance, invece, il numero di trofei è più corposo. Per ottenere il Platino, dovrete prima sbloccare quarantatré obiettivi di bronzo, sei d’argento e due d’oro. La maggior parte delle coppe è sbloccabile eseguendo azioni specifiche con ognuno dei personaggi disponibili, incluso il Mastermind, e fuggendo in determinate condizioni. Anche in questo caso, per ulteriori dettagli vi rimandiamo all’elenco trofei disponibile sul nostro forum.

VERDETTO

Resident Evil 3 è stato affossato dalla critica, che ha accusato il titolo di essere poco longevo, di riciclare fin troppe idee dal suo predecessore e di essere troppo votato all’azione. A nostro parere, invece, questo remake può considerarsi come uno dei capitoli più riusciti e freschi del franchise, in piena linea con la sua storia. Il complesso sistema di mira porta i giocatori a pensarci due volte prima di premere il grilletto, la narrazione risulta sempre godibile e il comparto grafico è quanto di meglio potrete vedere su PlayStation 4. Resident Evil 3 dura quanto basta per non cadere nella ripetitività e nella noia. Al contempo è dotato di ampia rigiocabilità e di una componente multiplayer divertente, anche se sbilanciata.

Guida ai Voti

Alberto Lanzidei
Nato con la passione per la PlayStation è cresciuto coltivando l'amore verso tutti i generi di videogames. I suoi hobby, oltre il gaming, sono le auto e la palestra.

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