Non siamo soliti recensire periferiche di gioco, su queste pagine, tutt’altro. Allo stesso tempo, però, ciò che contraddistingue una console subito dopo i giochi, o forse sarebbe meglio dire le “esclusive”, è il controller. Ecco allora che l’operazione svolta da NACON in questo senso è di capitale importanza per il videogiocatore PlayStation, poiché ha un’alternativa d’eccellenza da affiancare al solidissimo e performante DualShock 4. E se avete magari qualche pelo di barba e vi siete districati al supermercato o al negozio di elettronica di turno tra improbabili controller dalla longevità di una settimana, e che definire taroccati sarebbe un eufemismo, beh, allora capirete che recensire il Revolution Pro Controller 2 era, di fatto, un atto dovuto.
Pro player (in tutto e per tutto)
Facciamo però prima un passo indietro. La rivoluzione, NACON, l’aveva iniziata già tempo addietro con il primo Revolution Pro Controller, già votato ai caratteri di professionalità e perfezione che contraddistinguono anche il suo successore. Le caratteristiche che lo distinguevano, e lo distinguono insieme al suo erede, sono uno stick analogico destro con una portata maggiore del normale, per una maggiore affidabilità e precisione. Lo stick sinistro, invece, anch’esso dotato di una curvatura di 46° gradi, è un po’ più piccolo per garantire al videogiocatore una presa migliore, e viene accompagnato, sullo stesso lato, da un D-pad a otto direzioni invece che quattro – i fan dei picchiaduro possono gioire. Anche i tasti dorsali presentano qualche modifica, poiché si presentano meglio integrati rispetto alla fisionomia del pad e più facili da trovare al tatto; i grilletti, in particolare, sembrano dare un feedback migliore, cosa assai apprezzata in un gioco di guida. La posizione di D-pad e stick sinistro è invertita, il che rende il controller, come fisionomia, molto simile a quello disponibile per la rivale di sempre Xbox. Un problema, forse, per i puristi Sony, ma una soluzione per tutti i “boxari” che sono passati, o vorranno passare, a PlayStation 4.
Al di là dei miglioramenti, tutto quanto offre il DualShock 4 è invece mantenuto, a partire dal touch pad, l’ingresso per le cuffie da 3,5 mm e i tasti Options e Share (bei tempi, in ogni caso, anche quelli in cui c’erano Select e Start, eh). O quasi. Sì, perché per venire incontro alle esigenze degli eSport – perché questo è il target di cui stiamo parlando – il Revolution Pro Controller 2 non consente di giocare senza cavo. Avete letto bene, nonostante il prezzo e l’alta tecnologia sarete costretti, da questo punto di vista, a tornare nel 2006, o giù di lì. Questo ha una motivazione specifica, nel senso che NACON ha voluto ridurre a zero la latenza, che inevitabilmente è maggiore se un controller non è collegato con un cavo. Per fortuna quest’ultimo è di ottima fattura e lungo ben tre metri, migliorato rispetto a quello del Revolution precedente, così da potere arrivare un po’ ovunque per la casa, tranne che a piani diversi rispetto a quelli in cui si trova il televisore su cui state giocando.
Visto che il Revolution Pro Controller 2 non ha una batteria interna, starete pensando, questo ha fatto sì che il costo non sia proibitivo, vero? La risposta è “ni.” Ufficialmente il controller Nacon è venduto a 129,99 euro, che non è un sacrificio economico folle in relazione alle performance del prodotto, anzi; allo stesso tempo si tratta di una cifra che oscilla tra il doppio e il triplo del prezzo di un “normale” DualShock 4. Non proprio uno scherzo, nonostante da sempre i controller non si deprezzino sostanzialmente mai, e dunque, nel caso vogliate giocare in multigiocatore in locale, gli euro da spendere non saranno mai pochi.
Una vera e propria chicca sono quattro pulsanti posti sul retro della periferica, che si possono configurare con layout personalizzati al fine di avere vere e proprie scorciatoie in termini di mappatura dei tasti, configurabili sia da controller che dal software in dotazione gratuitamente per PC. Addirittura due sezioni alle basi del pad, con due alloggiamenti, possono essere riempiti con pesi specifici e differenti tra loro, per fare sì che il comfort sia veramente totale (ce ne sono, a volere essere precisi, 2 da 10 g, 2 da 14 g e 2 da 17 g). Terminano la nostra rassegna una manciata di adesivi per la personalizzazione e un panno per la pulizia, in un packaging da applausi anche a livello estetico.
PC master race!11!1!!!11!
Abbiamo fatto cenno al PC. Bene, sappiate allora che recandovi sulla pagina ufficiale del Revolution Pro Controller 2 e creando un vostro profilo avrete la possibilità di scaricare il manuale d’istruzioni digitale, qualora vogliate, e un software “companion” con il quale intervenire sulla vostra periferica. Si tratta di un vero e proprio quartier generale da cui partire per poi creare, scaricare e condividere profili con la community adatti a ogni specifico genere di gioco; personalizzare proprio questi, almeno quelli già presenti “in locale” (ormai parliamo di “memoria” anche quando facciamo riferimento a un controller, fate un po’ voi); settare le impostazioni generali (vibrazione, pulsazione, retroilluminazione, zona morta dei grilletti, sensibilità dello stick e altro) e, udite udite, aggiornare il firmware, cosa che rende la periferica potenzialmente in costante evoluzione.
Chiudiamo la rassegna facendo presente come il lato posteriore del pad offra altri due tasti: quello Profile, che permette di scegliere tra quattro profili salvati; e quello Mode, che, oltre a mutare la luce soffusa intorno allo stick destro in blu, rosso e viola, consente di switchare tra tre diverse modalità di gioco, PS4 Pro Control, PS4 Advanced e PC Advanced rispettivamente. Perché, sì, il Revolution Pro Controller 2 è perfettamente compatibile con PC (e anche PlayStation 3, volendo, per quanto non ufficialmente), così da ridurre parzialmente il problema del prezzo, considerando il fatto che con un solo prodotto ve ne portereste a casa almeno un paio.
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