Ride 4 – Recensione

Sviluppatore: Milestone Publisher: Milestone Piattaforma: PS4 Genere: Corse Giocatori: 1 (Online: 2-12) PEGI: 3 Prezzo: 69,99 € Italiano:

Ride. Basta una parola, quattro sole e semplici lettere, per richiamare alla mente una delle produzioni videoludiche italiane più importanti al mondo. I ragazzi di Milestone, software house milanese da sempre dedita ai racing game e che nel suo portfolio può vantare la licenza ufficiale per i titoli MotoGP, MXGP, Supercross e che nel passato ha posseduto la licenza per il WRC, hanno creato su PC e console una serie che mancava, prendendo a piene mani l’ispirazione dal Giappone, da sua maestà Gran Turismo, saziando i fan delle due ruote – sportive e non – fin dal 2015. Nel corso degli anni sono stati pubblicati altri due capitoli della serie e oggi siamo arrivati all’alba della next-gen con Ride 4. Ecco la nostra recensione.

Ride 4

Benvenuti in Ride 4

Ride 4 è un videogioco con le palle, diciamolo da subito. Non vi dice buongiorno o buonasera ma vi sbatte in faccia la realtà dei fatti con la sua fisica realistica, seria, punitiva e precisa. Avremo il primo vero assaggio di pista sulla celebre, meravigliosa, sinuosa pista di Tsukuba in Giappone, famosissima nel paese del Sol Levante. Verremo messi alla guida di una Yamaha R6 del 2015 con l’obiettivo di centrare un tempo compreso tra 1:03:000 e 1:19:000, abbordabilissimo contando che in auto si può andare tranquillamente sotto i 50 secondi netti.

E’ qui che potremo saggiare le qualità del sistema fisico di Ride 4, riuscendo a capire che non è un banale videogioco di moto ma è finalmente IL videogioco di moto che deve essere preso come metro di paragone, almeno per quest’anno. Potremo percepire il peso del mezzo, la fatica dei cambi di direzione, lo spostamento del peso sull’anteriore, le uscite di curva di traverso – con la lancetta del contagiri che entra arrogantemente nella zona rossa andando a schiaffeggiare il limitatore – e dovremo fare i conti con i metri in più necessari per fermare la moto quando si sbaglia di qualche decimo di secondo il punto di staccata, tutte sensazioni che ci mettono un attimo a passare attraverso i nostri occhi, le nostre mani, la nostra mente. E’ dura riuscire a descrivere con le parole senza risultare ridondanti, retorici e stucchevoli. Ride 4 diverte da morire e utilizzando delle cuffie a un volume decisamente poco ortodosso potremo quasi giurare di essere lì, su quella moto, su quella pista, in quel preciso momento. Signori, abbiamo di fronte un capolavoro.

Ride 4

(Ri)comincio da me: leghe regionali, arrivo!

Le migliorie di Ride 4 rispetto al suo ottimo predecessore Ride 3 spaziano dal modello fisico migliorato con l’aggiunta del consumo gomme, al meteo dinamico con improvvisi temporali, oltre al ciclo giorno-notte; la nuovissima modalità Endurance ci permetterà di mettere alla prova la nostra capacità strategica di gestione pneumatici e carburante su gare di durata (fino a ventiquattro ore!). Inoltre avremo a disposizione anche un corposo editor di livree per moto, casco e pilota nel quale dare prova al mondo della nostra creatività potendo condividere con altri utenti le nostre idee.

Avremo modo di scegliere il nostro alter ego ancora prima del tutorial mediante un semplice, veloce e calzante editor che non si perde in inutili fronzoli ma si concentra su poche cose di giusta importanza come il numero di gara, la nazionalità, il volto e lo stile di guida (aderente alla moto, spalle fuori o appeso tipo “orecchie per terra”), oltre a quante dita usare sulla leva del freno. Ci verrà regalata la Yamaha R6 che abbiamo guidato a Tsukuba per poter iniziare a gareggiare nella lega regionale che abbiamo scelto, così da iniziare la nostra scalata verso il successo.

Ride 4

In ogni lega regionale è presente una patente (qualcuno ha detto Gran Turismo?) da conquistare a suon di tempi, sorpassi e passaggi veloci attraverso cancelli posti in punti strategici della pista. Questi andranno attraversati a una velocità minima per non incorrere in una penalità. Le prove sono impegnative quanto basta per essere soddisfacenti da completare senza incorrere nella noia inevitabile che viene causata da test troppo alla portata di tutti. Nel caso di particolari problemi o difficoltà avremo modo di settare la moto in maniera piuttosto approfondita, oltre alla possibilità che Milestone ha riservato a chi vuole affrontare l’esperienza di Ride 4 con una mano sulla spalla e una sul pad. Potremo settare un po’ tutti i parametri, tra cui la traiettoria dinamica, il sistema di antibloccaggio dei freni, la frenata e la piega assistite, oltre all’aiuto fuori pista, utile specialmente quando si corre in circuiti sconosciuti.

Una volta conquistata la patente avremo modo di andare a batterci nei vari campionati presenti all’interno di ogni singola lega regionale e avremo modo così di saggiare l’abilità dell’intelligenza artificiale, che è sicuramente molto ben realizzata. Questa reagisce in tempo reale in maniera convincente alle nostre mosse ed evita il classico comportamento in trenino, riuscendo a essere combattiva il giusto e a dare qualche grattacapo anche ai più esperti.

It’s 4 real

Ride 4 può vantare ben trenta tracciati e percorsi stradali da tutto il mondo, con ben ventidue produttori di moto, tra cui la Suter con la sua MMX500 (due tempi, quattro cilindri, cinquecento centimetri cubici. Profumo di olio ricinato e arroganza compresi nel prezzo) e oltre 175 mezzi guidabili, più altri che si aggiungeranno nei successivi aggiornamenti sia gratuiti che a pagamento.

Ride 4

Le moto sono uno spettacolo da vedere. Il lavoro che Milestone ha fatto è di una qualità impagabile, le moto sono così belle da sembrare vere, piene di dettagli, con anche il cockpit, il serbatoio del liquido dei freni, gli adesivi e i riflessi sui gruppi ottici che vantano una cura maniacale. Un eccellente lavoro è stato realizzato sugli ambienti, sia per la realizzazione delle piste rispetto alle loro controparti reali che per i giochi di luce, i riflessi dell’asfalto bagnato o il passaggio tra giorno e notte in cui la transizione è davvero ben realizzata. Il pilota in sella alla moto è meraviglioso da osservare nelle sue movenze che passano purtroppo in secondo piano durante il gioco, ma possono essere apprezzate al massimo durante i replay. La bellezza del vedere il pilota sporgersi e rientrare anche in due tempi (prima il sedere e poi il busto) è qualcosa che renderebbe felice qualunque appassionato.

Se poi iniziamo a parlare dell’audio, allora davvero siamo a livelli astronomici. I suoni sono così belli, corposi, realistici che possiamo davvero giurare di essere lì. Più forte andremo e più sentiremo il soffio del vento passare da semplice sottofondo a turbolenza violenta e aggressiva. La transizione di volume e di timbro sonoro è quanto di più vicino alla realtà. Grande la differenziazione di feedback acustico tra le varie visuali presenti, con quelle posteriori che restituiscono una dinamica sonora piuttosto pulita e quasi morbida per passare poi alle visuali da cupolino, pilota e interno casco che faranno venire letteralmente i brividi per l’enorme realisticità dell’interno casco (onestamente l’unica che un comune mortale può provare su sé stesso).

Ride 4

Alla ricerca della vittoria

La carriera è strutturata in maniera piuttosto lineare con una primissima divisione in tre leghe regionali e, dopo aver selezionato quella in cui competere, le altre due saranno bloccate fino al completamento della prima, andando poi a correre nella lega mondiale o nella direzione opposta, completando le altre due regionali, per non lasciare nulla indietro. Mano a mano che procederemo negli eventi otterremo crediti, moto premio, reputazione e affinità con i costruttori. Tutti fattori necessari in egual misura nella carriera. Con i crediti ottenuti gareggiando potremo dedicarci alla personalizzazione delle moto che risulta decisamente elevata, in quanto avremo modo, come nel passato, di poter installare componenti after-market e aumentare potenza, controllo e prestazioni generali del nostro mezzo.

L’intelligenza artificiale con cui ci scontreremo in gara è portentosa e drammaticamente reale, dotata di risposte istantanee alle nostre mosse. Abbiamo avuto modo di scontrarci a fondo e di imparare a conoscerla e siamo sempre rimasti costantemente sorpresi dalle staccate furibonde, da battaglie serratissime e da incroci di traiettorie costanti e, elemento di enorme realismo, dagli errori. L’intelligenza artificiale non è per nulla programmata male o buggata, anzi è programmata così bene che si trova a volte in errore facendo lunghi in frenata per non farsi sorpassare da noi, oppure, quando costringiamo i nostri avversari a farsi da parte, il malcapitato di turno va a toccare il suo diretto concorrente. Alle difficoltà più elevate avremo modo di combattere con un concorrenti battaglieri ma giusti, tarati su una difficoltà sicuramente alta ma non esagerata.

Ride 4

Ventiquattro ore per me possono bastare

La ciliegina sulla gustosissima torta di Ride 4 è la modalità Endurance, in cui potremo correre da un minimo di venti minuti reali fino a un massimo di ben ventiquattro ore (!). Questa modalità si avvale di moto appositamente configurate per lunghissime percorrenze a velocità e ritmi totalmente proibitivi per la maggior parte delle moto stock. Avremo quindi a disposizione modelli adattati allo scopo con, ad esempio, una luce anteriore e posteriore, componenti rinforzati e la possibilità di gestire la mappatura del motore in modalità Eco, Standard e Power, rispettivamente per consumare meno, normale o per privilegiare la potenza a scapito della sete di benzina. Nelle gare Endurance dovremo fare molta attenzione a come guidare perché le gomme si usurano in base all’aggressività dello stile di guida e verranno premiati i videogiocatori che sapranno pennellare morbide e sinuose linee senza andare a stressare inutilmente il battistrada.

Ultimo, ma non di minor importanza, nelle gare di durata avremo davvero modo di veder lavorare il sistema di meteo e luce dinamica. Partendo con la competizione durante il pomeriggio potremo ammirare il cambio di luce, accendendosi di arancione nel tardo pomeriggio e virando in maniera molto morbida e piacevole verso toni più freddi fino ad arrivare al buio della notte, mai totale dato il faro anteriore e l’illuminazione della pista mediante lampioni e torri faro. La pista avrà modo di bagnarsi progressivamente nel caso in cui dovesse arrivare un temporale e avremo modo di apprezzare la differenza di aderenza che l’asfalto offrirà, sentendo il nostro Traction Control System tenere a bada la potenza della moto per evitarci degli highside memorabili. Non abbiamo sostanzialmente trovato difetti in Ride 4, con un frame rate granitico incollato ai 30 fps e una qualità dei dettagli altissima. Teniamo anche conto che siamo alla fine della generazione di PlayStation 4 e che questo è un videogioco pensato per essere cross-gen, quindi è ben più che giustificato qualche lievissima imperfezione.

Trofeisticamente parlando: un Platino assolutamente non troppo “impennativo”

La lista trofei di Ride 4 si compone di cinquantuno trofei, trentasette di bronzo, dieci di argento e due di oro oltre al consueto e ambito Platino. Non esiste la necessità di completare delle sfide alla difficoltà massima (come da tradizione Milestone) ma è necessario acquisire ben quaranta moto, guadagnare mezzo milione di crediti e arrivare al livello 50 di Esperienza, oltre a vincere i massimi campionati Endurance e Superbike (e ottenerne prima le relative patenti). Contando che è tutto terminabile alla difficoltà minima, non è di certo una lista trofei per hardcore gamer, ma serviranno almeno una trentina di ore per poter aggiungere il Platino di Ride 4 alla propria bacheca virtuale.

VERDETTO

Ride 4 è una pietra miliare nel campo videoludico della simulazione motociclistica. Milestone ha fatto un eccellente lavoro di ottimizzazione, programmazione e realizzazione della fisica su due ruote oltre a un perfetto lavoro di campionamento audio e di trasposizione digitale dei circuiti sui quali potremo gareggiare. Ride 4 si erge a punto di riferimento del settore e d'ora in poi sarà il metro di paragone con il quale le successive produzioni dovranno misurarsi. Il tutto strizzando l'occhio anche a chi vuole semplicemente correre qualche gara spensieratamente, senza troppe difficoltà e frustrazioni.

Guida ai Voti

Andrea Pasqualin
Classe '90, nato e cresciuto tra benzina e gasolio, è il classico "petrolhead". Si è umilmente autoproclamato "Re dell'Universo Racing presso PlayStationBit". Platinatore incallito, attualmente è il redattore della rubrica "Racconti di Caccia", si dedica inoltre a ricerche su Platini facili e/o ultra rari, per bullarsi con gli amici. Appassionato di tutto quello che corre e vola, sta vivendo il suo sogno scrivendo di videogiochi e pensandoci dalla mattina alla sera. Nei momenti liberi guida la sua moto supersportiva e si diverte a spaventare le vecchiette ai semafori.

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