Samurai Shodown – Recensione

Sviluppatore: SNK Corporation Publisher: SNK Corporation Piattaforma: PS4 Genere: Picchiaduro Giocatori: 1-2 (Online: 2-10) PEGI: 16 Prezzo: 59,99 € Italiano:

Nell’epoca d’oro delle sale giochi giapponesi, dove Street Fighter II regnava incontrastato, altri picchiaduro tentavano di farsi strada nel mercato, molti sotto diretta pubblicazione di Capcom stessa, come Darkstalkers, per cui si andava man mano a migliorare il gameplay di base e si cercava di crearsi una fanbase solida con ogni nuova pubblicazione. Con l’arrivo del Neo Geo, però, anche SNK si lanciò nel mondo dei picchiaduro, pubblicando alcuni dei più importanti titoli conosciuti come Fatal Fury, Art of Fighting e Samurai Spirits, da noi conosciuto come Samurai Shodown (non quello quasi omonimo di qualche giorno fa, eh). Tutti questi titoli hanno avuto un successo mondiale e la loro storia continua ancora oggi e, nonostante la stessa SNK Corporation non navighi nell’oro, l’intento è sempre quello di portare ai giocatori un’esperienza completa e appagante.

Dopo aver rimesso mano alla saga di The King of Fighters, riuscendo a confezionare un ottimo prodotto, seppur con qualche magagna tecnica poi sistemata tramite patch, e dopo il piccolo scivolone di SNK Heroines – Tag Team Frenzy, portato avanti esclusivamente grazie al fan service, possiamo finalmente rimettere le mani sulla saga di Samurai Shodown e questa volta, cari lettori del Bit, ci siamo, SNK è riuscita nell’intento, portando su PlayStation 4 un reboot HD del titolo originale davvero eccezionale, con un ottimo stile grafico, tecnicismi fuori dal comune e una buona dose di contenuti per i giocatori più esigenti.

Lo spirito del samurai

Se non avete mai messo mano a un titolo della saga, vi ritroverete inizialmente abbastanza spiazzati, questo perchè Samurai Shodown non è mai stato un picchiaduro il cui fulcro basava tutto su combo chilometriche, juggle o wall bounce; il titolo SNK ha sempre puntato sulla tecnica e l’esperienza di ogni singolo giocatore dove ogni colpo può fare la differenza in battaglia e tutto si racchiude in un mind game estremo dove schivate e contrattacchi fanno da padrone e ogni errore causerà un’ingente perdita di salute. Samurai Shodown non è certamente il classico titolo spettacolare da vedere come un Dragon Ball FighterZ tutt’altro, lo studio dell’avversario e del singolo lottatore è senza dubbio la parte fondamentale del titolo oltre che, ovviamente, la conoscenza profonda del vostro lottatore.

All’interno del tutorial vi verrà spiegato ogni singolo attacco che avrete a disposizione dai quattro tasti base per attacchi deboli, medi, forti e calci, alle schivate, dal contrattacco al disarmo, dalla modalità Furia alle tecniche finali. Come potete notare già in questa recensione e come già accennato precedentemente, non vi è alcun paragrafo dedicato alle combo, questo perchè, proprio come da tradizione, non ci sarà alcuna combo da eseguire o memorizzare, le poche disponibili saranno di due o tre colpi e quasi tutte si basano sull’attacco base più special finale.

Samurai Shodown mette in gioco quindi esclusivamente le basi di qualsiasi picchiaduro in circolazione elevate però all’ennesima potenza, tutti i lottatori sono infatti molto lenti, così come i loro attacchi, allo stesso tempo le loro tecniche di combattimento sono devastanti e ogni errore si paga a caro prezzo. Il titolo, rispetto alla concorrenza, non punta quindi all’attacco forsennato contro l’avversario ma basa tutto su una difesa perfetta e impenetrabile, sfruttando al massimo tutte le tecniche a disposizione per ogni singolo combattente.

Tutti i sedici lottatori presenti avranno infatti un loro moveset unico così come le armi bianche a loro disposizione. Troviamo quindi lottatori che fanno un uso cospicuo di trappole, utilizzatori di katana, doppi pugnali, spadoni o semplici spade, tutte con un loro range di attacco ben preciso. Ovviamente un range minore viene compensato da una maggiore mobilità in combattimento non solo, tra le varie tecniche di difesa troviamo anche quella che in gioco viene denominata “Difesa precisa” che altro non è che una meccanica simile a quella del parry già vista in Street Fighter III e che permette al giocatore di parare un colpo all’ultimo istante in modo da eliminare qualsiasi tipo di danno oltre che avere la possibilità di contrattaccare in modo sicuro e veloce.

Anche quella della Rabbia è una meccanica interessante. Una volta caricata l’apposita barra (subendo o infliggendo danni) il giocatore potrà attivare un esplosione di rabbia e a quel punto, oltre a ricevere diversi bonus come un danno maggiorato o la possibilità di disarmare l’avversario, sarà possibile eseguire la tecnica chiamata “Lama di Fulmine” ovvero una potentissima mossa finale capace di ribaltare le sorti dello scontro; essendo però Samurai Shodown un titolo parecchio tecnico, l’utilizzo della Lama di Fulmine eliminerà completamente la barra della Rabbia e non sarà più possibile utilizzarla per tutto il match, perdendo quindi tutti i vantaggi derivanti dalla sua attivazione, starà quindi al giocatore decidere se, come e quando utilizzarla.

La via dello shinobi

Come dicevamo inizialmente, Samurai Shodown ha dalla sua un buon numero di modalità presenti in gioco come Storia, Battaglia, Dojo, Esercitazione (con tanto di Training e Allenamento) e, ovviamente, Online. Quella che in gioco è denominata Storia non è altro che una normalissima modalità Arcade dove, con i nostri sedici lottatori, potremo affrontare la classica scalata fino al boss finale che, come da tradizione SNK, è di tutt’altro livello rispetto agli avversari base e, con molta probabilità, risulta essere anche più forte e sbilanciato rispetto a Jinpachi e Azrael visti nella serie di Tekken.
La modalità battaglia permette di effettuare scontri VS contro la CPU o contro avversari reali in locale ma non solo. All’interno dello stesso menù troviamo Sfida, che ci permette di affrontare tutti i lottatori del gioco, in Sopravvivenza andremo a combattere infiniti avversari controllati dalla CPU e nella Prova a Tempo sarà necessario sconfiggere più nemici possibili prima dello scadere del tempo.

Il Dojo invece è una particolare introduzione alla modalità online. Ogni giocatore avrà infatti un suo fantasma guidato da un’IA che apprende il nostro stile di combattimento e automaticamente verrà caricato online, in questo modo non sarà necessario affrontare direttamente gli avversari ma basterà sfidare il loro fantasma. Bisogna comunque precisare che al momento l’IA è ancora parecchio raffazzonata e non è quindi una delle modalità più consigliate, se però con future patch riusciranno a creare un’intelligenza artificiale degna di nota potrebbe essere interessante sfidare i vari pro in lotte senza esclusione di colpi.

Per quanto riguarda il comparto online invece è purtroppo necessario smanettare un po’ con le impostazioni ed eliminare qualsiasi restrizione nei vari campi, questo è molto probabilmente derivato dal fatto che in Italia le vendite siano andate abbastanza male e infatti vi ritroverete a sfidare quasi esclusivamente giocatori giapponesi o nord americani con tutte le conseguenze del caso. Bisogna comunque far presente che nonostante il lag non c’è stata mai alcuna disconnessione e seppur con una lentezza disarmante, alcune partite sono giunte al termine senza problemi.

Sotto lo stile grafico Samurai Shodown riprende quanto già visto in Street Fighter IV con scenari e personaggi che sembrano dipinti su tela, richiamando un puro stile giapponese, così come anche la colonna sonora di gioco. Nonostante il meraviglioso stile grafico però, non ci troviamo d’innanzi ad una grafica spacca mascella, scordatevi quindi le animazioni e i disegni di Dragon Ball FighterZ, non siamo neanche lontanamente vicini a quella qualità e come metro di paragone bisogna prendere proprio il titolo Capcom, con tanto di modelli poligonali poco definiti e arene non proprio splendide. Come dicevamo, sarà quindi necessario guardare una generazione indietro sotto l’aspetto grafico, ma resta comunque tutto armonizzato alla perfezione con un framerate granitico, cosa che, per un picchiaduro che punta al mondo competitivo, è di vitale importanza.

Trofeisticamente parlando: il samurai di Platino

Samurai Shodown ci permette di racimolare quarantacinque trofei Platino compreso, tutti relativamente semplici da ottenere. Oltre a completare la modalità storia con tutti i sedici lottatori basterà completare qualche partita in modalità battaglia, vincere cinque Survival consecutivi, completare una singola volta la modalità sfida ed effettuare una partita online per ogni modalità presente (classificata, casuale e scontro di squadra). Il trofeo più lungo da ottenere è senza dubbio quello che richiede di sconfiggere cento fantasmi, non viene però richiesto di sconfiggerne cento diversi, quindi il farming può essere ridotto trovando un fantasma molto debole.

VERDETTO

Finalmente ci siamo, SNK è riuscita a confezionare un picchiaduro degno di nota rimanendo comunque ancorata alla tradizione che ha fatto di Samurai Shodown un titolo unico nel suo genere. A molti nuovi giocatori l'assenza di combo potrà far storcere il naso, ma una volta all'interno del mondo di SamSho non si può far altro che adorare e ammirare l'estrema cura riposta in ogni singolo aspetto del gameplay. Graficamente siamo indietro di una generazione, il titolo non è assolutamente paragonabile ad alcuna opera di Arc System o dell'intera concorrenza, ma lo stile su tela resta comunque eccezionale da vedere. Il titolo è quindi consigliato a tutti gli amanti dei tecnicismi ma anche a coloro che vogliono avvicinarsi per la prima volta a un picchiaduro, complice anche la totale assenza di combo da eseguire, avendo così a disposizione una frame list molto più snella da memorizzare.

Guida ai Voti

Nicola Raiola
All'interno del mondo del Bit fin dal suo stato embrionale di UPSBlogit. Ha iniziato a giocare alla tenera età di quattro anni. Appassionato a ogni genere videoludico segue con passione, oltre ai videogame, anche film, anime e manga. Questo, purtroppo, è causa della sua instabilità mentale.