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SEGA Mega Drive Classics – Recensione

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Nell’inverno del 1990 l’Europa conobbe il rivoluzionario progetto di Masami Ishikawa: una console a 16 bit chiamata SEGA Mega Drive (o Genesis nella sua versione americana) in grado di portare l’esperienza dei cabinati nei salotti degli appassionati di videogiochi. A quasi trent’anni SEGA (ri)lancia una raccolta dei grandi classici di quella console.

Voglio tornare bambino

Inutile negarlo. Molti videogiocatori sono troppo giovani per ricordare nitidamente l’avvento di SEGA come grande rivale di Nintendo, in un’epoca in cui il termine PlayStation non era ancora stato coniato. Ecco perché avvicinarsi a una raccolta di questo tipo può non essere facile per i più giovani, abituati a grafiche da mascella spalancata (vedi Fortnite NdD). Iniziamo con il dire subito che SEGA Mega Drive Classics è la più grande raccolta di questo tipo attualmente disponibile, volta a sostituire i due volumi usciti anni fa su PC e arricchire ancora di più l’esperienza di gioco. Sono oltre cinquanta, infatti, i giochi inseriti nell’elenco virtuale, tra cui figurano i celebri Sonic, Phantasy Star, la trilogia di Streets of Rage e molto altro ancora.

Il menù iniziale è quanto di più azzeccato e simpatico si possa trovare. Avviando il titolo ci ritroveremo infatti in una tipica cameretta degli anni Novanta, con tanto di poster appesi, televisore a tubo catodico (chi non aveva un bel Mivar da 14″ nella sua stanza?) e una libreria folta di custodie di videogiochi pronti a essere inseriti nella console. Dopo aver regolato l’ora e la luce della stanza tramite l’orologio appeso a parete, altra simpatica funzione inserita nel gioco, sarà il momento di dedicarci a qualche bel classico.

Io c’ero!

Se siete stati fortunati possessori di un SEGA Mega Drive, molti dei giochi presenti sullo scaffale virtuale erano o saranno attualmente nella vostra collezione fisica. Senza perdersi nell’elencare i vari Sonic, Wonder Boy e simili, vi diciamo subito che la raccolta offre anche tanti titoli particolari. Scavando nel lungo elenco, infatti, appariranno titoli come Shinobi 3, Bonanza Bros., Virtua Fighter 2 e Kid Chameleon, roba di gran qualità che, nonostante gli anni sulle spalle, si farà apprezzare come quando soffiavamo sulle cassette e le inserivamo all’interno della nostra console. L’elenco, nonostante alcune mancanze lamentate dai fan, è accompagnato da una serie di interessanti funzioni extra; ai giocatori verrà infatti data la possibilità di avviare la versione giapponese (dove disponibile) del titolo e di prendere parte a una serie di sfide extra volte ad aumentare la longevità dell’opera.

Una volta avviati i vari titoli, comunque, tenderemo a dimenticarci delle prove aggiuntive e penseremo solo a divertirci, dato che la fluida e colorata grafica del gioco, che propone una visuale a 4:3 condita da barre laterali personalizzabili, ci riporterà indietro a quando trascorrevamo giornate seduti davanti al nostro televisore. L’atmosfera e la generale difficoltà dei giochi sarà la stessa del 1990, con sfide per mente e dita veloci non adatte ai deboli di cuore, ma con la possibilità di usare una funzione di fast forward e rewind usando i tasti L2 ed R2, che snaturerà un po’ quel senso di paura legato al game over.

Sono arrivato in tempo?

Se avete meno di trent’anni, difficilmente vi sarete avvicinati a una console SEGA, considerata anche la sfortuna avuta dal Dreamcast e la scelta del producer nipponico di dedicarsi solo alla produzione di giochi. Molti dei titoli che potrete scorrere usando la levetta del vostro DualShock 4 vi suoneranno quindi sconosciuti o quasi, dato che, a parte Sonic e pochi altri, molti non hanno avuto la fortuna di essere riproposti su console Sony. Se avete una buona conoscenza generale, potete comunque riconoscere molti dei nomi presenti anche grazie ai vari sequel o riadattamenti, mentre altri, come Alex Kidd in the Enchanted Castle oppure Comix Zone, non vi diranno nulla ma varranno comunque un po’ del vostro tempo.

Giocare a questi titoli sarà in ogni caso generalmente più complicato che affrontare gli attuali God of War, Horizon Zero Dawn e simili; l’assenza di checkpoint e la presenza di un numero spesso limitato di vite renderanno i titoli di questa collection molto punitivi, in cui ogni minimo errore porterà a una sonora sconfitta. Preparatevi quindi al peggio, consapevoli però che tutto quello che andrete a giocare (Golden Axe, Ecco the Dolphin e Vectorman) sono classici del passato e come tali vanno trattati, anche a livello di contenuti.

Botte piena o moglie ubriaca?

Dopo avere adottato il punto di vista del veterano e del neofita nei due precedenti paragrafi, dobbiamo ancora parlare dei contenuti di SEGA Mega Drive Classics, per capire se il titolo vale l’investimento richiesto. La libreria virtuale vanta una buona varietà; molti i platform e i giochi d’azione ampiamente diffusi sulla console SEGA, ma sono presenti anche un paio di picchiaduro (curiosamente assenti giochi sportivi o racing). Chi prende questa raccolta per rivivere le emozioni provate da bambino, comunque, non rimarrà deluso, mentre la presenza di titoli conosciuti solo dagli appassionati potrebbe allontanare chi non possiede una cultura videoludica così vasta o abbastanza anni sul groppone.

Eccellenti i 1080p, così come ottime sono le modifiche apportabili dal menù dei settaggi che ci permetteranno di personalizzare lo stile grafico, già di base molto curato, così come il comparto audio, anch’esso ben rimasterizzato e in grado di evocare tantissimi ricordi. Da sottolineare infine la scelta di SEGA di proporre anche una modalità multiplayer online con possibilità di matchmaking casuale e di inviti diretti, per fruire di una serie di giochi in compagnia di un altro giocatore che non sia necessariamente seduto sul divano di casa nostra.

Trofeisticamente parlando: ancora dieci minuti, mamma!

L’arrivo su PlayStation 4 di SEGA Mega Drive Classics ha portato, oltre a un’aggiunta di giochi e di funzioni, a una radicale modifica della lista trofei, che vanta (ostiche) coppe legate ai singoli titoli e altre invece legate all’esperienza di gioco generale. Ottenere il Platino, comunque, sarà tutt’altro che semplice, soprattutto se non avete mai giocato un titolo SEGA Mega Drive prima d’ora.

RASSEGNA PANORAMICA
Voto
7/10
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Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.