Shadow Tactics: Blades of the Shogun – Recensione

Sviluppatore: Mimimi Productions Publisher: Daedalic Entertainment Piattaforma: PS4 Genere: Strategico Giocatori: 1 PEGI: 16 Prezzo: 39,99 € Italiano:

Gli appassionati della storia del Giappone conosceranno sicuramente bene il noto periodo Edo, poiché è da qui che poteri politici e sopratutto militari iniziarono a dare una grande impronta al territorio nipponico, infatti non è un caso che la figura dello Shogun, ovvero dittatori militari che comandarono il Giappone tra il 1190 e il 1800, abbia avuto una rilevante importanza all’interno della società.

Come tanti, anche la piccola casa di sviluppo tedesca Mimimi Productions è rimasta attratta e affascinata dal periodo Edo, fino a tal punto da pubblicare e sviluppare la loro nuova IP Shadow Tactics: Blades of the Shogun nel 2016 su PC.

Oggi, dopo 9 mesi dall’uscita del titolo e con ben tre award per case di sviluppo tedesche alle spalle, Mimimi Productions ci ripropone la stessa versione del gioco, ma questa volta su console, e noi abbiamo testato per voi la versione PlayStation 4.

A caccia di Kage-sama

Shadow Tactics: Blades of the Shogun non sarà certo ricordato per una trama coinvolgente e appassionante o per la personalità spiccata dei protagonisti, ma questo non significa che il titolo non abbia un minimo di plot da seguire.

Come preannunciato la storia si svolge in Giappone durante il periodo Edo, dove, dopo l’unità del Paese e con l’avvenuta nomina del nuovo Shogun, una nuova minaccia incombe: il Signore della Guerra soprannominato Kage-sama ha intenzione di ribaltare la stabilità politica del governo, mirando a prendere il potere.

Per contrastare Kage-sama lo Shogun si appellerà a uno dei protagonisti Mugen, il quale a sua volta chiederà l’aiuto di Hayato, un ninja esperto; di Yuki, ladra silenziosa; di Aiko, spia inconfondibile, e infine, ma non per questo meno importante, Takuma, ottimo cecchino.

Il giocatore, pad alla mano, impersonerà ognuno di questi personaggi per portare a termine la missione affidata dallo Shogun, utilizzando le abilità specifiche di ognuno.

Un gameplay da urlo

Se la trama non regala grandi emozioni, ci pensa il gameplay del gioco a far si che Shadow Tactics: Blades of the Shogun possa ottenere la giusta valutazione che merita. All’interno di varie mappe e ambientazioni ricche di nemici, con visuale strettamente isometrica e personaggi in 3D, il giocatore dovrà – sempre in modalità stealth – utilizzare le abilità e le combinazioni giuste dei vari personaggi a sua disposizione in quel preciso momento, per concludere la missione nel migliore dei modi.

L’obiettivo principale sarà quello di non essere visti dai soldati avversari, i quali hanno un raggio di visione piuttosto ampio, ed evitare così di far scattare gli allarmi, che provocherebbero un aumento drastico di nemici nell’aria di gioco.

Un bel porting

Tutto questo rende Shadow Tactics: Blades of the Shogun un gioco difficile e complesso, con un livello di sfida piuttosto alto, anche se la difficoltà generale è regolabile all’interno del menù principale. Chi avrà avuto un occhio attento alla descrizione del gameplay, avrà percepito l’inequivocabile paragone con Commandos, serie di giochi di strategia in tempo reale, molto famosi tra la fine degli anni Novanta e la fine del 2006.

Ma non fatevi intimidire, superare queste sfide vi regalerà molte soddisfazioni o frustrazioni, nel caso in cui vi ritrovaste a ripetere le missioni più volte. Shadow Tactics: Blades of the Shogun è un gioco che non permette distrazioni e tutto deve essere calcolato nei minimi dettagli con pazienza e calma; ottenere successo lanciandosi nell’azione senza avere un’idea precisa di cosa fare vi porterà solo al game over.

Su PC il gioco gira molto bene e graficamente non crea grossi problemi. Anche la resa su console è qualitativamente molto buona, l’unica pecca è la telecamera, la quale è molto difficile da gestire. Infatti, non segue costantemente il giocatore man mano che avanza nella mappa, ma rimane ferma e costringe il giocatore a dover ogni volta andare a centrare l’obiettivo principale. Questo rende il tutto un po’ noioso, ma a lungo andare ci si abitua. Per il resto Shadow Tactics: Blades of the Shogun non presenta altri particolari problemi a livello grafico su PlayStation 4, quindi può essere considerato tutto sommato un discreto porting. Senza infamia e senza lode la colonna sonora, capace comunque di accompagnare in maniera più che discreta il giocatore.

Trofeisticamente parlando: la pazienza è la virtù dei forti

Shadow Tactics: Blades of the Shogun conta in totale 43 trofei, di cui 32 di bronzo, 7 d’argento, 3 di oro e chiaramente il Platino. Vi richiederà abbastanza impegno platinare il gioco, poiché per sbloccarlo dovrete effettuare svariate mosse o uccidere un tot di nemici. Quindi non sarà una passeggiata. Tuttavia, usare al momento giusto il personaggio più adeguato sarà la chiave per sbloccare più in fretta i vari trofei.

VERDETTO

Shadow Tactics: Blades of the Shogun è uno di quei giochi che si apprezza nel momento in cui è il genere del titolo stesso che vi attrae e che vi piace; se non avete mai giocato a un titolo di questo tipo potrebbe rivelarsi una piacevole sorpresa o un'amara delusione. Da amante del genere, non posso che confermarvi l'ottimo lavoro svolto da Mimimi Productions, confermando con questo porting la bellezza del gioco e la capacità di adattare un titolo nato su PC alla versione console.

Guida ai Voti

Marco Costa
Follemente innamorato di The Witcher 3: Wild Hunt, ormai aspetta l'arrivo del quarto capitolo e Cyberpunk 2077. Nell'attesa scrive per PlayStationBit tante cose belle.