Shadows: Awakening – Recensione

Sviluppatore: Games Farm Publisher: Kalypso Media Piattaforma: PS4 Genere: Action RPG Giocatori: 1 PEGI: 16 Prezzo: 49,99 € Italiano:

Shadows: Awakening, gioco di ruolo con visuale isometrica, trae ispirazione dall’apprezzato Diablo. Con però tanti sostanziali cambiamenti; ecco la nostra immancabile recensione.

Una fame da lupi

Le avventure con eroi dalla personalità oscura e deviata sono ormai sempre più frequenti. Ecco perché non ci stupiamo più di tanto nell’apprendere che Shadows: Awakening ci mette nei panni di una bieca entità denominata “Divoratore”, votato alla malvagità e alla distruzione. Questo demone verrà evocato dal Regno delle ombre dal potente stregone Krenze per salvare (o dominare, come vedremo più in là) i Regni eretici che fungono da ambientazione di Shadows: Awakening. Il nostro Divoratore però non potrà permettersi semplicemente di svolazzare in giro per la mappa, ma avrà bisogno di un corpo per interagire con il mondo che lo circonda. Fortunatamente per noi, Krenze sa cosa fare in questo caso.

Con un abile espediente narrativo verremo portati a scegliere tra tre eroi principali, archetipi del classico trittico: guerriero, ladro e mago. Piccolo particolare: i tre eroi sono morti e starà a noi decidere quale delle anime divorare per ottenere il nostro primo fantoccio, un corpo che ci permetterà di spostarci nella vasta mappa di gioco e di combattere le orde di nemici pronte a farci la pelle. Dopo aver deciso chi interpretare come personaggio principale, scelta che influirà anche sull’evoluzione della trama e sulle missioni da affrontare, saremo senza troppi fronzoli lanciati in questa vasta avventura in single player.

Tutti per uno, uno per tutti

Shadows: Awakening è il più classico dei giochi di ruolo con visuale isometrica. I nostri eroi si muoveranno all’interno di aree più o meno grandi eliminando tutto ciò che troveranno sul loro percorso e utilizzando, per risolvere enigmi e superare blocchi, una delle meccaniche più interessanti del titolo. Il party del giocatore potrà infatti essere formato, oltre che dal Divoratore, anche da tre eroi a nostra scelta tra quelli che avremo ottenuto nutrendoci delle loro anime, fantocci con varie abilità che spazieranno dai classici DPS tutto danni a colossi mastodontici in grado di sopportare svariati colpi senza battere ciglio.

La possibilità di scambiare in tempo reale il personaggio sotto il nostro controllo (sempre uno per volta) permetterà al giocatore di spostarsi tra il mondo spirituale del Divoratore e quello fisico dei nostri pupazzi. Questa meccanica di gioco sarà fondamentale per superare pareti e baratri altrimenti invalicabili, e soprattutto per scoprire la soluzione di una serie di elaborati enigmi ambientali. Il team di Games Farm ha infatti implementato in maniera decisamente intelligente questo spostamento di piano e creato sfide mentali mai banali ma fortunatamente nemmeno troppo frustranti, utili per spezzare il ritmo tra una mazzata e l’altra e dare un po’ di respiro a un gioco che altrimenti sarebbe stato l’ennesimo titolo in cui massacrare ogni creatura del creato.

Combattenti si nasce

In quando gioco d’azione, il combattimento fa la parte del leone all’interno di Shadows: Awakening, offrendo al giocatore un sistema basato sul semplice utilizzo di una serie di tasti per eseguire gli attacchi in dotazione ai nostri eroi. Con X sarà possibile eseguire l’attacco base del nostro personaggio, dotato di un minimo tempo di ricarica e soprattutto gratuito in termini di energia. Agli altri tre tasti frontali sarà invece possibile assegnare tutta una serie di skill dotate ognuna di un costo e di un tempo di cooldown, durante il quale non ci sarà consentito di riutilizzarla.

La tipologia di abilità da assegnare ai personaggi dipenderà dalle specifiche dell’eroe stesso e soprattutto dalle nostre decisioni, dato che, man mano che aumenteranno di livello, i nostri pupazzi così come il Divoratore otterranno nuove e più potenti abilità che permetteranno di modificarne lo stile di combattimento. Una giusta scelta del party da schierare e soprattutto determinate sequenze di abilità innescate sfruttando la possibilità di switch tra gli eroi daranno così modo ai giocatori più abili di dar vita a tattiche per fronteggiare le tipologie di avversari presenti.

Scheletri, scorpioni e golem

L’impressionante varietà di aree che il giocatore avrà da esplorare ha dato modo ai ragazzi di Games Farm di inserire un grandissimo numero di nemici diversi, ognuno dotato di particolari abilità. Il mondo fisico e il mondo spirituale avranno due distinte tipologie di nemici: spettri simili al Divoratore popoleranno le sue aree di esplorazione, mentre scheletri, costrutti, grifoni e umani come predoni, maghi e simili saranno solo alcuni dei mostri che tenteranno di eliminare le nostre marionette e portarci quanto più in fretta possibile alla schermata di game over.

La sensazione di pericolo sarà amplificata quando dovremo affrontare i terribili boss: grossi, violenti e molto spesso protetti da barriere magiche che obbligheranno il giocatore a cambiare approccio in base alle fasi di combattimento. Non mancheranno poi alcune battaglie opzionali che innescheremo solo scegliendo determinate opzioni nei dialoghi con gli NPC del gioco e altre in cui invece dovremo essere astuti piuttosto che forti.

Tu mi fai girar come fossi una bambola

La struttura di gioco principale di Shadows: Awakening, come in ogni buon gioco di ruolo che si rispetti, è composta da una serie di missioni che ci imporranno solitamente di andare dal punto A al punto B e presumibilmente eliminare tutta una serie di nemici. Oltre però alle missioni principali della campagna si potrà accedere a tutta una serie di sfide secondarie che si riveleranno però essere, se possibile, ancora meno varie di quelle principali. Uccidere un dato nemico o recuperare la reliquia di turno si mischieranno con le famose e temute fetch quest e faranno presto scappare la voglia del giocatore di dedicarsi a queste richieste.

Le ricompense non saranno mai così allettanti da stimolare il completamento di queste prove opzionali, problematica che si affianca a una scelta relativa ai drop: il 90% degli oggetti che otterremo dai mostri sconfitti e dai forzieri richiederà infatti un livello superiore a quello attualmente raggiunto, rendendoli così impossibili da usare. Nonostante sia sufficiente aspettare di racimolare la necessaria esperienza, è innegabile che in un gioco che fa della personalizzazione e degli equipaggiamenti dei personaggi un punto di forza sia frustrante ritrovarsi con lo zaino pieno di oggetti inutilizzabili, considerato anche il level cap basso fissato a 30.

L’ora degli effetti speciali

La scelta di puntare su un design semplice per i fondali e più elaborato per i personaggi permette al titolo di risultare fluido e di mostrare mai il fianco, salvo rarissime occasioni, a rallentamenti. L’ambientazione farà invece passare abilmente il giocatore da città orientaleggianti in stile Prince of Persia a vaste aree aperte in cui muoverci più o meno liberamente – sempre rispettando i classici bordi della mappa, stile Diablo – e dungeon di vario genere come grotte e cripte infestate.

Gli effetti sonori ambientali e gli attacchi sono accompagnati da una colonna sonora epica mai troppo invadente durante le sessioni di gioco e più marcata nel corso dei filmati realizzati in computer grafica. Anche il doppiaggio, sfortunatamente solo in lingua inglese, è da applausi; ogni dialogo presente nel gioco sarà infatti ascoltabile oltre che leggibile, e la presenza di alcune voci note, come ad esempio, Tom Baker, noto per il ruolo di quarto dottore nella serie Doctor Who, renderanno l’esperienza ancora più coinvolgente. Le venti ore circa previste per ogni campagna, un’ottima longevità considerata la natura solo single player del titolo, scorreranno quindi via senza pesare, anche se le missioni secondarie tenderanno a stancare. L’aggiunta di una modalità cooperativa locale avrebbe sicuramente giovato a un titolo che, una volta terminato con i vari personaggi, non avrà granché da dire. Nonostante questo i fan dei GdR troveranno in quest’opera una vastità e un divertimento senza pari.

Trofeisticamente parlando: una sfida per veri Divoratori

Il vasto elenco trofei di Shadows: Awakening ricompenserà il giocatore per tantissime azioni compiute all’interno del gioco; le coppe più semplici saranno legate all’abbattimento di boss secondari, al semplice aumento di livello e alla progressione nella storia, mentre i trofei più preziosi imporranno al giocatore enormi sforzi, tra cui completare il gioco al massimo livello di difficoltà senza mai morire.

VERDETTO

Ricalcare lo stile di un gioco popolare può avere due diversi esiti: un prodotto in grado di rivaleggiare con l'originale e innovare il gameplay oppure una triste copia senza anima. Di anime, invece, Shadows: Awakening ne ha tantissime, tutte quelle assorbite dal carismatico Divoratore protagonista del gioco e forse anche di più. Pur riprendendo lo stile classico dei GdR con visuale isometrica, Games Farm ha introdotto meccaniche divertenti in grado di tenere incollati i fan del genere allo schermo. La scelta di puntare solo e soltanto sulla modalità a giocatore singolo non sembra quindi penalizzare il titolo.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.

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