Shining Resonance Refrain – Recensione

Sviluppatore: SEGA Publisher: SEGA Piattaforma: PS4 Genere: Action RPG Giocatori: 1 PEGI: 12 Prezzo: 49,99 € Italiano:

Dopo dieci anni di assenza dal mercato occidentale, SEGA ha finalmente deciso di portare anche fuori dal Giappone la serie di Shining. Stiamo parlando di giochi di ruolo fantasy, il cui primo capitolo risale al 1991 su SEGA Genesis; prima dell’arrivo del titolo di cui parleremo oggi, la serie era ferma a Shining Resonance uscito nel 2014 su PlayStation 3. Il celebre publisher giapponese ha quindi deciso di riportarla in auge con una rimasterizzazione dell’ultimo episodio della saga, con un’iterazione su PlayStation 4 completa di tutti i contenuti aggiuntivi rilasciati finora e qualche interessante aggiunta inedita.

Draghi e giovani donne

Premettiamo che tutti gli episodi della serie Shining sono separati tra loro, per cui, a parte qualche riferimento o easter egg, non è assolutamente necessario aver giocato ai titoli precedenti. In Shining Resonance Refrain vestiremo i panni di Yuma Ilverna, un ragazzo timido e ingenuo, ma con un potere sconfinato. Dentro di lui infatti vive l’anima del leggendario Shining Dragon, motivo che ha portato l’Impero a imprigionarlo e fare esperimenti su di lui. Nell’incipit impersoneremo Sonia e Kirika, rispettivamente principessa di Astoria e sacerdotessa devota allo Shining Dragon, con l’obiettivo di liberare Yuma.

Da qui in poi verremo coinvolti, in maniera anche un po’ rocambolesca, nella lotta tra Astoria e l’Impero per salvare le terre di Alfheim. Il regno di Astoria è stato infatti messo in ginocchio e l’unica speranza di sopravvivere alle potenti forze dell’Impero è proprio lo Shining Dragon di Yuma. Per porre fine al conflitto che vede le due forze scontrarsi da ormai diversi anni, Excella, a capo dell’esercito imperiale, con l’aiuto di Beowulf, si metterà a caccia di Yuma, ma non tutto andrà per il meglio: dall’inaspettata potenza dello Shining Dragon, alla comparsa di un cacciatore di draghi, passando per Beowulf che sembra tramare qualcosa alle spalle di tutti.

Una storia molto articolata, insomma, con tante trame secondarie e colpi di scena. Ottimo anche il lavoro svolto con i personaggi, tutti molto ben caratterizzati, nonostante l’apparenza possa far pensare a ragazze avvenenti inserite soltanto per allietare il pubblico maschile, cosa sbagliata, almeno in parte. Le ragazze sono belle, sì, hanno dei costumi, soprattutto quelli extra dei DLC, molto provocanti, ma allo stesso tempo hanno tutte una spiccata personalità. Una delle nostre preferite è proprio Excella, giocabile nella modalità Refrain assieme a Jinas, il cacciatore di draghi. Questa modalità, consigliata a chi ha già finito il gioco almeno una volta, fornisce ulteriori dettagli e retroscena sulla trama principale e su due dei personaggi più amati dai fan, aumentando ancor di più la profondità della narrazione.

Concludiamo, infine, parlando dei dialoghi; questo aspetto è sempre da tenere sott’occhio nelle produzioni nipponiche, che adorano dilungarsi in discussioni del tutto inutili ai fini della trama, della crescita dei personaggi e dell’approfondimento dei loro rapporti interpersonali. In Shining Resonance Refrain abbiamo riscontrato poche volte questa caratteristica, con sporadici casi, tutto sommato sopportabili, di conversazioni più o meno inutili. Il giudizio sotto questo punto di vista è quindi molto positivo; non è la storia del secolo, nemmeno la più originale di sempre, ma siamo sicuramente di fronte a qualcosa capace di intrattenere e mantenere vivo l’interesse del giocatore dall’inizio alla fine dell’avventura.

Segui il ritmo

Uno degli elementi cardine di Shining Resonance Refrain è sicuramente la musica, sia a livello di trama che di gameplay. I draghi, infatti, ricevono potere dagli umani attraverso questa e, in effetti, i membri del party utilizzano degli strumenti musicali come armi. Alcuni in maniera offensiva, come la chitarra di Agnam e il violino di Sonia, altri con magie di supporto, come per l’arpa di Kirika e la tromba di Rinna. Sempre a proposito di musica, nel gioco è presente anche una feature denominata B.A.N.D. grazie alla quale, per un periodo di tempo limitato, i personaggi del nostro party riceveranno delle statistiche bonus.

Entrando più nel dettaglio, Shining Resonance Refrain si presenta come un gioco di ruolo piuttosto action. Dimenticate quindi combattimenti a turni o strategie particolarmente complesse; sarà fondamentale parare, schivare, utilizzare magie e, ovviamente, attaccare al momento giusto. Ci sono diversi modi per scagliare la nostra offensiva. Il primo è quello di attaccare e inanellare colpi di seguito, fino a quando la nostra barra dell’energia si esaurirà e dovremo attendere qualche secondo per farla ricaricare. Un’altra strada può essere quella di colpire, con l’apposito tasto, per mandare il nemico in break, rompendo così la sua difesa e aumentando vertiginosamente il danno inflitto, oppure, nel caso avessimo davanti nemici con debolezze elementali, utilizzando abilità o magie. Ultima, ma non meno importante, la possibilità di prendere le sembianze dello Shining Dragon, che però, essendo molto forte e inquieto, se tenuto attivo in battaglia per troppo tempo entrerà in stato berserk, finendo per travolgere anche i suoi alleati.

Pronti a macinare chilometri?

Durante la battaglia, oltre a controllare il nostro personaggio, dovremo anche gestire il nostro party, composto in totale da quattro compagni, ed è qui che vengono a galla i primi problemi della produzione. Soprattutto nei combattimenti più impegnativi, i comandi ci sono sembrati, oltre che scomodi da richiamare, poco funzionali, con un’intelligenza artificiale non sempre brillantissima. Un altro problema che appesantisce il tutto è sicuramente l’assenza del viaggio rapido. Un difetto clamoroso, soprattutto considerando che ci troviamo in un gioco con decine di aree esplorabili, spesso molto estese.

Un’altra mancanza è da ricercare nel sistema di sviluppo dei personaggi; non ci sono punti abilità da assegnare o simili, basta salire di livello per far crescere le statistiche dei personaggi. L’unico parametro personalizzabile è relativo alle armi che, essendo anche degli strumenti musicali, possono essere accordate a nostro piacimento, potenziando attacco fisico, attacco magico o donando particolari proprietà offensive. Scelto il settaggio dell’arma, accumulando combattimenti il suo livello crescerà, rendendo ancora più potente l’effetto del power-up selezionato.

Appuntamento galante

Shining Resonance Refrain non fa eccezione rispetto ai titoli del suo genere e, parallelamente alle missioni principali, propone tante attività secondarie da portare a termine. Dalle missioni di caccia ai mostri, passando per la raccolta di oggetti rari, utili poi a creare oggetti di equipaggiamento e strumenti attraverso l’alchimia. A dire la verità, la maggior parte delle subquest non presenta una particolare caratterizzazione, coinvolgendo solo in parte e solo in poche occasioni il giocatore in qualcosa di più profondo.

Un’altra feature fondamentale è quella relativa alle relazioni tra i personaggi: sarà infatti possibile decidere i rapporti tra i protagonisti attraverso un apposito menù, selezionando diversi tratti di personalità, in modo da farli combaciare o scontrare. E’ possibile anche avere degli appuntamenti con le ragazze del gioco, facendo nascere amicizie o storie d’amore. Se poi considerate che in questa edizione sono compresi tutti i DLC rilasciati su PlayStation 3, comprensivi di tanti costumi succinti, siamo di fronte a oro colato per gli amanti di questi prodotti.

I segni del tempo

Che Shining Resonance Refrain sia un gioco ben fatto a livello estetico non c’è dubbio, ma è anche evidente che provenga da un’altra generazione di console. Quattro anni sono tanti e, nonostante l’ottimo lavoro di rimasterizzazione, i limiti sono evidenti. Lo scorrere del tempo è stato molto ingeneroso soprattutto con le ambientazioni, con texture sempre molto scarne e fondali piatti. I modelli di mostri e personaggi, pur non essendo sempre perfetti, riescono invece a mantenersi ancora molto gradevoli, grazie all’ottimo lavoro del maestro Tony Taka. Molto bene anche dal punto di vista sonoro, con una buona colonna sonora e un ottimo doppiaggio giapponese. Quello che ci è piaciuto un po’ meno, invece, è stato il doppiaggio inglese, ma soprattutto l’assenza della localizzazione in lingua italiana.

Trofeisticamente parlando: per le terre di Alfheim

L’elenco trofei di Shining Resonance Refrain porta con sé quarantotto trofei, Platino compreso. Ottenere il massimo riconoscimento non sarà impossibile ma, come di consueto per i JRPG, vi richiederà una montagna di tempo: dall’eliminazione di alcuni mostri rari al raggiungimento del livello 100, fino all’ottenimento di tutti i diversi finali. Insomma, preparatevi a giocare tanto se avete voglia di aggiungere questa coppa alla vostra collezione.

VERDETTO

Shining Resonance Refrain è davvero un buon action RPG, con tante feature interessanti e un'ottima personalità, ma non è esente da difetti. Alcune lacune nel gameplay, come l'assenza del viaggio rapido o di un sistema di sviluppo dei personaggi più profondo, unite a qualche incertezza del comparto tecnico, cosa assolutamente lecita considerando che il titolo è uscito nel 2014 su un'altra generazione di console, non consentono al titolo SEGA di diventare uno dei must have di quest'estate. In ogni caso, soprattutto nel caso foste appassionati del genere o incuriositi dallo stile del gioco, vi consigliamo di non sottovalutare Shining Resonance Refrain e dargli una possibilità, magari approfittando di un leggero calo di prezzo.

Guida ai Voti

Gennaro Favatà
Detto anche Giovanni, dagli amici di Ubisoft. Newser, inviato, grafico e se sei fortunato lo trovi anche sul forum di PlayStationBit. Ama alla follia fumetti, cartoni animati, videogiochi e quanto di più colorato e nonsense ci sia, non disdegnando però generi più dark come l'horror e il noir. Inoltre, come ogni eroe che si rispetti, sa trattenere il fiato per dieci minuti.