Spellbreak – Recensione

Sviluppatore: Proletariat Publisher: Proletariat Piattaforma: PS4 Genere: Azione Giocatori: 1 (Online: 2-42) PEGI: 7 Prezzo: Free-to-play Italiano:

Nel panorama videoludico odierno i battle royale si sono ricavati un posto di notevole spessore e le software house continuano a sviluppare idee per poter trovare sempre nuove forme di intrattenimento, unendo ambientazioni tra le più disparate e meccaniche mutuate da altre categorie di videogiochi. E’ questo il caso di Spellbreak, un battle royale con forti contaminazioni RPG, ambientato in un contesto fantasy medioevale dove impersoneremo un mago e le nostre uniche armi saranno incantesimi e anatemi, con deliziose aggiunte collaterali quali rune, stivali, guanti e cinture. Lo abbiamo provato per voi in una beta privata a inizio anno e poi ora, al lancio. Ecco la nostra recensione.

Spellbreak

Un battle royale (RPG) con i fiocchi

Spellbreak, occorre dirlo fin dall’inizio, ha fatto molto parlare di sé nel corso degli ultimi mesi, sia con i diari di sviluppo che con gli annunci d’importanti caratteristiche che il gioco possiede. E’ stato prima comunicato che sarebbe stato gratis dal lancio e, successivamente, che addirittura sarebbe stata presente la cross-progression, legata a un singolo account. Come tutti i battle royale, Spellbreak non possiede molte modalità di gioco ma si focalizza sulla competizione, disponibile sia in singolo che a squadre con amici. All’avvio del gioco saremo introdotti in un corposo e molto ben dettagliato tutorial, che getta le basi sull’utilizzo degli oggetti e sulle caratteristiche di ogni magia, oltre che sulla dimostrazione della possibilità di concatenare mosse in maniera piuttosto creativa. Una volta tornati al menù principale potremo scegliere la classe elementale del mago con cui vorremo iniziare a giocare, tra sei disponibili: Piromante (fuoco), Alchimista (veleno), Folgore (elettricità), Cavalcavento (vento), Geomante (terra) e Sanguefreddo (ghiaccio).

Successivamente saremo liberi di esplorare l’ambiente di gioco in modalità allenamento (o, per i più temerari, buttarci nella mischia della battaglia reale), andando alla ricerca di oggetti come i guanti, i quali forniscono due attacchi elementali. E’ da notare che la potenza degli incantesimi della categoria selezionata va di pari passo con il livello, basato su punti esperienza ottenibili battendo gli avversari in-game, mentre la potenza delle magie del guanto è dato dalla sua rarità, definita con i classici aggettivi come comune, non comune, raro, epico e leggendario.

Spellbreak

Un’altra categoria di oggetti importanti è quella delle rune, anche queste recuperabili nel mondo di gioco, le quali conferiscono abilità speciali come il volo, l’invisibilità, il teletrasporto, il dash (ovvero un movimento laterale veloce) e molto altro. Durante il gioco si possono avere al massimo cento punti vita, incrementabili fino a duecento tramite cinture (anche queste divise per rarità) che non sono altro che una barra di salute aggiuntiva, la quale verrà consumata per prima in caso di attacchi da parte dei nemici (o anche di sé stessi). Entrambe le barre sono parzialmente rigenerabili mediante pozioni o frammenti di armatura, anch’essi disposti casualmente nel mondo di gioco. Esistono, come se non bastasse, anche dei bauli da aprire classificati per rarità, i quali forniscono in maniera casuale oggetti di vario tipo. Questo stesso tipo di bauli è anche disponibile sotto forma di una enorme sfera eterea, segnalata sulla mappa, e, mediante la loro attivazione, forniscono in circa trenta secondi oggetti molto rari.

Benvenuti nel Medioevo

Il mondo di gioco di Spellbreak è di stampo fantasy medioevale con grafica cel-shading, di proporzioni notevoli e con diversi tipi di caratteristiche ambientali, dal deserto alla foresta, dalla montagna alla pianura. I paesaggi sono di ampio respiro e sono costellati da costruzioni in pietra, da semplici torri isolate a veri e propri castelli, dotati di mura, ponti, fortificazioni a più livelli, contrafforti e grandi spazi interni in cui potersi muovere e sfruttare l’ambiente a proprio vantaggio. Tutte le costruzioni risultano molto belle da vedere, intrise di carattere e di grande impatto scenico. Sono spesso presenti degli ambienti più chiusi illuminati da torce o lanterne e la resa grafica di queste ultime è davvero piacevole. L’ambiente non è distruttibile, e questa è una caratteristica che avremmo apprezzato se fosse stata disponibile, ma è anche vero che si potrà sfruttare a nostro vantaggio questo fattore, nascondendosi dietro a muri o terrapieni per evitare di essere colpiti e per attaccare al momento propizio.

Un sonoro di tutto rispetto

Come è lecito aspettarsi, il mondo di Spellbreak riflette quelli che dovevano essere la calma e il silenzio del mondo medioevale. I suoni che si sentono provenire da ogni direzione sono quelli della natura: il cinguettio di qualche uccellino, il rumore del vento, lo scorrere di un ruscello, il gracidare delle cicale, i quali sono estremamente piacevoli, realistici e soprattutto molto ben direzionati. Nessun tipo musica è presente all’interno di Spellbreak e avremmo preferito che ci fosse, magari sottolineando i momenti di gioco con melodie lente e rilassanti quando distanti dai nemici, e via via più accelerate e intense nell’avvicinarsi agli scontri con altri giocatori. Al contrario, i suoni delle magie e degli incantesimi sono davvero potenti, corposi, intensi e danno veramente la misura di quanto danno possiamo infliggere ai nostri avversari. Ogni attacco ha i suoi suoni tipicamente legati all’elemento in utilizzo, in particolar modo i fulmini hanno grande impatto visivo e sonoro.

Spellbreak

Mors tua vita mea

Battle royale significa una sola cosa: vivere o morire, senza nessuna sfumatura intermedia. Il gameplay di Spellbreak, al netto delle fasi di esplorazione e di raccolta di oggetti, potenziamenti e quant’altro è estremamente brutale e veloce, dando pochissimi secondi per capire cosa sta succedendo. E’ possibile combinare attacchi diversi per sommare gli effetti intrappolando, per esempio, il nemico in una tromba d’aria mentre gli lanciamo un attacco di fuoco che può quindi massimizzare il suo effetto. Combinare gli effetti delle rune ai grandi salti di cui ogni personaggio è fornito dà la possibilità di mettere in atto tattiche di gioco a distanza che possono essere estremamente potenti e veloci, conferendo una flessibilità totale al gameplay. La frenesia degli scontri a fuoco è supportata da un comparto tecnico solido ma non troppo, il quale cede sotto il peso di numerose animazioni a schermo, calando dai consueti e molto stabili 60 frame al secondo a circa 25-30 nelle fasi più concitate, non andando comunque mai a minare l’esperienza. Mano a mano che il tempo scorre, una tempesta restringe l’area di gioco in maniera da far sì che rimanga un solo giocatore (o una sola squadra) a vincere la partita, tecnica mutuata da altri battle royale.

Spellbreak

Trofeisticamente parlando: pochi ma tosti

Spellbreak possiede una lista trofei piuttosto striminzita con solamente undici coppe presenti, divise in cinque di bronzo, cinque di argento e una sola d’oro; curiosamente il set di trofei di Spellbreak non vanta il Platino. L’ottenimento di tutti i trofei richiederà una certa dose di bravura, intelligenza tattica e sangue freddo, dato che sarà necessario vincere una battaglia reale (anche in squadra), resuscitare venti compagni di squadra e ottenere ben dodici talenti, azione non di poco conto che necessiterà di dedizione e pazienza.

VERDETTO

Spellbreak coniuga la classica formula di gioco battle royale a meccaniche RPG complesse e stratificate, dando la possibilità di divertirsi molto a combinare gli effetti delle magie contro i nemici e ottenendo i risultati tra i più disparati. Una formula di gioco sicuramente molto valida che promette grandi cose, aiutata anche da un comparto tecnico solido e da una dinamicità enorme, che saprà conquistare i giocatori più fantasiosi.

Guida ai Voti

Andrea Pasqualin
Classe '90, nato e cresciuto tra benzina e gasolio, è il classico "petrolhead". Si è umilmente autoproclamato "Re dell'Universo Racing presso PlayStationBit". Platinatore incallito, attualmente è il redattore della rubrica "Racconti di Caccia", si dedica inoltre a ricerche su Platini facili e/o ultra rari, per bullarsi con gli amici. Appassionato di tutto quello che corre e vola, sta vivendo il suo sogno scrivendo di videogiochi e pensandoci dalla mattina alla sera. Nei momenti liberi guida la sua moto supersportiva e si diverte a spaventare le vecchiette ai semafori.