Fra le nazioni europee in crescita nel settore dei videogiochi spicca sicuramente la Spagna, terra di numerosi team di sviluppo indipendenti. Uno di questi, con sede a Barcellona, è Kanak Studio, che esordisce su PlayStation con Square Keeper, un puzzle game a turni con visuale dall’alto venduto a prezzo stracciato. Ci ha convinti? Scopritelo nella nostra recensione.
La carta giusta
Square Keeper è un’esperienza strutturata a livelli, ognuno dei quali ci pone dinanzi a un enigma da risolvere. Il gameplay è incentrato sulle carte dall’utilizzo singolo correlate a determinate azioni. L’obiettivo di ogni livello è quello di sbarazzarsi di tutti i nemici nella stanza e orientarsi verso l’uscita. Per farlo, dovremo utilizzare saggiamente le carte a nostra disposizione, suddivise in tre categorie: attacco statico, attacco dinamico e movimento. Sarà possibile resettare il livello in qualsiasi momento e ogni sfida richiederà non più di 7-8 manovre per essere superata.
Il numero dei livelli non è elevatissimo (quarantacinque in tutto), ma riteniamo la scelta corretta, poiché consente agli sviluppatori di inserire a cadenza rapida leggere innovazioni di gameplay. Queste introduzioni riguardano sia carte differenti (come l’arco o la lancia), sia nemici dai pattern di movimento differenziati, nonché la presenza di alcune trappole ambientali. La curva di difficoltà di Square Keeper è decisamente appiattita, poiché le novità introdotte nel proseguo del gioco ne aumentano la varietà ma non la complessità. Tutto ciò comporta la definizione di un’esperienza poco stimolante e coinvolgente, andando a fallire sul fronte dell’intrattenimento tipico dei mobile game (identità videoludica a cui si sono ispirati i ragazzi di Kanak Studio).
Vai con la musica, Bardo!
Esteticamente, Square Keeper si fa ben volere con una pixel art essenziale e poco dettagliata che tanto basta per fare il suo dovere. I livelli di gioco sono molto piccoli, ma gli sviluppatori si sono concentrati nel realizzare anche un contorno dei sotterranei in cui è intrappolato il nostro eroe. Si tratta di ambientazioni non esplorabili né tangibili che permettono alla resa estetica di avere maggior impatto.
A livello sonoro, sottolineiamo una colonna sonora breve e concisa composta da soli due brani: il main theme e la traccia che ci accompagnerà durante i livelli. Il tema del menù, di buona qualità audio, è la tradizionale musica da taverna, di genere fantasy medievale. La traccia di gioco, invece, è quasi interamente realizzata con percussioni e strumenti tribali. La traccia è gradevole ma stona un po’ con il concept di gioco. Non è presente la localizzazione italiana, sebbene si tratti di una lacuna non invasiva, essendo veramente poche le linee di testo ed essendo il gameplay molto intuitivo.
App o gioco?
Come spesso ci capita di evidenziare nelle recensioni dei titoli più underground, il confine tra videogioco da console e app mobile è sempre più sottile. Square Keeper, sebbene abbia qualche lampo di qualità nel buio della mediocrità, risulta essere l’ennesimo esponente di app mobile trasferita impropriamente su console. Ci troviamo costretti a sottolineare come applicazioni gratuite offrano lo stesso tipo d’intrattenimento, se non addirittura più corposo. Suggeriamo a Kanak Studio di valutare meglio la distribuzione dei propri progetti. Ad esempio Project Socket, il secondo progetto del team spagnolo (attualmente in fase Beta) sembra essere molto più adatto a una console ma è stato inspiegabilmente annunciato solo per mobile, almeno per il momento.
Trofeisticamente parlando: take that Plat
La lista trofei di Square Keeper è molto ricca, con ben un trofeo d’argento, undici d’oro e il platino. Per conquistare questo copioso 100% sarà sufficiente completare tutti i quarantacinque livelli di gioco, essendo le richieste dei trofei tutte collegate ad azioni necessarie per completare gli enigmi. Facile e veloce.