State of Mind – Recensione

Sviluppatore: Daedalic Entertainment Publisher: Daedalic Entertainment Piattaforma: PS4 Genere: Avventura Giocatori: 1 PEGI: 16 Prezzo: 39,99 € Italiano:

Daedalic Entertainment. Se siete appassionati di avventure grafiche, avrete riconosciuto immediatamente il nome di questa software house, un simbolo di garanzia e qualità per gli amanti del genere. Il team tedesco, fondato nel 2007 con sede ad Amburgo, è noto principalmente per lo sviluppo di giochi punta e clicca vecchio stampo e ha raggiunto il successo e l’approvazione di critica e community grazie alla trilogia di Deponia.

Purtroppo per la software house, però, titoli come Life is Stange o quelli sviluppati dall’ormai defunta Telltale hanno rivoluzionato il mercato, e realizzare avventure grafiche dallo stile retrò non sembra più funzionare. Per questo motivo i ragazzi di Daedalic hanno pensato bene di rifondarsi nello spirito e volgersi verso produzioni in tre dimensioni dallo stile più moderno, cosicché i ricavi e l’utenza interessata fossero ben maggiori. Tuttavia, per lo sviluppo di State of Mind, la software house non ha preso spunto solamente dai due titoli citati in precedenza, ma anche dall’ultima opera di David Cage, Detroit: Become Human. Perché? Scopriamolo insieme.

state of mind recensione

Copia ma non troppo

Berlino, anno 2048. Il mondo come lo conosciamo è cambiato totalmente, lo sviluppo di tecnologie sempre più avanzate ha portato la società ad affidarsi sempre più ad automi e computer. In questi trent’anni di distanza trascorsi dai giorni nostri, gli scienziati sono riusciti a creare droni e robot autonomi che riescono a svolgere qualsiasi tipo di mansione senza alcuna lamentela e senza troppi problemi. Come avrete capito, State of Mind è ambientato in un universo cyberpunk futuristico che pare tratto a piè pari dall’esclusiva Sony; sembra che Daedalic, quindi, non abbia avuto il coraggio di rivoluzionarsi senza perdere quel tocco di personalità che traspariva nelle sue produzioni precedenti. Ma sarà davvero così?

Il protagonista di questo titolo è Richard Nolan e faremo la sua conoscenza mentre viene trasportato d’urgenza a bordo di un’ambulanza in seguito a un grave incidente d’auto. Una volta arrivati in clinica, Richard riprende finalmente conoscenza e viene assistito dal dottor Keller, il quale lo informa che ha subito gravi danni al cervello e una perdita temporanea di memoria. Su questi presupposti si basa un semplice tutorial in cui saremo tenuti a osservare punti fissi per prendere confidenza con la telecamera, oppure a dare semplici risposte per poter interagire con i comandi di gioco. A proposito di osservazione: l’avanzamento tecnologico ha portato allo sviluppo del sistema AR, un mezzo “installato” nel cervello che consente di potenziare i sensi. Questo, all’interno del mondo di gioco, si traduce con una vista migliorata che mette in risalto tutti gli oggetti e le persone con cui poter interagire, e di avere sempre una descrizione accurata di essi.

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Ma torniamo al povero Nolan e a un breve riepilogo della sua vita personale. Il dottore, nel tentativo di aiutarci a recuperare parte della memoria, ci informa che Richard ha un figlio, James, ed è un giornalista che svolge il suo lavoro presso la più grande testata giornalistica tedesca, The Voice (no, non si tratta del programma che scova talenti musicali). Il protagonista, in un breve flashback, rivive l’incidente  subito e ricorda così che non era il solo a bordo dell’auto. Al suo fianco era presente sua moglie Tracy. Dopo svariate domande sulle condizioni della moglie, a cui non viene data una risposta, Richard viene riportato al suo appartamento, situato su un gigantesco palazzo, dove a dargli il benvenuto c’è Simon, il suo robot domestico.

Richard, nonostante la confusione che ancora pervade la sua mente, è sicuro di una cosa: lui ha sempre criticato aspramente l’uso domestico degli automi e ritrovarsene uno in casa che lo assiste, al posto della sua amata famiglia, non è sicuramente una sua volontà. Crescono, così, molti dubbi in lui, e il suo spirito giornalistico lo porterà a una lunga indagine per scoprire dove si trova la sua famiglia e cosa è accaduto realmente il giorno dell’incidente.

Detective Nolan

State of Mind, come avrete capito, è dotato di una trama interessante che incuriosisce il giocatore e lo spinge a cercare anche il più piccolo dettaglio per poter comprendere al meglio il “fantamondo” descritto in questo futuro. La narrazione è davvero coinvolgente grazie ai continui colpi di scena e a situazioni inaspettate che porteranno ad arrivare, in base alle scelte compiute durante il gioco, a uno dei tre finali possibili. In questa recensione, però, non vogliamo spoilerare altro ai nostri lettori e per questo la lettura continuerà passando a una descrizione approfondita del gameplay del titolo sviluppato da Daedalic.

Non aspettatevi esplosioni in stile Call of Duty o rapine a mano armata alla Grand Theft Auto; State of Mind è un titolo lento che rispecchia a pieno il suo genere di appartenenza. Come detto, infatti, chi ha già confidenza con i videogiochi targati Telltale si ritroverà perfettamente a suo agio all’interno di questo mondo cyberpunk. Le meccaniche di gioco sono davvero elementari e non aggiungono nulla di nuovo al genere: con il tasto Cerchio potremo esaminare oggetti o persone e con il tasto X potremo interagire con essi. Oltre a parlare con altri personaggi, cercare oggetti ed esplorare ambientazioni, il gameplay di State of Mind, saltuariamente, offrirà sequenze in cui Richard si comporterà come un vero e proprio detective in cerca di prove ed evidenze scientifiche.

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In una generazione in cui si punta sempre più al fotorealismo e alla cura di ogni minimo particolare grafico, un buon capitale iniziale è necessario per un comparto grafico degno di nota. Il piccolo studio, però, non ha potuto contare su un budget multimilionario e di conseguenza affidarsi a tecnologie come il motion capture. Ma come risolvere questo problema? Semplice, Daedalic ha deciso di ribaltare la situazione tornando a una grafica poligonale simile a quella dei titoli delle prime due PlayStation. Questo escamotage intrapreso dal team è tanto particolare quanto sorprendente e gradevole alla vista. I modelli dei personaggi sembrano quasi tratti da un dipinto di un pittore futurista e a trarne beneficio sono le ambientazioni, che in questa maniera risaltano maggiormente.

La visione futuristica di Berlino che la software house ha rappresentato in State of Mind è tetra e grigia, una città senza anima che soffre del troppo inquinamento e della mancanza di risorse energetiche. La promessa di un miglioramento grazie al progresso tecnologico, che non ha fatto altro che creare una società sempre più controllata, e la sostituzione degli esseri umani in favore dei robot nell’amministrazione pubblica, inoltre, hanno peggiorato ulteriormente la situazione. Nonostante questo, gli enormi grattacieli, i droni volanti e le stranezze futuristiche che popolano la città vi faranno perdere minuti su minuti per ammirare gli scorci offerti da questa ambientazione. Anche il comparto sonoro non sfigura, il doppiaggio inglese è di buona fattura e grazie ai sottotitoli non perderete nemmeno una virgola di ciò che succede. Inoltre la colonna sonora, anche non essendo indimenticabile, riesce a incalzare il giocatore nelle situazioni giuste.

Trofeisticamente parlando: completare il gioco due volte

State of Mind, trofeisticamente parlando, è composto da dieci trofei di bronzo, ventidue di argento e due d’oro. Semplicemente andando avanti con i capitoli riuscirete a sbloccare buona parte degli obiettivi presenti; tuttavia, per arrivare al Platino, è obbligatorio completare il gioco due volte. In State of Mind, infatti, è possibile compiere diverse scelte che porteranno avanti il gioco in due maniere ben distinte. Ad esempio durante il primo capitolo verrete messi di fronte all’ardua scelta di preparare la colazione preferita di vostro figlio (Grande Chef) oppure di rifiutarsi e prepararne una disgustosa (La varietà è tutto). Per ulteriori dettagli vi rimandiamo all’elenco trofei.

VERDETTO

Daedalic Entertainment è una software house famosa per la qualità delle sue avventure grafiche vecchio stampo. Tuttavia, il mercato è in continua evoluzione e l’esigenza di rinnovarsi ha portato allo sviluppo di un titolo completamente innovativo per lo studio. State of Mind è un’avventura grafica in tre dimensioni dai tratti moderni che ricalca il successo e prende a piè pari il gameplay dei titoli che furono di Telltale. Inoltre la Berlino futuristica del 2048 e l’atmosfera cyberpunk ricreata dal team tedesco ricordano fin troppo quanto visto nell’ultima opera di David Cage. Il titolo di Daedalic, però, non è solamente una copia; una sorprendente grafica poligonale e una narrazione convincente fanno sì che tutti gli amanti del genere debbano dare obbligatoriamente una possibilità a State of Mind.

Guida ai Voti

Alberto Lanzidei
Nato con la passione per la PlayStation è cresciuto coltivando l'amore verso tutti i generi di videogames. I suoi hobby, oltre il gaming, sono le auto e la palestra.