Strikers Edge – Recensione

Sviluppatore: Fun Punch Games Publisher: Playdius Entertaiment Piattaforma: PS4 Genere: Azione Giocatori: 1-4 PEGI: 12 Prezzo: 14,99 € Italiano:

Oggi qui sul blog GiocoZafferano prepareremo una ricetta decisamente particolare. Per prima cosa, prendete una PlayStation 4 e spalmate uno strato abbondante di dodgeball, la versione competitiva della classica palla avvelenata che si giocava nelle ore di educazione fisica a scuola. Aggiungete ora, uno alla volta, otto guerrieri di epoche e culture differenti che avrete messo preventivamente a insaporire in una breve biografia personale. Mescolate bene, in modo che ogni guerriero possa scontrarsi con gli altri sfruttando una meccanica di base condivisa e alcune mosse speciali uniche. Decorate il tutto con una modalità campagna, con un comparto online competitivo e con un set di trofei abbastanza lungo, ma facile, e che comprende il Platino. Se avete lavorato come si deve, evitando la formazione di bug, avrete realizzato un perfetto, caldo e fragrante Strikers Edge.

“Arma avvelenata” in salsa retrò

Scherzi a parte, la formula di Strikers Edge è davvero molto semplice. Si tratta di un gioco dedicato a scontri a distanza tra guerrieri armati di strumenti da lancio che ricordano, per ammissione degli stessi sviluppatori, le meccaniche del dodgeball, declinandole in una versione bellica e in un contesto fanta-storico. Gli otto protagonisti selezionabili appartengono infatti a periodi storici e tradizioni diversi: si va dalla Valchiria allo Spartano, dal Cavaliere al Ninja, dall’Arciere alla Strega, dal Barbaro al Vichingo. Ognuno è corredato di una storia personale che lo inquadra nel contesto di gioco, ma soprattutto di un set di armi e abilità uniche.

Lo scontro vero e proprio avviene in arene dedicate. La struttura di base è sempre la stessa, con un campo di gioco diviso in due aree, una per ogni contendente, e alcuni elementi ambientali, come rocce, stalattiti, tronchi o barili, a fornire un riparo di fortuna dai lanci nemici. Le location sono quattro: Albero Sacro, Confine del Regno, Navi da Guerra e Bosco Morto, e ognuna presenta alcuni pericoli aggiuntivi da cui guardarsi mentre si schivano le armi avversarie. Così, ad esempio, tra i ghiacci di Confine del Regno rischieremo di essere colpiti dalla frequente caduta di stalattiti, che lasciano libera solo una piccola porzione del nostro campo di gioco; e sulle Navi da Guerra una fila di soldati alla nostra sinistra userà gli scudi per spintonarci senza troppi complimenti ogni volta che ci avvicineremo troppo.

Dal punto di vista grafico, Strikers Edge è decisamente retrò, al punto che lì per lì sembra di trovarsi di fronte a un titolo per Super Nintendo. La cosa non infastidisce, anche se nel corso delle battaglie è difficile distinguere i dettagli dei guerrieri, che in alcuni momenti diventano scattanti ammassi di pixel. Anche la mappa della modalità principale è troppo semplificata. La colonna sonora si abbina alla perfezione allo stile grafico, con musichette da sala giochi capaci di far venire voglia di voltarmi per verificare che non ci fosse qualcuno alle spalle a guardarmi, come quando mi perdevo davanti al cabinato di Street Fighter.

La difesa è il miglior attacco

Il gameplay è semplicissimo da apprendere. Le due levette analogiche permettono rispettivamente di muoversi e prendere la mira. Questo avviene premendo il tasto R2, che fa partire lance, pugnali, frecce, shuriken, asce o incantesimi a seconda del guerriero che controlliamo. La pressione prolungata del tasto carica un attacco più potente, che aumenta il danno inferto all’avversario e che spesso lo confonde o lo blocca conferendoci qualche secondo di vantaggio.

Lo Spartano, per fare un esempio, in questa fase lancia il suo scudo, capace anche di rimbalzare contro le pareti per colpire il nemico alle spalle; il Cavaliere, invece, sferra una lancia con una forza tale da impalare l’avversario per qualche secondo. In seguito a un lancio caricato, e solo in questa fase, è possibile attivare un’abilità speciale con il tasto R1; nel caso dello Spartano questo comporta l’esplosione dello scudo, nel caso del Cavaliere l’emissione di una scarica elettrica.

Difesa!

Sul lato difensivo, le possibilità sono cinque. Possiamo evitare i lanci nemici semplicemente muovendoci in continuazione, senza farci mettere all’angolo, anche se a lungo andare questa tattica ci porterà comunque a essere colpiti. Sfruttare gli elementi ambientali come riparo è una buona soluzione alternativa, ma bisogna tenere presente che, dopo essere stati colpiti, alcune volte anche questi si distruggono, dissolvendosi.

Altra opzione è lanciare la nostra arma contemporaneamente all’avversario, per far sì che si incontrino a mezz’aria annullandosi a vicenda… anche se ovviamente così non andremo molto lontano. Allora non ci resta che destreggiarci tra schivate e blocchi. Le prime, realizzabili con L2 mentre ci muoviamo, ci fanno rotolare/scostare all’ultimo momento, lasciando che l’arma dell’avversario vada a infrangersi contro il bordo dell’arena mentre noi rispondiamo. I blocchi, invece, si ottengono con L1 premuto prima di essere raggiunti dal lancio, una contromossa che ci mette al sicuro da danni e che ci conferisce un bonus in termini di rigenerazione della barra dell’energia o di velocità di attacco, a seconda del guerriero scelto. Il limite, per non rendere le cose troppo facili, è dato da un massimo di tre blocchi disponibili per ogni round.

Il match si svolge nella più classica delle modalità. Breve conto alla rovescia iniziale, round vero e proprio e vittoria per il primo che ne conquista due (va segnalato che un round può anche finire in pareggio, nel caso le armi lanciate raggiungano contemporaneamente entrambi gli sfidanti uccidendoli nello stesso momento). Ogni guerriero ha sopra la testa una barra contenente l’energia residua, la stamina e il numero di blocchi disponibili. La stamina si riduce ogni volta che si effettua un attacco semplice o una schivata e si ripristina abbastanza velocemente, ma non tanto da lasciarci qualche secondo senza possibilità di lancio, se non gestiamo bene le nostre mosse. In questi momenti, mentre attendiamo di ricaricarci, possiamo sfruttare l’attacco caricato, che non consuma stamina.

Ogni colpo a segno riduce la salute nemica, con un danno crescente a seconda che il colpo raggiunga il corpo o la testa (HEADSHOT!) e che si tratti di un lancio semplice, caricato o di un’abilità speciale. Anche gli imprevisti ambientali possono ridurre la nostra salute, quindi è bene non sottovalutarli. In alcuni frangenti, il tempo rallenterà, come in una scena particolarmente intensa di un film, permettendoci di schivare o di assistere al nostro colpo andato a segno con una carica aggiuntiva di pathos. Si tratta di una soluzione su cui gli sviluppatori avevano insistito molto nella promozione del gioco, ma che, a conti fatti, non risulta così importante. Esaurita la salute nemica, ovviamente, il round sarà nostro. Ma attenzione: vale anche l’esatto opposto!

Una campagna fittizia per un gioco multiplayer-driven

Strikers Edge presenta una modalità principale e diverse modalità multiplayer. La prima ci vede scegliere uno dei guerrieri e affrontare alcuni scontri – pochi, a dire il vero, come i tre della campagna con la Valchiria o i quattro del Cavaliere, per citarne due – giustificati da una trama che definire semplice sarebbe eufemistico. In poche parole, le lacrime degli dei cristallizzate, cadute sulla Terra, hanno conferito poteri speciali a questi guerrieri, che manco a dirlo vogliono usarli per punire i malvagi e fermarne le angherie. Due righe di testo che variano a seconda del protagonista raccontano una storia che risulta in tutto e per tutto un riempitivo per un gioco che fa del multiplayer il suo fulcro. Solo la difficoltà, che a livello Difficile non è trascurabile, aggiunge un elemento sfida che può alzare l’appeal di questa modalità.

Il comparto multiplayer si suddivide in locale e online. Possiamo dunque affrontare un nostro amico mentre sediamo uno di fianco all’altro, con amichevoli insulti a fare da controparte reale delle armi che ci lanciamo in-game, oppure avventurarci nella ricerca di sfidanti casuali da tutto il mondo (qui andrebbe messo un enorme asterisco). Possiamo scegliere se giocare 1 vs 1 o 2 vs 2, ma le meccaniche di gioco non cambiano minimamente; nel secondo caso il campo è solo un po’ più grande per gestire la coppia di guerrieri e anziché vincere i due round lo scopo è eliminare le quattro vite a disposizione della squadra avversaria.

Qualcosa non funziona

Finora abbiamo visto che cosa Strikers Edge vuole offrire. Se passiamo però al come, la situazione si complica parecchio e giustifica il giudizio che, seppur a malincuore, ho inserito a fondo pagina. Il primo problema, il meno grave, riguarda la già citata campagna, ridotta all’osso e, per così dire, “finta”; a questo punto sarebbe stato meglio non implementarla, vista l’evidente natura competitiva del gioco. Proprio quest’ultima, però, ci porta alla questione più importante; a pochi mesi dall’uscita di Strikers Edge, trovare un singolo sfidante online risulta impossibile. Nonostante ripetute ed estenuanti ricerche, ogni matchmaking finisce con l’abbinamento a un guerriero controllato dall’intelligenza artificiale, in uno scontro che risulta in rete, ma che lo è in modo totalmente fittizio. Non è certo colpa degli sviluppatori, ma non è un dato trascurabile per chi volesse acquistare il gioco, soprattutto considerando che quanto viene offerto nelle altre modalità è poca roba.

Gli sviluppatori non sono comunque esenti da critiche. Diversi e limitanti sono infatti i problemi tecnici, se non veri e propri bug. Nell’ordine, ho rilevato: la scomparsa totale dell’audio all’avvio di un match online, effetto che si trascina poi anche tornando alla campagna e che si risolve solo riavviando il gioco… per poi ripresentarsi all’inizio della successiva partita in rete; la scomparsa totale dei guerrieri nell’arena, che si mostra tristemente vuota costringendoci a tornare al menù; cali di frame rate più che rilevanti nelle fasi concitate di gioco, in particolare nell’arena Confine del Regno.

Peccato, perché Strikers Edge, nel complesso, è molto bello. Partite rapide di due minuti di media, gameplay adrenalinico che si adatta alla perfezione a sfide tra amici e non solo e un meccanismo che, più che in altri giochi, restituisce dopo ogni match la sensazione di aver imparato qualcosa, di aver fatto esperienza, di saper gestire meglio attacchi e difese. Se i problemi tecnici possono essere superati, quello dei server deserti è uno scoglio insormontabile e il multiplayer locale non può garantire la sopravvivenza di un gioco che è sì intrigante, ma che in mezz’ora o meno mostra tutte le sue carte.

Trofeisticamente parlando: facile, ma lunghino

Strikers Edge offre ventitré trofei: otto di bronzo, sette d’argento, sette d’oro e il Platino. Non ci sono grandi difficoltà a ottenerne la maggior parte; basta giocare una partita online, vincerne una serie di cinque o dieci consecutive, realizzare diversi colpi alla testa, contrastare un’arma in arrivo, non subire danni per un round o finirne uno in pareggio. Risulta piuttosto lungo, ma non difficile, arrivare al Platino a causa delle coppe che richiedono di giocare cinquecento partite e di vincerne duecentocinquanta online, per un tempo stimabile di più di venti ore.

VERDETTO

Strikers Edge è un gioco davvero divertente. Gli sviluppatori pagano lo scotto di averlo indirizzato completamente al comparto multiplayer online, senza mettere in conto l'evenienza che una community di giocatori non sufficientemente nutrita avrebbe decretato l'insuccesso, il ristagno e la scomparsa del titolo. La velocità, l'adrenalina e la crescente padronanza delle meccaniche di gioco che si respirano a ogni match salvano dall'insufficienza un gioco la cui valutazione, anche tralasciando gravi difetti tecnici, non può trascendere dai limiti che si riscontrano quando si cerca di affrontare un avversario umano in rete. Per il resto, la modalità campagna non offre nessuno stimolo, se non qualche ora di allenamento e sfida, ma senza una trama decente a fare da supporto.

Guida ai Voti

Jury Livorati
Classe ’85, divido il tempo tra la moglie e i tre figli e le più svariate passioni. Amo la lettura, la scrittura e i videogiochi e recito dal 2004 con l'Associazione Culturale VecchioBorgo. Eterno bambino, amo la vita e guardo sempre allo step successivo, soprattutto se è più in alto del precedente. Sono grato a PlayStationBit per avermi fatto scoprire la (sana) caccia ai trofei e i Metroidvania.