Superliminal – Recensione

Sviluppatore: Pillow Castle Publisher: Pillow Castle Piattaforma: PS4 Genere: Puzzle Giocatori: 1 PEGI: 12 Prezzo: 20,99 € Italiano:

Alzi la mano chi non ha mai chiuso un occhio e avvicinato un dito a quello rimasto aperto per illudersi di potervi coprire la luna piena o un grattacielo in lontananza, oppure chi non ha mai visto la classica fotografia dei turisti di Pisa che, con una mano protesa, sfruttano la prospettiva per dare l’impressione di sostenere il peso della torre pendente. Le illusioni ottiche sono parte della nostra vita quotidiana, sia per alcuni piccoli e divertenti momenti che viviamo segretamente dando libero sfogo al nostro bambino interiore, sia per i sagaci trucchi di qualche pagina internet o qualche amico intraprendente che ci abbindolano per tenere banco durante una serata in compagnia.

Pillow Castle trasferisce il concetto delle illusioni ottiche sulle nostre console con Superliminal, un puzzle game che a prima vista ricorda altri due titoli che abbiamo recensito per voi: The Spectrum Retreat e The Turing Test, ma che di fatto non ne raggiunge gli stessi livelli. A differenziarlo c’è un design degli enigmi non costante, anche se è da segnalare un ottimo equilibrio tra difficoltà, ragionamento e accessibilità, in modo da evitare frustrazione e rassegnate ricerche di soluzioni su YouTube. Ecco la nostra recensione.

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In terapia

La SomnaSculpt è una sorta di clinica che sfrutta la terapia del sonno per dare supporto a persone con problemi psicologici. Che si tratti di individui con la tendenza a ingigantire problemi banali, o al contrario di persone che minimizzano questioni importanti, la situazione di disagio può essere curata dal metodo del dottor Glenn, sponsorizzato da uno spot televisivo a cui assistiamo all’inizio di Superliminal.

Nei panni di uno dei pazienti del programma ci ritroveremo in un’area test che fa da tutorial, ponendo le basi per un gameplay nel quale la percezione e la realtà sono una cosa sola. Ma qualcosa sembra andare storto quando il nostro atteggiamento, o forse una certa resistenza della nostra mente, ci porta fuori dal percorso prestabilito e ci costringe a trovare una via d’uscita. Una soluzione che alla fine ci insegna la morale, fin troppo esplicita, che guardare il mondo da una diversa prospettiva è la soluzione per una vita migliore.

La percezione è realtà

Superliminal si presenta come un classico puzzle game in cui ci spostiamo tra stanze, ognuna delle quali nasconde un determinato enigma. Il tutto è organizzato in nove capitoli, che iniziano sempre con il nostro risveglio in una stanza, al suono di una fastidiosa sveglia, e con il passaggio in una sorta di reception che fa da filtro prima della nuova area di gioco. Con una visuale in prima persona, ci muoviamo con la levetta sinistra e ruotiamo lo sguardo con la destra, mentre l’unico altro comando permette di prendere e rilasciare determinati oggetti.

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Il concetto di base su cui fanno leva tutti gli enigmi è quello della percezione della realtà contrapposta alla realtà stessa. Abbiamo occasione di prendervi confidenza fin dal tutorial, nel quale incontriamo alcuni semplicissimi ostacoli e altrettanto semplici puzzle da risolvere. Riassumendo, potremmo vedere il tutto come un gioco di prospettive: un pezzo degli scacchi visto da vicino può risultare enorme se le stesse proporzioni che percepiamo si mantengono posizionandolo a distanza.

Per fare un esempio, possiamo trovarci in una stanza con una sola uscita, posta troppo in alto perché riusciamo a raggiungerla con un salto. Accanto a noi c’è un piccolo cubo. Prendendolo e guardandolo da vicino ci sembra però molto più grande, perché riempie il nostro campo visivo. Posizionandolo sotto alla finestra avremo allora una base su cui saltare e da cui arrivare all’uscita. Questa, insieme ad altre variazioni sul tema, è la struttura fondante di Superliminal.

Un mondo fittizio

A livello di ambientazioni, Superliminal non osa più del necessario e ripropone quasi in ogni livello una sequenza di stanze all’apparenza piuttosto normali, decisamente spoglie e con elementi ricorrenti. Allo stesso tempo si respira però un senso di oppressione e claustrofobia, legato non tanto agli spazi angusti, quanto alla netta sensazione di essere chiusi, come se la realtà intorno a noi fosse costruita artificialmente all’interno del mondo vero, come accade per esempio nel film The Truman Show con Jim Carrey. Non solo, ma la percezione di disagio aumenta quando le voci che ci guidano iniziano a dire chiaro e tondo che qualcosa non quadra, che stiamo uscendo dal percorso predefinito e pensato per noi.

Come se non bastasse, alcune location di base normalissime diventano inquietanti per il solo fatto che vengono presentate nella totale oscurità, costringendoci a trovare una via d’uscita procedendo a tentoni, o aiutandoci con la luce rossa che proviene dal segnale luminoso sopra a una porta d’emergenza. Ma c’è anche tutto un gioco di allusioni e messaggi più o meno subliminali che, procedendo con l’avventura, instillano in noi sentimenti di paura e vulnerabilità. Ci riferiamo, ad esempio, alle evidenti macchie di sangue che compaiono a terra in uno dei capitoli, ma anche alla scritta “DIE” su alcuni cartoni di bevande, che si rivela poi essere un “DIET” parzialmente coperto dallo stipite di una porta.

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Sogno o dejà-vu?

E’ proprio il contesto che fa da sfondo a Superliminal il suo punto di forza principale, perché dobbiamo ammettere che a livello di enigmi non abbiamo trovato sfide impossibili. Una volta compresa la meccanica di base, infatti, applicarla in diverse occasioni è piuttosto semplice, anche se dobbiamo ammettere che lo sforzo degli sviluppatori per fornire un crescendo di difficoltà e una varietà di situazioni c’è stato. Se in un caso dobbiamo ingrandire un oggetto per salirci sopra, infatti, in un altro dobbiamo usarne il peso per abbattere una parete instabile. Notiamo anche la presenza di meccaniche diverse, come la clonazione degli oggetti che a un certo punto sostituisce la semplice presa, ma rispetto ai titoli citati in apertura non possiamo celebrare questo aspetto di Superliminal come uno dei suoi pregi.

I difetti, invece, sono proprio legati a una certa ripetitività che si presenta con alcuni enigmi. Se in un caso costringerci a tornare nella stanza precedente e usare lo stesso oggetto di un rompicapo per risolvere il successivo funziona, vedere la cosa riproposta in diverse sezioni non denota troppa fantasia. Allo stesso modo, ci sono un paio di capitoli in cui non è quasi necessario usare oggetti, ma si risolvono i puzzle semplicemente camminando al buio e accedendo a corridoi nascosti o a scale rese invisibili dall’oscurità, senza di fatto fare nulla di concreto. Riassumendo, si parte con un gioco più che promettente ed esaltante e ci si ritrova più o meno a metà con le aspettative ridimensionate e con un giudizio più moderato. Bene invece il finale, ricco ed esplosivo come l’ultima sequenza di fuochi in uno spettacolo pirotecnico.

Nel complesso, il nostro giudizio è positivo, ma non tale da far emergere Superliminal rispetto alla concorrenza. Lo consigliamo ai fan del genere, magari dopo un taglio di prezzo, perché ha tutte le caratteristiche che possono rispondere alle esigenze di questa nicchia di giocatori. Lo consigliamo anche ai neofiti, grazie a una difficoltà di risoluzione degli enigmi tarata verso il basso che può fare da apripista per scoprire questo e altri giochi sulla sua falsariga. Non aspettatevi troppo però in termini di longevità, perché le menti più brillanti riusciranno a vedere i titoli di coda in un paio d’ore, considerando che un trofeo richiede di finire il gioco in meno di mezz’ora.

Dal punto di vista grafico, Superliminal si presenta con ambienti resi in modo tendente al realistico, anche se troppo puliti, perfetti e regolari per essere una copia della realtà. Un “difetto” che risponderà a lecite esigenze di sviluppo e che, a ben vedere, non stona considerando che ci si trova all’interno di un sogno. Comparto audio con accompagnamenti al pianoforte degni dell’ascensore di un hotel di alto livello, non particolarmente incisivo ma comunque adatto al tipo di esperienza che si vive all’interno del gioco.

Trofeisticamente parlando: che cosa intendi?

I ventidue trofei di Superliminal sono in molti casi un rompicapo essi stessi. Diversi requisiti infatti sembrano avere poco senso, o comunque non sono direttamente legati ad azioni che compiremmo naturalmente nel corso del gioco. Grazie alla nostra guida ai trofei potrete risolvere tutte le richieste più astruse, come buttare una lattina nel cestino corretto o in quello sbagliato, e dedicarvi con più attenzione e calma agli unici trofei “difficili”, che richiedono di terminare il gioco in meno di un’ora e in meno di mezz’ora. Non mancano i collezionabili, legati ad allarmi antincendio ed estintori nascosti nei nove livelli.

VERDETTO

Superliminal è un puzzle game molto buono che offre una meccanica interessante, ma che scivola sul lungo termine. Se da una parte la location che fa da sfondo al gioco e il funzionamento dei rompicapi catturano, dall'altra una minor ispirazione di alcuni capitoli e un minimo di ripetitività in altri impediscono al titolo di emergere. Lo consigliamo comunque ai fan del genere, magari dopo un taglio di prezzo.

Guida ai Voti

Jury Livorati
Classe ’85, divido il tempo tra la moglie e i tre figli e le più svariate passioni. Amo la lettura, la scrittura e i videogiochi e recito dal 2004 con l'Associazione Culturale VecchioBorgo. Eterno bambino, amo la vita e guardo sempre allo step successivo, soprattutto se è più in alto del precedente. Sono grato a PlayStationBit per avermi fatto scoprire la (sana) caccia ai trofei e i Metroidvania.