Sword Art Online: RE Hollow Fragment – Recensione

Sviluppatore: Publisher: Piattaforma: Genere: Giocatori: PEGI: Prezzo: Italiano:

Publisher: Bandai Namco  Developer: Bandai Namco Games
Piattaforma: PS4 Genere: Hack’n’slash Giocatori: 1 (Online: 2-4)  PEGI: 12 Prezzo: 19,99€

Dopo una comparsa su Vita, non esente da critiche, Bandai Namco sceglie di rivisitare Sword Art Online: Hollow Fragment proponendo una versione per PlayStation 4, sistemando i difetti riportati dai recensori e dagli utenti per offrire un prodotto degno del manga e preparare i palati all’arrivo di Lost Song, il nuovo capitolo dedicato alla serie che sbarcherà in esclusiva Sony. Vediamo quindi come è stato migliorato il gioco e quali nuove funzioni vengono offerte a chi magari avesse già apprezzato il tutto su console portatile.

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Un passo indietro, poi sempre avanti

Chi non conoscesse la fortunata saga di Sword Art Online il titolo potrebbe risultare totalmente anonimo, ma una volta data una veloce scorsa alla trama anche il più scettico amante degli RPG potrebbe ricredersi. SAO infatti è una realtà virtuale di gioco di ruolo in rete multigiocatore di massa (VRMMORPG) pubblicata nel 2022 con una piccola controindicazione. Chi si appresta a giocarci infatti rimane intrappolato all’interno del videogame per volontà del creatore del gioco, che fornisce però ai partecipanti una via di fuga. Sconfiggendolo infatti sarà possibile tornare alla realtà senza conseguenze. Morire all’interno del gioco invece comporterebbe anche la dipartita nel mondo reale, un prezzo altissimo da pagare per aver scelto di provare questa esperienza virtuale. All’interno di Hollow Fragment interpreteremo Kirito, un giovane in grado di battere il boss finale ma nonostante questo non abbastanza abile da salvare i suoi compagni, rimasto bloccato in SAO anche dopo aver superato il 75esimo piano. Senza nulla anticiparvi della non complicatissima trama di gioco vi sveliamo solo che il motivo di questa mancata evasione verrà spiegato all’interno della miriade di dialoghi presenti all’interno del titolo e darà modo di svelare interessanti retroscena che i fan della saga non potranno che cogliere, mentre chi si avvicina a questo universo per la prima volta potrebbe trovare un po’ spaesanti.
Terminata questa doverosa premessa siamo pronti a incominciare, creando il nostro eroe come meglio riteniamo, dato che Kirito sarà personalizzabile sia in aspetto che nel nome, cambiando capelli, corporatura, faccia in modo da renderlo davvero unico. Aspetto interessante è che il nostro avatar potrà essere modificato anche a gioco iniziato, rendendo quindi meno frustrante l’editor rispetto ad altri titoli (ci viene in mente Skyrim) e dando più respiro a chi non volesse essere confinato in un corpo sempre uguale per le svariate ore di gioco offerte da Hollow Fragment. Una volta creato il nostro eroe siamo pronti a partire, quindi andiamo subito ad analizzare nel dettaglio la struttura di gioco.

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Un mondo pieno di affettamenti

Come ben saprà chi si è già dilettato con la versione PlayStation Vita, SAO è un classico hack’n’slash mascherato come un MMORPG. Nella storia principale infatti la componente online sarà solo immaginaria, dato che nulla si svolgerà nell’effettivo in rete ma riceveremo sempre e costantemente stimoli a pensare il contrario, dato che appunto il gioco vuole ricalcare la trama del manga. Abbiamo detto però che quello che abbiamo tra le mani è uno di quei titoli in cui il mash up sui tasti ripaga sempre, e così per certi versi è davvero, dato che avremo vari dungeon da esplorare armati di tutto punto attaccando nemici visibili su schermo ma dotati, come nei migliori RPG, di una comoda lifebar che rivela la resistenza, di un indicatore di livello e di tante caratteristiche tipiche dei giochi di ruolo. Questa sensazione di ibrido si trasmette anche al nostro stile di combattimento, dato che seppur vero che la maggior parte del tempo ci ritroveremo a colpire alla cieca i nugoli di minions presenti sullo schermo, capiterà alle volte di dover scegliere una tattica contro taluni avversari o boss, sfruttando le nostre skill per contrastare il nemico. Parliamo di skill perchè come detto SAO è visto come un MMORPG, e dunque come tale permette di avere una miriade di abilità personalizzabili per attaccare, passando dai semplici fendenti per arrivare a colpi stordenti, devastanti combo, mosse di parata e chi più ne ha più ne metta. Ovviamente, unito al fatto di poter creare un avatar di nostro gradimento, la possibilità di scegliere tra così tante mosse da modo al giocatore di realizzare il personaggio perfetto per il suo stile di gioco, sia visivamente che qualitativamente, dato che potremo trovare eroi improntati sull’attacco come anche dediti alla difesa ed al contrattacco. In questo senso le possibilità sono infinite e una completa caratterizzazione del vostro Kirito vi porterà via parecchie ore, soprattutto se apprezzate questo genere di cose, mentre i meno pazienti troveranno comunque piacere nel selezionare qualche semplice skill e proseguire con l’avventura, mai realmente complicata e che quindi non necessita di particolare abilità per essere terminata. Se poi a tutto questo uniamo il fatto che avremo tantissime armi ed equipaggiamenti tra cui scegliere e da potenziare grazie ad un apposito negozio che aprirà i battenti in città, possiamo dire che c’è davvero di che perdersi all’interno del gioco, per la gioia appunto dei completisti sempre alla ricerca del punto di attacco in più sulla propria spada o della skill più adatta al dato nemico.

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Oggi mi sento logorroico

Se avete problemi di traduzione dall’inglese, i dialoghi su Vita di Hollow Fragment devono essere stati un vero colpo per voi, dato che erano qualcosa di veramente illeggibile, costellati di errori di vario tipo e con parecchie incongruenze. Bene, sarete quindi felici di sapere che in questa versione Remastered è stato scelto di riscrivere tutto da zero, per rendere onore alla trama del manga e risolvere uno dei problemi maggiormente lamentati dagli utenti. Purtroppo c’è da dire che anche con una traduzione degna di questo nome la storia non prende una piega migliore, riempita com’è di situazioni definibili inutili che fanno rapidamente subentrare la noia per un gioco in cui molto spesso si legge più che picchiare. Vi capiterà infatti non così raramente di ritrovarvi a passare in rassegna una sequenza infinita di parlantine tra personaggi alla fine della quale sarà tutto come prima e vi sarà stato rivelato solo il luogo della prossima sfida. Se riuscirete a districarvi nella matassa di parole, comunque skippabile tranquillamente senza rischiare di perdere la frase che vi cambierà la vita, troverete una serie di missioni legate alla storia e soprattutto un numero elevatissimo di cose da fare anche slegate dalle quest principali. Quello che colpisce infatti del titolo, aiutato anche dalla presenza al suo interno dei vari DLC usciti, sono le infinite possibilità che offre all’infuori dell’ordinario, permettendo a chi volesse impegnarsi davvero di passare ore anche solo per completare qualche area secondaria o esplorare tutta la vasta mappa di gioco trovando i vari punti di teletrasporto dislocati strategicamente per farvi muovere il più velocemente possibile. Nei vari dungeon che avrete modo di esplorare potrete fronteggiare poi avversari temibili, a partire dai coloratissimi e ottimamente caratterizzati minions per arrivare a devastanti boss di fine livello che saranno pronti a farvi la pelle se sarete troppo irruenti, anche se spesso, come già accennato in precedenza, basterà un minimo di tattica in più rispetto al normale per cavarvela.

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Effetto pop-up

Finora abbiamo parlato solo positivamente di SAO, ma c’è un aspetto che non abbiamo ancora toccato. Se infatti la grafica risulta pulita e colorata, adattissima per lo stile del gioco, quello che è davvero difficilmente digeribile è l’incredibile quantità di pop-up presenti nel gioco, sia di ambientazione che non. Ormai abituati alla profondità grafica strepitosa vista in giochi come quelli legati all’universo di One Piece verrebbe da pensare che la cosa più difficile in titoli hack’n’slash sia la gestione di numerosi avversari sullo schermo, e non la loro presenza sulla lunga distanza, fattore smentito da Hollow Fragment dove molto spesso capiterà di camminare allegramente e vedere man mano in lontananza (neanche troppo lontano a dire il vero) apparire di colpo e mancanti solo di un bel “Plop!” i vari nemici che popolano il mondo di gioco, sensazione quantomai sgradevole che si amplifica soprattutto quando ci ritroveremo in grossi spazi aperti, come foreste e simili. A questo si unisce un’altro fastidioso difetto, legato questa volta non ai dungeon, bensì alla città, luogo di commercio e di riposo, nella quale potremo andare per acquistare nuove armi, forgiarne, vendere o semplicemente parlare con gli NPC, magari per reclutarli all’interno del team. Quello che infatti salta subito all’occhio è come il gioco non sia fisicamente in grado di gestire tutto questo movimento, generando irritanti cali di frame rate che ovviamente pregiudicano l’esperienza nella città, visto che sembrerà quasi di andare a scatti, nonostante comunque il motore di PS4 sia decisamente più rombante di quello della piccola Vita. Il lavoro di adattamento in questo senso non è stato ben fatto come per i comandi ed i dialoghi, visto che molto di più si poteva fare e andava fatto per regalare una buona (attenzione non eccelsa, buona) esperienza di gioco sia a chi dovesse acquistare il titolo ex- novo, sia a chi avesse già provato l’esperienza in maniera portatile.

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Trofeisticamente parlando

Se avete avuto modo di giocare la versione PlayStation Vita del titolo saprete già che ottenere il Platino in Hollow Fragment non è certamente impresa semplice, anche per colpa di un paio di trofei veramente rognosi che possono potenzialmente essere mancati e soprattutto affetti da glitch (che si spera però essere risolto su PlayStation 4). Per ottenere il massimo dal gioco dovrete inoltre diventare non solo degli esperti combattenti, ma anche dei perfetti latin lovers, dato che vi verrò richiesto di portare al massimo tutti i rapporti con le donzelle che vi aiuteranno in combattimento, fattore che sarà ovviamente più frustrante che divertente. Insomma, tirando le somme vi possiamo dire che tra tutto non ve la caverete con meno di 100 ore di gioco intensivo, non certo una passeggiata, ma siamo certi che per amore del manga qualcuno si cimenterà nell’impresa.

VERDETTO

Sword Art Online: RE Hollow Fragment è un hack'n'slash che si finge RPG, riuscendoci per buona parte del tempo, con una serie pressoché infinita di personalizzazioni possibili e tantissime quest e side quest da completare, per la gioia degli amanti dei giochi di ruolo che cercano più azione. Purtroppo però, nonostante le migliorie apportate alla versione per PlayStation Vita, a partire dai dialoghi finalmente comprensibili, l'esperienza è pregiudicata da alcuni problemi che affliggono il titolo, come ad esempio l'insopportabile calo di frame rate nella città oppure l'effetto pop-up dei nemici. I fan del manga troveranno comunque pane per i loro denti, per tutti gli altri invece Hollow Fragment rimane un'esperienza di gioco non troppo esaltante, che non brilla sotto l'aspetto tecnico e nemmeno sotto quello della trama. Se siete comunque attirati dall'universo di SAO e non siete intolleranti ai titoli in cui spesso il mash-up sui tasti la fa da padrone vi consigliamo di dare senza problemi una chance al gioco, non ne rimarrete delusi.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.