Tennis World Tour Roland-Garros Edition – Recensione

Sviluppatore: Breakpoint Publisher: Bigben Interactive Piattaforma: PS4 Genere: Sport Giocatori: 1-2 (Online: 1-2) PEGI: 3 Prezzo: 54,99 € Italiano:

Stessa sorte della pallavolo, anche il tennis ha avuto un brutto periodo di stop nelle produzioni videoludiche. L’appassionante sport si è però sempre messo in prima fila e, al giorno d’oggi, risulta più popolare che mai, grazie soprattutto alla incredibile bravura degli atleti che dominano il campo. Per cogliere la palla al balzo, Bigben Interactive ha pensato di riproporre Tennis World Tour, tentando di raccogliere l’eredità di Top Spin o Virtua Tennis. Come molti sapranno, al lancio (giugno 2018) Tennis World Tour era scandalosamente un prodotto completo solo al 20%, ma per correggere il tiro gli sviluppatori hanno continuato a lavorare sul gioco fino a rilasciare la Roland-Garros Edition, un’edizione speciale completa di DLC che andiamo a rigiocare.

Ancora non ci siamo

Appena avviato, Tennis World Tour ci propone un menù povero di contenuti a cui attingere. Oltre alle classiche esibizioni locali e online, la modalità più interessante che il gioco ci propone è la carriera. Giocheremo nei panni del nostro alter ego, un tennista creato da zero con un esaustivo editor, e il nostro scopo sarà niente più, niente meno che scavalcare il ranking e arrivare alla prima posizione. Le premesse non servono, è vero, eppure non vedremo mai, neanche una volta, una cutscene introduttiva o conclusiva a farci compagnia.

Creato il tennista, cominceremo la nostra avventura dal fondo, con zero esperienza e zero abilità, e per semplificare la vittoria sul campo bisognerà allenarsi, seguire corsi e lezioni o assumere allenatori e manager per aumentare le nostre statistiche. La carriera è strutturata in maniera tale da non farci esagerare con le attività per non far affaticare il nostro giocatore, che nel caso si stancherà prima del previsto durante i match o, addirittura, potrebbe infortunarsi. E’ quindi importante dosare alla perfezione gli allenamenti e le esibizioni (anche amichevoli, se non avete fiducia nell’affrontare una classificata) per migliorare di continuo le abilità e ottenere punti esperienza. Da qui il classico level up del tennista, che ci farà scegliere dove distribuire i punti abilità, se sulla potenza, sulla difesa o sul servizio. A fare da ciliegina sulla torta all’intero sistema di progressione – unica nota a favore del titolo, probabilmente – vi è la presenza delle carte abilità, equipaggiabili fino a cinque contemporaneamente che assegnano dei bonus in particolari momenti del match, come maggior potenza durante i match point e altro ancora. La varietà è tanta. Anche se si riduce al solito loop allenamento-match-riposo, la modalità carriera resta la parte maggior riuscita del titolo, disastroso in qualsiasi altro punto.

“Batti lei?”

Veniamo ora all’aspetto più tragico dell’intera produzione, quel che dovrebbe riuscire da solo a mantenere il gioco: il gameplay. Il sistema di gioco di Tennis World Tour, Roland-Garros Edition o no, è rimasto lo stesso pasticcio dell’anno scorso. Legnosissimo, con un sistema di mira intuitivo all’apparenza, infernale nell’esecuzione e con una calibrazione errata della gestione della forza nei colpi. I movimenti sono rigidi, imprecisi e non responsive, al punto da farci rimanere inermi già alla battuta. I riflessi non servono a nulla, in quanto basta essere posizionati nel modo giusto e il gioco colpirà da solo una pallina, togliendoci anche il gusto e la soddisfazione di aver preso la palla a tempo o averla colpita con forza, sensazione che riusciva invece a trasmettere, ad esempio, Virtua Tennis: World Tour su PlayStation Portable.

Come se non bastasse, a rovinare ancora di più la irrealistica esperienza, vi è un evidente problema nelle collisioni e l’intelligenza artificiale non lascerà quasi mai scampo. Anche alle difficoltà più basse, la CPU raramente mancherà una respinta (occasionalmente aiutata anche dalle hitbox più grandi del normale), anche se – ogni volta, almeno nelle esibizioni semplici – verso la fine del set comincerà a sbagliare di proposito e mandare la palla in out regalandoci punti. Che è probabilmente l’unico modo per vincere una partita. Non a caso durante una partita online (nuova aggiunta rispetto all’edizione “vanilla”, ma siamo comunque nel 2019) il tutto si ridurrà a un siparietto comico, tra una pallina impossibile da acchiappare e due tennisti che con movimenti goffi tentano di prenderla. Le risate – isteriche, per la maggior parte – non mancheranno. Se non altro il netcode regge bene e normalmente si verrebbe incentivati dalla modalità stagione e i tornei copia-incollati da FIFA.

Meglio soli che male accompagnati

Il gameplay resta l’elemento più debole, eppure il comparto sonoro ci va molto vicino. Tolto l’orecchiabile tema musicale del menù, Tennis World Tour è imbarazzante in ambito audio, specialmente al commento. La telecronaca è “curata” da Paolo Bertolucci, ex-tennista e commentatore di Sky, eppure, nonostante il curriculum, la sua recitazione è poco credibile, esagerata e le frasi sempre estranee ai contesti.

In ambito visivo il gioco prende una piccola boccata d’aria, i campi sono ricreati fedelmente e il design dei modelli non è malaccio, anche se alcuni poligoni non lavorati sono scoperti e i volti sanno di PlayStation 3, con espressioni confuse e sguardi persi nel vuoto, ma se non altro i tratti distintivi dei tennisti più famosi ci sono tutti. Buono l’editor del personaggio, ma sono visibilmente da migliorare i modelli del naso e delle orecchie, rispettivamente troppo gonfi e a sventola. Da segnalare i nuovi giocatori, tra i quali Nadal e Mladenovic, e la presenza del Mutua Madrid Open a maggio e del Roland-Garros a giugno in carriera, insieme alle tante licenze, che non si limitano ai diritti di immagine degli atleti professionisti, ma anche di campi, abiti e racchette targate.

Trofeisticamente parlando: la strada del professionismo è più tortuosa che mai

Il crudele elenco trofei di Tennis World Tour conta diciotto bronzi, cinque argenti, sei ori e un lungo, frustrante Platino. Per diventare una leggenda del tennis si dovrà essenzialmente vincere la modalità carriera, raggiungere il livello 30, sbloccare e portare al livello massimo tutti i coach e gli agenti ed eseguire azioni in-game improponibili, come fare uno scambio di più di cinquanta colpi o eseguire quindici volée consecutive. Un Platino che richiederà tanto tempo e abilità.

VERDETTO

Tennis World Tour, persino nella sua Roland-Garros Edition, non riesce a correggere il tiro, limitandosi a confezionare un pacchetto più ricco di contenuti, ma senza rafforzare lo scheletro del gioco. La carriera è interessante, o almeno lo è la sua struttura, ma il gameplay resta a livelli pessimi, rigido, frustrante e ingiocabile. E' un colpo duro da digerire per i fan dello sport che tanto attendevano un titolo degno, ma a quanto pare, soprattutto considerando l'esorbitante prezzo, dovranno aspettare ancora e arrangiarsi con le glorie del passato.

Guida ai Voti

Andrea Letizia
Cresciuto a pane, Kamehameha e Crash Bandicoot, inglesizzato grazie a Kingdom Hearts. Grande amante degli action RPG e dei platform, dei cani e del wrestling.