The Elder Scrolls Online: Tamriel Unlimited – Recensione

Sviluppatore: Publisher: Piattaforma: Genere: Giocatori: PEGI: Prezzo: Italiano:

Publisher: Bethesda Softworks Developer: ZeniMax Online Studios
Piattaforma: PS4 Genere: MMORPG Giocatori: 1-8 (solo online) PEGI: 18 Prezzo: 69,99 €

“Sii risoluto, non temere nessun sacrificio e supera ogni difficoltà per ottenere la vittoria.”
Frandar Hunding, eroe Redguard

A circa un anno dallo sbarco su PC di The Elder Scrolls Online molte cose sono successe, la più clamorosa delle quali è stata l’abolizione del canone mensile per trasformare il gioco in un “no-subscription” che ha attirato una quantità decisamente maggiore di utenza all’interno del gioco creato da Bethesda per fare concorrenza agli svariati MMORPG presenti in rete.
Dopo una prova di 12 mesi ecco quindi che il titolo sbarca su console, pronto a conquistare un numero sempre più ampio di fan e permettere anche a chi non avesse un computer all’altezza di provare l’ebrezza del gioco in cooperativa online. Vediamo quindi assieme com’è stato il nostro viaggio a Tamriel.

Prima ero cieco…

La storia di Tamriel Unlimited prende luogo molti secoli prima degli eventi dei vari Skyrim, Oblivion e Morrowind, e narra le vicende di un misterioso eroe che dovrà liberarsi dalla prigionia di un terribile principe Daedrico, tal Molag Bal, e fermare il suo malvagio piano che comporterebbe l’unione della terra di Tamriel con il suo mondo demoniaco, così da dare origine ad un regno di sofferenza eterna.
Un compito non certo semplice, ma ad aiutare il solitario guerriero ci sarà il Profeta, un enigmatico stregone divenuto cieco dopo aver letto delle antiche pergamene, le quali però gli hanno fornito una saggezza infinita e dei poteri immensi. Il Profeta, per espiare le sue colpe di gioventù, ci guiderà lungo l’intricata e piacevole storia fino alla battaglia finale per la salvezza del mondo, senza comunque mai lasciare che la sua narrazione diventi invadente.

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Il primo fattore che infatti salta all’occhio giocando TESO è l’eccezionale scelta da parte degli sviluppatori di frammentare la campagna principale e diluire abbondantemente le nozioni legate ad essa all’interno della vastità del mondo che ci appresteremo ad esplorare, armati di tutto punto e carichi di speranze. Vi basti pensare che per arrivare alla terza missione della campagna ci verrà richiesto di aver raggiunto almeno il livello 10, impresa tutt’altro che semplice e che richiederà il completamento di svariate side-quest, il vero cuore pulsante del gioco.
In pieno stile Elder Scrolls comunque, possiamo notare come gli sviluppatori abbiano deciso di creare il classico schema con un antagonista terribile pronto a distruggere il mondo ed un paladino senza macchia e senza paura nato per contrastarlo, nulla di incredibilmente rivoluzionario ma senza dubbio apprezzabile ma è ovvio che, purtroppo, se non amate il genere di storie cappa e spada qui di certo non vedrete cambiate le vostre convinzioni.
Non vogliamo in ogni caso svelarvi nulla sull’evoluzione degli eventi, dunque passiamo senza indugi all’azione e ci lanciamo in battaglia per testare tutto ciò che il gioco ha da offrire, partendo dal battle system importato da PC.

elder scrolls unlimited ps4

Frecce nelle ginocchia

Come spiegato nelle prime righe di questa recensione, Tamriel Unlimited per PlayStation 4 è null’altro che un porting del gioco da PC, il che significa un sistema di gioco già collaudato ma affidato ad altre periferiche, dato che mouse e tastiera sono estremamente diverse da un Dualshock. Il lavoro svolto però da Bethesda per fornire agli utenti un’esperienza all’altezza è encomiabile e risente positivamente dell’esperienza di Oblivion prima e di Skyrim poi su PlayStation 3, dato che il sistema scelto è sostanzialmente lo stesso, salvo qualche piccola modifica, come ad esempio il comando di modifica della visuale.
Attacchi e parate sono infatti affidati ad i tasti dorsali nel nostro pad, mentre i quattro pulsanti frontali potranno essere sfruttati per eseguire le skill, tipiche degli MMORPG, che genereranno effetti dannosi per i nemici oppure benefici per noi ed i nostri alleati, il tutto comunque gestibile in maniera molto semplice e con il pregio di lasciare si che l’azione sia sempre fluida e mai frustrante.
Importati sempre da Skyirm sono anche i menu di gioco, nei quali potremo controllare il nostro inventario, salire di livello e soprattutto acquistare nuove abilità e poteri per diventare i migliori guerrieri al mondo.
Ovviamente la navigazione nei menu, per quanto semplicistica, richiede qualche minuto per essere resa fluida dato che, pur non avendo a disposizione le tonnellate di oggetti di Skyrim, dovremo comprendere il potenziale di molte delle cose che raccoglieremo durante la nostra avventura.

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Per quel che riguarda lo skill tree invece gli appasionati della saga non avranno problemi a destreggiarsi tra le abilità specifiche della classe che sceglieremo e le classiche caratteristiche implementabili “con l’uso”, come ad esempio l’abilità con le armi e con le armature, sistema appunto già adottato nel sovracitato Skyrim e qui ripreso con successo. Unica pecca riscontrata è quella tipica dei titoli della serie, ossia un’eccessiva legnosità dei movimenti ed una generale sensazione, alle volte, di controllare un bastone più che un essere umano, ma fortunatamente questa cattiva espressione affoga nel mare di missioni e di zone da esplorare che Tamriel ha da offrire.
Breve parentesi facciamo infine per la grafica, rimasta sostanzialmente invariata nella conversione e che adotta uno stile più “fumettoso” rispetto ai suoi predecessori, che però ben si adatta allo stile generale ed esalta le colorate ambientazioni che ci circondano, così come il design dei personaggi e dei mostri che popolano questa terra fantasy.

elder scrolls online boss fight

La quest è bella solo se la fai con me

Finora quindi abbiamo visto un interessante nuovo capitolo della saga di The Elder Scrolls, con una storia tradizionalista ed un sistema di gioco che strizza l’occhio ai suoi predecessori, ma manca ancora la parte più interessante ed innovativa, ossia quell’Online che completa il titolo. Come ogni buon MMORPG che si rispetti i primi giorni sono ovviamente di assestamento dei server ed, al momento della pubblicazione di questa recensione, non possiamo certo dire che il gioco in rete sia esente da problemi nonostante una corposa patch al day-one, ma possiamo comunque tirare le somme della situazione.
Tamriel Unlimited infatti pare aver fatto tesoro della sua esperienza su PC ed è mutato ad arte per riuscire a ridurre quanto più possibile il lag, comunque presente in minima parte, e spingere i giocatori a collaborare tra di loro per potare a termine gli incarichi che vi verranno proposti dai vari NPC, un aiuto che sarà possibile a due livelli che chiameremo passivo ed attivo.
L’avventura che andrete ad affrontare potrà infatti tranquillamente essere intrapresa in singolo, ma vi potrà capitare di trovare altri avventurieri in difficoltà o di essere voi stessi davanti ad un avversario troppo ostico da combattere. Ecco quindi che entra in azione l’aiuto passivo, grazie al quale senza nessuna particolare azione potrete dare soccorso o riceverne ed eliminare facilmente gli avversari, cosa che garantirà a tutti i combattenti una egual ricompensa sia in termini di esperienza, sia in termini di tesori.

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La collaborazione attiva è invece tutt’altra cosa, ed è molto più fedele al classico stile dei giochi di ruolo online, dato che avrete la possibilità di allearvi con amici o con altri guerrieri appena conosciuti, formare un party e partire all’avventura, sia per completare le quest e le side-quest del gioco, sia per esplorare i dungeon, luoghi che gli appassionati del genere potranno ricollegare alle classiche zone di missione che si possono trovare anche in WoW e simili.
La particolarità di questi dungeon, oltre ovviamente alle smodate ricompense alla fine degli stessi, è che affrontarli da soli sarà impresa quasi impossibile dato che essi daranno alloggio ai mostri più duri e spietati di tutta Tamriel, e vi spingeranno quindi a socializzare il più possibile e generare un gruppo eterogeneo, in grado di sopravvivere a tutte le avversità. Anche qui però ci sentiamo di smuovere una piccola lamentela per quanto riguarda il commercio di oggetti, dato che per effettuarlo ci dovremo recare in una casa d’aste dove, seppur vero che potremo vendere i nostri oggetti ad altri utenti, il grosso neo è di non gestire mai la trattativa in prima persona, cosa che gli appassionati di MMORPG sapranno essere più che fondamentale. Un dettaglio che però non può passare inosservato.

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Crepe in una scintillante armatura

Campagna principale ben sviluppata ed online intrigante, la formula perfetta per un gioco di successo. Sì e no, perchè in mezzo a cotanto splendore si celano alcune crepe che potrebbero smantellare quanto di buono raccontato sino ad ora.
Una delle prime problematiche che si riscontrano fin dalle prime battute è un’eccessivo snellimento dell’interfaccia durante il gioco, che, per quanto possa essere apprezzabile la minimalizzazione, rende difficile l’orientamento in un così vasto mondo, soprattutto per i neofiti del genere che rischieranno di trovarsi spaesati e buttati a capofitto in zone dove il massimo dell’indicatore sarà una freccia nera per le missioni acquisibili ed una bianca per gli obiettivi del corrente incarico. Nulla comunque a cui non si possa ovviare con un po’ di esperienza, visto che questo senso di smarrimento va svanendo man mano che prenderete confidenza con ciò che vi circonda e che accumulerete ore nel mondo di Tamriel, ma di certo un deterrente per un titolo che nasce come rampa di lancio per chi non si fosse mai avvicinato al genere e volesse provare un’esperienza simile a World of Warcraft.
Lo stesso non si può dire invece per quello che riguarda i dialoghi con gli altri giocatori, vero grave problema che affligge il gioco. Abbiamo già accennato alle ottime scelte fatte durante la conversione (non facile) da PC a console, per quello che concerne i menu ed il sistema di combattimento, ma purtroppo non altrettanto bene è stato svolto il lavoro per le relazioni tra giocatori in rete. Con la tastiera infatti si aveva modo di interagire in modo rapido e veloce con gli altri utenti, scrivendo i propri pensieri senza bloccare l’azione, ma con la mancanza di tale supporto su PlayStation si è dovuto optare per una soluzione alternativa non altrettanto comoda.

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Per poter interagire con altri utenti infatti dovremo sfruttare l’apposita funzione “Social” presente all’interno del menu di pausa, da cui avremo modo di inviare richieste di amicizia o di collaborazione, mentre i dialoghi saranno riservati alla chat vocale, di sicuro impatto sulla carta ma che, con la presenza di troppi membri oppure all’interno delle città crea un caos non gestibile e che genera frustrazione oltre a costringere allo scollegamento dell’unico mezzo per comunicare con il resto del mondo videoludico che ci circonda.
Ultima piccola critica va mossa alla sezione PvP, strutturata come una città a se stante, chiamata Cyrodiil, dove potremo scegliere una fazione tra tre disponibili e combattere per la gloria e l’onore, che però richiede di essere a livelli già elevati per godere dell’esperienza e dunque farà storcere il naso a chi, come noi, vuole provare tutto e subito. Siamo però convinti che, con l’aumento della popolazione online di Tamriel, la situazione andrà migliorando.

VERDETTO

The Elder Scrolls Online si rivela essere un ottimo MMORPG che, al momento, non ha rivali nel settore, soprattutto su console, e che è riuscito ad integrare quasi alla perfezione un sistema nato e cresciuto per essere fruito con tastiera e mouse. Bethesda sicuramente ha tratto giovamento dall'esperienza fatta con Oblivion prima e con Skyrim poi, a cui Tamriel Unlimited deve molto e che, proprio per questo, risulta perfetto per tutti coloro che hanno apprezzato i due titoli e che non vedevano l'ora di condividere la loro esperienza in rete con un gruppo di amici. Il rimpianto è solo per un paio di passi falsi in corso d'opera che però non pregiudicano l'esperienza di gioco, che rimane consigliatissima a tutti gli amanti dei GdR.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.