The Mummy Demastered – Recensione

Sviluppatore: WayForward Technologies Publisher: WayForward Technologies Piattaforma: PS4 Genere: Metroidvania Giocatori: 1 PEGI: 12 Prezzo: 19,99 € Italiano:

“La tempesta si alzerà. Il cielo si aprirà. Il potere si scatenerà” si diceva nel film La mummia. Ma ben lontani dai lidi, appunto, “mummieschi” a cui ci eravamo abituati con il team composto da Brendan Fraser e Rachel Weisz, The Mummy Demastered si presenta come la controparte videoludica del film del 2017, dove vedremo la regina Ahmanet stringere un patto con il dio della morte Seth ed essere risvegliata, per sbaglio, centinaia di anni dopo la sua morte in qualità di una mummia impazzita che vuole solamente portare caos e distruzione nel mondo. E chi siamo noi per impedire tutto ciò?

The Mummy Demastered

Azione a 16 bit

Ma ovviamente degli agenti scelti di un’agenzia chiamata Prodigium che ha come compito proprio il cercare di sventare dei piani criminali messi in atto da entità antiche e malevole. Benvenuti quindi in The Mummy Demastered, in piena chiave 16 bit, con zombi, mummie, locuste che salteranno da una parete all’altra facendovi impazzire e dei boss visivamente epici ma non altrettanto soddisfacenti da buttar giù. Riscaldate le armi, agenti scelti, oggi il mondo non morirà!

Come già detto, il gioco è liberamente ispirato alla pellicola con Tom Cruise protagonista, ma gli eventi non seguiranno le vicende del film, anzi, gli sviluppatori hanno deciso di dare letteralmente vita propria al gioco, con una trama (per quanto scarna) originale, utilizzando quindi solo il nome del film.

The Mummy Demastered

I ragazzi di WayForward Technologies, per il gioco, si sono rifatti ai ben più noti Ghost ‘n Goblins e Metroid, infatti chiunque metterà mano al pad per giocare si ritroverà catapultato in una situazione quasi familiare, con una prestante grafica a 16 bit che ci farà tornare ai tempi del Super Nintendo. Iniziata l’avventura ci ritroveremo sganciati in una landa desolata che ricorda vagamente un cimitero. Con un’arma dalle munizioni infinite verremo iniziati ai comandi di gioco, avanzando nella prima stanza invece ci verrà spiegato come salvare la partita, funzione importantissima data la non presenza di salvataggi automatici, in primis. Ma cosa più importante è che, una volta morti, queste stanze funzioneranno anche da checkpoint.

Ora, con un piccolo focus sulla parola “morte”, faremo di riflesso un piccolo focus anche sui game over di questo gioco. Con la morte del nostro agente verremo sostituiti da un altro soldato, senza nessun equipaggiamento e come unico obiettivo primario il ritrovare il cadavere resuscitato del suo predecessore, per eliminare la possibile minaccia zombi appena rinata e anche per ereditare tutto l’equipaggiamento raccolto finora, meccanica molto simpatica già inserita in Alien: Infestation, sviluppato sempre dai ragazzi di WayForward Games.

Esplorare, esplorare e ancora esplorare

Tra creature paranormali e fastidiosi animali che disturberanno la vostra avanzata verso il male, vi troverete però a esplorare un mondo bidimensionale che si svilupperà in lunghezza o in altezza, che lascerà molta libertà d’azione al giocatore, e che aiuterà i novizi anche nel prendere confidenza con i comandi di gioco. Paradossalmente, quindi, sarà l’esplorazione il fulcro del gioco, poiché senza quest’ultima, e la tanta pazienza dei giocatori, non si raccoglieranno gli upgrade quasi essenziali al procedere con l’avventura, oggetti che sono sì opzionali ma che nel complesso serviranno tantissimo a potenziare il vostro agente e renderlo pronto ad affrontare senza problemi anche la sfida più ostica. Si parla anche dei kit medici che serviranno ad aumentare i punti vita, che, volenti o nolenti, cadranno come mosche a ogni tocco di qualsivoglia entità vi sfiori.

The mummy demastered

Potevano, quindi, essere piacevoli le fasi esplorative in un gioco in cui si passa la maggior parte del proprio tempo a esplorare? Sì e no. Per quanto possa effettivamente risultare simpatico e di una certa utilità ai fini di apprendere appieno tutte le meccaniche dei comandi di gioco all’inizio, quando ci ritroveremo nelle fasi più avanzate inizierà a diventare frustante il doversi muovere ancora una volta tra quelle stanze e quei cunicoli sempre uguali, invasi da sempre più mostri, dove, con mappa alla mano, ci si perderà un’infinità di volte. Salvo poi raggiungere un punto morto in cui, per procedere, bisognerebbe raccogliere un upgrade opzionale che magari potrebbe semplificarvi la vita con una scorciatoia scoperta sfondando un muro, per esempio. La dura vita di un agente Prodigium, insomma. Ma, tranquilli, a darvi man forte durante queste fasi esplorative allucinanti arriverà la sorprendente colonna sonora del titolo, in pieno stile retrò, così come l’aspetto visivo, del resto, e con tracce che finiranno nell’elettronica pura. Questa sarà un toccasana per le orecchie e vi aiuterà ad apprezzare ancora di più le boss fight e il gioco in generale.

Trofeisticamente parlando: la regina Ahmanet pare abbia poche pretese

Fulcro principale del gioco, come già spiegato sopra, è l’esplorazione. Da essa infatti dipende la maggior parte dei trofei, come quello di scoprire la mappa al 100%. Puntando a quest’ultimo obiettivo, automaticamente si riusciranno a sbloccare anche i trofei relativi alle armi e agli oggetti utili per potenziare il personaggio. Ma se ci sono ancora dubbi al riguardo, possiamo tranquillizzarvi con la nostra fantastica guida ai trofei, che vi aiuterà passo passo in quest’avventura nelle profondità di Londra!

VERDETTO

The Mummy Demastered è un pacchetto confezionato per chi si sente un po' nostalgico e ha voglia di lanciarsi in una semplice avventura che, per chi è interessato particolarmente al Platino, impegnerà il giocatore per poco più di cinque ore tra orde di mostri, boss fight colossali (date le dimensioni dei nemici) e una colonna sonora veramente sublime, figlia dei grandi classici a 16 bit.

Guida ai Voti

Raffaele Verde
Anche se i videogiochi sono la sua passione, fin dalla tenera età, continua, ancora oggi a cercare di capirci qualcosa, ovviamente senza riuscirci.