The Sinking City – Recensione

Sviluppatore: Frogwares Publisher: Bigben Interactive Piattaforma: PS4 Genere: Azione/Avventura Giocatori: 1 PEGI: 18 Prezzo: 59,99 € Italiano:

Quella dell’autore Howard Phillips Lovecraft è una storia decisamente strana. Poco considerate in vita, le sue opere horror sono reputate ai giorni nostri dei veri capolavori. Questa è in linea di massima l’evoluzione dei videogiochi legati ai suoi romanzi, un terreno poco battuto che negli ultimi anni sta appassionando vari sviluppatori tra cui i ragazzi di Frogwares, che hanno creato l’ambizioso The Sinking City.

Saluti da Oakmont

L’avventura dell’investigatore Charles Reed inizia sull’unica, sgangherata nave in grado di portarlo nella sperduta città di Oakmont, luogo in cui lo attende il professor Johannes Van Der Berg; lo studioso di isteria e occulto si è detto pronto a studiare le strane visioni del detective che lo attanagliano da anni. Strani mondi sommersi e gigantesche creature dall’aspetto mostruoso sono solo alcune delle proiezioni che la mente di Charles Reed sembra in grado di creare e che, dopo pochi attimi nella città, si accorgerà non essere solo frutto della sua fantasia. La sospetta accoglienza del professore porterà il nostro detective a socializzare con Richard Throgmorton, esponente di una delle famiglie di spicco della città subito pronto a fornire al nostro eroe un incarico per saggiare le sue qualità investigative e decidere se aiutarlo oppure ostacolarlo.

Inizia così, senza troppi preamboli, la storia di The Sinking City, fin da subito impregnata di tutto il meglio dei racconti di Lovecraft sui Grandi Antichi e che si dipanerà in una serie di missioni principali e secondarie andando via via a infittire un mistero che diventerà sempre più oscuro e appassionante. Non passerà molto prima di incappare in rituali occulti, mostri pronti a farci la pelle e personaggi di cui diffidare; una splendida cartolina dalla ridente Oakmont, insomma, senza contare che le visioni del nostro investigatore non faranno che peggiorare, complici gli orrori della città.

Dovevo portare l’impermeabile

The Sinking City è un titolo d’azione e investigazione totalmente open world; ciò significa che fin dalle prime fasi i giocatori potranno mettersi a esplorare liberamente la città di Oakmont sfruttando i due principali mezzi di locomozione, ossia i piedi e la barca. A seguito di una grave inondazione, definita addirittura sovrannaturale da alcuni abitanti del luogo, la città si ritrova parzialmente sommersa e per superare certe aree sarà necessario l’utilizzo della barca in dotazione al detective Reed, gentile omaggio del professor Van Der Berg, manovrabile con relativa semplicità negli stretti canali che una volta erano strade asfaltate. La disponibilità di un open world ha poi permesso al team di creare missioni principali e secondarie che faranno sentire il giocatore un vero e proprio investigatore privato; la struttura base delle richieste sarà tendenzialmente sempre la stessa, con un personaggio che ci darà delle informazioni in merito a un evento che dovremo approfondire.

La parte investigativa inizia in quel momento, perché quelle fornite ai giocatori altro non saranno che piste da studiare da cui trarre informazioni utili al nostro caso. Il fatto che un soggetto che stiamo seguendo sia stato in carcere potrebbe spingerci a esaminare gli archivi della polizia, un lavoro importante potrebbe portarci a studiare le interviste dei giornali locali e così via. Questa ricerca rende perfettamente l’idea di ciò che un investigatore dovrebbe fare, ossia raccogliere informazioni e seguire tracce per arrivare a un nome e un luogo. Proprio qui si passa a una seconda fase dell’indagine, quella esplorativa.

L’occhio della mente

Dopo che avremo usato la nostra materia grigia e le risorse a nostra disposizione per trovare informazioni utili a proseguire la nostra indagine, avremo probabilmente un indirizzo a cui recarci. Se avremo fatto tutto correttamente, troveremo così una delle porte della città aperte per noi e potremo introdurci più o meno furtivamente in un ambiente da analizzare. L’influenza delle precedenti opere di Frogwares qui si fa sentire, dato che negli edifici troveremo, proprio come nei titoli dedicati a Sherlock Holmes, degli oggetti e delle zone d’interesse indicate da un cursore, che potranno essere studiate per scoprire di più sul nostro caso. Di tanto in tanto inoltre sarà possibile utilizzare un potere, l’occhio della mente, per scoprire passaggi segreti o avvenimenti sovrannaturali, altra implementazione decisamente intrigante e legata a doppio filo con il concetto di horror lovecraftiano.

Una volta che avremo tutte le nostre informazioni, sarà possibile ricostruire gli avvenimenti tramite un’apposita sequenza e lavorare all’intero del Palazzo mentale, ossia una sorta di taccuino in cui il nostro detective potrà combinare le informazioni raccolte per giungere a una conclusione. L’esito dell’indagine sarà, nella maggior parte dei casi, legato alle deduzioni del giocatore; starà a noi decidere come soppesare alcune azioni e di conseguenza giungere alla soluzione (o presunta tale) del caso, che si tradurrà in ricompense e in esperienza, utile a gestire una progressione del nostro personaggio spendendo punti abilità. Il miglioramento delle capacità di Reed, tuttavia un aspetto marginale, sarà basato sull’ottimizzazione delle scorte e sarà semplice e intuitivo.

Il paese dei mostri acquatici

Nel corso delle sue indagini, Charles Reed non potrà limitarsi a scorrazzare per la città, ma si troverà a dover fronteggiare una serie di mostruose creature che popolano la città di Oakmont e che sembrano uscite di peso dagli scritti di H.P. Lovecraft. Creature simili a ragni, umanoidi deformi in grado di sputare tossine dalla bocca per arrivare fino a enormi mostri dotati di quattro mani; questi sono solo alcuni degli orrori che il nostro eroe si troverà a combattere munito di una pala, qualche arma da fuoco che otterremo progredendo con l’avventura e una serie di trappole che potranno essere costruite sfruttando risorse come alcool, bobine e fili recuperate da cassetti e valigie.

Nonostante la possibilità di far fuori le minacce, comunque, la miglior soluzione sarà tendenzialmente quella di darsi alla fuga, dato che le risorse di gioco saranno risicate e che la creazione di proiettili e simili ne richiederà tante. Molto spesso non girerete con più di una ventina di colpi, con buona pace dei Grand Theft Auto e simili, e dunque affrontare grossi sciami di mostri si rivelerà problematico se non letale (anche per il divertimento, visto che di gunplay migliori, sul mercato, se ne trovano in abbondanza). Oltre alla salute, poi, bisognerà avvedersi della perdita di sanità mentale del protagonista; gli appassionati del gioco da tavolo Il richiamo di Cthulhu sapranno bene che gli orrori a cui la mente viene sottoposta possono essere traumatici, dunque bisognerà evitare di far impazzire il povero Reed.

In fondo al mar

Oltre a un gameplay raffinato e intelligente, The Sinking City stupisce grazie a una varietà di situazioni e di eventi che il giocatore si ritroverà a fronteggiare nel corso delle indagini; emblematica in questo caso la prima immersione con lo scafandro, che avverrà dopo qualche ora di gioco. Esplorare il fondale marino per arrivare a una grotta sommersa è decisamente sorprendente, grazie a una qualità realizzativa invidiabile, con creature in movimento nelle oscure profondità che ci faranno soffermare a osservare l’eccellente lavoro svolto dai ragazzi di Frogwares.

Quella dell’osservazione in preda allo stupore è una sensazione che andrà abbandonata rapidamente però, perché molto spesso le minacce saranno dietro l’angolo e saranno pronte a colpirci alla minima distrazione, senza contare che durante le indagini alcune nostre risposte potranno scatenare reazioni ostili persino in alcuni NPC. La possibilità di fornire risposte multiple nei numerosi dialoghi, tutti sottotitolati in italiano, permetterà alla trama di evolversi nella maniera che più riterremo opportuna, condannando o encomiando determinate scelte o azioni e dunque influenzando il giudizio degli altri. Questa particolarità aumenta inoltre una longevità già eccellente, considerate anche le missioni secondarie, permettendo di rigiocare l’avventura per scoprire le variabili della trama legate a particolari decisioni prese dal detective Reed.

Mi cambio d’abito

The Sinking City è investigazione ma anche tanto free roaming. Oltre alle case esplorabili a nostra discrezione, troveremo zone infestate piene di minacce, aree segrete ricche di risorse e molto altro ancora, con la possibilità di tanto in tanto di sbloccare ricompense sotto forma di capi di vestiario per modificare il nostro personaggio. Tutto questo è contornato da un comparto tecnico di discreta qualità. A livello grafico la città di Oakmont risulterà cupa e bagnata, come ci si aspetterebbe da un racconto di Lovecraft, e i personaggi (a volte riciclati, se di secondaria importanza) svolgono il loro grazie a modelli poligonali ben realizzati. Peccato per le tante imperfezioni sparse qua e là, anche e sopratutto a livello di animazioni. Poi ci sono svariati problemi di pop-up di oggetti e animazioni facciali tutt’altro che coinvolgenti, come potete vedere dai video gameplay di questa recensione. L’impatto visivo è lontano da un qualsiasi tripla A degno di tal nome – The Sinking City ricade infatti nella categoria recenti dei titoli a doppia A. Che non sarebbe un problema, se non fosse per il fatto che il prezzo ricade nella categoria “superiore”.

Decisamente degno di nota il comparto audio, con un doppiaggio in inglese di qualità e soprattutto con una colonna sonora in grado di sottolineare i momenti tensivi del gioco e generare la giusta inquietudine in un titolo che fa dell’orrore una delle sue caratteristiche, nonostante, a nostro dire, si tratti di un’opera estrema ma non troppo, e dunque fruibile da tutti, vista l’assenza dei famosi jumpscare. La paura è intrisa nell’atmosfera. Immancabile qualche piccola magagna: i caricamenti di gioco spezzano forse eccessivamente la tensione creata, i cali di frame rate in certe zone sono frequenti soprattutto nelle macro aree con tanti personaggi in movimento e non mancano qua e là piccoli bug e sbavature grafiche, nulla però che non possa essere sistemato da una buona patch.

Trofeisticamente parlando: investigatore infallibile

Per quanto non lunghissima, parliamo di soli 29 trofei, la lista di The Sinking City vanta l’immancabile Platino. Per ottenerlo sarà necessario impiegare svariate ore e fare attenzione durante l’avventura, facendo le scelte giuste e completando determinate missioni secondarie. Con la nostra guida trofei, disponibile in esclusiva, non dovreste però avere problemi ad aiutare il buon detective Reed e sbloccare la massima ricompensa.

VERDETTO

The Sinking City è al momento il miglior videogioco sul mercato ispirato ai Miti di Cthulhu. Oltre a una profondità narrativa invidiabile e a un'ambientazione azzeccata e cupa al punto giusto, l'opera di Frogwares si dimostra anche estremamente godibile dal punto di vista del gameplay. Le sezioni di combattimento non sono mai troppo invadenti e non prevalgono mai sulla componente investigativa (e menomale: non è che siano proprio esaltanti, anzi), vero fiore all'occhiello dell'opera; la ricerca di indizi, le tracce da seguire e le deduzioni da fare trasformeranno ogni giocatore in un vero detective, a patto di non impazzire prima a causa degli orrori di Oakmont. Credeteci, immergersi nella follia non è mai stato così appagante.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.

3 Commenti

Comments are closed.