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The Walking Dead: A New Frontier – Episodio Finale: From the Gallows – Recensione Completa

Episodio 4: Thicker Than Water

Il quarto episodio di The Walking Dead: A New Frontier è fondamentalmente un allungamento del terzo: il compito di questo capitolo è quello di portare a termine ciò che era cominciato nel precedente, e di farci subire le conseguenze delle scelte passate. L’ambientazione è la stessa (l’accampamento della New Frontier) e i protagonisti sono ancora bloccati in una situazione di stallo, visto che lo scorso episodio era più incentrato sui personaggi che sull’avanzamento della trama vera e propria. Com’è andata, lo potete scoprire nel prossimo paragrafo.

Una mezza delusione… in attesa del finale

Inutile nasconderlo, questo episodio è il peggiore della stagione, ma non è la prima volta che in una serie Telltale, prima del gran finale, assistiamo a un episodio poco avvincente. Siamo sempre nell’accampamento della New Frontier, messi alle strette da Joan che sta facendo di tutto per togliere di mezzo David, Javi e tutta la sua compagnia. Il nostro obbiettivo è quindi quello di arrivare preparati al confronto finale con Joan e gli altri membri del concilio della New Frontier, cercando di limitare le perdite. Anche stavolta non mancheranno i flashback dei protagonisti, in particolare di Javi e Clementine, che si confermano una delle più piacevoli caratteristiche di questa stagione.

Se abbiamo giustificato un terzo episodio non brillantissimo, confermando un voto (8) che ereditava dai capitoli precedenti e che, in effetti, non meritava, non possiamo fare altrettanto con Thicker Than Water. L’episodio è lento, i dialoghi spesso senza mordente e le scelte praticamente inesistenti. Un capitolo quasi inutile ad eccezione dei due flashback e degli ultimi quindici minuti, che ci mettono di fronte alle conseguenze delle scelte prese in passato e ci pongono di fronte a decisioni dalle quali dipenderà la vita dei nostri cari. Solo nella sezione finale abbiamo ritrovato lo smalto delle avventure Telltale, con colpi di scena continui e bivi narrativi mai banali.

Confermata l’impressione a proposito delle fasi action in questa stagione: come già segnalato in precedenza, è davvero poco lo spazio legato ai classici quick time event, divenuti ormai marchio di fabbrica in casa Telltale. Se però in passato questa assenza veniva compensata dal buon ritmo narrativo, per questo episodio non si può assolutamente dire lo stesso. L’assenza di interattività infatti, rende ancora più evidente la qualità e la quantità non eccezionale dei contenuti in Thicker Than Water.

Un’altra caratteristica che l’episodio eredita dai suoi predecessori, è quella relativa all’approfondimento dei legami tra i personaggi: la storia d’amore clandestina di Javi e Kate, l’amicizia con Clementine e il controverso rapporto fraterno con David, sono spesso più interessanti da seguire della trama stessa. Il problema di questo episodio, che di fatto lo rende inferiore al precedente nonostante un ritmo narrativo simile, è che invece di puntare su queste relazioni, si è preferito dare la precedenza ad altri personaggi. Su tutti il fastidiosissimo Gabe, alle prese con le sue turbe giovanili e con l’innata capacità di mettere a rischio la vita di chi gli sta intorno. Deludenti anche i sopravvissuti di Prescott, che si rivelano caratterizzati poco e male, a differenza degli episodi precedenti. Infine, ci è dispiaciuto per il poco spazio dato al “cattivo” di turno: Joan poteva essere una figura davvero intrigante, ma di fatto viene allo scoperto solo nell’ultimo quarto d’ora, che, tra l’altro, coincide con il momento più riuscito di Thicker Than Water.

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Gennaro Favatà
Detto anche Giovanni, dagli amici di Ubisoft. Newser, inviato, grafico e se sei fortunato lo trovi anche sul forum di PlayStationBit. Ama alla follia fumetti, cartoni animati, videogiochi e quanto di più colorato e nonsense ci sia, non disdegnando però generi più dark come l'horror e il noir. Inoltre, come ogni eroe che si rispetti, sa trattenere il fiato per dieci minuti.