They Are Billions – Recensione

Sviluppatore: Blitworks Publisher: Numantian Games Piattaforma: PS4 Genere: Strategico Giocatori: 1 PEGI: 16 Prezzo: 24,99 € Italiano:

Un tema che non passa mai di moda è senza dubbio quello degli zombi, apparsi in un numero inimmaginabile di film, libri e ovviamente videogiochi. Dopo le fatiche di World War Z, ci siamo ritrovati a combattere orde di non-morti famelici anche su They Are Billions.

Ma quanti sono?

Nel corso del 2018 They Are Billions fu proposto agli utenti Steam in versione early access, diventando presto uno dei titoli più giocati e più apprezzati della piattaforma. Il successo dell’opera ha spinto i ragazzi di Blitworks e Numantian Games a portare questo RTS anche su console Sony, puntando su un adattamento che riuscisse a non snaturare le meccaniche e lo stile del gioco, adattandosi però all’assenza di mouse e tastiera.

Il passaggio su console non ha modificato in alcun modo la semplice trama di gioco, se così possiamo definirla, che ci porta in un mondo steampunk post-apocalittico invaso da morti viventi affamati di carne umana. Qui si verrà chiamati a tentare di sopravvivere nel modo più sicuro e dignitoso possibile per un numero variabile di giorni. Come ci si potrebbe aspettare da un gioco di strategia in tempo reale, per riuscire nell’impresa sarà necessario creare una folta colonia composta in giuste percentuali da lavoratori e soldati e soprattutto riuscire a racimolare le risorse necessarie a creare e far progredire una serie di edifici. Sfortunatamente però non ci saranno missioni o una campagna da completare, dunque non aspettatevi una narrazione o una sorta di continuità nelle partite che andrete ad affrontare, solo tanti morti e tanta strategia.

Sarà meglio mettere gli occhiali

Se vi fosse mai capitato di giocare a titoli come Age of Empires o Command & Conquer, vi ritroverete a vostro agio anche con They Are Billions, che richiederà al giocatore di gestire una colonia creando una serie di strutture per generare risorse e per difendere i sopravvissuti dagli attacchi dei non morti. La visuale isometrica con zoom regolabile è un marchio di fabbrica di questa tipologia di giochi e viene riproposta senza troppe variazioni anche nell’opera di Blitworks. Il movimento del cursore stile puntatore del mouse verrà affidato alla levetta analogica, mentre lo zoom ai tasti dorsali, comandi che risulteranno però efficaci solo abusando del tasto di pausa per “cliccare” sulla zona o sul comando corretto.

La gestione della nostra colonia avverrà invece selezionando strutture o sopravvissuti e scegliendo le azioni da compiere da un menù nella parte bassa dello schermo, dove verranno segnalate anche le nostre attuali risorse e lo stato delle strutture. Qui però iniziano i problemi perché, nonostante una discreta ottimizzazione dei comandi, i testi di They Are Billions sembrano studiati dall’Associazione Italiana Ottici. Informazioni scritte con caratteri minuscoli, perfetti su un PC dove si sta a un metro dallo schermo, risultano illeggibili su PlayStation 4 dove, anche chi disporrà di ampi televisori ad alta definizione, dovrà avvicinarsi parecchio per riuscire a leggere correttamente e capire quali azioni compiere. Questo difetto, che non potrà essere mitigato nemmeno utilizzando la funzione di zoom, sarà decisamente fastidioso soprattutto quando dovremo prendere decisioni repentine, magari per salvarci da un attacco in massa degli zombi.

Per fare il legno ci vuole l’albero

Nonostante la profondità delle meccaniche di gioco di They Are Billions, che inspiegabilmente non verranno illustrate da nessun tutorial, lo scopo di ogni partita sarà abbastanza chiaro: sopravvivere un determinato numero di giorni. La nostra base, inizialmente ridotta all’osso, ci darà modo di edificare su una porzione prestabilita di terreno strutture in grado di generare più risorse, rifugi per sopravvissuti necessari per aumentare la popolazione della nostra colonia e soprattutto barriere e armi per difendere i vivi dai morti, che attaccheranno a ondate casuali il nostro campo. La necessità di mischiare gestione delle risorse e difesa dai nemici darà vita a un RTS che in realtà offrirà anche meccaniche tipiche dei tower defense, dato che se ignoreremo la minaccia degli zombi verremo presto sopraffatti andando incontro a una bruciante sconfitta.

Molto spesso basteranno pochi istanti per veder comparire centinaia se non migliaia di creature a schermo (fino a ventimila contemporaneamente), generando rapidamente una situazione critica da gestire usando appunto le difese e soprattutto un esercito di soldati. Se poi gli invasori dovessero arrivare nelle strutture in cui alloggiano i lavoratori, allora il disastro sarà imminente, perché l’attacco genererebbe altri zombi, andando a complicare ulteriormente la situazione. Questa particolare meccanica, molto azzeccata e coinvolgente, è senza dubbio uno degli aspetti migliori di They Are Billions, e creerà una reale sensazione di ansia nel giocatore, sempre sul “chi va là” in attesa che accada qualcosa di brutto.

Fuga di cervelli

L’intera esperienza di They Are Billions si regge sulla modalità Sopravvivenza, in cui potremo settare una serie di parametri e iniziare a giocare in un’area generata casualmente. L’unica altra possibilità data al giocatore sarà di affrontare una sfida settimanale, in cui si dovrà giocare su una mappa prestabilita cercando di ottenere il miglior punteggio. Nulla più di questo, dato che su console sarà assente la modalità campagna, già introdotta da tempo su PC, così come le missioni, riducendo di fatto l’esperienza a singole partite “usa e getta”. Davvero riduttivo, se si considera il potenziale di un gioco che, al netto di qualche difetto e di un adattamento su console non proprio eccelso, dimostra di avere le carte in regola per far breccia nel cuore degli appassionati di RTS, soprattutto se si guardano i progressi fatti dal team sulla versione PC.

Breve accenno alla grafica e al comparto audio: a livello visivo They Are Billions si presenta molto bene, con un design pulito e colorato e con tanto di una quantità incredibile di nemici a schermo senza rallentamenti esagerati. Discrete anche la colonna sonora, ottima per immergersi nell’atmosfera post-apocalittica del gioco, e gli effetti audio, con urla dei nostri sopravvissuti, gemiti dei morti e spari dei soldati. Da segnalare però un frequente blocco di alcune tracce audio, con conseguente riproduzione dello stesso prolungato nel tempo che alla lunga darà decisamente fastidio e spingerà il giocatore a disattivare i vari effetti.

Trofeisticamente parlando: vero sopravvissuto

La curva di difficoltà di They Are Billions è decisamente alta, fattore che si riflette sulla lista trofei con un Platino tutt’altro che semplice da ottenere. Oltre a dover completare partite con vari livelli di difficoltà, sarà infatti necessario anche uccidere una marea di non-morti, un grind che forse molti non se la sentiranno di fare.

VERDETTO

Quello degli strategici in tempo reale è un genere che non ha mai avuto troppa fortuna su console, complice anche un controller che rende tutt'altro che semplice gestire questa tipologia di giochi. Sfortunatamente per gli appassionati, They Are Billions non è l'eccezione che conferma la regola dato che, per quanto sia divertente e ben strutturata, l'opera di Blitworks soffre degli stessi problemi di tanti illustri predecessori: comandi difficili da gestire efficacemente con il pad alla mano e soprattutto scritte illeggibili sulla maggior parte degli schermi TV. La presenza di due sole modalità e l'assenza della campagna, già introdotta da tempo su PC, completano il quadro di un gioco che al momento ci sentiamo di consigliare solo agli appassionati di RTS.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.