This is the Zodiac Speaking – Recensione

Sviluppatore: Punch Punk Games Publisher: Klabater Piattaforma: PS4 Genere: Stealth Giocatori: 1 PEGI: 16 Prezzo: 19,99 € Italiano:

Il caso del killer dello Zodiaco è una storia vera che molti conosceranno anche grazie al film su esso basato, Zodiac. Verso la fine degli anni Sessanta, negli Stati Uniti, un serial killer commise diversi efferati omicidi e iniziò una sorta di gioco con la stampa inviando lettere crittografate in cui rivendicava le sue azioni e mostrava una cruda lucidità unita a una palese instabilità mentale. Il vero killer non è mai stato identificato e i casi non sono del tutto chiusi neanche oggi, ma la vicenda si è trasformata in un argomento “pop” che ha invaso cinematografia, letteratura e anche il mondo dei videogiochi. Punch Punk Games ci rende infatti protagonisti del caso con This is the Zodiac Speaking, un videogioco con spunti interessanti ma che, almeno su console, deve fare i conti con una realizzazione tecnica… da galera!

This is the Zodiac Speaking

Terapia onirica

Nel videogioco vestiamo i panni del giornalista Robert. Ci svegliamo nel nostro studio dopo aver dormito troppo a lungo e osserviamo intorno a noi l’oggetto del nostro lavoro e del nostro interesse recente. Una lettera sulla scrivania riporta un messaggio del killer dello Zodiaco e un frammento dei suoi messaggi in codice è riportato su una parete, dove stavamo senza dubbio cercando di decifrarlo. Siamo uno dei referenti preferiti dell’assassino e, non a caso, poco dopo esserci svegliati, ci viene recapitato un pacco che contiene altri messaggi destinati direttamente a noi.

Risolto un piccolo enigma, scopriamo di essere stati convocati a una sorta di appuntamento con Zodiac, al quale non possiamo rinunciare vista la minaccia di far esplodere un bus di bambini. Nonostante l’attenzione e la precauzione di esserci muniti di un’arma, non potremo fare a meno di cadere vittima dell’assassino, riuscendo però a sopravvivere. Inizia così un incubo che, sei mesi dopo i fatti iniziali, è diventato un trauma insormontabile che combina l’ossessione per il killer, il ricordo del tentato omicidio e alcuni eventi legati all’infanzia di Robert che solo nel finale e con l’aiuto di uno psicologo troveranno una sintesi.

Investigatori furtivi

Potremmo definire This is the Zodiac Speaking come un videogioco investigativo a impostazione stealth. Se tralasciamo la sequenza iniziale e alcune brevi fasi di intermezzo nelle quali ci spostiamo tranquillamente all’interno del nostro appartamento alla ricerca di informazioni e documenti, il resto dell’avventura si svolge in location e con modalità del tutto diverse. Il pretesto è la terapia onirica portata avanti con il nostro psicologo, che ci aiuta a ricostruire e rivivere esperienze legate ad alcuni dei casi di omicidio del killer e ad alcuni eventi personali del nostro passato.

Prendendo spunto da luoghi e fatti realmente accaduti, This is the Zodiac Speaking ci conduce in posti che hanno fatto da tragico teatro ai reali assassinii di Zodiac. Lo scopo, in ognuna delle mini-mappe che potremo visitare, è recuperare indizi in grado di fare luce sul comportamento e sulle mosse del killer e delle sue vittime. Una volta ottenute sufficienti informazioni, dovremo riorganizzarle e mettere nell’ordine corretto per avere un quadro completo della situazione e procedere con la fase successiva.

This is the zodiac speaking

Entrando nello specifico e facendo un esempio, in una delle prime scene ci troviamo nell’area di un campus scolastico. Uno degli indizi ha a che fare con una bevanda acquistata in un distributore automatico, ma per renderlo utilizzabile dovremo prima esplorare alla ricerca di una monetina, poi individuare il distributore e infine comprare la lattina per stimolare la deduzione di Robert. Non sempre il procedimento segue questo canovaccio, perché in alcuni casi è sufficiente interagire con una macchia di sangue o con un capo di vestiario abbandonato a terra per sbloccare l’indizio relativo.

Nemesis, sei tu?

Il tutto sarebbe abbastanza lineare e piatto se non ci fosse un elemento di disturbo. Il quale invece esiste ed è rappresentato dallo stesso killer dello Zodiaco. In ogni mappa dovremo infatti fare i conti con questo inquietante figuro incappucciato che vaga di continuo e che è pronto a inseguirci e ucciderci nel caso fossimo così imprudenti da farci individuare. Ecco allora tornare utile la funzione per accucciarsi, in modo da tenere un passo più felpato, e l’indicatore di rumore nella parte sinistra dello schermo che segnala quando stiamo esagerando.

Possiamo così decide di camminare, correre (almeno finché la barra della stamina è piena) o procedere in punta di piedi a seconda di quanto vogliamo rischiare la vita. Anche la musica viene in nostro soccorso, assumendo tonalità più acute e inquietanti quanto più il killer si trova nelle nostre vicinanze. Non solo, ma anche un indicatore di posizione compare quando siamo visibili e si allarga rapidamente se non troviamo un nascondiglio, fino a renderci esposti e a costringerci a fuggire disperatamente o a soccombere. Nel caso il killer ci catturi, ricominceremo dall’inizio della mappa ma conserveremo gli eventuali indizi raccolti, quindi il fastidio è solo relativo.

Buone le idee, meno la realizzazione

Quel che vogliamo sottolineare è che le meccaniche di base sono convincenti e contrastano una certa ripetitività grazie alla varietà delle location visitate e all’assenza di indicazioni precise su dove trovare gli indizi, il che ci costringe a un’esplorazione minuziosa. Meno soddisfacente invece l’intelligenza artificiale del killer, che a volte non si accorge di noi neanche se ci passa accanto e altre volte riesce a raggiungerci anche se ci sforziamo di fuggire e nasconderci al meglio.

Ma è soprattutto una generale assenza di tensione e paura, che dovrebbero essere un ingrediente fondamentale, a lasciare perplessi. Pur essendo costantemente inseguiti e minacciati da questo stalker stile Nemesis, non percepiamo mai oppressione e ansia, vuoi per le movenze un po’ robotiche del killer, vuoi per la già citata intelligenza artificiale non al top. La musica prova a metterci del suo in questo senso, ma non è abbastanza.

This is the zodiac speaking

Tecnicamente impresentabile

Il difetto principale, però, è il comparto tecnico. Non abbiamo idea di come il tutto giri su PC, da cui è poi arrivato il porting su PlayStation 4, ma nel corso dell’avventura siamo stati limitati da diversi intoppi. Il primo, più evidente e fastidioso problema è legato al costante e marcatissimo effetto di sfasatura dell’immagine mentre ruotiamo la visuale. Non possiamo poi ignorare frequenti cali di frame rate e veri e propri blocchi.

Per finire, il che è peggio, in molte occasioni ci siamo trovati a iniziare una mappa con un’inspiegabile nebbia verdognola o rossastra a coprire tutto, rendendo impossibile distinguere gli oggetti e la direzione da prendere. Non ci restava che procedere a tentoni, aspettare che il killer ci uccidesse e vedere se il caricamento del checkpoint sistemava le cose; il che a volte accadeva e altre volte no, danneggiando la nostra esperienza. Avremmo voluto provare a intervenire su luminosità e altri parametri video, ma una volta in-game non è possibile accedere alle opzioni neanche dal menù di pausa, una scelta a cui non sappiamo dare una spiegazione.

This is the zodiac speaking

Ricapitolando, dovremmo distinguere due piani per dare un giudizio a This is the Zodiac. Su quello videoludico abbiamo riscontrato un mix di meccaniche già viste e di spunti interessanti che, nel complesso, ci hanno più che soddisfatto. Trovare indizi, riordinare gli eventi e fare tutto restando nascosti dà soddisfazione e il tutto può essere ripetuto modificando alcune scelte iniziali favorendo la rigiocabilità e la longevità. Sul piano tecnico invece siamo sull’orlo del disastro e non possiamo purtroppo promuovere il videogioco, almeno nella sua condizione attuale.

Dal punto di vista grafico, This is the Zodiac Speaking sceglie un’impostazione che, alla lontana, potrebbe ricordare quella di Virginia e che potremmo definire una via di mezzo tra il realistico e il cartoonesco. Il tutto risulta comunque gradevole, al netto di qualche geometrizzazione di troppo in alcuni elementi e di più di un copia-incolla di elementi secondari come auto, cassette degli attrezzi, cabine telefoniche e distributori automatici. Buono il comparto audio, non elaborato ma funzionale sia a creare un minimo di ansia, sopperendo alle mancanze dell’intelligenza artificiale di Zodiac, sia a costituirsi come meccanica di gameplay.

Trofeisticamente parlando: 100% stealth

L’elenco trofei di This is the Zodiac Speaking è estremamente limitato e privo di Platino. Per completare il videogioco al 100% dovremo riuscire a finire la storia almeno una volta e a raccogliere un solo tipo di collezionabili, ma l’ostacolo principale sarà rappresentato dalla necessità di completare tutta la storia senza mai essere catturati da Zodiac.

VERDETTO

This is the Zodiac Speaking ci porta su reali scene del crimine per raccogliere indizi e ricostruire le azioni dell'assassino mentre lui stesso ci minaccia in modo costante. Tra l'investigativo e lo stealth, il videogioco offre meccaniche interessanti che passano in secondo piano a causa di una realizzazione tecnica impresentabile e di un'intelligenza artificiale che a tratti fa ridere (o forse piangere).

Guida ai Voti

Jury Livorati
Classe ’85, divido il tempo tra la moglie e i tre figli e le più svariate passioni. Amo la lettura, la scrittura e i videogiochi e recito dal 2004 con l'Associazione Culturale VecchioBorgo. Eterno bambino, amo la vita e guardo sempre allo step successivo, soprattutto se è più in alto del precedente. Sono grato a PlayStationBit per avermi fatto scoprire la (sana) caccia ai trofei e i Metroidvania.