Timothy vs the Aliens – Recensione

Sviluppatore: Wild Sphere Publisher: Wild Sphere Piattaforma: PS4 Genere: Azione/Avventura Giocatori: 1 PEGI: 12 Prezzo: 9,99 € Italiano:

“In this life all that I have is my word and my balls and I do not break them for nobody”.
Al Capone

Benvenuti negli anni Venti, in pieno proibizionismo, dove Al Capone era considerato un eroe tra le menti meno pulite del globo e tutto si rivolveva con delle sane dosi di piombo; il mondo era in bianco e nero, con i fumi delle ciminiere e delle fabbriche a imbastire ciò che erano scenari cittadini degradanti e pieni di gente poco raccomandabile vestita con trench e cappello. O almeno questi sono gli scenari classici noir a cui ci hanno abituato i media. E’ qui che entrano in gioco i ragazzi di Wild Sphere, condendo con sani colori primari il grigiore di un’America noir e facendo atterrare un’astronave aliena nel momento storico più sbagliato. Poiché, probabilmente, anche i ratti delle fogne erano armati. Benvenuti nella recensione di Timothy vs the Aliens, ambientato a Little Fish City, dove abita Timothy, il mafioso che diventerà un eroe!

timothy vs the aliens

Quel bastardo… verde!

Sembrava tanto una serata tranquilla… oppure era una mattinata? Bah, questo grigio noir non lo sopporto neanche più. In ogni caso eccomi qui, a sbarazzarmi del padrino e a tornarmene a casa, a poltrire e a sognare di quella notte, da ragazzino, quando fui rapito dagli alieni. Sveglia, Tim, non è un sogno, gli alieni ci stanno invadendo; quei sorci spaziali colorati vogliono distruggere la mia città e io non lo permetterò, sarò io il capo, sarò io quello acclamato dalle folle, lo giuro su Al Capone! Uscendo di casa notai l’enorme navicella spaziale, si trovava alla magione del padrino, l’intera città sembrava vuota, probabilmente tutti si erano barricati in casa, era tutto a mia completa disposizione: auto, cunicoli, strade secondarie, non mi sono mai sentito così libero.

Arrivato al parco mi sono reso conto che la situazione era più grave del previsto. Questi tentacolari esseri colorati si erano barricati in un campo di forza, ma non avevano fatto i conti con l’intelletto di Timothy! Mi ricordai del mio amico Luciano, personaggio alquanto bizzarro e tondeggiante che vive nelle fogne della città; il buon Luciano era in grado di recuperare qualsiasi cosa mi servisse. Chiavi universali della città, armi per ogni palato, situazione che mi ha fatto pensare più e più volte all’inciviltà della persona comune, capace di scaricare di tutto nelle fogne cittadine. Ma ciò di cui avevo realmente bisogno era della dinamite. Sì, tre belle cariche di dinamite che mi avrebbero permesso di bypassare il problema del campo di forza facendo saltare in aria parte delle fogne sotto la magione del padrino. Tim, tu si che sei un genio! E quindi si ritorna a scorrazzare per la città, facendo assaggiare del sano piombo a quegli esseri raccapriccianti. E cercando in lungo e in largo la dinamite, essenziale, per attuare il piano che salverà Little Fish City.

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Addio fottuti musi colorati!

Ah, ma non vi ho spiegato qual è il mio ruolo nella società: il mafioso. Un gran bel ragazzo, anche, ma un mafioso. E oggi sono diventato un mafioso cacciatore di alieni, qualcuno lo dica ad Al Capone! Little Fish City è la mia città, aperta in ogni punto, con un bel porto e un terrificante cimitero, ben collegata ed esplorabile sia in auto che a piedi, una gioia per noi mafiosi, specialmente durante gli inseguimenti con gli sbirri locali, ma comunque il problema più grosso, ora, sono gli alieni. Pistole, mitragliatori, fucili a pompa, tutto ciò che può sparare piombo tra i denti gelatinosi di questi esseri può essere utile; i riflettori grigi della città devono essere puntati solo su Tim, sbruffoni da quattro soldi!

Vi trovate davanti a un alieno che vuole divorarvi… cosa fate? Nulla, perché sono io quello armato, mi basta mirare e fare fuoco a volontà contro quelle creature, senza preoccuparmi di ferire nessuno dato che ci sono solo io tra le strade cittadine. E poi sapete cosa? Posso rallentare il tempo. Sì, non so neanche io come funzioni, ma in un conflitto a fuoco risulta essere un potere estremamente utile. Ricordate? Da piccolo sono stato rapito dagli alieni, eh eh. Con le mie doti atletiche salire su impalcature e saltare tra ponteggi non è assolutamente impossibile, devo solo ricordarmi di piantare bene i piedi a terra dopo un salto, dato che a quanto pare cascare giù da un edificio è cosa nota a Little Fish City. Quindi uno, due e tre, ecco recuperati i candelotti di dinamite. A noi due astronave madre, è il momento di farla finita!

Duke sarebbe fiero

Little Fish City, la mia città, bella, grigia e puzzolente, ma anche accompagnata da brani sublimi. In realtà credo che la colonna sonora sia sempre stata solamente nella mia testa, ma mi piace pensare che questi siano i suoni della mia città, della mia epoca.

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Suoni delicati che in crescendo mi avvertono delle situazioni di pericolo, suoni che mi accompagnano nella ricerca degli hot dog perduti dal mio venditore di fiducia, suoni che probabilmente voi state già immaginando mentre leggete le mie gesta, di come il buon Timothy, eroe mafioso, abbia evitato un’invasione aliena (dietro giusto compenso). Non ricordo di aver affrontato battaglie contro esseri particolarmente ostici prima di lanciarmi contro l’enorme regina aliena, ma le mie doti atletiche e il mio intelletto sopraffino sono stati messi duramente alla prova durante questa atipica esperienza. Beccati questo Al Capone, nulla nella tua vita sarà stato emozionante come il rispedire a casa una flotta extraterrestre!

Trofeisticamente parlando: hot dog e alieni

Trofei? Beh, di certo io ho portato molti trofei a casa dopo questa esperienza, tipo il tentacolo di quella grossa e rossa regina aliena; ah, anche qualche hot dog. Sì, beh, ce ne sono sessanta da recuperare in tutta la città, oltre a qualche altra piccola curiosità, ma sapete, quest’avventura è durata poco meno di una nottata (o di una mattinata? Maledetta scala di grigi), quindi non ci è voluto più di qualche ora per portarmi a casa questo piccolo oggetto color platino caduto dall’astronave in fuga. Ammetto però che, durante questa stranissima avventura, se non mi fossi aiutato con una guida ai trofei non sarei mai riuscito a ritrovare tutti gli hot dog dispersi nella città.

VERDETTO

Timothy vs the Aliens è qualcosa di veramente poco impegnativo e capace di intrattenere il videogiocatore che ha bisogno di rilassarsi dopo titoli molto più grossi. Una piccola componente open world capace di non disperdere troppo il giocatore, delle simpatiche dosi di platform, un buon comparto action e una bella colonna sonora sono ciò che tiene in piedi questo piccolo titolo sviluppato da Wild Sphere.

Guida ai Voti

Raffaele Verde
Anche se i videogiochi sono la sua passione, fin dalla tenera età, continua, ancora oggi a cercare di capirci qualcosa, ovviamente senza riuscirci.