Transport Giant – Recensione

Sviluppatore: Reactor Games Publisher: UIG Entertainment Piattaforma: PS4 Genere: Strategico Giocatori: 1 PEGI: 3 Prezzo: 29,99 € Italiano:

Abbiamo già parlato, in un vecchio capitolo della rubrica Bit Focus, di come il mercato stia sfruttando le attuali console per eseguire un numero sempre maggiore di porting con risultati spesso discutibili. Vediamo quindi assieme se Transport Giant è tra i successi o tra i fallimenti della categoria.

In nome del progresso

Se siete giocatori incalliti e frequentatori di negozi di videogame non potrete non aver notato sugli scaffali dei titoli per PC tutta una serie di simulatori che vanno dalla banale costruzione di una città funzionante fino a proposte molto più di nicchia (Garbage Simulator è uno dei miei preferiti).

Proprio a questo genere di videogiochi appartiene anche Transport Giant, che vi metterà nei panni di un imprenditore del 1850 dotato di un piccolo capitale in denaro e di un sogno: realizzare la più grande rete di trasporti del mondo e fondare un vero e proprio impero.

Per stare dietro alla immensa mole di merci in movimento ogni giorno sarà però necessario stare al passo con i tempi. I soldi guadagnati con il sudore della fronte andranno reinvestiti per trasformare gli obsoleti motori a vapore con tecnologie all’avanguardia passando in men che non si dica dal passato a un futuro prossimo fatto di treni a levitazione e molto altro ancora. Totalmente assente la trama di gioco se non per questo piccolo preambolo iniziale che fungerà da pretesto per lanciarci nell’esaltante mondo della costruzione di infrastrutture e spingerci a creare il nostro impero dei trasporti. Assenti anche quasi del tutto i fronzoli in un titolo che nasce nel lontano 2004 e, prima di arrivare su console Sony, vanta una prima rivisitazione a dieci anni dalla sua uscita sulla nota piattaforma Steam.

Lì ci facciamo un parcheggio

Avviando per la prima volta Transport Giant, i giocatori meno datati potrebbero rimanere spiazzati dalla pochezza del menù di gioco; nessuna introduzione né filmati ad accogliere l’utente, soltanto un’anteprima di quello che ci attenderà come sfondo e le varie possibilità.

Oltre alla classica modalità principale, in cui partiremo dalle basi per arrivare fino alle stelle, sarà possibile cimentarsi nella modalità Infinita che ci farà giocare senza particolari obiettivi fino alla bancarotta oppure alla noia e un breve tutorial che spiegherà le basi di gioco.

Il primo dei problemi di Transport Giant è proprio la spiegazione delle meccaniche, che viene fatta in maniera approssimativa e decisamente sbrigativa e che fornirà solo un’infarinatura di base insufficiente per comprendere appieno le delicate funzioni che ci permetteranno di gestire il nostro vasto impero. Incuranti della nostra totale inesperienza a livello di giochi gestionali ci siamo però muniti del nostro capitale iniziale per dare il via alla nostra carriera di magnati dei trasporti, con risultati iniziali decisamente disastrosi.

Una volta selezionata infatti la modalità ci verrà chiesto in quale dei due scenari vorremo giocare. Gli Stati Uniti, assimilabili alla modalità normale, oppure l’Europa, che rappresenta invece la modalità difficile. Fatta la nostra scelta sarà la volta di calarci nella creazione del nostro personalissimo regno virtuale dei trasporti.

Mi faccia due etti di rotaie

Transport Giant è un simulatore che, in maniera non dissimile dai titoli gestionali che girano ormai su smartphone e tablet, ci permetterà di agire su una mappa con visuale isometrica andando a costruire strutture sempre più grandi e moderne.

Partendo dal 1850 non sarà ovviamente possibile iniziare con treni o tir ma sarà necessario cominciare dal basso dotandosi di carrozze trainate da cavalli che ci permetteranno, una volta costruite le strade necessarie ai loro spostamenti, di avere una prima serie di introiti creando una nostra area di monopolio.

Man mano che ci ingrandiremo, però, noteremo come non sarà semplice gestire una rete sempre più estesa, senza contare che il nostro successo spingerà altri gruppi (controllati dall’intelligenza artificiale) a tentare di metterci i bastoni tra le ruote.

Sotto questo aspetto il titolo di Reactor Games è decisamente coinvolgente dato che, una volta che avremo preso la mano con le meccaniche di gioco e con il sistema che regola lo spostamento e la gestione dei trasporti, diventerà più una specie di hobby che un videogioco vero e proprio.

Chi riuscirà infatti a donarsi anima e corpo alla progettazione del proprio sistema di infrastrutture si ritroverà tra le mani una vera e propria creatura vivente da accudire come un figlio e da gestire nel migliore dei modi.

Ma che stiamo sulla prima PlayStation?

Finora ci siamo soffermati esclusivamente sul gameplay del titolo, questo perché sfortunatamente la grafica e il comparto audio di Transport Giant si sono fermati all’anno della sua pubblicazione su PC. Ammesso e non concesso che gestire una mole così grande di strutture richieda uno sforzo non indifferente da parte della nostra console, sembrava quanto meno legittimo aspettarsi che lo sviluppatore puntasse su una rivisitazione grafica apportata solo in parte.

Stesso discorso può essere fatto per il comparto audio che si limita molto spesso al proverbiale compitino, cercando più di non disturbare il giocatore durante le sue sessioni che di intrattenerlo rendendo più piacevoli le partite, elemento che può essere apprezzato o meno a seconda del carattere del singolo utente.

Discorso a parte va infine fatto per i comandi di gioco. Che il nostro caro DualShock 4 sia eccezionalmente performante e in grado di assolvere ai compiti più disparati si sa, ma che non sia paragonabile a un mouse lo si è capito da tempo e, in quanto gestionale, Transport Giant non fa eccezione.

Sfruttare la levetta destra per muovere l’inquadratura, i grilletti per ingrandire e rimpicciolire e gestire gli svariati comandi di gioco risulta davvero frustrante soprattutto quando la mole di strutture sullo schermo diventa più importante delle semplici strade con carrozze.

Trofeisticamente parlando: sento che mi manca qualcosa

Se vi state chiedendo se la lista trofei di Transport Giant sia ampia quanto le infrastrutture edificabili, abbiamo una brutta notizia per voi; sono solo 12 infatti le coppe sbloccabili, e nemmeno rapidi da ottenere. Oltre alla richiesta di terminare entrambe le campagne infatti sarà necessario giocare al titolo per almeno 100 ore e riuscire a guadagnare la bellezza di 100.000.000: sforzi, questi, che non porteranno nemmeno a un Platino.

VERDETTO

Se avessimo avuto a disposizione un mouse, Transport Giant avrebbe probabilmente strappato anche più di una sufficienza. La creatura di Reactor Games, nonostante si basi su un prodotto di quasi 15 anni fa (seppur riveduto e corretto su Steam nel 2014), è sicuramente interessante e divertente ma viene eccessivamente penalizzata da un adeguamento non eccellente su PlayStation 4, soprattutto sotto l'aspetto dei comandi. Il tutorial sbrigativo lo rende un prodotto destinato solo ai veri appassionati dei gestionali; chi si avvicina a un titolo di questo tipo per la prima volta potrebbe infatti trovarsi davanti a una montagna troppo alta da scalare, a differenza di chi invece è già esperto, che potrebbe davvero perdersi in questo mondo di infrastrutture virtuali.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.