Trine 4: The Nightmare Prince – Recensione

Sviluppatore: Frozenbyte Publisher: Modus Games Piattaforma: PS4 Genere: Platform Giocatori: 1-4 (Online: 2-4) PEGI: 12 Prezzo: 29,99 € Italiano:

Come spesso abbiamo detto sulle nostre pagine, non è mai semplice imporsi sul mercato videoludico, soprattutto se stiamo parlando di progetti indipendenti o di nicchia. All’inizio del decennio, però, i talentuosi ragazzi finlandesi di Frozenbyte diedero vita al primo capitolo di Trine, uno spettacolare platform di stampo fiabesco ricco di enigmi e ispirazione. Questo titolo riuscì fin da subito a ingraziarsi stampa e pubblico, entrambi desiderosi di mettere le mani su un seguito quanto prima. Se con il secondo capitolo la formula proposta ha accontentato l’utenza, Trine 3 non riuscì a convincere allo stesso modo, rivelando a tutti i problemi sorti in fase di sviluppo dettati da un budget fin troppo risicato.

Sono passati circa quattro anni da quell’oscuro periodo e Frozenbyte non ha fatto altro che pensare alla formula ideale per far ritornare l’amatissimo brand ai fasti dei primi capitoli. Con l’uscita di Trine 4: The Nightmare Prince sembra infine che la formula sia stata trovata. Grazie all’abbandono del 3D e a un gameplay più profondo rispetto al passato, il nuovo capitolo è alla fine sbarcato su PlayStation 4 con più di qualche aspettativa. Basterà per riscattare una serie ormai da troppo tempo persa nel limbo videoludico?

trine 4 the nightmare prince

Quasi amici

Grazie alle fasi iniziali in medias res, Trine 4 non si perde in fronzoli catapultandoci quanto prima al centro della narrazione. Fortunatamente per i nuovi giocatori, come già avvenuto per i precedenti capitoli, non serve aver seguito per intero gli episodi passati. Tutto infatti si concentrerà su una nuova avventura completamente slegata dalle vicende passate. L’unico anello di congiunzione è rappresentato dagli eroi storici della serie: Amadeus il mago, Pontius il cavaliere e Zoya la ladra. Questo gruppo di valorosi combattenti dovrà fare di nuovo squadra per salvare il giovane principe del regno, colpevole di aver liberato un potere troppo grande per essere controllato dalla magia. Tra minacce oniriche e creature demoniache, la nostra inconsueta squadra dovrà farsi strada tra enigmi e nemici per salvare di nuovo il regno dalla rovina.

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Grazie a una narrazione più fluida e svecchiata, l’aspetto narrativo è senza ombra di dubbio uno degli elementi che ha più giovato da questo processo di rinnovamento. Lo stile adottato si avvicina molto a quello di una favola per bambini ed è in grado da solo di stimolare il giocatore a portare a termine quanto prima la campagna principale. L’avventura si sviluppa in cinque atti, ognuno dei quali diviso in più livelli, capaci complessivamente di portare la longevità a circa dieci ore, una durata perfetta per il genere. Se da un lato i pochi collegamenti al passato possono essere considerati un bene per i nuovi giocatori, i fan storici della serie non possono dire lo stesso. Al di là dei pochi riferimenti, i rari scambi di battute non riescono a far emergere sufficientemente le esperienze condivise da tutto il gruppo, facendo percepire il tutto come se fosse la prima vera avventura vissuta insieme dai nostri.

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Questi aspetti possono essere in parte giustificati dalla scelta degli sviluppatori di limitarsi a raccontare una semplice storiella, tralasciando in massa quelle sfaccettature che potevano rendere la storyline principale più profonda e articolata. Il risultato ottenuto è comunque di ottimo livello, con una progressione bilanciata e interessante che culminerà, però, in un finale troppo scontato. Per fortuna a migliorare le cose ci penserà l’eccellente rigiocabilità dei livelli. Ogni area potrà essere esplorata in un secondo momento per raccogliere tutti gli oggetti e per scoprire tutti i segreti. Molte zone sono interdette al nostro primo passaggio e potranno essere raggiunte solo sbloccando particolari potenziamenti durante il proseguimento della campagna principale. Questi in sostanza sono anche i passi necessari per ottenere il tanto ambito trofeo Platino. Ma di questo parleremo più avanti nel paragrafo apposito.

Un gameplay ideale

Se non avete mai sentito parlare di questi titoli, con tutta probabilità vi starete chiedendo: “Ma a che genere appartiene Trine 4?”. La serie si colloca nella categoria dei platform con elementi da puzzle game. In ogni livello, al di là di alcuni sporadici scontri, gli eroi dovranno combinare le loro abilità per risolvere determinate situazioni e procedere così verso l’area successiva. Amadeus può evocare una piattaforma e spostare oggetti con le sue abilità telecinetiche, Pontius è in grado di usare spada e scudo per farsi strada con la forza tra gli ostacoli e infine Zoya può usare il suo arco per costruire carrucole e creare ponti sospesi con le corde. Potendo però usare un solo eroe alla volta, a meno che non stiate giocando in cooperativa, viene da sé che dovrete cambiare personaggio in modo da usufruire nella maniera migliore di ogni abilità disponibile.

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Il sistema di progressione messo in piedi dai ragazzi di Frozenbyte è probabilmente il più lineare e semplice di tutta la serie. Gli enigmi proposti, anche ai livelli più avanzati, difficilmente terranno impegnati per più di qualche minuto e la possibilità di risolverli in modi diversi non aiuta. Anche i vari combattimenti e boss fight non brillano per complessità. Ci troveremo a fare affidamento quasi sempre solo su Pontius, relegando gli altri due membri a semplici tappabuchi in caso di prematura scomparsa dell’abile guerriero. La scelta di adottare un approccio più semplicistico può essere ricondotta a quanto dicevamo prima, ovvero al fatto che si sia voluto mettere in piedi un sistema che permettesse a tutti di godersi una bella storia, evitando di far perdere troppo tempo in enigmi complessi o combattimenti frustranti. Senza dubbio una scelta apprezzabile, ma molto limitante per quanto riguarda la qualità complessiva.

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Se c’è però una cosa in cui gli sviluppatori hanno fatto centro, quello è il comparto tecnico. Uno dei punti che aveva affossato il precedente capitolo era stata la scelta di adottare una grafica completamente in tre dimensioni che, a causa del budget limitato, non era stata in grado di rendere giustizia a un comparto narrativo comunque valido. Trine 4 abbandona questo aspetto e si “evolve” al 2.5D che, grazie anche all’ottimo lavoro di ottimizzazione e di sviluppo, gli permette di essere con distacco il capitolo migliore sotto questo profilo. Tra una scelta di colori azzeccata, modelli poligonali ottimamente implementati (anche se in parte riciclati) e l’eccellente realizzazione tecnica, Trine 4 riesce nel migliore dei modi a coronare un comparto narrativo di livello, rendendo questa favola il più immersiva ed empatica possibile. Si può dire dunque che la serie Trine sia tornata ai livelli di un tempo? Certo che sì, e sinceramente non vediamo l’ora che venga annunciato il prossimo capitolo.

Trofeisticamente parlando: Indiana Jones

Dal punto di vista dei trofei, come facilmente intuibile dall’elenco già disponibile sul nostro forum, Trine 4 non si discosta troppo da quella che è la routine per il genere. Oltre a dover completare la campagna principale, la caccia al Platino vi obbligherà a rigiocare i singoli livelli al fine di recuperare tutti gli oggetti e i segreti. Fare attenzione durante il primo passaggio non sarà sufficiente; molte zone potranno essere raggiunte solo una volta sbloccati particolari potenziamenti. Godetevi quindi con tutta tranquillità la prima run, sui collezionabili vi concentrerete poi in un secondo momento. Considerando questi aspetti e la durata della campagna principale, la caccia non dovrebbe rubarvi più di una quindicina di ore.

VERDETTO

Grazie alla profonda campagna di rinnovamento, Trine 4: Nightmare Prince si è imposto con distacco come miglior capitolo della serie targata Frozenbyte. Grazie alle poche ma importanti novità, a un comparto narrativo solido e alla scelta di adottare una grafica in 2.5D, questo gruppo di sviluppatori finlandesi è riuscito a rendere il più immersiva ed empatica possibile una semplice storiella per bambini. Il titolo poteva senza dubbio essere più complesso e innovativo, ma la scelta va comunque apprezzata.

Guida ai Voti

Ivan Presutto
Ivan, tra studio e basket, riesce a ritagliarsi il suo angolo della giornata per immergersi nel magico mondo dei videogiochi. Gioca un po' di tutto ma i generi preferiti sono: gli shooter (TPS e FPS) e gli action (in particolar modo quelli con una forte componente stealth). Se gli date un controller... sogna!