Tropico 5 – Recensione

Sviluppatore: N/A Publisher: N/A Piattaforma: PS4 Genere: Action RPG Giocatori: 1 PEGI: null Prezzo: N/A Italiano:

Publisher: Kalypso Media Digital Developer: Haemimont Games
Piattaforma: PS4 Genere: Strategico-Gestionale Giocatori: 1 PEGI: 16 Prezzo: 44,99 euro

Emergere dalla marea di strategici e gestionali presenti sul mercato, non è cosa da poco, e il titolo, del quale vi state apprestando a leggere la recensione, vi è riuscito, e lo ha fatto in un modo tutto suo. Qui non saremo dei sovrani valorosi, dei condottieri dalle nobili virtù o dei sindaci giudiziosi, bensì dei dittatori. Niente sincero interesse per il popolo da parte del “Presidentissimo”, che vede le elezioni come una sagra di paese, quasi una ricorrenza, dall’esito scontato; infatti la sua legittimazione, deriva da un consenso pilotato, il cui potere assoluto lo rende padre padrone di una macchina crea denaro, i cui ingranaggi sono proprio gli abitanti dell’isola di Tropico. Benvenuti nella dittatura.

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Viva el Presidente

Sembrerebbe la trama di una storia triste, di guerra e di oppressione, invece si tratta di una storia tutta da ridere, permeata da un umorismo cinico che strapperà più di una risata mentre si lavora sulla costruzione e lo sviluppo di un’isola tropicale e dei suoi abitanti. Tropico 5 – partito dal PC – arriva nelle nostre PlayStation 4, nel tentativo di portare la storia di questa serie a vette mai raggiunte prima, ci riuscirà? Accedete i vostri sigari cubani, è tempo di elezioni!
Muoveremo i nostri primi passi da dittatore di Tropico nell’Era Coloniale, relativamente indipendenti, ma ancora sotto il controllo di uno stato straniero chiamato La Corona – presumibilmente una versione romanzata dell’Inghilterra – che ci ha incaricati di governare l’isola per un periodo di tempo limitato: anche se la situazione inizialmente reggerà bene, le nostre mire al potere assoluto ci spingeranno a dichiarare la nostra indipendenza mediante l’alleanza con la giusta fazione politica e la stesura di una Costituzione. Facendo questo, passeremo all’epoca della Seconda Guerra Mondiale, dove dovremo accordarci con l’Asse o gli Alleati, impratichirci con le nuove tecnologie a disposizione, consolidare il nostro potere politico e così via.

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Ci saranno nuove sfide ad attenderci quando passeremo all’era della Guerra Fredda, con la sua politica sottile e le nuove pericolose armi di distruzione di massa a disposizione di fanatici militaristi quali noi siamo. I Tempi Moderni saranno invece all’insegna del mascheramento del nostro potere assoluto, non più accettabile dai nasini delicati della massa, mentre trasformeremo la nostra isola in un resort tropicale di lusso dotato di tutti i comfort, compresi robusti manganelli da adottare contro turisti o abitanti troppo esuberanti. Tropico 5 sa distinguersi donando una sensazione persistente di simpatia e divertimento nonostante gli argomenti trattati, spingendo sull’ironia dei dialoghi e delle descrizioni di ogni edificio che potremo costruire: l’atmosfera tropicale e spagnoleggiante, unita a chiari riferimenti suggeriti, ma mai esplicitamente spiegati, fanno intendere che l’intera vicenda si svolge su un’isola molto simile a Cuba, governata per anni con il pugno di ferro dal dittatore comunista Fidel Castro. A differenza di molti altri titoli simili, Tropico 5 non si limita soltanto ad affidarci la gestione di una città e delle sue molte risorse, ma pone molte scelte sulla politica vera e propria, dandoci carta bianca per la stipula della Costituzione, dell’emissione di editti, della politica estera e della gestione capillare che si estende a ogni singolo abitante dell’isola: potremo infatti decidere persino di screditare, esiliare o giustiziare personaggi scomodi presenti a Tropico, come ad esempio avversari politici o capi ribelli. Tutto molto stimolante, non c’è che dire!

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Questo titolo non è certamente un gestionale adatto a tutti: persino giocatori stagionati potrebbero avere difficoltà a dover armeggiare con la notevole complessità delle opzioni disponibili, dato che a ogni singola azione corrisponderà una reazione nel gioco. Perdere le elezioni potrebbe essere disastroso, così come ricorrere a brogli per vincerle: non c’è mai una vera e propria “scelta giusta” da fare, semmai spesso ci toccherà utilizzare la soluzione meno grave tra quelle proposte. In nostro aiuto arriveranno le numerose schermate informative che ci permetteranno di studiare nel dettaglio la situazione attuale di ogni singolo edificio, persona o circostanza: ogni struttura necessita ovviamente di manodopera, ma alcune avranno bisogno di lavoratori con gradi di istruzione superiori a quelli del classico analfabeta – solitamente è la razza predominante sull’isola – e per fornire questi impiegati dovremo aumentare il livello di studi dei nostri isolani oppure “importare” lavoratori colti dall’estero.

Hasta la victoria siempre

La felicità degli abitanti di Tropico è fondamentale solamente prima delle fastidiose elezioni periodiche – per dare un senso di democrazia – e per evitare il pericolo di rivolte armate, problema non da poco e molto rischioso per il nostro dominio: oltre a fornire un lavoro al maggior numero possibile di tropicani, sarà nostra cura mantenere alto il morale pubblico – e l’approvazione elettorale – tramite una serie di edifici adibiti al divertimento e al tempo libero, così da garantirci una lunga e pacifica dominazione dittatoriale. Ovviamente dovremo occuparci anche di reperire fondi sia per noi stessi – in un conto privato – sia per le opere cittadine, gli stipendi e quant’altro: tutto gira attorno ai dollari, e dipenderà dalla nostra abilità nel guadagnare tramite le esportazioni di merci tropicane, l’ammontare che avremo nelle casse statali. La sezione militare occupa un posto di tutto rispetto nell’economia dell’isola, considerando che “El Presidente” ha molti nemici come tutti i “benevoli” grandi leader, potremo addestrare truppe, costruire posti di polizia fino ad arrivare ai cingolati e ai programmi di sviluppo nucleare per gli armamenti, durante il prolifico periodo della Guerra Fredda, nel quale, senza armi nucleari non eri “In”.

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Ultimo, ma non per importanza, va indicato che la prima volta nella storia della serie è stato introdotto il multiplayer, dove novelli dittatori tropicali potranno sfidarsi a colpi di mazzette e di valori economici. A supporto di un gameplay solidissimo e molto divertente, troviamo un comparto tecnico di tutto rispetto che ci farà ammirare la bellezza dell’isola che governeremo nei più piccoli dettagli. Il motore grafico proprietario Haemimont Games Engine svolge il suo compito in maniera ammirevole, creando un panorama veramente bello da vedere e ricco di sfaccettature, tanto che spesso ci si ritroverà a esplorare le zone ancora incontaminate dell’isola solo per guardare la bellezza naturale lì ricreata.

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I modelli poligonali delle strutture sono realizzati molto bene, e le texture che li ricoprono sono definite al punto giusto: lo stesso discorso vale per i cittadini in movimento per l’isola, anche se proprio a causa loro si riesce a intravedere abbastanza presto il principale problema grafico che affligge questo gioco. Il tutto gira bene inizialmente, ma con l’evolversi della città e con l’aumento delle persone presenti a schermo si verificano degli episodi di rallentamento; appare ovvio che il motore grafico è leggermente appesantito, probabile eredità tramandataci dalla versione PC.

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Il comparto sonoro invece non ha alcun difetto riscontrabile, anzi si rivela una delle parti più riuscite del gioco con temi musicali spagnoleggianti estremamente vivaci e godibili, che accompagneranno piacevolmente le ore che trascorreremo al governo della nostra isola. Tropico 5 è anche impreziosito da un discreto doppiaggio italiano, non eccezionale, ma che farà comunque piacere ritrovare insieme alla traduzione completa a schermo. A livello tecnico siamo insomma su dei buoni standard, considerando comunque che il motore grafico dev’essere concepito per sostenere un’alta presenza di elementi su schermo in simultanea, d’altra parte, questo è quello che succede in ogni strategico che si rispetti.

VERDETTO

Tropico 5 riesce a innalzare l'asticella rispetto al predecessore, non solo dal punto di vista prettamente tecnico - molto buono - ma grazie all'atmosfera, sempre festosa e ironica; mettersi nei panni di "El Presidente" sarà un'esperienza sempre interessante, rendendo ogni partita dissimile dalla precedente e, probabilmente, dalla successiva, grazie alle sue variabili e a delle situazioni gestibili in modi differenti. Le meccaniche di gioco, espresse in maniera egregia dai ragazzi di Haemimont Games, potrebbero spaventare i meno avvezzi al genere, ma non devono far demordere, è proprio da esse che arriveranno la maggiori soddisfazioni. La mancanza di una scelta, necessariamente giusta e la cura dei dettagli, rendono Tropico 5 un ottimo esemplare della specie strategico-gestionale e, senza dubbio alcuno, il migliore della serie. Buon gioco a tutti!

Guida ai Voti

Pietro Cardaci
Appassionato di videogiochi e tecnologia da tanti anni, si dedica, da autodidatta, a studio, analisi e utilizzo di software e hardware. Scevro da pregiudizi, si accosta a ogni genere di titolo. Non disdegna, circostanze favorevoli permettendo, una piacevole lettura o la visione di un buon film, specie quelli che riescono a saziare il suo famelico spirito d'osservazione. Conosce un paio di barzellette niente male che sfodera nei momenti migliori...