Trulon: The Shadow Engine – Recensione

Sviluppatore: Kyy Games Publisher: Headup Games Piattaforma: PS4 (disponibile anche per Mobile) Genere: Gioco di Ruolo Giocatori: 1 PEGI: 12 Prezzo: 19,99 € Italiano:

Nell’era in cui gli open world sono diventati la consuetudine e in cui gli elementi ruolistici quali le statistiche o gli skill tree dominano su qualsiasi videogioco commerciale moderno, i GdR a turni con il party stanno paradossalmente scomparendo. In questo scenario, i ragazzi di Kyy hanno deciso di proporre un’avventura GdR a turni con un sistema a carte piuttosto ambizioso, ispirandosi al romanzo di Jak Koke, noto per la sua trilogia best seller di Shadowrun, saga di Dragon Heart.

Trulon: The Shadow Engine Recensione

Fra lo steampunk e il tradizionalismo

In Trulon impersoneremo Gladia, giovane cacciatrice di mostri che ha il sogno di seguire le orme di suo padre, aiutando al contempo il villaggio vicino casa. In una delle prime missioni assegnatagli dal maggiore del villaggio, Gladia si imbatterà in una sostanza misteriosa che sembra condizionare la condotta delle bestie selvatiche. A lei si unirà Ferra, un istintivo curatore provetto. Spinti dalle preoccupazioni del maggiore, i due giovani andranno a ricevimento dalla regina della regione (chiamata Tripudia) e verranno spediti nella regione confinante, con la quale è stato stretto un accordo di pace. Investigando nella grigia città di Maelon, capitale della omonima regione, Gladia e Ferra scopriranno che tali accordi scricchiolano e che un malvagio scienziato ha in mente altri piani per il futuro di entrambe le regioni.

Le due regioni sono diametralmente opposte; mentre in Tripudia si respira l’aria del tradizionale GdR con villaggi, curatori, bestie selvatiche e castelli, nella regione di Maelon incontriamo scienziati, macchinari, armi tecnologiche, laboratori e una dittatura cittadina tipica dei racconti distopici. Un’asimmetria intrigante e discretamente legata a livello narrativo. Chissà, forse gli sviluppatori avevano anche intenzione di trasmettere qualche messaggio ma, sinceramente, ne dubitiamo.

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Credi nel cuore delle carte

Il gameplay di Trulon è ciò che lo distingue dalla massa, o comunque tenta di farlo. Durante la vostra avventura (dalla longevità media di 7-10 ore) raccoglierete un totale di circa cinquanta carte, divise fra azioni, incantesimi e manovre. Lo stile di combattimento è a turni, e ognuno dei vostri personaggi potrà decidere se attaccare normalmente senza limiti oppure utilizzare una carta. Ogni personaggio avrà a disposizione un mazzo personalizzato composto da carte generiche che potete inserire in qualsiasi mazzo e da carte peculiari che possono essere utilizzate esclusivamente da uno specifico personaggio (ad esempio, solamente Ferra può usare gli incantesimi di cura). A ogni turno dovrete decidere quale carta utilizzare, consapevoli del fatto che nel caso doveste sfruttare una carta del mazzo, questa diverrà inutilizzabile per il resto della battaglia. Inoltre, ogni personaggio può essere equipaggiato con tre oggetti che, oltre a potenziare le statistiche di base, possono anche aggiungere dei bonus passivi alle assault tactic. A ogni battaglia, infatti, il 20% delle carte di ogni mazzo diventano speciali, attivando le passive dei vostri equipaggiamenti, se presenti.

A conti fatti, il gameplay è strutturalmente semplice, ma vi richiederà di ponderare bene le vostre scelte tattiche in battaglia, essendo gli scontri piuttosto bilanciati. Il gioco vi spingerà dunque a esplorare per cercare nuovi equipaggiamenti e a sconfiggere più nemici per aumentare di livello e per ottenere più carte. Fortunatamente esiste una funzione di autosalvataggio che vi riporta immediatamente a prima della battaglia, nel caso doveste imbattervi in un game over.

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Gli insetti del sistema

Etimologicamente così sono definiti i bug, di cui Trulon è ben fornito. Spesso vi si incastrerà il puntatore una volta finita la battaglia, alcune animazioni del combattimento saranno in disarmonia con l’andamento dello stesso, il menù si bloccherà quando cambierete gli equipaggiamenti e così via. La maggior parte di questi difetti tecnici non danneggiano sensibilmente l’esperienza di gioco, ma comunque la contaminano. Soprattutto un bug a fine gioco che vi impedisce di tornare sui vostri passi, costringendovi a proseguire e quindi (per i cacciatori di trofei) a perdere ogni occasione di backtracking e di conseguenza a dover ricominciare il gioco per ottenere tutte le coppe.

L’engine grafico utilizzato per sviluppare il videogioco in questione è Unity, la cui reputazione non è del tutto positiva. I limiti imposti da quest’ultimo hanno probabilmente impedito agli sviluppatori di abbondare con i modelli e di arricchire ambientazioni e personaggi con numerosi dettagli. Nelle fasi dialogate, presentate in tipico stile visual novel, si intravede una buona qualità di disegno cartoonesco (meraviglioso il concept di Ferra) che tuttavia scompare una volta concluso il dialogo, lasciando spazio a modelli semi-pixellosi privi di dettagli e di animazioni convincenti. Essendo il prezzo di lancio non simbolico e la qualità grafica non idilliaca, Trulon doveva necessariamente aggrapparsi ad altro per galleggiare oltre la linea della sufficienza. Ecco quindi che accorre in suo soccorso una colonna sonora estremamente godibile che, seppur contenente poche tracce, riesce a tenerci compagnia in ogni fase della nostra avventura con ritmatissime sinfonie fantasy in cui emergono le percussioni.

Trulon: The Shadow Engine Recensione

Sarebbe bastato un DLC…

Il lavoro dei ragazzi di Kyy risulta essere incompleto. Lo stile di combattimento è ben pensato ma, in pratica, affrontiamo ogni battaglia con la stessa strategia, essendo i nemici poco variabili. Il design dei personaggi e di alcuni dungeon e città, per quanto non originalissimo, risulta essere sufficientemente ispirato, ma la maggior parte delle ambientazioni sono poco caratterizzate. La trama sembra avere il giusto mordente, ma mancano i colpi di scena. La battaglia finale si rivelerà infine piuttosto squallida e, tra l’altro, molto più semplice di altre affrontate in precedenza.

Trulon sbatte laddove la maggior parte degli indie vedono le proprie ambizioni sbriciolarsi, ossia la mancanza di personalità. Non sappiamo se l’impedimento a un tentativo più spregiudicato e folle sia dovuto alla paura di fare un buco nell’acqua o semplicemente alla mancanza di esuberanza da parte degli sviluppatori, ma il prodotto finale altro non è che la solita occasione mancata. Fatte salve alcune lacune tecniche di cui vi abbiamo già raccontato, Trulon è un titolo complessivamente valido che sicuramente si farà apprezzare dagli amanti dei GdR vecchio stile (“vecchio” veramente, però; si parla dei primi Final Fantasy, per intenderci), ma rischia inesorabilmente di cadere nel vortice dell’anonimato come molti suoi simili.

Il finale del gioco apre a un sequel di cui ancora non si sa nulla, nonostante il qui presente e presunto primo capitolo abbia più di tre anni. Promuoviamo il lavoro fatto da Kyy al netto di qualche scivolone, augurandoci che nell’ipotetico secondo capitolo certe lacune vengano corrette e che la scrittura dei personaggi sia approfondita maggiormente. Le qualità ci sono, bisogna solo avere il coraggio di tirarle fuori senza preoccuparsi eccessivamente dei giudizi di una critica che, spesso, non si fa scrupoli nel bombardare un lavoro fatto con tanta dedizione da uno studio indipendente, mentre esalta aria fritta ben impacchettata dalle aziende leader.

Trofeisticamente parlando: gradium & dolorum

La lista trofei di Trulon è succulenta, vantando fra le sue fila sedici trofei fra cui ben nove d’oro e il Platino. Per fare vostro questo 100% dovrete portare Gladia al livello massimo, trovare tutte le carte, completare tutte le missioni secondarie e finire il gioco in meno di cinque ore. Dovrete necessariamente giocare due run che, seguendo la nostra guida, non dovrebbero essere particolarmente impegnative.

VERDETTO

Trulon: The Shadow Engine è un tuffo nel passato in cui i GdR venivano concepiti quasi interamente in questo modo. Giocarlo su PlayStation 4 porta con sé qualche perplessità concernente il comparto grafico e una mancanza di personalità nel proporre un mondo di gioco e una trama con il mordente giusto. Il sistema di combattimento con le carte su cui gli sviluppatori hanno puntato è ottimamente bilanciato e ci permette di assegnare al titolo un'ampia sufficienza. Gli amanti dei GdR prendano in considerazione l'acquisto (magari a fronte di un taglio di prezzo) ma non facciano delle aspettative la loro condanna.

Guida ai Voti

Giovanni Paolini
Catalizzatore di flame sul web e drogato seriale di fantacalcio, Giovanni vede il videogioco come un'espressione artistica piuttosto che come un mero intrattenimento privo di contenuti significativi. Per questo motivo, ripudia il 90% dei AAA e si tuffa sfacciatamente nel mercato indipendente, rimanendone il più delle volte scottato seppur senza rimorsi. Amante della musica di qualità, delle narrazioni articolate e di design ispirati, si è tuttavia mostrato fin dall'adolescenza ossessivamente attratto dai personaggi femminili antropomorfi, mistici o animati, universalmente conosciuti come waifu. Rappresenta orgogliosamente la vena toscana del Bit.