Twogether: Project Indigos Chapter 1 – Recensione Speedrun

Sviluppatore: Flaming Llama Games Publisher: Gammera Nest Piattaforma: PS4 Genere: Avventura Giocatori: 1 PEGI: 3 Prezzo: 8,99 € Italiano:

Una strana coppia di ragazzi è protagonista di Twogether: Project Indigos Chapter 1, analizzato in questa recensione Speedrun. Il gioco promette di offrire un’esperienza cooperativa piena di puzzle ambientali da risolvere e con un pizzico di mistero.

La coppia che scoppia

La trama di Twogether: Project Indigos è decisamente interessante, per quanto non esageratamente innovativa. In un futuro distopico, alcuni individui hanno sviluppato una mutazione in grado di dotarli di poteri speciali. Un’industria chiamata Hexacells ha però trovato il modo di estrarre il liquido cerebrale di questi soggetti, per rivenderlo a ricchi interessati a ottenere abilità sovrumane.

Per questo motivo nella struttura di Hexacells sono rinchiusi una serie di ragazzi, allevati e sfruttati solo per estrarne la preziosa sostanza mutagena. Le sorti dei giovani cambiano però quando un misterioso individuo li libera e gli offre una via di fuga. I giocatori si calano così nei panni di due mutanti, Rafi e Sam, che si trovano a collaborare tra loro per tentare di eludere la sorveglianza e riconquistare la libertà.

Questa suggestiva trama si traduce in un’avventura rompicapo in terza persona, in cui ci si sposta in vari ambienti cercando di risolvere enigmi ambientali. Nessun combattimento, nessun rischio di morte, solo una sfida tra il team di Flaming Llama Games e il cervello dei giocatori. Ad animare il tutto ci pensano i poteri dei due protagonisti, che rendono le sfide più pepate di quelle di altri prodotti simili, come ad esempio il recente Faraday Protocol.

Unisci et impera

Come ci ha svelato la trama, Sam e Rafi sono due mutanti. Il primo è in grado di lanciare un cubo di Rubik e teletrasportarsi nel punto di arrivo dello stesso. La seconda invece può usare la telecinesi per sposare oggetti di piccole e medie dimensioni. Queste due meccaniche sono ovviamente fondamentali per risolvere gli enigmi. Fin da subito, però, i comandi risultano difficili da gestire sia nelle sezioni di movimento che in quelle d’interazione con l’ambiente.

Le prove ideate dai ragazzi di Flaming Llama sono comunque interessanti, e richiedono più di qualche minuto per venire a capo della situazione. Nonostante questo, l’assenza di nemici e in generale di tensione fanno perdere un po’ di mordente al gioco. Le ambientazioni, purtroppo, non aiutano: stanze grigie piene di neon, anonime e monotone. Un vero peccato, considerata anche la discreta qualità della trama sviluppata.

I problemi del gioco si riflettono anche sul comparto tecnico di Twogether. La grafica è compassata e piatta, senza contare che non ci saranno effetti di nessun tipo e che i personaggi saranno rigidi e statici. Persino far cadere piattaforme in testa ai malcapitati non causerà nessun cambio di postura né sussulto di alcun tipo. Stesso problema lo si trova sulla colonna sonora, praticamente assente. Gli effetti sonori sono ripetitivi, mentre il doppiaggio si salva, pur essendo solo in lingua inglese.

Tutt’altro che esagerata la longevità: Twogether è completabile in una manciata di ore senza troppi sforzi. Una volta capita la meccanica legata ai poteri, non sarà difficile venire capo delle sfide. Inspiegabile invece l’assenza di una funzione multi giocatore, considerata la presenza di due protagonisti che collaborano tra loro

Trofeisticamente parlando: una dietro l’altra

Affrontare Twogether: Project Indigos Chapter 1 significa esporsi letteralmente a una pioggia di trofei. Affrontando la campagna si sbloccheranno coppe a raffica, molte delle quali senza praticamente far nulla. Ottenere il Platino è comunque un’impresa semplice, completabile in una manciata di ore.

VERDETTO

Twogether: Project Indigos Chapter 1 sarebbe potuto essere un progetto decisamente interessante. Doveroso il condizionale, perché il titolo di Flaming Llama Games fallisce sotto l'aspetto ludico, proponendo meccaniche stantie e puzzle fin troppo banali. Una grafica compassata, con personaggi incolore che fuggono da nemici invisibili completano il quadro di un puzzle platform mediocre che non riesce a emergere e non offre niente di nuovo rispetto ad altri esponenti del genere. Trattandosi però di un primo capitolo, diamo il beneficio del dubbio al team: che il capitolo 2 possa essere quello della svolta?

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.